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MECCANISMO DI TRASMISSIONE DI POLITICA MONETARIA SECONDO MONEY VIEW E SECONDO CREDIT

VIEW

-le due visioni si differenziano, fra l’altro per il modo in cui rappresentano «la specificità» delle banche nella

categoria degli intermediari finanziari:

-la Money view associa la specialità delle banche alla loro funzione monetaria (lato passivo moltiplicatore

dei depositi)

-la Credit view associa la specialità delle banche alla loro funzione creditizia, soprattutto in presenza di limiti

informativi (lato attivo moltiplicatore del credito)

le due visioni si differenziano anche per la diversa caratterizzazione del meccanismo di trasmissione, che a

sua volta giustifica il passaggio:

-da un indirizzo della politica monetaria orientato alla stabilizzazione della massa monetaria (obiettivo

intermedio),

- ad un obiettivo di stabilizzazione del tasso di interesse (obiettivo intermedio)

26. LE CRISI FINANZIARIE RECENTI MOSTRANO LA NATURA COMPLESSA DI QUESTI FENOMENI.

ARGOMENTATE SUL PUNTO UTILIZZANDO ELEMENTI DI NATURA EMPIRICA E/O TEORICA

Vedi 27

27. LE CRISI FINANZIARIE: SINTESI DELLA PRINCIPALE EVIDENZA EMPIRICA

Per crisi finanziaria si intende una situazione in cui numerose istituzioni o attività finanziarie

perdono improvvisamente larga parte del loro valore. I recenti accadimenti a livello internazionale

rendono evidente che la finanza può svolgere un ruolo destabilizzante.

Il continuo susseguirsi delle crisi desta preoccupazione e solleva importanti quesiti ed è importane

quindi che i mercati finanziari siano efficienti e stabili per la loro dimensione e per la loro

connessione.

Agli estremi si collocano due opposte visioni del mondo:

La prima fondata su un presupposto nella fiducia che i mercati (soprattutto quelli finanziari) siano

istituzioni tendenzialmente efficienti, con la conseguente implicazione che le crisi finanziarie siano

determinate da shock esogeni di natura temporanea e sporadica destinate ad avere effetti più

monetari che reali e destinate ad avere effetti congiunturali piuttosto che a lungo termine

La seconda fondata sulla constatazione che la caratteristica distintiva dei mercati finanziari è il loro

radicamento nell’incertezza, da cui conseguono:

 Complesse dinamiche endogene

 Crisi finanziarie ricorrenti

 Crisi destinate ad avere profonde ripercussioni reali

 Crisi destinate ad avere effetti sia congiunturali sia a lungo termine

28. LE CRISI FINANZIARIE: SINTESI DELLA PRINCIPALI INTERPRETAZIONI TEORICHE

Vedi sopra

Due opposte visioni del mondo:

La prima fondata su un presupposto nella fiducia che i mercati (soprattutto quelli finanziari) siano

istituzioni tendenzialmente efficienti, con la conseguente implicazione che le crisi finanziarie siano

determinate da shock esogeni di natura temporanea e sporadica destinate ad avere effetti più

monetari che reali e destinate ad avere effetti congiunturali piuttosto che a lungo termine

La seconda fondata sulla constatazione che la caratteristica distintiva dei mercati finanziari è il loro

radicamento nell’incertezza, da cui conseguono:

 Complesse dinamiche endogene

 Crisi finanziarie ricorrenti

 Crisi destinate ad avere profonde ripercussioni reali

 Crisi destinate ad avere effetti sia congiunturali sia a lungo termine

29. LE CRISI FINANZIARIA 2007-2012: GENESI, DIFFUSIONE ED EFFETTI A LUNGO TERMINE

La crisi economica del 2008-2012 ha avuto avvio dai primi mesi del 2008 in tutto il mondo in

seguito a una crisi di natura finanziaria scoppiata nell’estate del 2007 (originatasi negli Stati Uniti

con la crisi del subprime).

