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TEORIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE nel
decidere la progettazione organizzativa, le
tipologie di costi di transazione, i fattori che
determinano la forza e ampiezza. le possibili
modalità di governo delle transazioni
Ogni problema che può essere posto come
problema contrattuale può essere analizzato
con l’approccio transazionale. escluso il caso
di concorrenza perfetta, nella quale il prezzo
contiene tutte le informazioni necessarie, in
tutti gli altri casi sono presenti costi di
transazione che caratterizzano gli scambi. I
costi di transazione sono:
Costi decisionali: riguardano l’assorbimento
di risorse personali ed informative per
individuare l’alternativa d’azione desiderata,
in quanto vi è razionalità limitata ed
incertezza.
Costi distributivi: assorbimento di risorse per
assicurare l’equità della distribuzione dei
risultati della transazione e scongiurare il
pericolo di opportunismo.
Costi di cambiamento: concernono
l’impianto dei meccanismi decisionali e
distributivi di una forma di governo delle
transazioni diversa da quella esistente e
l’abbandono della forma esistente.
La minimizzazione dei costi di transazione
viene realizzata assegnando selettivamente le
transazioni alle forme di governo.
Forme di governo: gruppo dei pari, gerarchia
semplice, forma multidivisionale (m-form,
quasi mercato quasi prezzi, articolazione
interna fondata sul prodotto, sul mercato o
area geografica), forma funzionale burocratica
( u-form, burocrazia, fondata sulla funzione
svolta).
11) Spiegare a cosa servono i meccanismi di
coordinamento e integrazione laterale ed
illustrare le caratteristiche salienti di almeno
tre di questi.
Cercano di realizzare il coordinamento tra
unità organizzative, evitando processi di
comunicazione verticale ma aprendo
processi di comunicazione e decisione
congiunta, coinvolgendo le persone
direttamente interessate al problema o
comunque vicine. Cerca di migliorare la
profondità dell’organizzazione, cioè le
interazioni tra le unità organizzative. In questo
modo si sposta verso il basso il processo
decisionale, avendo così un decentramento
dell’autorità decisionale. Si dividono in
orizzontali e trasversali. Ne fanno parte:
meccanismi volontari, ruoli di collegamento,
riunioni, task force, team, organi di
integrazione.
Meccanismi volontari: sono reti informali o
sociali, attivate volontariamente dagli attori di
un’organizzazione per portare a termine in
modo più agevole i loro compiti, perseguendo
il coordinamento in modo informale. Anche se
informali sono possibili interventi per
incentivarne la formazione, ad esempio
tramite la rotazione tra unità organizzative,
permettendo alle persone di conoscere i vari
aspetti dell’azienda e di instaurare relazioni
sociali. Sistemi di ricompensa, che fanno si
che il personale sia invogliato ad unirsi per
raggiungere l’obiettivo. Vicinanza fisica tra
persone, eliminando le varie barriere fisiche
che possano impedirlo.
Ruoli di collegamento: facilitano le
possibilità di comunicazione fra unità
organizzative diverse, evitando il ricorso alla
linea gerarchica, ad esempio relazione tra
marketing e vendite. Liason: ad esempio
ingegneri che lavorano nell’unità di marketing
Le riunioni: è uno strumento flessibile,
meccanismo di coordinamento laterale che
crea uno spazio per l’interazione diretta tra
personale la cui attività è interdipendente.
possono essere gerarchiche, utilizzate dal capo
per mettere al corrente i dipendenti delle
decisioni prese, Riunioni di coordinamento: i
partecipanti possono dare il proprio contributo
alla presa di decisioni.
Task force: gruppo temporaneo, focalizzato
su un problema specifico, formata da soggetti
appartenenti a differenti unità organizzative. è
orientata su problemi specifici, ad esempio
introduzione di un nuovo prodotto. Si possono
avere task force a durata limitata, oppure con
durata maggiore -> gruppi di progetto. Sono
molto costose ed esposte al pericolo di
ghettizzazione.
12) spiegare, anche attraverso le specifiche
rappresentazioni tramite organizzazioni, le
differenze tra forma organizzativa per product
manager di tipo a (versione pesante) e di tipo
b(versione leggera)
Con il passaggio da versione per product
manager pesante a leggera, l’influenza
decisionale del PM ha subito una diminuzione.
Nella versione pesante, il product manager
dipende direttamente dalla direzione
generale, mentre in quella leggera il PM
dipende dalla funziona marketing, ha quindi
un’influenza minore sul complesso aziendale.
Si passa quindi da un ruolo di profondo
coordinamento ad un ruolo di coordinamento
leggero, dovuto alla diffusione e
consolidamento della funzione marketing,
quindi al venir meno del dover affermare
l’orientamento al marketing dell’impresa, il
PM diventa responsabile del solo marketing
operativo e non più di quello strategico. Nella
versione pesante il PM è responsabile di
acquisti, produzione, marketing, vendite,
mentre nella versione leggera è responsabile
dei soli aspetti pubblicitari , servizi di
marketing e ricerche di marcato.
