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Il valore da ammortizzare è dato dalla differenza tra il costo sostenuto per acquistare il bene e il
valore che si presuma possa avere una volta conclusa la sua vita utile. Generalmente il cosiddetto
valore residuo è pari a zero.
Il concetto di valore residuo richiama a quello di vita utile vale a dire quel periodo di tempo durante
il quale l’impresa stima di poter utilizzare convenientemente il bene per la produzione. Essa viene
definita in fase iniziale ma deve essere ogni anno verificata e rideterminata per garantire la
ripartizione sugli esercizi di effettivo utilizzo.
Infine il criterio di ammortamento è una necessità che scaturisce dal concetto di sistematicità
delineato dal codice civile. L’individuazione di un criterio e di una sistematicità impedisce che gli
ammortamenti vengano accelera o rallentati in base alle condizioni o alla convenienza. In genere
la sistematicità si ritrite coerente con un piano a quote costanti anche in funzione della sua facile
applicabilità. Ammessi, ma con evidenti difficoltà di applicazione, sono i piani a quote decrescenti e
quello a quote variabili in base ai volumi di produzione il quale prevede che la quota da
ammortizzare sia data dal rapporto tra il prodotto dell’esercizio e la produzione che s stima si
possa produrre nell’arco della vita del cespite.
5. La rilevazione in bilancio delle manutenzioni ordinarie, straordinarie e cicliche
Durante il loro funzionamento alcune immobilizzazioni materiali possono richiedere interventi di
manutenzione, di riparazione, di ammodernamento. Gli interventi di manutenzione si classificano e
si iscrivono in bilancio in funzione della loro natura e del loro scopo. Si distinguono interventi di
manutenzione straordinaria ed interventi di manutenzione ordinaria. Gli interventi di manutenzione
ordinaria sono quelli legati al mantenimento delle condizioni di normale funzionalità del cespite o di
ripristino della capacità perduta. Sono detti invece interventi di manutenzione straordinaria quelli
volti a migliorare le capacità produttive dell’immobilizzazione o comunque ad un miglioramento del
cespite. Le prime sono iscritte in bilancio come costi dell’esercizio durante il quale sono sostenute.
La manutenzione straordinaria invece rappresenta un costo pluriennale che si capitalizza a patto
che : da essa scaturiscano effettivi miglioramenti nella capacità produttiva del bene; il valore del
cespite non sia superiore al valore recuperabile tramite l’uso. Infine esistono alcune
immobilizzazioni che necessitano di una manutenzione programmata al raggiungimento di un
determinato livello di output prestabilito. Si parla in questo caso di manutenzione ciclica (ad
esempio i moti dell’aereo dopo un certo numero di ore di volo prestabilito). In genere i costi da
sostenere per gli interventi di manutenzione ciclica sono molto onerosi. Per questo è necessario
determinare con ragionevole approssimazione il costo e accantonare un fondo in ogni esercizio in
proporzione allo sfruttamento del cespite in quell’esercizio (ad esempio in maniera proporzionale
alle ore di volo svolte durante quell’esercizio). Il fondo manutenzioni cicliche viene iscritto nel
passivo dello stato patrimoniale mentre la quota nei costi d’esercizio.
6. La rilevazione in bilancio dei contributi in conto capitale
I contributi in conto capitale sono investimenti volti a sostenere l’acquisto di un immobilizzazione
erogati una tantum da enti pubblici. Sono iscrivibili in bilancio dall’esercizio in cui diviene certa la
loro manifestazione. Le tecniche di rilevazione iniziale sono due. La prima, il cosiddetto metodo
indiretto, prevede l’iscrizione del contributo in conto economico alla voce A5 “altri ricavi e proventi”
come rettifica dei costi di ammortamento. Successivamente si storna il conto “contributi in conto
impianti” e attraverso il calcolo dei risconti passivi (non di competenza di questo esercizio) si
rimanda il resto del contributo ai successivi esercizi. Con il metodo diretto invece una volta rilevato
il credito verso l’ente pubblico e il ricavo nel conto “contributi in c/impianti” che sono portati poi a
diretta deduzione del costo dell’immobilizzazione.