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Storia delle Dottrine Politiche – 20\02
Agli albori del pensiero politico: i Sofisti
Il pensiero politico così come lo concepiamo noi nasce nella Grecia antica nel V
secolo a.C., e nasce da una situazione di conflitto, anche se bisogna precisare che
anche prima del V secolo circolano già alcune idee in merito alla teoria politica.
Tuttavia, verso la metà del V secolo a.C. in Grecia, ed in particolare ad Atene (città più
forte sotto ogni punto di vista, anche quello militare) i sofisti mettono in crisi le
credenze tradizionali di tutti i greci. I sofisti, infatti, sostengono tesi assolutamente
innovative, e la loro genialità sta nel fatto che essi generalizzano le osservazioni che
avevano fatto i marinai e i mercanti che andavano in giro per l'Egeo e che, tornando a
casa, raccontavano di come funzionavano gli ordinamenti in altri Paesi (ad esempio in
Persia o a Sparta). I sofisti generalizzano dunque questi racconti e giungono alla
conclusione che esistono alcune cose che valgono ovunque e sono giuste per
natura, mentre altre sono frutto di convenzione. Le leggi, dunque, sono frutto di
“nomos”
convenzioni (non a caso, in greco è sia legge che convenzione).
1. Protagora
Protagora, “L’uomo è la misura di tutte le
primo coerente relativista, conclude che
cose”, e che dunque non esistono verità oggettive, ma ogni verità è relativa ad ogni
essere umano.
In modo rivoluzionario per il tempo (e non a caso sarà condannato per empietà),
“Intorno agli dei”, (“Intorno
scrive un’opera intitolata che si apre con un frammento
agli dei non sono in grado di dire nulla ”) che si apre con un frammento che potrebbe
essere interpretato come il pensiero di un agnostico più che di un ateo. Protagora
illustra qui come non si possano dare gli dei come unità di misura (proprio perché di
essi non si conosce nulla), e come solo l’uomo possa essere usato come misura delle
cose, quindi ogni verità è una verità umana.
Protagora è chiaro inoltre sulla giustizia: la giustizia è l’opinione della città, quindi
la giustizia è propria di ogni comunità. Ma se ciò che è giusto è determinato dalla
società ed il giusto è ciò che è scritto nelle leggi, come è possibile affermare che una
legge è di per sé ingiusta? E come si fa a dire che, ad esempio, l’Inghilterra
Churchill Hitler,
democratica di sia migliore della Germania nazista di considerato che
entrambe erano conformi alle leggi vigenti all’epoca in quei Paesi? Protagora non
Platone
elude in problema e vi propone una soluzione (che tuttavia giudicherà
inadeguata): egli sostiene infatti che è vero che la verità è diversa per ogni soggetto
(e quindi è diversa anche per ogni Stato), ma alcune verità sono “migliori di altre” e
“funzionano meglio di altre”. Conclude dunque che il vero è ciò che funziona
meglio nella pratica e nei fatti (concezione pragmatista), e che il relativismo ha
un limite almeno pratico.
Il relativismo è ancora un problema attuale, perché può mettere in crisi delle
convinzioni che si danno per assodate.
2. Gorgia
Famoso per incredibili artifici retorici come periodi simmetrici e abbondanza di
Gorgia Pericle)
aggettivi, arriva ad Atene (nell’Atene democratica di dalla Sicilia. Ad
Atene egli nota come ci siano sempre i tribunali in funzione e come anche il
cittadino qualunque sia tenuto a sedere nei tribunali. Atene inoltre è la più potente
della città a quell’epoca, dunque si è soliti dirimere tutte le controversie in un