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Carocci Editore, Roma 2012!
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M. Ferraresi!
Pubblicità e Comunicazione !
Carocci Editore, Roma 2007!
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LINGUAGGI DELLA PUBBLICITÀ 1
Indice
1) Vantaggi e svantaggi dei testimonial ! 41) Banner!
2) Ruolo dell’account! 42) Armando Testa!
3) Copywriter e art director! 43) Ruoli dei testimonia!
4) Analisi situazionale! 44) Cosa si intende per valori di base e
5) Teoria ipodermica! valori d’uso!
6) Creative Problem Solving! 45) La nazione è un testo!
7) Metodo sei cappelli per pensare! 46) Unique Selling Proposition!
8) Positioning! 47) Mezzi pull e push!
9) Mind mapping! 48) Brand Profile!
10) Rumore! 49) Briefing e debriefing!
11) Planning cycle! 50) Format pubblicitari!
12) Attori del filone comunicativo! 51) Concept!
13) Modello FBC! 52) Packshot!
14) Target! 53) Guerrilla marketing!
15) Reparto produzione! 54) Definizione pubblicità!
16) Brainstorming! 55) Meccanismi di influenza sociale!
17) Pubblicità come specchio sociale! 56) Profilo gusto!
18) Marketing estetico! 57) Differenza marca/prodotto!
19) Focus group! 58) Storia della marca!
20) Pregi e difetti delle affissioni! 59) Natura della marca!
21) Scopi della pubblicità su internet! 60) Modelli (Aaker, Kapferer, Séguéla,
22) Props! Semprini, Ferraresi)!
23) Sinottica! 61) Meccanismi di difesa del consumatore!
24) Fasi del processo d’acquisto! 62) Media mix!
25) Copy strategy! 63) Tipi di pubblicità (pubblicità sociale,
26) Pregi e difetti della stampa periodica! comunicazione di pubblica utilità,
27) Marketing mix! comunicazione sociale, public service
28) King! advertising, advocacy, pubblicità
29) Storyboard! progresso)! !
30) Animatic e rubamatic! !
31) Packaging!
32) Globalizzazione della marca!
33) Scientific advertising!
34) Burnett: Marlboro Man!
35) Glocal!
36) Cross Country effect!
37) Caso Cortina d’Ampezzo!
38) Jacques Séguéla!
39) Perché la marca non è una persona!
40) Differenze old media e new media!
LINGUAGGI DELLA PUBBLICITÀ 2
Vantaggi e svantaggi dei testimonial!
L’impiego di un testimonial in una campagna pubblicitaria può dimostrarsi un’arma a
doppio taglio. Se è vero che l’impiego di un testimonial può rendere meno aggressivo il
messaggio di vendita e più umano chi lo emette, influendo altresì sulla carica pervasiva
dello stesso messaggio, è anche vero che l’ingaggio di un testimonial può comportare
diversi rischi riassumibili come segue:!
vampirizzazione, la celebrità calamita su di sé tutta l’attenzione facendo passare il
- prodotto in secondo piano. Il pubblico ricorda solo il testimonial (es. Richard Gere e i
Ferrero Rocher);!
dipendenza, la marca e il testimonial si legano vicendevolmente a tal punto da vivere in
- simbiosi. La conseguenza è da un lato che le vicende private del personaggio rischiano
di avere un’incidenza sulla brand image e dall’altro che il successo della comunicazione
si riverberi sull’immagine della celebrità. I problemi sorgono comunque nel caso si
decida di cessare la collaborazione (es. Nino Manfredi e Lavazza);!
scarsa telegenicità, può accadere che, nonostante risulti coerente con il brand che sta
- pubblicizzando, il testimonial non sia affatto telegenico (es. Marco Tardelli e Kalo
Uomo);!
effetto assuefazione, in caso di saga o di impiego prolungato di uno stesso personaggio
- capita che il pubblico, ormai assuefatto alle situazioni rappresentate e/o alla fisionomia
del personaggio, dimostri un interesse via via minore verso il prodotto pubblicizzato.!
cachet, da non sottovalutare è il cachet dei personaggi famosi e il circolo vizioso che si
- attiva in caso di rinnovo del contratto per le successive campagne, che porta il
compenso delle celebrità alle stelle.!
! Ruolo dell’account!
L’account è il reparto che tiene i contatti con il cliente, per definire con quest’ultimo la
linea di comunicazione, i bisogni dell’azienda e come l’agenzia può interagire e far
coincidere gli obiettivi di business. Le figure professionali all’interno del reparto account
possono definirsi in diversi livelli:!
account director e supervisor, con il computo di gestire il comparto dei servizi al
- cliente;!
account executive, colui che rappresenta l’agenzia di fronte al cliente e viceversa il
- cliente all’interno dell’agenzia. È lui che gestisce il day by day e tiene il contatto
permanente con il cliente. Sono sua responsabilità la gestione del timetable e il controllo
dei costi;!
junior o assistente account, un neolaureato in stage.!
-
! Copywriter e Art director!
Il copywriter sovrintende alla parte concettuale, alle parole del messaggio. È il copy che
scrive titoli (headline) e testi (bodycopy, pay off) di ogni annuncio, brochure o manifesto,
così come i testi e dialoghi di una campagna radio o televisiva.!
LINGUAGGI DELLA PUBBLICITÀ 3
In una grande azienda vi possono essere diversi copy, ma tra loro non esiste una scala
gerarchica, se non quella che viene a crearsi per meriti o anzianità; si attiva spesso la
divisione tra copy junior e senior tuttavia.!
