vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ALL'OGGETTO PERCEPITO OBIETTIVAMENTE
Un altro sviluppo nella fase del sostenere consiste nella capacità di avere relazioni oggettuali, infatti l'infante passa da un rapporto con un oggetto percepito soggettivamente ad un rapporto con un oggetto concepito oggettivamente. Essa è legata al suo passaggio dallo stato di simbiosi con la madre alla separazione da lei.
Lo sviluppo è legato alla fase del "vivere con".
INTEGRAZIONE DEL SÉ
Si può dire che il Sé centrale (o vero) è una potenzialità ereditata di sentire la continuità dell'esistenza e di acquisire una realtà psichica e uno schema corporeo personali. L'isolamento di questo Sé centrale è una caratteristica dello stato di salute. Ogni minaccia a questo isolamento del vero Sé costituisce una grossa angoscia e le difese della primissima infanzia sembrano legate ai fallimenti da parte della madre nell'allontanare gli urti che
Potrebbero disturbare questo isolamento. Tali urti sono affrontati ed elaborati dall'Io ed inglobati dall'infante nell'area della propria onnipotenza e sentiti come proiezioni; ma essi possono penetrare attraverso questa difesa malgrado il sostegno fornito dalle cure materne. In tal caso viene colpito il nucleo centrale dell'Io ed è qui che sta la natura stessa dell'angoscia psicotica.
Nell'individuo sano la difesa migliore per l'occultamento del Se centrale è l'organizzazione di un falso Sé.
FALSO SÉ
Il falso Sé si costruisce su una base di compiacenza e la sua funzione difensiva è quella di nascondere e proteggere il vero Sé. Di solito il vero Sé è protetto e il falso Sé coincide con l'atteggiamento sociale. A livello estremo il falso Sé può essere preso per reale così che sul vero Sé grava la minaccia di annientamento. La funzione difensiva è quella di
nascondere e proteggere il vero sé. Le organizzazioni del falso Sé sono:
- 8a un polo estremo il falso sé si costituisce come reale e chi osserva tende a prenderlo per la persona reale: tuttavia il falso Sé comincia a traballare nei rapporti profondi e nei rapporti di lavoro e di amicizia, qui il vero sé è nascosto;
- livello meno grave, il falso sé difende il vero sé: il vero sé è riconosciuto come potenziale e gli è permessa una vita segreta; il falso sé ha come preoccupazione principale la ricerca di condizioni intese a permettere al vero Sé di venire alla luce, se queste condizioni non possono essere trovate allora si rende necessaria la riorganizzazione di una nuova difesa contro lo sfruttamento del vero Sé e se l'efficienza è dubbia allora la conseguenza clinica è il suicidio e in questo contesto è la distruzione del Sé totale compiuta al fine di
mancanza di comunicazione. La roda ha la funzione diassicurare il passaggio dall'unire ad una negazione della separazione.
HOLDINGL'holding è l'insieme di tutte le cure primarie della madre ed è naturale in unamadre per la sua preoccupazione materna primaria e si basa sull'empatia maternapiuttosto che sulla comprensione razionale.
L'Io ausiliario materno è l'Io forte della madre; essa userà tutti i meccanismi difensiviper proteggere il bambino. Esso protegge l'Io del bambino rendendolo potente estabile.
La dipendenza del bambino nell'holding è classificata in stadi:
dipendenza assoluta: l'infante non ha nozione delle cure materne e non può avere il controllo su ciò che è ben fatto e su ciò che è mal fatto;
dipendenza relativa: l'infante può diventare consapevole di aver bisogno dei vari aspetti delle cure materne e può metterli sempre meglio
In rapporto all'impulsione personale verso l'indipendenza, l'infante sviluppa mezzi per fare a meno delle cure reali e arriva a questo tramite la conservazione dei ricordi delle cure, la proiezione dei bisogni personali e l'introiezione dei vari aspetti delle cure con lo sviluppo della fiducia nell'ambiente.
OGGETTO TRANSIZIONALE
Le caratteristiche e le qualità del rapporto bambino-oggetto transizionale: il bambino assume i diritti sull'oggetto; l'oggetto è trattato con affetto e al tempo stesso amato con eccitamento e mutilato; non deve mai cambiare a meno che non sia cambiato dal bambino; deve sopravvivere all'amore istintuale e all'odio; al bambino deve sembrare che l'oggetto dia calore o che faccia qualcosa che provi l'esistenza della sua vitalità o realtà; proviene dall'esterno secondo il punto di vista degli adulti ma non secondo quello del bambino ma non proviene neanche dall'interno.
