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La crisi di Suez

La crisi di Suez fu un conflitto che nel 1956 fu determinato dall'occupazione militare del canale di Suez da parte di Francia, Regno Unito e Israele, a cui si oppose l'Egitto. La crisi si risolse quando l'Unione Sovietica minacciò di intervenire al fianco dell'Egitto e degli Stati Uniti. A quel punto britannici, francesi e israeliani, temendo l'allargamento del conflitto, si decisero al ritiro.

Fu un conflitto ricordato dagli storici per varie particolarità: per la prima volta Stati Uniti e Unione Sovietica si accordarono per garantire la pace; per la prima volta il Canada si espresse e agì in contrasto verso il Regno Unito; fu l'ultima invasione militare da parte del Regno Unito senza l'avallo politico degli Stati Uniti, il che segnò, secondo molti, la fine dell'Impero britannico. Allo stesso modo, fu l'ultima invasione militare da parte della Francia e quindi l'ultimo atto dell'impero coloniale.

francese; fu infine una delle poche volte in cui gli Stati Uniti fossero in disaccordo con le politiche di Israele.

Crisi di Cuba: Cuba, formalmente autonoma, era sotto stretta influenza economica. Il suo leader, Batista, era sostenuto dagli americani, che erano anche i maggiori investitori nella povera economia locale, incentrata sulla produzione di zucchero.

Fidel Castro, Il giovane avvocato tentò nel 1953 con l'assalto alla caserma Moncada di destituire Batista Ernesto Guevara, ma venne sconfitto. Amnistiato, lasciò Cuba e conobbe medico argentino sostenitore della teoria della guerriglia.

Nel 1959 proprio con la tecnica della guerriglia Castro e Guevara riuscirono a cacciare da Cuba Batista, rimasto solo. Riformista, Castro non aveva un iniziale orientamento filosovietico e sperò nel sostegno americano, ma non fu ricevuto da Le sue prime riforme crearono diffidenza. Alla nazionalizzazione delle terre gli americani reagirono con la chiusura dei rapporti.

commerciali etrattato del 1960.Castro, a sua volta, intensificò i rapporti con l’URSS fino alKennedy,Nel 1961: da poco alla Casa Bianca, attuò il piano predisposto dalla CIA con lo sbarcobaia dei Porcialla di esuli cubani anticastristi. Ufficialmente non vi fu coinvolgimento americano.Il presupposto dell’operazione era il sostegno che i cubani avrebbero offerto agli esuli in quantoinsofferenti del castrismo, ma non andò così. Fu un fallimento che colpì anche la credibilità diKennedy. rampe missilisticheNel 1962 gli aerei americani in sorvolo su Cuba fotografarono delle incostruzione a Cuba attraverso le quali sarebbe stato possibile lanciare un bombardamentonucleare diretto contro gli Stati Uniti. La crisi missilistica cubana dell’ottobre 1962 fu il momentopiù critico della guerra fredda, quello più prossimo a una guerra nucleare fra superpotenze.blocco navale di Cuba:Kennedy, che doveva riscattarsi,

ordinò il navi e sottomarini sovietici diretti nell'isola caraibica avrebbero dovuto arrestarsi o accettare perquisizioni americane a bordo. Se avessero provato a forzare il blocco sarebbe stata la guerra. La decisione spettava pertanto ai sovietici.

A un passo dal conflitto, iniziarono trattative segrete. La soluzione che permise di risolvere la crisi prevedeva che i sovietici si impegnassero a ritirare le rampe missilistiche e gli americani si impegnassero a non invadere Cuba. Kruscev, che si era incautamente spinto troppo in avanti nell'alleanza con Castro, ottenne anche il ritiro dei missili americani da Turchia e Italia, in realtà ormai obsoleti e che gli Stati Uniti avevano già deciso di sostituire con i più avanzati Polaris, capaci di essere alloggiati anche su navi e sottomarini.

Conseguenze: la crisi più grave fra superpotenze fu superata e il pericolo scampato favorì un miglioramento dei rapporti. Fu introdotto il telefono rosso,

Una linea diretta di comunicazione fra Washington e Mosca per prevenire possibili incidenti atomici. Cuba tornò ad essere isolata e Castro si sentì tradito da Kruscev. Pagina 6 di 9

Non allineamento: L'idea per un movimento dei Paesi non allineati nacque durante il collasso del sistema coloniale e imperialista, innescato dalla lotta per l'indipendenza di territori in Africa, Asia, America Latina e in altre regioni del mondo. Anche se alcuni incontri preliminari tra i principali esponenti dei Paesi che faranno parte del movimento si svolsero già nei primi anni '50, gli storici concordano che il più grande antecedente della creazione del movimento dei Paesi non allineati fu la Conferenza afroasiatica di Bandung, Indonesia. Promossa da India, Pakistan, Birmania, Ceylon, Repubblica Popolare Cinese, Jugoslavia e Indonesia, all'incontro parteciparono in tutto 29 Paesi del "Sud del mondo", uniti per affermare un principio preciso: la

creazione di una via indipendente nella politica mondiale che rimanga fuori dalle logiche del bipolarismo della Guerra Fredda. Protagonisti della conferenza furono l'indonesiano Sukarno, il cinese Zhou Enlai, l'egiziano Nasser, lo jugoslavo Tito e l'indiano Nehru. A Bandung sono stati delineati dieci principi che rimarranno la quintessenza del movimento dei Paesi non allineati fino ai primi anni '90:
  1. autodeterminazione dei popoli del "terzo mondo" (termine coniato per indicare quei Paesi non appartenenti al blocco americano e sovietico, rispettivamente primo e secondo mondo);
  2. ferma opposizione a colonialismo, neocolonialismo, razzismo e occupazione straniera;
  3. disarmo;
  4. rinuncia all'uso della forza nelle relazioni internazionali;
  5. non adesione alle alleanze militari;
  6. rafforzamento delle Nazioni Unite.
È più difficile cambiare alleanze in un sistema multipolare o bipolare?: Nel bipolare. In un sistema bipolare le alleanze diventano molto

