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Titoli di debito o titoli obbligazionari: espressione del credito che i loro possessori
vantano nei confronti dell’emittente il quale si impegna ad erogare un interesse a cadenza
periodica e a rimborsare il debito ad una o più epoche prefissate.
I titoli di Stato:
1. BOT: emessi ad un prezzo inferiore alla pari e rimborsati alla pari. Sono privi di cedola.
Il rendimento offerto è dato dalla differenza tra il prezzo di rimborso e il prezzo di
emissione rapportato alla durata.
2. CTZ: titoli di durata biennale emessi sotto la pari e rimborsati alla pari, privi di cedola.
Il loro rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di rimborso e il prezzo di
emissione.
3. BTP: titoli emessi sotto la pari o alla pari e rimborsati alla pari, cedola variabile.
Rimborsati alla pari in un’unica scadenza.
4. CCT: titoli di durata settennale, emessi ad un prezzo prossimo alla pari, cedola variabile
e rimborsati alla pari in un’unica scadenza.
5. BTP€i: titoli ad indicizzazione reale emessi sotto la pari. Gli interessi cedolari sono
determinati moltiplicando la misura della cedola riferita al valore nominale del titolo per
il coefficiente di indicizzazione. Il prezzo di rimborso viene calcolato moltiplicando il
valore nominale del titolo per il rapporto tra il coefficiente di indicizzazione misurato
alla scadenza e quello misurato all’emissione.
6. BTP Italia: primo titolo di Stato indicizzato all’inflazione italiana
strumenti finanziari di debito di emittenti privati:
1. cambiali finanziarie: fattispecie di pagherà cambiario emesso sotto la pari per essere
poi rimborsati alla scadenza la valore nominale;
2. polizze di credito commerciale: lettera di riconoscimento di un debito nella quale la
società stessa si impegna a pagare una determinata somma ad una data scadenza o ad
impresa terza che generalmente è un intermediario finanziario;
3. accettazioni bancarie: cambiale tratta in cui l’impresa affidata ordina alla banca di
pagare all’impresa stessa una determinata somma ad una determinata scadenza.
obbligazioni a medio – lungo termine:
1. obbligazioni ordinarie: rendimento caratterizzato da un tasso fisso o variabile e il
rimborso avviene secondo le modalità ordinarie;
2. obbligazioni convertibili: offrono la loro possessore la facoltà di convertire
l’investimento obbligazionario in un investimento azionario. Non possono essere emesse
ad un prezzo inferiore al prezzo nominale. È possibile distinguere le obbligazioni
totalmente convertibili ( l’intero valore nominale dell’obbligazione viene trasformato in
azioni) dalla obbligazioni parzialmente convertibili (soltanto una parte del valore
nominale viene convertito in azioni).
3. obbligazioni con warrant: strumenti finanziari che incorporano un diritto accessorio
denominato warrant che conferisce al possessore la facoltà di acquistare o di
sottoscrivere una o più azioni ad un prezzo prefissato o ad un prezzo per la cui
determinazione vengono indicate le modalità di calcolo.
4. obbligazioni drop lock: titoli di debito che nascono con rendimento variabile.
5. obbligazioni subordinate: strumento finanziario che presenta un rendimento maggiore
rispetto alle obbligazioni ordinarie a fronte di un livello di rischio superiore. Queste
obbligazioni vengono inserite tra gli strumenti ibridi.
6. obbligazioni strutturate: strumenti finanziari che rappresentano una categoria ibrida.
Nascono dall’accostamento di una obbligazione ordinaria con uno o più strumenti
derivati: la componente obbligazionaria assicura la restituzione del capitale nominale
alla scadenza mentre la componente derivata assicura un eventuale extra rendimento.
Le azioni: titoli rappresentativi della partecipazione al capitale di spa. La redditività
ritraibili delle azioni dipende dagli utili prodotti di anno in anno dalla società quindi per gli
azionisti non vi è la certezza a priori di veder remunerato il proprio investimento. Il
possessore acquista la qualifica di socio e detiene oltre a diritti patrimoniali e amministrativi
anche il diritto d’opzione che consiste nella prelazione concessa all’azionista di sottoscrivere
nuove azioni in occasione di aumenti di capitale sociale. Ci sono vari tipi di azioni:
Azioni ordinarie: il loro possessore dispone del pieno diritto di voto. La loro
o remunerazione è assicurata dal dividendo che a sua volta dipenda dall’andamento
gestionale della società (utili conseguiti);
Azioni di risparmio: titoli al portatore privi del diritto di voto compensato dal
o godimento di particolari privilegi di natura patrimoniale. In caso di riduzione del
capitale sociale per perdite, il valore nominale delle azioni di risparmio viene
intaccato solo dopo che le perdite hanno gravato sul valore nominale delle altre
categorie di azioni.
Azioni privilegiate: titoli nominativi che consentono il diritto di voto nell’assemblea
o straordinaria ma non in quella ordinaria.
Strumenti derivati: strumenti finanziari il cui valore dipende dal prezzo di un altro
strumento finanziario. Possono essere simmetrici (acquirente e venditore si assumono
l’obbligo di effettuare la prestazione alla scadenza) o asimmetrici ( l’obbligo di effettuare
una prestazione alla scadenza ricade soltanto sul venditore dello strumento). Altri tipi di
strumenti derivati sono:
1. forward e futures: strumenti derivati attraverso i quali acquirente e venditore si
impegnano a scambiarsi una determinata quantità dello strumento finanziario in
corrispondenza di una data futura anche essa predeterminata.