Perché non è un'allucinazione; il suo destino è che gli venga gradualmente concesso di essere disinvestito di cariche in modo tale che nel corso del tempo non diventi né dimenticato né relegato nel limbo. 10 transizionale L'oggetto non è significativo perché è una cosa e questo suo essere cosa è importante perché aiuta il bambino a sostenere una realtà interna che cresce e si evolve. L'oggetto transizionale compare nella vita del bambino al momento in cui una minaccia di rottura si fa sentire. Winnicott insiste sull'importanza della creazione nei rapporti con l'oggetto transizionale. Winnicott differenzia fra: - l'entrare in rapporto con un oggetto: può essere descritto come un'esperienza del soggetto e può riguardare un oggetto soggettivo; - l'uso dell'oggetto: comporta la considerazione della natura dell'oggetto, è piùLa teoria dell'oggetto transizionale, sviluppata da Donald Winnicott, sostiene che l'oggetto transizionale è un oggetto che il bambino utilizza per creare un senso di sicurezza e comfort durante la separazione dalla madre. Questo oggetto può essere un peluche, una coperta o qualsiasi altro oggetto che il bambino trova rassicurante.
L'oggetto transizionale svolge un ruolo importante nello sviluppo emotivo del bambino. Rappresenta un ponte tra il mondo interno del bambino e il mondo esterno. L'oggetto transizionale fornisce al bambino un senso di continuità e stabilità durante la separazione dalla madre.
Il concetto di oggetto transizionale implica che l'oggetto sia parte della realtà esterna. L'oggetto transizionale implica l'esistenza di uno spazio che è lo spazio potenziale che si situa tra il soggettivo e l'oggettivo, quindi tra la madre e il bambino. Il bambino, con l'oggetto transizionale, fa un addomesticamento del tempo, infatti egli pretende dei diritti sull'oggetto e ne prende possesso mentre lo distrugge senza che nulla venga cambiato alla natura dell'oggetto. L'oggetto transizionale resiste al tempo.
La metafora "rimanere a maggese" cerca di spiegare una situazione transitoria dell'esperienza, un modo di essere che è calma vigile e coscienza ricettiva. Non è uno stato di angoscia. È una funzione del processo di personalizzazione dell'individuo. Un altro aspetto è che, essendo intimo e personale, ha bisogno di un'atmosfera di compagnia per poter essere conseguito e mantenuto. Esso è uno stato sofisticato e implica che l'oggetto transizionale sia parte della realtà esterna.
d'animotransitorio e fugace, una condizione intellettuale, non conflittuale e non istintuale, una capacità dell'Io, uno stato d'animo vigile e attento ed è in larga misura nonverbale. Capacità di rimanere a maggeseLa dipende dall'accettazione del Sé come persona separata, dalla tolleranza della non comunicazione e dal sopportare un conflittoridotto con/e dall'ambiente.
DEPRIVAZIONE AFFETTIVA
Un ragazzo antisociale è un bambino deprivato, ossia aveva qualcosa di sufficientemente buono e poi l'ha perso in un'epoca in cui era sufficientemente sviluppato e organizzato per percepire come traumatica la deprivazione.
L'insuccesso delle provvidenze ambientali nel periodo in cui il bambino non può percepirle ed essere cosciente viene chiamato privazione. Quello che avviene nel periodo della dipendenza relativa, ossia il bambino è in grado di percepire il fallimento ambientale, è chiamato
deprivazione.
I CONFINI NEI CONTESTI RELAZIONALI
CONFINI RELAZIONALI
L'osservazione dei confini permette di comprendere la tipologia di appartenenza della famiglia da valutare, ossia invischiata o disimpegnata. I membri del gruppo sono legati tra loro da un insieme di vincoli emotivi che ne determinano la coesione.
Quando la coesione è eccessiva e i membri sono altamente identificati l'uno con l'altro si dice che la famiglia è invischiata. La famiglia invischiata reagisce ai cambiamenti in modo rapido.
Quando la coesione e i legami sono minimi si dice che la famiglia è disimpegnata. La famiglia disimpegnata non ha reazioni quando si vogliono dei mutamenti.
Nella terapia famigliare il terapeuta agisce da costruttore dei confini nel tentativo di rendere chiari quelli di natura invischiata e più flessibili quelli rigidi. I confini sono fondamentali per la costruzione delle regole che sono alla base dei comportamenti dell'assunzione.