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Pellegrinaggio obbligatorio - Hajj

Hajj è il pellegrinaggio alla Mecca. Per assolvere l'obbligo di svolgerlo almeno una volta nella vita, deve essere condotto nel mese di Dhu l-hijja, l'ultimo mese dell'anno lunare. Questo precetto è contenuto nella Sura del Pellegrinaggio (22, 25:37) e in alcuni hadith, una raccolta di detti del profeta.

Il pellegrinaggio deve essere svolto nel mese preciso, non va confuso con l'Umra, il pellegrinaggio minore che si può svolgere durante tutto l'anno e prevede un numero limitato di riti. È importante compiere tutti i riti del pellegrinaggio senza tralasciarne nemmeno uno, altrimenti il pellegrinaggio non è considerato valido. Il fatto di recarsi alla Mecca in altri mesi dell'anno non assolve all'obbligo del pellegrinaggio.

Vi sono anche altri pellegrinaggi minori detti Umra che prevedono solamente poche tappe. Questi sono pellegrinaggi volontari che non hanno niente a che vedere con il quinto pilastro dell'islam. Il quinto pilastro è un obbligo per il fedele, ma in alcuni casi si è esentati. Sono esentati da questo obbligo i minorenni, i poveri e gli ammalati. Le donne possono partecipare al pellegrinaggio solamente se accompagnate dal proprio marito o da un uomo di famiglia con cui non è concesso sposarsi. Sono molte poche le donne che partecipano al pellegrinaggio perché ha un costo non indifferente ed è difficile che il marito si renda disponibile per finanziare il pellegrinaggio della moglie. Le donne, dopo aver racimolato il denaro necessario, possono partecipare al pellegrinaggio indossando un abito bianco che però lasci il volto scoperto. Al pellegrinaggio non sono ammesse donne che coprono il loro volto. I capelli però devono essere coperti, ma il volto.deve essere visibile. Il pellegrinaggio è vietato ai non musulmani e non possono accedere alla Mecca e a Medina nemmeno come turisti. Un divieto in più è stato espresso per gli ebrei: essi non possono mettere piede nella penisola arabica nemmeno come turisti. I RITI D'ARRIVO Appena arrivato alla Mecca, il pellegrino ha l'obbligo di compiere, dopo essersi purificato, la settuplice circumbulazione (in senso antiorario) attorno alla Ka'ba, accostandosi ogni volta con un bacio o un semplice saluto alla Pietra Nera. Questo rito viene chiamato "circumbulazione dell'arrivo". Segue la settuplicemarcia (o rito della corsa) fra le colline meccane di Safa e Marwa, che distano fra loro 394 metri. Tale distanza viene percorsa sette volte da un capo all'altro, aumentando la velocità. Si vuole così ricordare la ricerca di acqua di Agar (schiava di Sara) con il piccolo Ismaele. La tradizione vuole che, durante questa ricerca, sia nata.

Una sorgente, oggi identificata con la sorgente di ZemZem. I pellegrini vi si recano dopo aver compiuto il rito: il sapore dell'acqua è amarognolo a causa di una infiltrazione di acque marine. Il piccolo pellegrinaggio termina poi con una preghiera davanti alla cosiddetta Stazione di Abramo.

PRIMO E SECONDO GIORNO

Il primo giorno dell'hajj (ossia l'ottavo del mese lunare) i pellegrini si spostano, pregando e meditando, dalla Mecca a Mina (circa 5 km). Una volta il trasporto avveniva rigorosamente a piedi. Oggi si possono usare senza problemi mezzi alternativi.

Il mattino seguente i fedeli si recano al monte Arafah. La tradizione vuole che Maometto abbia pronunciato in quel luogo il suo ultimo sermone. Qui ha luogo il wuquf, il momento di raccoglimento, che (se non rispettato) invalida tutto il pellegrinaggio. La sera ci si sposta verso Muzdalifa, dove si passa la notte. Questo spostamento è la prima ifada.

DA MUZDALIFA A MINA

Prima che sorga il sole vi è

ancora un momento di raccoglimento. Poi ha iniziato la seconda fase, ossia il secondo spostamento da Muzdalifa a Mina. Prima di lasciare la città, i fedeli raccolgono 49 sassolini per il rito della lapidazione (che si svolgerà però a Mina) contro tre simboliche steli. L'obiettivo è quello di emulare il gesto compiuto da Abramo contro il demonio. In realtà anche questo rito ha origini preislamiche. Segue poi il sacrificio di un animale, in ricordo, ancora una volta, del gesto compiuto dal patriarca Abramo. Il tempo permesso per compiere tale sacrificio è di tre giorni. L'animale sacrificato deve essere sano e senza difetti. Un capretto o un montone sono offerte valide per una persona. Una vacca o un cammello bastano per sette. La carne va condivisa coi poveri. CONCLUSIONE DELL'HAJJ Una volta tornati alla Mecca, i fedeli devono ripetere la settuplice circumambulazione e il settuplice andirivieni. Nei tre giorni indicati come possibili per il sacrificio,i fedeli si recano ancora a Mina per pregare e ripetere il rito della lapidazione. Prima di lasciare definitivamente La Mecca è d'obbligo eseguire la cosiddetta "circumbulazione dell'addio". Infine, è possibile recarsi, sulla via del ritorno, a far visita alla tomba del Profeta presso la città di Medina. LA KA'BA è un certo mistero che avvolge la Ka'ba all'interno del quale, in un angolo, è incastonata la pietra nera. Di fatto sono state proibite tutte le indagini scientifiche o archeologiche per poter conoscere la reale natura della pietra e la nascita della struttura della Kaba. La pietra nera è una formazione minerale grande quanto un melone e gli islamici la considerano sacra. La tradizione ritiene che la stessa Kaba in cui si trova la pietra sia opera di Abramo e di suo figlio Ismaele, ovvero il primo figlio di Abramo avuto da Agar, la schiava di Sara. Considerandolo come edificio sacro non viene