L’art director invece si occupa di tutto quanto concerne la parte visiva della
comunicazione di ogni messaggio, sia su mezzi stampa che audiovisivi. È colui che
visualizza le idee, i concetti, i brief che stanno alla base di qualsiasi iniziativa di
un’agenzia.!
Gli art si dividono in:!
junior, visualizzatori di un’idea preesistente che contribuiscono soltanto a migliorare il
- rough (la bozza di campagna) e per confrontare le impressioni ed opinioni riguardo
un’affissione o annuncio pre-impostati;!
il creativo propriamente detto, colui che lavora con il copy e con questo discute se e in
- che modo i concetti si possono rendere visivamente;!
il direttore creativo, che dirige la squadra di creativi.!
-
Copywriter e art director formano insieme la coppia creativa.!
! Teoria ipodermica!
L’assunto di partenza della teoria ipodermica è che i media possano esercitare qualsiasi
tipo di influenza sui singoli individui con la stessa precisione con cui una siringa
ipodermica o una pallottola (questa teoria è conosciuta anche con il nome di bullet
theory) possono colpire un singolo anche se inserito in una massa di persone. Per questo
approccio vale il rapporto stimolo-risposta: lo stimolo è rappresentato dal messaggio che
viene inviato ad una massa di individui all’interno dei quali il singolo sarò obbligato a
rispondere nell’unico modo possibile, ovvero aderendo incondizionatamente a ciò che lo
stimolo presuppone.!
! Creative Problem Solving!
Il Creative Problem Solving (CPS) è un modello delineato da Osborn e Parnes e
sperimentato per affrontare un problema o una sfida in modo immaginativo. Il CPS è
composto da fasi alternanti di pensiero divergente e convergente: in un primo tempo
bisogna dimenticarsi dell’ordine, contraddire la logica, allontanarsi dalla realtà quotidiana
e in un secondo tempo ricentrarsi, stabilire le priorità, produrre un risultato concreto e
verificare gli obiettivi. La struttura base del CPS è composta da tre stadi e sei step di
processo, ciascuno con operazioni di divergenza e convergenza:!
1. stadio della chiarificazione, durante il quale si procede con l’esplorare la sfida,
esplorare i desideri, raccogliere i dati e rendere chiaro il problema;!
2. stadio dell’implementazione, durante il quale bisogna generare le idee e formulare un
piano d’azione;!
3. stadio della trasformazione, durante il quale si selezionano e rafforzano le soluzioni e
si realizza un nuovo piano di azione.!
Per le operazioni di divergenza e convergenza vanno applicate delle regole:
Durante la fase di pensiero divergente:!
LINGUAGGI DELLA PUBBLICITÀ 4
sospendere il giudizio;!
- cercare la quantità;!
- cercare idee pazze ed inusuali;!
- combinare le idee;!
- annotare tutto.!
-
Durante la fase di pensiero convergente:!
migliorare le idee;!
- usare giudizi affermativi;!
- essere risoluti, decisi;!
- considerare l’originalità;!
- rimanere in tema.!
-
! Metodo “Sei cappelli per pensare”!
Il metodo sei cappelli per pensare di Bono si sviluppa incorporando il concetto di
“pensiero laterale” delineato in precedenza dallo stesso autore. Il pensiero laterale è
muoversi di fianco alle cose ed ai problemi per vederne l’aspetto nascosto, per tentare
nuove e diverse soluzioni, approcci diversi.!
I sei cappelli rappresentano invece sei modelli di pensiero, sei diverse direzioni in cui
pensare a seconda del loro colore. Ciascun partecipante può indossarne uno a scelta per
indicare che tipo di pensiero sta usando e toglierlo a seconda del contesto.!
I sei cappelli sono:!
bianco, il cappello dei fatti, delle informazioni, dei bisogni;!
- rosso, quello di intuizioni, emozioni e sentimenti;!
- nero, quello di giudizio e cautela;!
- giallo, quello della positività;!
- verde, creatività, opzioni, idee, cambiamenti;!
- blu, controllo del processo.!
-
! Mind Mapping!
Il Mind Mapping, sviluppato agli inizi degli anni sessanta da Tony Buzan, è un modo non
lineare per organizzare e presentare idee, dati, informazioni e una tecnica di
brainstorming che facilita il processo creativo, forzando il cervello a lavorare come un
organismo unico e completo, anziché due entità e metà separate. Il Mind Mapping dà vita
a delle mappe mentali che organizzano e visualizzano le idee sia in modo visivo che
interconnesso; l’utilizzo all’interno delle mappe di colori, disegni, simboli, oltre alle
parole, amplifica la portata dei risultati.!
! Marketing mix!
Il marketing mix è l’insieme di quelle attività volte a portare sul mercato un dato
prodotto/servizio, dando un corretto peso ed una coerente strategia agli elementi
fondamentali per identificare e collocare la sua presenza sul mercato.!
LINGUAGGI DELLA PUBBLICITÀ 5
Si parla delle 4 P del marketing mix per indicare:!
1. product, il modo in cui il prodotto si presenta;!
2. price, l’offerta commerciale che accompagna il prodotto;!
3. placement, i territori/luoghi/canali in cui viene distribuito;!
4. promotion. le attività di comunicazione a suo supporto.!
! Animatic e rubamatic!
Si chiama animatic la ripresa delle varie immagini (tratte dai disegni per lo storyboard)
movim