più rigide, in esso non è possibile cambiare alleanze facilmente. Sono alleanze che non garantiscono solo sicurezza, ma anche la condivisione di un sistema di valori politici e ideologici: per il blocco occidentale l’ideale è un sistema di liberaldemocrazia, di capitalismo, di libertà individuali; per quello orientale è la realizzazione di un socialismo reale, di un sistema che porti a società eque, bilanciate, in cui ci siano diritti garantiti per tutte le fasce sociali.

In un sistema multipolare le alleanze sono flessibili e non rigide poiché stimolate dalla necessità di prevenire guerre e garantire la sicurezza. Un esempio di tale caratteristica è l’Italia che cambia alleanza durante la guerra, in un sistema multipolare vi è sempre la possibilità di passare dall’altra parte.

Politica estera: La politica estera è l’individuazione e il perseguimento degli interessi internazionali di uno Stato.

Per gli Stati è la manifestazione esterna della loro sovranità. Quali sono gli interessi perseguiti dalla politica estera? Sicurezza nazionale e stabilità regionale, approvvigionamento di risorse e materie prime, sviluppo delle relazioni con gli altri paesi, sviluppo del prestigio, ad esempio con la promozione della propria cultura e lingua nel mondo. Storia delle relazioni internazionali: La Storia delle Relazioni Internazionali è una disciplina di ambito storico che studia i rapporti fra gli attori internazionali (Stati, organizzazioni sovranazionali, organizzazioni regionali, Organizzazioni non governative) e la loro evoluzione nel tempo. Quello che distingue la Storia delle Relazioni Internazionali da altre discipline che studiano gli stessi fenomeni, come la Storia Contemporanea e le Relazioni Internazionali, è la metodologia e le fonti. La Storia delle Relazioni Internazionali attribuisce particolare rilevanza alla dimensione diplomatica delle relazioni internazionali.

Relazioni internazionali e quindi allo studio delle fonti diplomatiche.

Diplomacy by conference: Lord Castlereagh ispira la Diplomacy by Conference: si riconosce la necessità di incontri, conferenze attraverso le quali il Concerto europeo possa prevenire crisi e rivoluzioni, ma il Regno Unito resta fedele al principio di non intervento (1820).

Gentlemen agreement: La Gran Bretagna riconosce alla Germania il diritto di armarsi sui mari entro certi limiti. Il secondo del 1937 è tra Italia e G.B. per il mantenimento dello status quo nel Mediterraneo.

Trattato del Patto Atlantico: le trattative istitutive di un'alleanza difensiva riguardarono Talks), americani, inglesi e canadesi (Pentagon poi estese a tutti i membri del Patto di Bruxelles.

Si trattava di dar vita a un'alleanza regionale che fosse compatibile con le Nazioni Unite, pertanto il casus foederis (art. 5) prevede che in caso di crisi ci sia anche il coinvolgimento del Consiglio di 4 aprile 1949.

Trattato del Nord Atlantico. Sicurezza. A Washington viene firmato il Oltre ai paesi del Patto di Bruxelles e a Stati Uniti e Canda furono membri fondatori anche Italia, Portogallo, Danimarca, Islanda, Norvegia.

TNP-Trattato di non proliferazione nucleare: (1968) è un trattato aperto che fissò una distinzione definitiva fra i firmatari. Le potenze nucleari firmatarie si impegnavano a non cedere ad altri paesi bombe o risorse per costruire ordigni atomici; i firmatari non potenze atomiche si impegnavano a non diventarlo. Il TNP non proibiva né limitava la ricerca scientifica (arricchimento dell'uranio) e l'uso dell'energia atomica in campo civile. Pertanto, il numero di paesi che potrebbero costruire l'atomica è molto alto. Il controllo sul rispetto del TNP fu affidato all'AIEA.

Francia e Cina popolare

Il TNP non si è rivelato particolarmente efficace: vi hanno aderito dopo Israele, India, Pakistan essere divenute potenze nucleari.

Non hanno aderito e sono potenze Corea del Nord nucleari; la è uscita dal TNP ed è divenuta una potenza nucleare. L'Iran ha sottoscritto il TNP.

Atto finale della CSCE: Conferenza sulla sicurezza e cooperazione in Europa. Conferenza multilaterale alla quale presero parte le due superpotenze, i paesi europei, Canada, Comunità europee (presidente Aldo Moro) e S. Sede. In cambio dell'implicito riconoscimento dell'influenza sovietica sull'Europa centro-orientale, all'URSS fu chiesto maggior rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà nelle democrazie popolari. La CSCE sarebbe poi divenuta OSCE-Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (1994).

Invasione Afghanistan: L'aggressività sovietica si manifestò anche fuori Europa. Nel gennaio 1979 lo Scià Mohammad Reza Pahlavi fu costretto ad abbandonare l'Iran consentendo l'insediamento dell'ayatollah Khomeini, precedentemente esiliato.

Khomeini avviò una rivoluzione incentrata su un ritorno a principi islamici.
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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ginevra2201 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Soave Paolo.