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COMPOSIZIONE DELL’INVOLUCRO:
Melt gelatina 40% p/v e elasticizzante 20-30% p/v
Coloranti e opacizzanti
Acqua rimasta dopo essiccamento 5-8% p/p.
PRODUZIONE E RIEMPIMENTO: I due processi sono molto complessi e vengono effettuati da ditte specializzate.
Il metodo utilizzato piu’ comunemente è quello indicato dal processo di Scherer. Due serbatoi contenenti una soluzione
calda di gelatina, glicerina e acqua cioè il melt a temperatura maggiore dello stato di transizione (70° C), colano il
composto su due tamburi dove l’involucro viene stratificato e gelificato in quanto questi sono a temperatura piu’ bassa.
Si formano due nastri di gelatina che si incontrano al centro del macchinario in posti in due stampi cilindrici. Il
contributo liquido viene inettato e il riempimento della capsula provoca un aumento di pressione per la quale la capsula
si chiude e quindi si forma.
18- Capsule rigide
Le capsule vengono definite come preparazioni solide con involucri duri o molli di varie forme e capacità contenenti
usualmente una dose di P.A., destinate alla somministrazione orale. Possono contenere: pellets, polveri, liquidi e semi-
solidi con dosaggio inferiore a 1 ml. Le vie di somministrazione minori sono la via rettale e vaginale (molli) e alcune
per uso inalatorio. Le capsule possono essere distinte in: (1) rigide, (2) molli, (3) a rilascio modificato, (4) gastro-
resistenti e (5) cialdini (cachets).
Trovano diversi vantaggi rispetto alle compresse seppur queste ultime sono comunque in maggioranza nelle forme
farmaceutiche orali. Possiedono ridotto tempo di disintegrazione dell’involucro e di dissoluzione/rilascio del contenuto,
è possibile formulare P.A. liquidi in fase oleosa, hanno elevata compliance e precisione di dosaggio. Tuttavia hanno
una minor quantità di P.A. e hanno un costo elevato in quanto per la loro produzione sono implicate due aziende; una
per la capsula e una per la preparazione.
Le caspule rigide possiedono involucri costituiti da due porzioni cilindriche preformate (corpo e testa) entrambe con
un’estremità arrotondata e chiusa e l’altra aperta. La chiusura è garantita dal design e eventuale extra-sealing cioè
incastro per via di lunghezza e diametri diversi. Questo involucro viene costituito da una miscela di glicerina, gelatina
e acqua. Le capsule esistono in diversi formati identificati con numeri da 000 a 5 dove ogni formato corrisponde a un
esatto volume espresso in ml che identifica il volume del corpo della capsula riempito. La quantità può variare anche
dal grado di pressione usato durante la preparazione.
COMPOSIZIONE INVOLUCRO: L’involucro è composto da:
Agente filmogeno Polimero con cui si crea l’involucro. La gelatina è l’eccipiente utilizzato, di origine animale
(bovina, suina o di pesce) che si ottiene dal collagene. È una proteina che viene purificata per idrolisi in ambiente acido
o basico da cui si ottiene il tipo A o B. In ambiente basico la reazione è più drastica e non si rompono solo i legami
peptidici ma anche quelli amminici. Cambia il punto isoelettrico; A=9 e B=4.8. La gelatina non è tossica ed è
velocemente solubile nei fluidi corporei e viene velocemente degradata da enzimi proteolitici. In soluzione acquosa, in
funzione della temperatura, cambia la viscosità. Transizione gel-sol. Si lavora preparando la gelatina a temperatura
inferiore della temperatura di transizione, si procede in questo modo perché durante la produzione si trova allo stato sol
e poi acquista consistenza. Se la viscosità è troppo alta si abbassa diluendo con acqua viceversa aggiungendo altro
polimero. Viene definita tenacia del gel (gradi Bloom) il parametro che indica la consistenza della gelatina ricavato con
uno strumento detto probe. Si applica un piccolo peso sul gel e si misura i g che deve pesare il probe per penetrare di 4
mm nello strato di gelatina.
Acqua Deve essere presente in un range che va dal 13 % al 16% in quanto se è minore di 13% la capsula è rigida,
fragile e secca mentre se è in quantità maggiore al 16% l’involucro è molle e appiccicoso. La quantità di acqua è un
valore importante in quanto può modificare fattori come conservazione ecc.
Agente elasticizzante Gelatina o sorbitolo che va aggiunto qualora l’acqua non si trovi nel range corretto. Viene
aggiunto nelle capsule molli dove deve dare plasticità al materiale polimerico senza renderlo però troppo rigido.
Opacizzanti
Coloranti
Antimicrobici Perché hanno piu’ rischio di attacco antimicrobico
Per esigenze culturali e religiose è necessario utilizzare derivati vegetali per sostituire la gelatina animale, uno di questi
è l’HPMC cioè idrossiproprilmetilcellulosa con acqua al 6% o il pollulano che è un polisaccaride ottenuto dalla
fermentazione dello sciroppo di mais.
19- Capsule; classificazione e controlli.
. Le capsule possono essere distinte in: (1) rigide, (2) molli, (3) a rilascio modificato che sono rigide o molli, (4)
gastro-resistenti e (5) cialdini cioè preparazioni solide costituite da un involucro duro e contenenti uno o pi P.A.
(cachets). Anche per quanto riguarda i processi di produzione questi differiscono tra loro a seconda del tipo di capsula,
sia per il metodo ma soprattutto per i macchinari.