Permesso alcunrilevamento scientifico. In realtà sappiamo che la Kaba era meta di pellegrinaggio già in età preislamica ed era sede di tutti gli dèi dell'area della penisola arabica, una sorta di pantheon. Soltanto con l'avvento dell'islam quelluogo è tornato alla sacralità originaria. Non soltanto la Kaba e la sua pietra sono vietate alle indagini scientifiche, ma l'intera città di Mecca lo è. Non è possibile fare scavi archeologici come è avvenuto a Gerusalemme. Tutta la città di Mecca non può essere sottoposta a nessuna indagine. Gli islamici pregano in direzione della Kaba, questo è la qibla, ovvero la direzione di preghiera. Non è stato sempre così, perché quando Maometto giunge a Yathrib, la prima qibla era dando le spalle alla città di Mecca per ingraziarsi le tribù ebree del posto. Non è certo se Maometto sapesse che

Le tribù ebree pregavano verso Gerusalemme. Questo è durato pochi mesi perché gli ebrei decidono di non convertirsi alla fede e si alleano con i meccani.

Il primo pellegrinaggio alla Kaba dopo che la Mecca è stata conquistata da Maometto avverrà nel 630 DC, ma non sarà Maometto a condurre questo pellegrinaggio. Maometto condurrà il secondo pellegrinaggio islamico alla Kaba nel 631 DC, un anno prima della sua morte.

I RITI DEL PELLEGRINAGGIO

I fedeli, per giungere alla Kaba, si riunivano in carovane per non fare il viaggio da soli. Vi erano moltissime rotte carovaniere, ma le più note erano tre:

1. Rotta egiziana, prendeva questo nome perché i pellegrini si riunivano al Cairo e poi proseguivano verso la Mecca.

2. Rotta irachena, i partecipanti partivano da Bagdad e poi proseguivano verso la Mecca.

3. Rotta siriana, aveva come punto di incontro per i pellegrini Istanbul (non è in Siria), ma si chiama così perché il

Il percorso prevedeva di giungere alla Mecca attraverso le strade di Damasco. Queste 3 rotte davano origine a 3 gruppi carovanieri. Oggi come allora si giunge alla Mecca, ma non attraverso le rotte carovaniere.

Una volta giunti alla Mecca bisogna entrare nello stato di santità. Lo stato di sacralità è il momento in cui gli uomini si rasano, si tagliano i capelli e indossano una veste bianca composta da due parti di tessuto e anche la donna indossa un abito bianco, ma lascia il volto scoperto.

Si entra alla Mecca e si compie la settuplice circumambulazione, ovvero per 7 volte in senso antiorario si gira intorno alla Kaba. Si recitano delle particolari preghiere di fronte a Maqam Ibrahim, è una formazione rocciosa che secondo la tradizione venne adoperata da Abramo per riedificare la Kaba. Secondo la tradizione la Kaba è stata eretta da Abramo, ma esisteva già prima di lui, soltanto che era stata distrutta con il diluvio universale. Quella che conosciamo oggi.

è stata quindi riedificata da Abramo eda suo figlio Ismaele. Nella tradizione islamica è ricorrente il numero 7: settevolte sono i giri intorno alla Kaba e 7 sono le marce tra Safua e Marua. Si trattadi due località che distano tra di loro poche centinaia di metri e che i pellegrinicompiono di corsa 7 volte avanti e indietro. Queste due località e la loro corsaricordano la corsa di Agar e del figlio Ismaele quando erano nel deserto ecercavano l’acqua. La tradizione islamica ci dice che l’acqua per dissetare Agare suo figlio è miracolosamente scaturita da una fonte, la fonte di ZemZem. Èuna fonte che scorre ancora oggi nelle vicinanze della città di Mecca. È in realtàuna sorgente con acqua da gusto pessimo e neanche potabile perché subiscedelle infiltrazioni di acqua marina, perché non è distante dal porto di Gedda. Ipellegrini si dissetano da questa fonte perché ritengano che

abbiacaratteristiche miracolose. Una volta compiuto questo rito ci troviamo di fronteal terzo rito, che avviene sempre durante il primo giorno di pellegrinaggio. Nelterzo rito i pellegrini si spostano, sempre pregando e meditando, dalla Mecca a8Mina. Un tempo questo trasferimento avveniva a piedi, oggi il ministero sauditadel pellegrinaggio ha predisposto degli autobus dedicati per questospostamento, ma ci si può recare a Mina anche in auto e li si trascorre la notte.Il mattino seguente i pellegrini lasciano Mina per recarsi al Monte Arafat. È unacollina granitica che si trova ad este della Mecca, è anche riconosciuto con ilnome Monte della Misericordia. Il rito che si compie sul Monte Arafat è un rito diraccoglimento, si chiama rito Vukuf ed è forse il rito centrale dell’hajj. Si diceche se non è rispettato in maniera adeguata tutto il pellegrinaggio vienevanificato. I pellegrini stanno in

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
87 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiara698 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di geografia culturale e Geografia dei Paesi Mediterranei e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Santus Daniela.