2. swaps: contratti derivati in cui due componenti si accordano per scambiarsi in date
future flussi monetari periodici calcolati in funzione di un parametro sottostante (es:
tasso di interesse) e di un capitale nazionale.
3. options: contratti derivati in cui il compratore paga un prezzo e acquista la facoltà di
decidere che seguito dare all’operazione mentre il venditore incassa il premio iniziale e
si obbliga a soddisfare la volontà della controparte.
43. Cosa dice Taleb dei mercati finanziari
Secondo Nassim Taleb i mercati finanziari fanno parte dell’Estremistan: modello dominato da una
disuguaglianza estrema dove il vincitore prende tutto e dove il totale è determinato da pochi eventi
estremi difficili da prevedere in base alle previsioni del passato; in sostanza un ambiente vulnerabile
al Cigno Nero. Il Cigno Nero è un evento isolato che non rientra nelle normali aspettative in quanto
niente in passato lasciva presagire il suo verificarsi. Trasferendo quanto teorizzato sui mercati
finanziari, l’esempio lampante è la recente crisi globale che in pochi sono stati in grado di prevedere
ma ora tutti sono i grado di spiegare e teorizzare. Al verificarsi del cigno nero a perdere tutto sarà
l’investitore, per questo Taleb consiglia di investire il 90% su investimenti certi, quali titoli di stato
e il 10% su attività più rischiose che, al verificarsi di un cigno bianco permetterebbero
all’investitore un buon guadagno.
44. Vigilanza in caso di gravi irregolarità
L’emergere di situazioni di crisi induce le autorità di vigilanza ad intervenire rapidamente. Accanto
alle forme di credito di ultima istanza vengono privilegiati interventi correttivi di carattere interno,
cioè riferiti alla struttura organizzativa della banca, come ad esempio la creazione di gruppi di
lavoro dedicati all’elaborazione di determinati interventi per risolvere le difficoltà in corso (crisis
management team); oppure la predisposizione di piani di risanamento aziendali con modifiche
rilevanti nella struttura manageriale e proprietaria dell’intermediario. Poi può essere prevista la
creazione di una bad bank cioè una struttura societaria nella quale far confluire gli assets
problematici così da ricondurre la situazione dell’intermediario a normalità.
Qualora invece vengono riscontrate gravi irregolarità gestionale accompagnate da evidenti
violazioni della normativa e perdite patrimoniali si preferisce ricorrere ad una soluzione esterna
attraverso la procedura dell’amministrazione straordinaria: gli organi decisionali della banca
vengono rimossi e sostituiti da commissari straordinari nominati dalla banca d’Italia. Qualora nel
corso delle procedure i commissari straordinari non siano riusciti a trovare soluzioni alternative si
ricorre alla liquidazione coatta amministrativa.
45. Efficienza informativa, quali sono i requisiti
Il venir meno del concetto di mercato perfetto porta a valutare il mercato sulla base del concetto di
“efficienza” determinando il concetto di efficienza valutativa ed efficienza informativa. Il mercato
si dice che è dotato di efficienza valutativa quando i prezzi degli strumenti finanziari che in esso si
formano corrispondono all'effettivo valore intrinseco di tali strumenti, dato dalla loro redditività
nel lungo periodo. Il concetto di efficienza informativa si ha nel mercato, quando i prezzi degli
strumenti finanziari si formano sulla base delle informazioni su di essi disponibili, cioè i prezzi, in
questo caso, riflettono le aspettative che su di questi strumenti hanno gli operatori. La
consapevolezza che i prezzi nel mercato dipendono più dalle aspettative degli operatori che dal
valore intrinseco dei titoli oggetto di scambi, ha portato a distinguere tre forme di efficienza
informativa:
• efficienza in forma debole : un mercato risulta essere efficiente in forma debole quando la
sola conoscenza delle informazioni passate sui prezzi degli strumenti finanziari e sul volume
degli scambi in quel mercato, non consentono ad un investitore di migliorare la propria
capacità di prevedere l'evoluzione futura dei prezzi degli strumenti finanziari;
• efficienza in forma semi-forte : un mercato, risulta, invece, essere efficiente in forma semi-
forte quando il livello di informazione in base al quale gli investitori formulano le proprie
aspettative sui prezzi degli strumenti finanziari è dato dall'insieme di tutte le informazioni di
dominio pubblico;
• efficienza in forma forte : un mercato risulta essere caratterizzato da un'efficienza in forma
forte quando gli investitori formulano le proprie aspettative sui prezzi degli strumenti finanziari
tenendo conto di tutte le informazioni, anche di quelle a disposizione di coloro (insiders) che
conoscono più da vicino l'effettiva situazione economico-finanziaria dell'emittente dello
strumento finanziario.
I requisiti di efficiente funzionamento del mercato:
• spessore : in un mercato di questo tipo agli investitori è consentito di conoscere con
immediatezza le condizioni di domanda e offerta degli altri investitori e di operare
prontamente;
• ampiezza : si riscontra in un mercato in cui gli ordini di acquisto o di vendita, ol