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Dottrine Politiche, Zanfarino - Hobbes Pag. 1
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HOBBES 1588 1679 - ORDINE SOCIALE E ASSOLUTISMO

È moderno perché:

  • È un lucido sostenitore della Sovranità dello Stato
  • Giudica retrograda la Politica basata su corporativismi o sulla forza delle leggi di natura
  • Vuole dare all'individualità un valore nella dialettica politica
  • Fa affermazioni quasi liberali (le leggi devono disciplinare e non reprimere, tutti gli uomini sono uguali tra loro)

PERÒ ammette e legittima l'assolutismo come condizione costitutiva ed esplicativa dell'ordine sociale (le leggi hanno forza dalla volontà dello Stato e solo l'ordine del Re, la natura del giusto e dell'ingiusto viene data perché è comandato grazie allo Stato assoluto).

Ogni Azione di per sé quindi è indifferente, perché la sua giustezza deriva dall'ordine del Re. La Legalità quindi NON È un limite all'Autorità, perché essa stessa la crea (no dunque al...

giusnaturalismo e alla Common Law, cioè sapienza giuridica data dall'applicazione e esperienza ).È il Gran Leviatano il Dio mortale che accentra in sé la totalità dei diritti e dei poteri.NOMINALISMO LOGICO E CONVENZIONALISMO ETICOL'assolutismo di H deriva dalla sua concezione della Scienza ( materialismo e sensitismo ). Nella Politica, retrograda e astratta, vuole portare la precisione delle Scienze. Come? Sottoponendo i fenomeni sociali a osservazione partendo dal presupposto che niente è concepito dalla mente umana che non sia stato prima generato dagli organi di senso.Su questa base, H. struttura il suo MATERIALISMO e REALISMO: il mondo umano va scomposto per cogliere la tangibilità di ogni singola componente. Basta con le false sintesi spiritualistiche: bisogna disgelare nella loro verificabilità pratica i comportamenti umani e sociali. Nemmeno la Divinità può privarsi della sua materialità.NB. Il

Materialismo di H. è però Dinamico, non statico: la vita umana si muove sempre, anche circolarmente se non può in linea retta e questa dinamicità del reale obbedisce alla Legge di Attrazione/Repulsione (uomo attratto da andare verso le cose più gratificanti e repelle ciò che gli sembra più ostile e costrittivo) che spiega quindi il Reale (il formarsi della vita psicologica e etica).

Questa Legge ha però 2 conseguenze:

  1. la perdita di significato di una morale di tipo essenzialistico (realtà ontologiche predeterminate da applicare per deduzione) alla quale va sostituita una morale in termini di convenzione: ecco il Convenzionalismo etico, cioè che non esistono principi permanenti perché il bene in assoluto non esiste, ma è qualificato solo dalla ratifica coercitiva della Legge.
  2. Il Nominalismo Logico: gli oggetti non si presentano al conoscere come muniti di una realtà in sé per sé, ma

Assumono forme e funzioni diverse – a seconda di come l’uomo li conosce -a seconda dei rapporti nominali che tra essi si stabiliscono (ES. la giustizia e la legge non hanno attribuzioni qualitative autonome, ma dipendono dall’uso convenzionale che se ne fa)

INDIVIDUALISMO E STATO DI NATURA

H. rifiuta di abbandonare l’idea della Legge naturale e con ciò complica il suo ragionamento.

I principi di natura sono per H “dettato della retta ragione” perché si fondano su equità, giustizia, gratitudine e si rivolgono alla ricerca della Pace ( non fare agli altri… ).

La Ragione sa in se stessa come conoscere queste leggi e quindi l’uomo sa di non essere sicuro di rispettarle: ci vuole la stabilità sociale data dallo Stato per dare valore coercitivo a queste leggi e farle diventare principio regolativo della Società. Altrimenti, prevarrà il diritto di natura che ogni uomo può considerare proprio.

(dirittoall'autoconservazione e quindi alla difesa) e che porta all'egualità che dà la possibilità per chiunque di dare la morte all'altro. È una uguaglianza che fomenta la paura, non crea affatto solidarietà. Il consociarsi quindi non avviene per natura, ma deriva da circostanze contingenti. L'uomo è HOMO HOMINI LUPUS: uomo contro gli uomini per non soccombere. H. è vicino a Machiavelli, ma aggiunge un altro elemento di strumentalizzazione dell'altro, oltre alla forza: La Vanità. Quindi gli individui si associano in fazioni per controllare altri individui associati in altre fazioni. Non c'è azione disinteressata, non c'è creazione spontanea di convivenza e alla fine forza e vanità corrompono e contaminano tutto. Le formazioni sociali quindi hanno consistenza solo se tenute insieme dal Potere e la coscienza politica deve capire questo, rinunciare alle illusioni e orientarsi al realismo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2004-2005
2 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.