Le capsule rigide a loro volta vengono suddivise a seconda della loro capacità in ml. Vanno dal tipo 5 capace di
contenere 0,13 ml, la piu’ piccola alla numero 000 da 1,37 ml, cambiano le dimensioni ma non la forma. Al contrario le
sottocategorie di capsule molli oltre ad essere distinte anche loro per la capacità di contenuto in ml cambiano anche la
forma, abbiamo: rotonde con capacità da 0,06 a 5,54 ml, ovali da 0,08 a 6,78 ml, oblunghe da 0,25 a 0,99 ml e
supposte da 0,37 a 4,92 ml.
CONTROLLI: La FU prevede per le capsule i seguenti controlli:
Uniformità di masse delle forme farmaceutiche a dose unica(2.9.5) Si determina la massa della preparazione
pesando l’unità farmaceutica dalla quale devo ottenere la somma P.A. piu’ eccipienti. Si prelevano 20 unità a caso da
uno stesso lotto, si pesano singolarmente e si calcola il peso medio. ogni unità viene confrontata con il peso medio
valutando la percentuale di variazione. Le percentuali di variazioni ammesse sono specifiche per ogni forma
farmaceutica e sono indicate in farmacopea.
Uniformità di contenuto delle forme farmaceutiche a dose unica(2.9.6) Le capsule con un contenuto in principio
attivo inferiore a 2 mg o inferiore al 2 % della massa totale soddisfano al saggio B per l'uniformità di contenuto per le
forme farmaceutiche a dose unica. Prelevare a caso dieci unità di dosaggio e determinare, con un metodo analitico
idoneo, i contenuti individuali in principio attivo in ciascuna di esse. Massimo un unità su 10 al di fuori dei limiti 85-
115% e nessuna fuori da 75-125%. se 2/3 sono fuori dai limiti 85-115% allora si saggiano altre 20 unità. Delle 30
saggiate massimo 3 fuori dai limiti 85-115% e nessuna fuori da 75-125%.
Saggio di dissoluzione delle forme farmaceutiche solidePer essere effettuato un saggio idoneo a dimostrare
l’appropriato rilascio del P.A.
Saggio di disintegrazione delle forme farmaceutiche solide Le capsule dure soddisfano il saggio di disintegrazione
come le compresse. Se è prescritto il saggio di dissoluzione allora non è previsto quello di disintegrazione. Si utilizza
come liquido l’acqua depurata, a volte può essere giustificato l’uso di acido cloridrico 0,1M oppure succo gastrico
artificiale. Il saggio dura 30 minuti dopo i quali si valuta se le 6 capsule saggiate hanno tutte disintegrato. Il saggio di
disintegrazione per le capsule molli è identico.
20- Capsule; preparazione in farmacia e preparazione industriale.
Il riempimento delle capsule viene fatto con farmaci allo stato di polvere, granulati, pellets o piccole compresse, è
inoltre possibile associare in una sola capsula piu’ di una forma farmaceutica.
RIEMPIMENTO IN FARMACIA: Le capsule rigide rappresentano una grossa parte delle preparazioni galeniche
effettuate in farmacia. Per effettuare la preparazione che risponda ai requisiti di farmacopea è necessario prestare molta
attenzione in quanto in farmacia non è possibile avere sistemi di predo saggio riservati ai processi industriali. Il P.A.
deve essere diluito in eccipienti inerti in misura tale che la quantità della miscela che può essere inserita, e che deve
occupare tutto il volume del corpo della capsula, contenga la dose nominale. Si pesano quindi P.A. e si moltiplicano per
il numero di capsule che vogliamo fare e si porta la quantità di P.A. per es 20 capsule in cilindro graduato.
Moltiplicando per 20 il quantitativo che può essere contenuto da una singola capsula del tipo scelto avremo il volume
totale (P.A. + eccipienti) al quale sottraiamo quello già nel cilindro di soli P.A. e portiamo a volume con gli eccipienti.
Trasferita tutta la miscela in mortaio si mescola e poi viene posta sulla e percolatrice dove grazie a una spatola
introduciamo la miscela nelle capsule e, dopo aver fatto attenzione che il riempimento sia uniforme, queste vengono
chiuse.
RIEMPIMENTO INDUSTRIALE: Anche in questo caso la prima cosa da fare è scegliere il formato delle capsule in
base alla dose di P.A. che si desidera ma anche alle proprietà del solido come granulometria, densità e scorrevolezza. Si
caricano le capsule e poi queste vengono riempite per dosaggio volumetrico a pressione se sono polveri e granuli, per
caduta se sono pellets o compresse o per dosaggio volumetrico a siringa se sono liquidi.
La zanasi è una macchina che lavora rendendo i passaggi del processo piu’ rapidi. In una tramoggia vengono poste le
capsule da riempire, queste vengono disposte in file e divisi corpi dalle teste quindi nel primo passaggio si orienta e si
apre l’involucro. Il dosaggio è un meccanismo intermittente fatto grazie a un tubo dosatore esterno alla macchina che
ruotando di 180° C entra nel serbatoio contenente la polvere per riempire le capsule, si immerge prelevando il volume
richiesto che viene leggermente compattato per non perdere nulla durante la rotazione per caricare i corpi. Se il
serbatoio non è ben pieno la polvere non viene caricata in quantitativo corretto. Se sono pellets da caricare si usa una
pompa che risucchia questi e li carica, se il materiale è liquido esiste anche in questo caso un apparecchio specifico.
22- Preparazioni a rilascio modificato
Un esempio di preparazione a rilascio sono ad esempio delle compresse, a rilascio modificato appunto, ovvero
compresse rivestite o non rivestite contenenti eccipienti specifici proprio per la modificazione della liberazione di P.A.
oppure prodotte con tecnologie apposta per permettere di avere questa possibilità dopo la somministrazione.
Il processo con cui il farmaco rag