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Accanto a rischi di controparte (rischio di credito e di regolamento), di mercato (rischio di interesse,
di cambio e di prezzo) nonché rischi di variazione del livello generale dei prezzi esistono una serie
di rischi detto operativi.
Il rischio operativo comprende rischi che caratterizzano in modo particolare l’operatività
dell’intermediario finanziario. Esso si riferisce prevalentemente all’eventualità che l’organizzazione
aziendale presenti delle disfunzioni e che cosi determini o subisca danni.
Il rischio operativo è in buona sostanza il complesso dei rischi connessi con il regolare funzionamento
dell’impresa, è impossibile darne una definizione più esauriente dato l’assai ampio e variegato concetto
di disfunzione e di danno all’impresa. I rischi operativi dipendono da
profili interni
dell’organizzazione (inadeguatezza delle procedure, mancata prevenzione di frodi, scarso controllo
interno, insufficienza o inadeguatezza delle risorse umane per comportamenti non professionali o
infedeli) situazioni di rischio reputazione (legato a comportamenti e prestazioni deludenti
dell’intermediario) e a possibili eventi esogeni che mettono a repentaglio il funzionamento
dell’azienda (furti, frodi informatiche, catastrofi, distruzione archivi ecc).
9. Indicare le maggiori passività finanziarie del settore famiglie
Le passività finanziarie più comuni del settore famiglie sono i Mutui tipicamente per investimenti
immobiliari o i prestiti al consumo.
10. Caratteristiche e funzioni del mercato monetario
Il mercato monetario è l’insieme delle transazioni su titoli normalmente a breve scadenza (<12mesi). In
un’accezione funzionale è l’insieme delle negoziazioni si attività finanziarie che agevolano
l’aggiustamento delle posizioni di liquidità dei diversi operatori. La presenza di un efficiente mercato
monetario consente di minimizzare i costi-‐opportunità della detenzione di riserve di liquidità.
Le attività negoziate sul mercato monetario per essere negoziate devono essere a breve scadenza
nominale, ad alta negoziabilità sul mercato secondario, caratterizzate da impersonalità dei rapporti tra
emittenti e sottoscrittori.
11. L’attività di corporate banking in Italia
E’ attività bancaria dedicata alle imprese. In particolare il corporate banking consiste
nell’organizzazione nella gestione e nello sviluppo di quell’insieme di relazioni di clientela cosituito da
imprese di dimensioni medio-‐grandi. Il corporate banking si differenzia dal retail banking ovvero
l’insieme di attività svolte dalla banca nei confronti di aziende di piccole dimensioni e di famiglie, e dal
private banking che si dedica alla fornitura di sevizi a privati con ingenti patrimoni finanziari.
Il concetto di corporate banking è fortemente connesso all’attività di investment banking che le
banche svolgono al giorno d’oggi offrendo un’ampia gamma di prodotti finanziari ad alto grado di
personalizzazione attraverso una struttura non dotata di una capillare rete operativa territoriale
(filiali).
L’attività di corporate banking comprende le attività di
corporate finance ovvero l’insieme di servizi offerti alle imprese di medie grandi dimensioni
(originating: studio di emissione, tempi e modalità di collocamento dei titoli; underwritting: garanzia
del buon esito del collocamento; placement: distribuzione dei titoli usl mercato), operazioni di finanza
straordinaria come le consulenze in operazioni di M&A di leverage by out o di ristrutturazione
aziendale e assunzione di partecipazioni nel capitale di rischio di imprese.
Parallelamente all’attività di corporate finance l’attività di corporate banking include le attività di
capital markets ovvero la vendita/acquisto di strumenti finanziari in regime di dealing o di brokerage
e attività di asset management cioè di gestione di patrimoni finanziari.
In Italia, il sistema finanziario si è sviluppato sulla base delle attività cd commercial banking, svolte da
intermediari finanziari dediti all’attività creditizia dotati di un’estesa e capillare rete operativa
territoriale che offrono servizi standard (molti clienti e basso importo unitario delle operazioni): tale
modello non ha favorito nel nostro paese lo sviluppo e la crescita dei mercati mobiliari.
12. Illustrare il rischio di tasso che grava su un’impresa che si finanzia emettendo obbligazioni decennali al
tasso fisso del 8%
Il rischio di tasso di interesse è il tipico rischio speculativo e consiste nell’eventualità che l’andamento
dei tassi di mercato provochi variazioni divergenti del rendimento medio degli impieghi e del costo
medio della raccolta, con conseguenti ripercussioni sul margine di interesse. Il rischio di interesse
scaturisce dalla presenza in bilancio di un
mismatching riguardante: la scadenza delle attività/passività
e relative condizioni di rinnovo, le condizioni di rivedibilità dei tassi, l’eventuale esistenza di contratti
di interest rate future che modificano le situazioni di matching o mismatching.
Il modo più semplice per calcolare l’esposizione al rischio di tasso è riclassificando il bilancio in attività
(finanziarie fruttifere di interessi) e passività (onerose: depositi e obbligazioni) a tasso rinegoziabile e
non rinegoziabile.
Se diminuissero &