Tra i principali fattori della crisi figurano:

 Alti prezzi delle materie prime (petrolio in primis)

 Crisi alimentare mondiale

 Elevata inflazione globale

 Minaccia di una recessione in tutto il mondo

 Crisi creditizia con conseguente crollo di fiducia dei mercati borsistici

I tratti salienti della crisi dei mutui subprime furono:

 Bolla immobiliare

 Bassi tassi di interesse iniziali

 Cartolarizzazioni spregiudicate

 Sistema bancario ombra con crescita abnorme della leva finanziaria

 Assenza di regolamentazione

 Conflitti di interesse interni alle agenzie di rating

Alla crisi finanziaria scoppiata nell’agosto 2007 sono seguite: una recessione iniziata nel

secondo trimestre del 2008 e una grave crisi industriale scoppiata nell’autunno dello stesso

anno con una forte contrazione della produzione e degli ordinativi

In seguito al dissesto dei mutui subprime

 Azzeramento dei titoli cartolarizzati

 Crisi di liquidità per le banche

 Annullamento del mercato interbancario

 Crollo delle borse

 Alcune banche o istituzioni finanziarie sono fallite o sono state nazionalizzate o salvate con

interventi ad hoc delle autorità di Governo

La crisi degli Stati Uniti si è diffusa al mondo intero attraverso il sistema delle

interdipendenze finanziarie e reali.

L’anno 2009 ha poi visto una crisi economica generalizzata, pesanti recessioni e vertiginosi crolli

di PIL in numerosi paesi del mondo in special modo nel mondo occidentale.

Terminata la recessione nel terzo trimestre 2009, tra la fine dello stesso anno e il 2010 si è

verificata una parziale ripresa economica.

Tra il 2010 e il 2011 si è conosciuto l’allargamento della crisi ai debiti sovrani e alle finanze

pubbliche di molti paesi, soprattutto dell’eurozona, in molti casi salvate in extremis dal rischio di

insolvenza.

La crisi, inizialmente solo finanziaria, è diventata reale in seguito all’operare dei classici

meccanismi di trasmissione:

 Credit crunch

 Effetti ricchezza

 Effetti sulle aspettative di famiglie e imprese

 Maggiore avversione al rischio e preferenza per la liquidità

 Moltiplicatore del reddito

 Commercio internazionale

In conclusione la crisi si trasferisce dal settore privato a quello pubblico fino a determinare

l’insolvenza, il default degli Stati.

30. DALLA CRISI DEI MUTUI SUB-PRIME ALLA CRISI DEI DEBITI SOVRANI: IL RUOLO DELLE BANCHE, DELLA

FINANZA E DEI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI

L’innalzamento dei tassi di interesse ha determinato una caduta del valore dei titoli di Stato e

gran parte di questi titoli sono detenuti da banche, il cui attivo perde valore. Il rischio di

insolvenza delle banche sale, le loro quotazioni in borsa scendono, hanno bisogno di

ricapitalizzare ma hanno difficoltà a trovare i finanziamenti dato che anche gli Stati stanno

riducendo i loro deficit.

Le autorità di governo sono intervenute allora per evitare che la crisi di liquidità portasse al

fallimento delle banche e delle istituzioni finanziarie. L’obbiettivo è stato quindi quello di

salvaguardare l’esistenza del sistema finanziario stesso, condizione fondamentale per evitare il

collasso dell’intero sistema economico.

Inoltre la crisi ha avuto effetti sulle aspettative di famiglie e imprese portandoli ad avere una

maggiore avversione al rischio e preferenza per la liquidità.

