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ROUSSEAU

8. Che cosa intende Rousseau per volontà generale?

Per volontà generale Rousseau non intende la somma della volontà di tutti noi. Rousseau

pensa che la volontà generale (la volontà della comunità politica) sia semplicemente la

volontà che è orientata al bene comune del gruppo di cui stiamo parlando. È in questo

senso che può essere espressa da una sola persona, cioè è possibile che la volontà di uno

solo esprima la volontà generale.

9. In che cosa Rousseau individua l’origine e le cause della disuguaglianza tra gli

uomini?

Rousseau ritiene che il progresso ha corrotto la natura stessa dell’uomo e ha fatto

degenerare la società contemporanea. Rousseau riteneva che nella loro condizione

originaria, gli uomini fossero tutti LIBERI ED EGUALI, che vivessero in una condizione di

libertà e uguaglianza sostanziale. Mentre nel presente, il progresso ha portato ad essere gli

uomini in una condizione di illibertà e profonda ineguaglianza. Secondo Rousseau in questo

processo di degenerazione dell’uomo e della società, ha giocato un ruolo decisivo la

NASCITA della proprietà privata->tutti i mali della società presente secondo Rousseau

derivano dalla nascita della proprietà privata.

KANT

10. perché le repubbliche sono poco inclini alla guerra?

I regimi repubblicani per loro natura sono poco inclini a fare la guerra, poiché in essi

agiscono due dispositivi che rendono complicata la guerra:

il sistema rappresentativo gli stati repubblicani sono stati in cui la volontà del

 sovrano deve sempre confrontarsi con quella del popolo che si esprime con i loro

rappresentanti

la separazione di poteri la decisione di fare la guerra è sottoposta a una serie

 

molto ampia di controlli

11. Perché i dispotismi sono molto inclini alla guerra?

I dispotismi sono molto inclini alla guerra per Kant perché ritiene che il sovrano agisca a

suo capriccio, non conosce limiti al proprio potere. Egli decide la guerra e poi manda il suo

popolo a combatterla. Sono assenti due meccanismi che renderebbero la guerra

complessa quali il sistema rappresentativo e la separazione dei poteri, presenti negli stati

repubblicani.

12. Federazione o confederazione in kant

La federazione è il secondo ingrediente della ricetta kantiana per realizzare la pace

perpetua. La federazione o confederazione è definita da Kant come un’alleanza tra stati

che si accordano per rinunciare alla forza nei loro rapporti e regolare i propri rapporti in

base al diritto. Occorre, infatti, giuridicizzare le relazioni internazionali ovvero le relazioni

tra gli stati non devono essere governate dalla forza militare bensì dal diritto.

CONSTANT 

13. I caratteri della libertà degli antichi libertà e democrazia dei moderni secondo

Constant La libertà degli antichi paragonata a quella dei

L’autore articola il suo pensiero nel testo

moderni: l’uomo antico cerca di realizzare sé stesso in primo luogo nella sfera politica, si

sentiva pienamente realizzato nella misura in cui poteva partecipare e contare nella vita

pubblica, potevano permettersi di fare politica a tempo pieno grazie all’esistenza della

schiavitù, che costringeva solo alcuni a lavorare. Vivendo in piccole comunità politiche

dove tutti si conoscono, ogni singola persona può contare nel dibattito pubblico, gli antichi

potevano autogovernarsi con meccanismi di democrazia diretta nel mondo moderno ;

infine gli antichi erano inclini alla guerra

14. libertà e democrazia dei moderni secondo Constant

La libertà degli antichi paragonata a quella dei

L’autore articola il suo pensiero nel testo

moderni: i moderni si realizzano nella sfera privata e il loro massimo ideale è quello di

essere indipendenti da qualsiasi controllo; l’assenza della schiavitù porta l’uomo a lavorare

per necessità, togliendo tempo spendibile nella partecipazione politica(la politica è un

attività che si può fare solo professionalmente). Si vive poi in società grandi, in cui il

singolo non può contare come in passato, quindi nemmeno la democrazia diretta può

esistere: si arriva così al sistema rappresentativo/democrazia rappresentativa, in cui solo i

rappresentanti eletti prendono decisioni, riunendosi in piccole assemblee (parlamento). i

moderni sono inclini al commercio.

15. Il diritto di voto secondo Constant

Constant è contrario al suffragio universale. Per Constant il diritto di voto deve essere

ristretto ai ceti ricchi e colti, cioè coloro che hanno risorse economiche, coloro che hanno

le sufficienti competenze per esprimere le proprie opinioni in campo politico. Se il voto

fosse universale vincerebbero le elezioni coloro che sono in maggior numero, cioè i ceti più

poveri che non forniscono allo stato nessuna risorsa finanziaria e si ritroverebbero a

gestire le risorse che mettono solo i ricchi redistribuendole ai loro simili ; Essendo meno

colti e perciò meno consapevoli dei processi sociali e politici tendono a esprimere giudizi

sommari e di mettere al potere un grande demagogo da cui si lasciano incantare che fa

promesse assurde che non può mantenere.

