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pubblicato in italiano con il titolo Allegro ma non troppo, nel 1988, definisce nella Terza (ed Aurea)
Legge Fondamentale, una persona stupida come colei che causa un danno ad un’altra persona
senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. Come è
evidente da tale “legge”, Cipolla individua due fattori da considerare per indagare il
comportamento umano:
- Danni o vantaggi che l’individuo procura a sé stesso
- Danni o vantaggi che l’individuo procura agli altri
Creando un grafico con il primo fattore sull’asse delle ascisse e il secondo in ordinata, si ottengono
4 gruppi di persone.
- Gli intelligenti (alto-dx) fanno il proprio vantaggio e quello degli altri
- Gli sprovveduti (alto-sx) danneggiano sé stessi avvantaggiando gli altri
- Gli stupidi (basso-sx) danneggiano gli altri senza avvantaggiare se stessi o danneggiandosi
- I banditi (basso-dx) danneggiano gli altri per trarne vantaggio.
Nella mia attività di volontariato in ambulanza mi è capitato di soccorrere un cd “stupido-
paretiano”, che nel tentativo di fotografarsi sui binari con un treno in avvicinamento ne è stato
investito, fortunatamente senza grandi conseguenze fisiche. Il nostro intervento, paralizzando la
rete ferroviaria per più di 2 ore, ha danneggiato in maniera significativa migliaia di pendolari.
2. L'impresa come organizzazione gerarchica
Definizione di impresa di Jensen & Meckling (1976)
Gli autori definiscono l’impresa come una forma di finzione legale che serve come nexus di
relazioni contrattuali dove ciascun fattore è motivato dal proprio self-interest. in questo senso il
comportamento dell’impresa è simile al comportamento di un mercato, cioè il risultato di un
complesso processo di equilibrio di interessi.
Definizione di impresa di Fama (1980):
L’impresa è vista come una squadra i cui membri agiscono per proprio tornaconto ma capiscono i
loro destini dipendono in qualche misura dalla sopravvivenza della squadra nella sua concorrenza
con altre squadre. Teoria della contrattazione
I precursori della teoria economica della contrattazione possono essere identificati in Ronald
Coase e Herbert Simon.
Coase è famoso per aver per primo definito e formalizzato l’esistenza dei costi di transazione, per
1
cui gli fu assegnato nel 1991 il Nobel per l’economia . L’allocazione delle risorse è spiegata
secondo due ipotesi non raccordate: mediante il meccanismo dei prezzi in modo decentrato (via
mercato), o mediante un sistema gerarchico in cui l’imprenditore sottrae al mercato una serie di
scambi o transazioni rendendole interne all’impresa (via impresa). Per definire quali dei due
meccanismi fosse più efficiente, Coase ha introdotto il concetto dei costi di transazione
definendoli come il costo d’uso del mercato. Essi sono costituiti da due elementi: il costo di
informazione (meglio affrontato da Stigler, Arrow e Simon) e il costo di stipulazione dei contratti.
Secondo Coase, la principale spiegazione del perché sembra vantaggioso creare un’impresa
appare essere il fatto che l’utilizzo del meccanismo dei prezzi comporti un costo che può essere si
ridotto ma mai eliminato dalla comparsa di specialisti che vendono informazioni. Inoltre deve
essere preso in considerazione il fatto che attraverso l’impresa è possibile ridurre il numero e di
conseguenza il costo di quelli che altrimenti sul mercato sarebbero singoli contratti separati per
ogni transazione.
Coase descrive nel 1988 dunque i costi di transazione, addebitandone la prima definizione al prof.
Dahlman, come costi di ricerca e di informazione, di decisione e contrattazione e di controllo e
sanzione.
Secondo la teoria della contrattazione di Coase, dunque l’agente che assume e dirige i lavoratori
evita il costo di numerose negoziazioni e misurazioni che altrimenti sarebbero richiesta per
determinare i prezzi di ogni singola transazione.
La struttura gerarchica quindi è più efficiente in termini di riduzione dei costi di transazione,
perché in grado di sostituire a una moltitudine di contratti tra agenti un singolo contratto tra
datore di lavoro e lavoratore (problema Coase ’37) il quale in cambio di una retribuzione accetta di
1 “per la scoperta del significato dei costi di transazione e dei diritti di proprietà ai fini della
definizione della struttura istituzionale e del funzionamento dell’economia”.
obbedire alle direttive di un imprenditore entro taluni limiti.
Nel problema di Coase ’37, l’autore identifica 2 elementi fondamentali per la teoria economica
moderna.
• La natura dell’impresa come insieme di contratti
• La natura dell’impresa come organizzazione alternativa al mercato cioè come strumento
più efficiente del meccanismo dei prezzi per l’allocazione delle risorse.
