Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Donne società territorio: il quadro generale, Geografia culturale Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Nel tentativo di mettere in luce la vita delle donne e di sottolineare i diversi modello di uso dello

spazio da parte di uomini e donne si è fatto inizialmente ricorso al paradigma della diversità dei

ruoli fra uomini e donne. Si riconosca che la società costruisce una marcata diversità sociale,

operando una netta distinzione di ruoli: agli uomini viene riconosciuto un ruolo nella sfera

produttiva, alle donne una prevalente azione nella sfera riproduttiva. La distinzione di ruoli, che

viene argomentata attraverso la separazione delle sfere o ambiti di azione, si costruiscono in spazi

determinati, cosicché si può arguire che esista una dimensione spaziale della diversità di genere

(gendered spaces). Le identità di genere non sono solo diverse; in molte società sono anche ordinate

gerarchicamente in modo tale che le donne si trovano collocate in condizioni svantaggiate rispetto

agli uomini. Nell’interpretazione della distinzione di genere è stato introdotto il paradigma della

disuguaglianza di chiara impronta ideologica marxista. Secondo questa impostazione, l’origine della

distinzione dei ruoli e degli spazi fra uomini e donne va ricercata nelle relazioni di potere che si

instaurano fra i due sessi nella società e nella famiglia. Società economicamente avanzate, come la

nostra, riconoscono ad esempio alla sfera produttiva un ruolo ‘preponderante’ sulla sfera

riproduttiva. La denuncia della disuguaglianza fra uomini e donne ha portato il movimento

femminista a lottare contro questo tipo di ordine sociale, per ottenere il riconoscimento della parità

tra sessi. Dal punto di vista geografico, viene sottolineato il fatto che la distinzione di ruoli, che si

riflette in una separazione degli spazi, destina agli uomini lo spazio ‘pubblico’, mentre alle donne

viene riservato lo spazio ‘privato’. Si ha una relazione di asimmetria, in quanto lo spazio pubblico

riveste una maggiore importanza di quello privato. Dal movimento femminista in poi, molte

situazioni sono mutate specialmente nelle relazioni tra uomini e donne e di conseguenza nei ruoli

riconosciuti agli une e alle altre. I nuovi ruoli non hanno più sfere d’azione che tendono ad essere

paritetiche, e soprattutto si sovrappongono: lo spazio pubblico diventa anche ambito delle donne e

lo spazio domestico non è più esclusivamente sfera d’azione femminile, ma spazio in cui gli uomini

e donne interagiscono. I fattori che hanno favorito una maggiore interrelazione, e quindi una

parziale sovrapposizione delle sfere d’azione, sono l’emancipazione femminile, la crisi dei ruoli

tradizionalmente impostati, l’ingresso delle donna nel mondo del lavoro e nello spazio pubblico, la

collaborazione da parte degli uomini nel menage familiare. A partire dagli anni ’90, si è andato

affermando un terzo paradigma: il paradigma post-moderno della differenza riconosce una

molteplicità di situazioni possibili e diverse tra loro, che si spiegano con la combinazione delle

differenze di genere con le differenze culturali, etniche, economiche, sociali e sottolinea la centralità

delle relazioni che si manifestano in uno spazio. I temi affrontati adottando una prospettiva di

genere sono molteplici, in quanto essa si affianca alle altre ottiche e metodologie adottate

nell’affrontare i diversi campi della ricerca geografica. Fra i contributi più significativi vanno

sottolineati quelli che trattano dell’occupazione e delle relazioni di genere nel mondo del lavoro, in

particolare per ciò che riguarda l’organizzazione della vita quotidiana., che hanno messo in luce i

nuovi connotati del fenomeno migratorio internazionale in seguito alla crescente partecipazione

delle donne, dove ciò ha evidenziato disuguaglianze di genere ed esclusioni nella fruizione e nella

politica della città.

Metodologie di analisi

Negli studi di genere, il ricorso agli strumenti tradizionali di analisi di tipo quantitativo si è rivelato

ben presto non idoneo ad illustrare le divisioni di ruolo né a mettere in luce la complessità delle

relazioni sociali. Con il termine ‘lavoro’, ad esempio, si indica normalmente una categoria che può

diventare parziale e limitante allorché si traduce in valutazioni numeriche. La definizione statistica

di lavoro e di non-lavoro passa attraverso la sua retribuzione; di conseguenza, la distinzione sulla

base pecuniaria esclude quella parte consistente della popolazione che fa un lavoro non retribuito.

Buona parte di ciò che le donne fanno a casa, è considerato non lavoro poiché non retribuito e la

popolazione occupata in queste attività viene definita popolazione non attiva. L’assenza di donne

dai processi territoriali in realtà deriva dal risultato dell’applicazione di metodi di ricerca e di

categorie analitiche, che si propongono di ritrarre il fenomeno reale ma che in realtà tendono a

considerare universali le esperienze degli uomini. Si sono rivelati più utili strumenti di indagine che

si focalizzano sui soggetti e che mettono in luce gli aspetti nascosti, razionali, motivazionali e

sentimentali, connessi con il coinvolgimento degli individui nelle azioni spaziali. L’approccio di

tipo umanista predilige le fonti soggettive e ha l’obiettivo di identificare il valore culturale e sociale

del contesto spaziale. Un altro significativo strumento di analisi è la produzione letteraria ed