13) illustrare le fasi del processo di
progettazione delle unità organizzative e dei
loro confini:
Le fasi del processo di progettazione delle
unità organizzative sono 8, si parte
dall’individuazione delle attività da
considerare
(1): Individuazione delle attività da
considerare. in ottica greenfield le attività di
base possono essere rappresentate dalle
singole mansioni, brownfield le attività
vengono raggruppate, si evita di disaggregare
quelle attività la cui separazione
comporterebbe delle diseconomie,
2) analisi delle specializzazioni: per accertare
omogeneità ed eterogeneità delle attività di
base, analizzando le caratteristiche delle
risorse umane, quali tecniche, conoscenze,
orientamenti.
3) analisi interdipendenze: si va appunto ad
analizzare le interdipendenze tra le varie
attività. L’interdipendenza può essere
generica, sequenziale, reciproca, intensiva.
4) analisi dei conflitti d’interesse: attività
con fini diversi, aggregate nella stessa unità
organizzativa, generano problemi di sub-
ottimizzazione. Si devono separare attività
incompatibili
5 Analisi incertezze
6) analisi delle relazioni sociali: tenendo
conto della natura delle relazioni tra persone
7) analisi della dimensione: span of control,
in quanto il capo ha un’ampiezza di attenzione
limitata, da un capo non possono dipendere
più di un numero dato di persone. la
dimensione di un’unità organizzativa va
individuata quindi tenendo conto dei costi del
controllo e dei costi di produzione al variare
della dimensione.
8)analisi delle alternative: seguendo le
diverse regole si giunge ad alternative
differenti, si deve scegliere quella più efficace
e con costi minori.
14) illustrare, anche con una rappresentazione
grafica, le caratteristiche, i vantaggi e gli
svantaggi della struttura funzionale modificata
per project manager (forme per progetto)
Il progetto è una combinazione di risorse
umane e non, riunite in un’organizzazione
temporanea, per realizzare un output unico
con risorse limitate. Vi sono 3 forme
alternative per progetto: forte, debole, a
matrice.
Debole: conserva come specializzazione la
base funzionale, affronta i problemi di
coordinamento con una figura di integratore
(project manager) creando un responsabile
unico per il progetto
Vantaggi: specializzazione, efficienza, potente
meccanismo di coordinamento
Svantaggi: sbilancio tra autorità e
responsabilità, difficoltà di assicurare rispetto
di tempi e costi.
Forte: affianca alla parte dell’azienda
organizzata per funzioni una parte dedicata
esclusivamente al progetto: trae le risorse dalla
prima e le ritorna a progetto completato.
L’autorità del project manager in questo caso
è più bilanciata. Linee più corte, ci si identifica
maggiormente nel progetto. CONTRO:
problemi per quanto riguarda la chiusura del
progetto, chi vi lavora può manifestare
opposizione.
A matrice: ripropone vantaggi e svantaggi
della forma a matrice, ad esempio attribuzione
di autorità gerarchica sia ai manager
funzionali che ai project manager.
15) in quale modi le economie di
specializzazione hanno effetto sulla
programmazione organizzativa
Per economie di specializzazione si intendono
i vantaggi competitivi derivanti dalla
replicazione nel tempo della stessa attività da
parte di una stessa risorsa (uomo o macchina) .
tali vantaggi riguardano i costi di produzione,
dando luogo a rendimenti crescenti. Si ha una
diminuzione dei costi medi unitari di
produzione.
L’impatto della presenza di economie di
specializzazione sulle scelte di progettazione
organizzativa si ha in termini di divisione del
lavoro tra attori individuali e collettivi, nel
senso di promuovere soluzioni organizzative
basate sulla massima specializzazione
consentita. Tali effetti potranno essere limitati
nel caso in cui vi sia bisogno di flessibilità,
contraria alla specializzazione, che porta alla
parcellizzazione delle mansioni e alla loro
standardizzazione.
16) quali sono le variabili organizzative che
attengono alla specializzazione verticale e
quale caratteristica dell’organizzazione
definiscono.
Le variabili della specializzazione verticale
sono il grado di accentramento/
decentramento, che riguarda la distribuzione
dell’autorità decisionale, quanto più essa è
concentrata in poche persone ai livelli più alti
tanto più c’è accentramento e viceversa. La
seconda è il numero di livelli quindi
l’articolazione gerarchica che stabilisce chi
dipende da chi, si pone la scelta tra struttura
con molti livelli (tale) e strutture con pochi
livelli (flat). La terza riguarda l’articolazione
line e staff, dove la line riguarda le attività di
primari task, mentre gli staff svolgono attività
di consulenza e supporto alle line. Ciò
definisce la divisione del potere, delle
decisioni, l’articolazione delle unità
organizzative
In base a quali elementi le divisioni
18)
vengono definite quasi imprese
Le divisioni sono r