Nel 1960 Coase pubblica su JLW il “problema del costo sociale” da cui deriverà a opera di Stigler il
cd “teorema di Coase”, ossia che in assenza di costi di transazione sarebbe sempre possibile
realizzare uno scambio tra le parti che renda interni gli effetti esterni di ogni decisione individuale
(che annulli le esternalità). In presenza però di costi di transazione le esternalità prodotte non
possono essere internalizzate e possono causare il fallimento del mercato. In un mondo senza
costi di transazione i diritti di proprietà saranno scambiati ogni volta che ciò risulta essere
convenite per le parti, dunque la struttura iniziale è irrilevante perché può essere trasformata in
senso efficiente da scambi non onerosi. Quindi secondo la tesi di Stigler “in regime di concorrenza
perfetta il costo privato è uguale al costo sociale” indipendentemente dalla struttura iniziale dei
diritti di proprietà.
In presenza di costi di transazione la struttura iniziale dei diritti di proprietà acquisisce valore
molto rilevante in quanto lo scambio per poter internalizzare una esternalità deve soddisfare la
condizione di convenienza (b>c). La teoria dell’organizzazione
il principale esponente di questa teoria è Hebert Simon, docente di psicologia. Essa spiega il
comportamento dell’impresa senza riferimento ad altre imprese o al mercato. Si occupa, a detta
dell’autore, dell’area compresa tra gli aspetti razionali e irrazionali del comportamento sociale. Per
Simon, l’impresa neoclassica si muove in un mondo di informazione perfetta e dunque non è e non
ha bisogno di organizzazione, l’impresa moderna invece opera in un contesto di incertezza e di
complessità per la quantità di informazioni da gestire e non può prescindere da un fattore
organizzativo. La razionalità di Simon è dunque limitata alle e dalle informazioni che l’individuo
che compie la scelta possiede, dai suoi limiti cognitivi e dall’ammontare finito di tempo che ha per
prendere la decisione. Per Simon la versa risorsa scarsa, in un contesto di informazioni complesse
e di incertezza è la mente umana, dunque è efficiente fermare la ricerca ad un risultato
soddisfacente
La razionalità non è più vista come ottimizzazione e massimizzazione che vede il processo
decisionale come un processo pienamente razionale ma come una ricerca della soluzione
soddisfacente piuttosto che di quella migliore, è definita dunque razionalità limitata o
procedurale.
Tale teoria è stata criticata da Jensen & Meckling, i quali affermano che Simon nella definizione
della stessa utilizzando il termine “soddisfacente” abbia creato confusione attorno al concetto di
massimizzazione poiché sembra suggerire il rifiuto del comportamento di massimizzazione nel
corso del processo decisionale. Sarebbe stato più idoneo utilizzare il termine massimizzazione
vincolata dai costi di informazione del processo decisionale.
Teoria dell’informazione
Stiglitz (’87) afferma che se si abbandona l’ipotesi di informazione perfetta, illimitata, gratuita e
senza vizi, l’economia non è Pareto-efficiente poiché l’informazione è costosa da ottenere e che
quindi la concorrenza non porterà ad una distribuzione efficiente delle risorse. Egli infatti
conferma che in regime di concorrenza perfetta si consegue la Pareto-efficienza (cioè la situazione
in cui nessuno può godere di una posizione migliore senza peggiorare quella altrui), in regime di
concorrenza imperfetta si può al massimo conseguire una efficienza di cd second best.
In un mondo incerto, è razionale raccogliere informazioni fino a che i costi della ricerca non
eguagliano i benefici della stessa. Tali costi entrano come vincolo nel processo decisionale, che
resta sempre di tipo massimizzativo. Da ciò consegue che anche la mancanza di informazioni è
razionale, se per possedere una informazione si deve sostenere un costo maggiore del beneficio
atteso della stessa.
Arrow nel 1970, ha analizzato il problema dell’incapacità del compratore di valutare in anticipo il
valore dell’informazione che acquista e ha teorizzato il cosiddetto paradosso dell’informazione
per il quale vi è un fondamentale paradosso nella determinazione della domanda di informazioni:
il suo valore è ignoto all’acquirente fin tanto che egli non possiede l’informazione, ma a quel punto
l’avrebbe ottenuta senza alcun costo.
Poiché a costi noti di informazione corrispondono benefici di valore ignoto, il decisore limita
arbitrariamente la scelta ad un insieme ridotto di alternative e una volta delimitato il campo si
comporta in modo razionale e massimizza.
La teoria dell’informazione dunque evidenzia che se essa non è più data e comune a tutti gli
agenti, gli individui non si adattano passivamente all’incertezza ma reagiscono ricercando
informazioni. La ricerca è la risposta all’incertezza: maggiore è l’informazione disponibile,
maggiore sarà il campo di scelta e migliori saranno quindi le decisioni.
In un mercato dell’informazione i legami non saranno più anonimi e impersonali dal momento che
la reputazione e l’affidabilità del depositario dell’informazione che si intende acquistare
influenzano lo scambio. Il meccanismo mediante il quale 2 o più agenti coordinano
congiuntamente le proprie scelte è il contratto.
La differenza tra scambio via mercato e contatto
In uno scambio di mercato, le scelte appaiono indipendenti e parametriche, inoltre in un contesto
di informazione perfetta, l’ipotesi di price-taking spezza ogni legame personale tra gli agenti, essi
infatti si assume non tengano conto di come sceglie ciascun altro agente.
Per mezzo del contratt