artistica, soprattutto nel caso in cui l’indagine si ponga l’obiettivo di una ricostruzione storica del

ruolo territoriale di uomini e donne. Attraverso l’analisi della produzione artistica e letteraria delle

donne, è possibile esplorare la visione femminile di questi immensi paesaggi e mettono in luce il

coinvolgimento emotivo e pratico nel processo di radicamento della popolazione in un territorio di

conquista. Di recente si è fatto ripetutamente ricorso ad altri due metodi di indagine, con i quali si

vogliono far emergere i cambiamenti avvenuti nella società e nei singoli soggetti: il confronto

generazionale e le storie di vita. Il confronto generazionale costituisce uno strumento interpretativo

immediato ed efficace. Emerge che il momento di svolta nelle visioni di sé delle donne e nella loro

volontà di partecipare da protagoniste all’evoluzione della società coincide con l’importante

momento storico del femminismo, vissuto in prima persona dalle madri e con il messaggio di

ricerca della parità con gli uomini nei diversi settori della società.

I luoghi delle donne

a) Spazi maschili e spazi femminili

La distinzione di ruoli fra uomini e donne ha le sue radici nelle diverse funzioni loro attribuite dalla

vita biologica e da quella sociale. Fino a non molto tempo fa, attraverso la biologia, si giustificava

la fragilità fisica della donna, e di conseguenza, la sua posizione di debolezza nella società; con

l’anatomia si determinava il suo destino, che la relegava alla funzione della procreazione. La forza

fisica imponeva all’uomo l’attività produttiva e il compito di sostentamento della famiglia. La

separazione delle sfere d’azione produttiva (attribuita agli uomini) e riproduttiva (assegnata alle

donne), costituisce un modello di riferimento generalizzante, perché vi sono esempi nel tempo e

nello spazio di società non esattamente riconducibili a tali categorie. Infatti, nella fase premoderna

non vi sono delimitazioni nette di luoghi di produzione/riproduzione pur in presenza di distinzioni

di ruoli: in un’economia agricola o preindustriale la divisione del lavoro all’interno della famiglia

implica la collaborazione e la partecipazione delle donne in determinate fasi, quali la raccolta di

prodotti o lavorazioni manuali specifiche. La separazione dal mondo maschile del lavoro e della

produzione da quello femminile della famiglia e della riproduzione è stato essenziale per l’ideologia

del sistema capitalistico, che richiedeva un forte impegno lavorativo in un mercato del lavoro

sempre più competitivo e nello stesso tempo qualcuno che si prendesse cura della famiglia,

preoccupandosi dei bisogni materiali dei lavoratori e dell’allevamento dei figli.

b) Lo spazio privato: la casa

La casa, in questa visione distintiva del genere, viene metaforicamente definita il regno delle donne

e le donne vengono definite ‘angeli del focolare’: la casa (domus) costituisce il luogo legato,

letteralmente e metaforicamente, alla donna (domina) e le donne stesse sembrano derivare la loro

identità dalla vita domestica sicuramente più di quanto lo facciano gli uomini. Questo non vuol dire

però che le decisioni relative all’abitazione vengano prese dalle donne. La dimensione, le

caratteristiche, lo stile dell’abitazione e la sua localizzazione, riflettono piuttosto il livello di reddito,

la dimensione, la classe sociale della famiglia di appartenenza. Anche la distribuzione dello spazio

ripropone la visione del ruolo sociale attribuito a donne e uomini. Lo spazio interno della casa è

generalmente suddiviso in una parte pubblica e in una parte privata; il salotto-soggiorno dove si

ricevono gli ospiti o i visitatori offre un’immagine pubblica della famiglia e l’immagine deve

rispecchiare lo status familiare: quadri, mobili e suppellettili di pregio vi vengono collocati. Questa

parte della casa è inoltre quella in cui gli uomini passano la maggior parte del tempo a leggere il

giornale o a guardare la televisione, mentre le donne lo utilizzano per più breve tempo. Il luogo più

femminile della casa è il focolare, ovvero la cucina- sala da pranzo poiché costituisce il luogo in cui

la donna risiede più a lungo, in cui si intrattengono le relazioni familiari più significative (nei

momenti dei pasti) e in cui si esercita maggiormente la funzione di cura, in quanto la famiglia viene

nutrita. Il cibo acquista anche valore simbolico: attraverso il cibo vengono nutriti , oltre che i corpi,

le relazioni familiari, i legami e gli affetti.

Alla donna viene raramente concesso di progettare e di modificare la struttura dell’abitazione. Le

donne sono maggiormente libere di intervenire quando si tratta di abbellire la casa. Compito delle

donne è, infine, quello di mantenere la casa pulita e in ordine, e quando ciò non può essere fatto

personalmente, si trasferisce questo compito su un’altra donna che ha funzione di supplemento di

quella assente.

c) Il luogo di lavoro

Il luogo di lavoro per antonomasia delle donne è la casa in cui si effettuano, oltre alle attività

domestiche quotidiane, anche altre attività di carattere episodico che si rifanno alle abilità femminili

(cucito, ricamo, filatura, tessitura). Talvolta tali abilità sono sfruttate dal sistema industriale come

‘lavoro a domicilio’ che resta ai margini d

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher buckethead92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Da Pozzo Carlo.