31. AFFINCHÉ UNA CRISI FINANZIARIA ABBIA EFFETTI PERSISTENTI ANCHE IN AMBITO REALE, NON BASTA

CHE VENGA VIOLATA L’IPOTESI DI NEUTRALITÀ DELLA MONETA. COMMENTATE

Secondo Minsky affinchè una crisi abbia effetti persistenti anche in ambito reale non basta che

venga violata l’ipotesi di neutralità della moneta come afferma invece il mondo neoclassico perchè

esso si basa su modelli dove vi è temporanea imperfezione e pertanto non riescono a sviluppare

fenomeni di instabilità persistente.

32. LE CRISI FINANZIARIE SONO FENOMENI PREOCCUPANTI SOPRATTUTTO PERCHÉ DETERMINANO

PESANTI EFFETTI DI NATURA QUALITATIVA (SUGGERIMENTO: ETEROGENEITÀ TRA INDIVIDUI,

ETEROGENEITÀ FRA PAESI, EFFETTI SUL’EQUITÀ DELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO). COMMENTATE

(Il contagio, ovvero come si diffonde una crisi finanziaria, è un fenomeno qualitativo. Il modo migliore per

capire questo è immaginare che i sistemi economici assomiglino agli esseri umani che prendono l’influenza

durante l’inverno. Di per sé l’influenza non è mortale, ma ricorrente e stagionale, ma ci sono individui che a

causa di questa indirettamente muore. Questi sono gli individui più deboli.)

La questione quindi è che le crisi finanziarie hanno effetti tanto più significativi e gravi quanto più vanno ad

aggredire delle economie che sono deboli prima dell’inizio della crisi finanziaria. Quindi dei paesi che hanno

dei ritardi in tema di firorme istituzionali o ritardi rispetto alla struttura produttiva sottostante quindi

paesi che se hanno problemi progressi, nel momento in cui arriva la crisi, questa va a colpire l’economia

reale la quale è già debole da prima. Le politiche per uscire dalla crisi che vengono attuate sono politiche di

rigore, ma quel sistema ( di politiche di rigore) non può essere sostenuto da un sistema già debole.

Alla fine il risultato è che le crisi finanziarie oltre ad avere degli impatti reali determinano anche una

polarizzazione delle condizioni dell’economia per la loro natura di contagio qualitativo. Colpisce quindi in

modo diverso.

33. QUALI SONO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE INTRINSECHE AL SISTEMA CAPITALISTICO, CHE SECONDO

MINSKY, DETERMINANO L’EMERGERE DI QUELLO CHE EGLI DEFINISCE IL PARADIGMA DI “WALL STREET” E

LA SUA CONTRAPPOSIZIONE CON QUELLO CHE CHIAMA “PARADIGMA DELLA FIERA DEL VILLAGGIO”?

Lo sviluppo delle ipotesi di instabilità finanziaria con le implicazioni di politica economica fanno

emergere:

- Instabilità endogena e ricorrente

- Paradigma di Wall Street sul fronte macro e teoria dell’investimento “eclettica” sul fronte

micro

- Visione “pessimistica” sulle sorti del capitalismo.

Il mondo ideale di Misky è quello che contrappone, a livello macro, il paradigma di Wall Street a

quello della fiera del villaggio (mondo neoclassico). Nel mondo neoclassico la moneta è neutrale,

esiste ma non è sostanziale ed essa in quanto tale, anche se vi sarà un progresso non si allontanerà

dal mercato del villaggio dove vi è uno scambio bene vs. bene (dove uno dei due può essere la

moneta). Secondo Minsky, che predilige il mondo di Wall Street, gli individui compravendono titoli

azionari che hanno capacità sofisticate del mondo in cui vivono. Le conclusioni di Minsky non sono

confortanti, il mondo neoclassico è il mondo delle risposte, cioè se studiamo bene abbiamo il

mondo che vogliamo; Minsky definisce un mondo complesso, in cui l’autorità di politica economica

è uno degli agenti che entrano in gioco in questo mondo sofisticato, ha un potere ma non ha né

onniscienza ne onnipotenza.

Minsky è definito l&rsquo

Dettagli
A.A. 2018-2019
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marcopelicioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Variato Anna Maria.