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Introduzione

Dopo le devastazioni causate dalla prima Guerra Mondiale, le potenze occidentali vincitrici

imposero alle nazioni sconfitte una serie di trattati molto duri.

Tali trattati ridussero significativamente l’estensione del territorio nazionale delle Potenze Centrali

(Germania, Austria, Impero Ottomano, Bulgaria), imponendo anche il pagamento di somme

consistenti di risarcimento per i danni causati dalla guerra.

Poche volte in passato la geografia dell’Europa aveva subito un cambiamento così radicale: vari

imperi cessarono di esistere: Russo, Tedesco, Austro-Ungarico, Ottomano. Il trattato di Saint

Germain En-Laye, firmato il 10 Settembre 1919, creò la Repubblica Austriaca, formata dalla

religione di lingua tedesca dell’ex impero asburgico, inoltre quest’ ultimo dovette cedere diversi

territori come la Jugoslavia (gli stati vennero uniti e chiamati così solo nel 1929), il Sud Tirolo,

Trento, Trieste e Istria. Un punto importante del trattato proibiva all’Austria di modificare la sua

condizione di stato indipendente, impedendole un eventuale unificazione con la Germania, nonché

l’Anschluss.

Nel Gennaio 1918, 10 mesi prima della fine della guerra, il presidente americano Wilson aveva

stilato una lista di obiettivi che aveva chiamato i ‘’14 punti’’, di cui 8 sono accordi territoriali e

politici gli altri 6 invece riguardavano come prevenire nuovi conflitti, l’ultimo punto in particolare,

proponeva la costituzione di una Società delle Nazioni che avrebbe avuto il compito di mediare le

controversie internazionali. Unione di Stati istituzionalizzata, il cui atto costitutivo

Società delle Nazioni (SDN):

(Covenant o Patto della SdN), incorporato nei trattati conclusivi della prima guerra

mondiale, entrò in vigore il 10 gennaio 1920. Fu il primo ente internazionale con fini politici

generali. Suoi principali organi erano l’Assemblea, costituita dai rappresentanti degli Stati

membri; il Consiglio, inizialmente formato da 14 Stati, di cui 5 a titolo permanente; il

Segretariato, con funzioni amministrative.

Sorta soprattutto per volere del Presidente degli Stati Uniti W. Wilson, ebbe quale finalità il

mantenimento della pace, inteso soprattutto come conservazione dell’assetto politico-

territoriale sancito dai trattati di pace, e lo sviluppo della cooperazione internazionale in

campo economico e sociale. In base al Patto, gli Stati membri si impegnavano a rispettare

e mantenere l’integrità territoriale e l’indipendenza politica dei membri della SDN contro

ogni aggressione esterna (art. 10) e a non ricorrere alle armi in caso di controversie prima

di avere cercato di utilizzare mezzi di soluzione pacifica; per le violazioni, era prevista

l’applicazione di sanzioni economiche ed eventualmente militari (art. 16).

Fonte di grandi aspettative, la SDN fu indebolita sin da subito dalla mancata

partecipazione degli Stati Uniti e, pur costituendo, nel periodo tra le due guerre mondiali,

un punto di riferimento della politica internazionale, non riuscì a fronteggiare i conflitti

dell’epoca (come quello cino-giapponese del 1931, l’aggressione all’Etiopia da parte

dell’Italia nel 1935, la guerra civile di Spagna del 1936-39), né a scongiurare la seconda

guerra mondiale.

Estintasi il 18 aprile 1946, è considerata, malgrado il suo insuccesso, il predecessore

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ne costituisce il perfezionamento e la

continuazione ideale.

La maggior parte dei rappresentanti della Germania che firmarono l’armistizio credevano che i 14

punti avrebbero costituito la base del successivo trattato di Pace, ma quando i capi di governo di

USA, Francia, Gran Bretagna e Italia si riunirono a Parigi fu subito chiaro che le 3 nazioni europee

avevano ben altri piani in mente. La Germani fu considerata la principale responsabile del conflitto

e per questo le imposero pesanti sanzioni in termini di pagamento per le riparazioni dei danni

causati.

