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DOMANDE FONDAMENTALI
1. Caratteristiche fondamentali degli esseri viventi:
2. Differenza tra genoma e gene
3. Proteina "prionica"
4. Come si interpretano le regole di Chargaff
5. L'organizzazione del gene eucariotico
6. Meiosi e mitosi
7. Cellule staminali
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DEGLI ESSERI VIVENTI
Qualsiasi essere vivente si presenta come estremamente complesso nella forma, nella composizione chimica, nella struttura molecolare. La sua complessità è specifica e si ripete, con le stesse caratteristiche, in tutti gli individui di una specie.
Nella materia vivente è presente quindi un'enorme quantità di informazione, "registrata" nel suo DNA. Questa nuova cosa è fondamentale per lo sviluppo di ciascun essere vivente, in quanto contiene le informazioni su come un organismo debba essere fatto e su come debba funzionare. Questo costituisce il patrimonio genetico e il DNA che lo contiene ne rappresenta il genoma.
Un'altra
La caratteristica degli esseri viventi è quella di accrescersi. Ciò implica che essi siano in grado di prelevare materia dal mondo inorganico e di trasformarla in composti organici. È però necessario che si verifichino molte reazioni chimiche, le quali producono molecole complesse partendo dai composti inorganici semplici. Per effettuare questo lavoro di sintesi, gli esseri viventi devono prelevare dall'ambiente non solo materia, ma anche energia.
Gli esseri viventi producono sostanze che accelerano lo svolgimento di una reazione chimica: gli enzimi. Grazie al loro metabolismo sono quindi in grado di sintetizzare molecole estremamente complesse, come le proteine e gli acidi nucleici.
Una particolarità degli esseri viventi è la capacità di riprodursi, originando nuovi organismi con caratteristiche simili a quelle dei genitori, per cui la complessità di un dato organismo può estendersi di generazione in generazione.
L'informazione genetica, caratteristica di ogni organismo, viene quindi duplicata prima di ogni generazione e trasmessa ai nuovi individui. Occorre perciò che le molecole di DNA vengano duplicate con grande precisione.
Un altro aspetto evidente di qualsiasi organismo vivente è il suo adattamento alle caratteristiche dell'ambiente in cui esso vive. Durante il XIX secolo si iniziò a parlare di evoluzione a partire da un progenitore comune, gli esseri viventi cominciarono a differenziarsi raggiungendo elevati livelli di specializzazione, determinati dai diversi ambienti in cui essi vivevano. Darwin formulò l'ipotesi che prevedeva che nel corso delle generazioni (mutazioni), che rendevano i figli diversi dal genitore per qualche particolare strutturale o funzionale. Questi individui potevano risultare svantaggiati o avvantaggiati rispetto agli individui della stessa specie che non presentavano la mutazione. L'ambiente effettua una selezione naturale.
Favorendo gli individui più adatti alla sopravvivenza in quell'ambiente ed eliminando quelli meno idonei. Questa teoria consente di osservare la grande diversità tra le varie specie di organismi e la somiglianza, sia strutturale che funzionale, che caratterizza tutti gli esseri viventi.
Se gli organismi viventi di una determinata specie non possiedono queste caratteristiche fondamentali e non attivano il processo di speciazione, si va incontro all'estinzione di quella determinata specie.
GENE E GENOMA
Il gene è l'unità elementare dell'informazione genetica e corrisponde al segmento di DNA, più raramente di RNA, in grado di produrre una proteina formata da una catena di amminoacidi. In quanto tale, il gene si replica, si trasferisce alla generazione successiva, si esprime, muta, si adatta all'ambiente ed evolve. L'insieme di tutti i geni di un organismo forma il genoma, che è tipico per ogni specie.