16. Il potere neutro o neutrale secondo Constant

Per tenere a bada i rischi della democrazia è necessario un potere neutro inteso come il

potere del monarca. Constant è un teorico convinto della forma monarchica di governo. In

un’epoca i cui la politica dipende sempre più dalle decisioni che provengono dal basso è

necessario che ci sia un contrappeso nel potere del re, come unica forma di potere

legittimo che non discende dalle elezioni. In questo senso il potere neutrale è un potere

legittimo che esercita un ruolo di garanzia ed equilibrio all’interno di un dato sistema

politico.

TOQUEVILLE FATTO

17. In che termini Tocqueville definisce la democrazia

Per Tocqueville la democrazia è in primo luogo, non una forma di governo, ma un assetto

sociale, cioè è una forma di società caratterizzata dall’eguaglianza delle condizioni intesa

come uguaglianza delle opportunità di realizzarsi nella vita. Una società democratica, in

altri termini è una società nella quale esiste una straordinaria mobilità sociale in cui tutti

possono ascendere nella scala sociale o perdere le loro posizioni. Per Tocqueville la

democrazia è processo irreversibile e il destino di tutte le società umane. Le società

democratiche tendono ad essere dispotiche , mettendo a rischio le libertà degli uomini.

18. Tirannide della maggioranza

La democrazia può produrre forme di governo dispotiche, cioè può produrre la TIRANNIDE

DELLA MAGGIORANZA , secondo cui il tiranno non è una sola persona ma è il popolo. La

tirannide della maggioranza può svilupparsi nella sfera politica come forma di pressione

degli elettori sugli eletti e come tendenza della maggioranza ad opprimere le minoranze.

La tirannide della maggioranza si può sviluppare nella sfera sociale: già all’interno della

società le maggioranze tendono a opprimere le minoranze poiché le democrazie sono

caratterizzate da due tendenze: quella al conformismo sociale e quella all’individualismo

19. Quali sono i rimedi contro al tirannide della maggioranza?( da riguardare)

I rimedi che Tocqueville propone contro la tirannide della maggioranza politica sono quelli

liberal-costituzionali: è necessaria una legge fondamentale (costituzione) che sia al di

sopra delle leggi ordinarie, che fissi delle regole che la maggioranza è tenuta a rispettare ,

e il federalismo inteso come dispersoide dei poteri sia sul territorio sia rispetto alle

funzioni. Il rimedi a livello sociale è invece l’associazionismo che crea dei corpo sociali

strutturati forti che limitano il

potere dispotico.

MILL

20. Il voto plurimo secondo John Stuart Mill

Mill è un sostenitore del suffragio universale, nella misura in cui chi eserciti il voto abbia le

competenze per poterlo esercitare. Secondo Mill in teoria tutti possono votare, ma nella

pratica è necessaria un’opera di educazione delle classi popolari meno colte . Per evitare

che pesino eccessivamente i voti di coloro che sono meno preparati alla politica, propone il

cosiddetto ‘’voto plurimo’’, secondo cui tutti possano votare, ma solo i ceti più elevati

possono votare più volte per controbilanciare la mediocrità e l’ignoranza degli altri ceti.

MARX

21. Lo stato secondo Marx

Secondo Marx lo stato è l’espressione degli antagonismi di classe all’interno della società,

cioè lo Stato esiste nella misura in cui esistono delle classi sociali in conflitto tra di loro. Lo

stato è lo strumento coercitivo attraverso cui la classe dominante opprime le classi

dominate. Quando i socialisti vanno al potere distruggono la borghesia e creano in questo

modo una società socialista caratterizzata dall’assenza di classi, il potere sociale è nelle

mani della società nel suo complesso, non c’è più la lotta di classe. Non essendoci lotta di

classe, lo stato si estingue poco per volta.

MOSCA

22. La critiche alla teoria classica delle forme di governo( da riguardare)

Mosca soprattutto nella prima opera critica la teoria classica delle forme di governo

sostenendo che nella sostanza non esistono 3 forme di governo ma ne esiste una sola che

è la FORMA DI GOVERNO OLIGARCHIA. A detenere le leve del potere sono sempre pochi.

Mosca dimostra questo assunto analizzando tutte le forme di governo che si sono

dispiegate nel corso della storia e mostra che fino ai giorni suoi, al governo parlamentare

in tutti i sistemi politici che si sono storicamente realizzati è sempre stata una classe

politica a governare. Sono sempre in pochi a governare ma non vuol dire che tutte le forme

di governo si equivalgono. Ciò che cambia sono i meccanismi con cui si seleziona la classe

politica. Cioè sono sempre governi di minoranza ma si formano con modalità diverse.

23. In che termini Mosca definisce la classe politica?

Mosca sostiene che sono sempre le minoranze a governare sulle maggioranze poiché

hanno quattro fon dentali risorse di potere attraverso cui le maggioranze si sono imposte

sulle minoranze: la forza militare, la ricchezza, la cultura e l’organizzazione(le minoranze

sono sempre coese e organizzate e sono perciò in grado di prevalere su maggioranze

disorganizzate). Queste sono le ragioni per cui si formano nel corso della storia quelle che

classi politiche.

Mosca chiama le Mosca definisce queste minoranze ‘’classi politiche’

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.gaiazzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero politico contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Tuccari Francesco.