Conferenza di Parigi

Alla conferenza di pace di Parigi del 18 gennaio 1919 parteciparono i delegati dei paesi vincitori: i

quattro grandi, ovvero il presidente americano Thomas Woodrow Wilson, il presidente del consiglio

francese Georges Clemenceau, il primo ministro inglese David Llyod George e il presidente del

consiglio italiano Vittorio Emanuele Orlando. La conferenza durò fino al 21 gennaio 1920, con

alcuni intervalli.

Tali punti furono disattesi, fatta eccezione per il principio della nazionalità, laddove coincideva con

gli interessi delle grandi potenze; in questo caso venne applicato. Infatti, Francia e Inghilterra erano

preoccupate soprattutto di trarre vantaggi territoriali ed economici e di mettere i tedeschi in

condizione di non poter più nuocere, puntando sull’annientamento non solo militare, ma anche

economico della Germania.

Venne creata la Società delle Nazioni con sede a Ginevra, ma si trasformò ben presto in uno

strumento passivo nelle mani della Francia e dell’Inghilterra, preoccupate di mantenere le posizioni

di privilegio e quindi propense ad utilizzare il nuovo istituto per i propri fini. Queste erano facilitate

dai limiti della Società delle Nazioni, che erano, in particolare, quello che per l’approvazione di

ogni decisione era necessaria l’unanimità; il ritiro degli Stati Uniti che non aderirono; la società non

disponeva di alcun mezzo concreto d’intervento (solo sanzioni economiche).

Dalla conferenza di pace scaturirono cinque trattati: il trattato di Versailles con la Germania,

il trattato di Saint-Germain con l’Austria per l’Italia, il trattato di Neuilly con la Bulgaria che

veniva riconosciuta indipendente, il trattato di Sèvres con la Turchia, che fu privata di tutti i territori

arabi e della sovranità sugli stretti (Bosforo e Danardelli) e il trattato del Trianon con l’Ungheria

costretta a cedere la Galizia alla Polonia e alla Romania la regione della Transilvania. In particolare

il trattato di Versailles con la Germania stabiliva: di rinunciare ai vasti territori coloniali; cedere alla

Francia l’Alsazia e la Lorena; ridurre il proprio esercito a 100.000 uomini; pagare alle nazioni

vincitrici e al Belgio tutti i danni di guerra; cedere agli alleati materiale navale, ferroviario e

industriale, più la fornitura per dieci anni di carbone. Da qui l’umiliazione della Germania e il

risorgere dello spirito di rivincita tedesco.

Il trattato di Saint-Germain con l’Austria: In pratica l’Austria era costretta a cedere all’Italia il

Trentino, l’Alto Adige, l’Istria e l’Alto Bacino dell’Isonzo. Al posto dell’antico impero austro-

ungarico si ebbero quattro libere repubbliche: Austria, Ungheria, Cecoslovacchia e il regno dei

serbi, croati e sloveni. Mentre sul mar Baltico, sui territori un tempo appartenuti alla Russia, i nuovi

stati indipendenti di Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania.

Trattato di Versailles

Il trattato di Versailles, anche detto patto di Versailles, è uno dei trattati di pace che pose

ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Fu stipulato nell'ambito della Conferenza di pace di

Parigi del 1919-1920 e firmato da 44 Stati il 28 giugno 1919 a Versailles, in Francia, nella Galleria

degli Specchi del Palazzo di Versailles. È suddiviso in 16 parti e composto da 440 articoli.

Gli Stati Uniti d'America non ratificarono mai il trattato. Le elezioni del 1918 avevano visto la

vittoria del Partito Repubblicano, che prese il controllo del Senato e bloccò due volte la ratifica (la

seconda volta il 19 marzo 1920), alcuni favorivano l'isolazionismo e avversavano la Società delle

Nazioni, altri lamentavano l'eccessivo ammontare delle riparazioni. Come risultato, gli Stati Uniti

non si unirono mai alla Società delle Nazioni e in seguito negoziarono una pace separata con la

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A.A. 2015-2016
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sharer of notes di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Cassamagnaghi Silvia.