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Portogallo -3,0 -3,8 -9,8 -11,2 -7,4 -5,5 -4,9 -4,6 -3,2 -2,8
Eurozona - - - - -4,1 -3,6 -2,9 -2,6 -2,2 -1,9
Regno Unito -3,0 -5,1 -10,8 -9,6 -7,6 -8,3 -5,8 -5,4 -4,6 -3,6
UE - - - -6,4 -4,5 -4,2 -3,2 -3,0 -2,6 -2,2
Stati Uniti -3,5 -7,0 -12,7 -12,0 -10,6 -8,9 -5,6 -4,9 -4,2 -3,8
Giappone -2,1 -1,9 -8,8 -8,3 -8,8 -8,7 -8,5 -7,7 -7,2 -6,8
Fonte: European Commission (European Economic Forecast, Winter 2015).
Nota: * i dati 2014-2016 sono previsioni.
Nella tabella no rappresentati gli USA, i quattro maggiori paesi europei ed
i “Pigs” (ossia i paesi più colpiti dalla crisi dei debiti sovrani esplosa
nell’eurozona nel 2010 ). In genere dopo il 2009 c’è stato un progressivo
miglioramento dei saldi di bilancio. Un tale miglioramento era richiesto sia
per assicurare la sostenibilità del debito, minacciata dalla crisi dei debiti
sovrani, sia dalle regole europee imposte con fermezza e rafforzate in
questi ultimi anni.
Tabella 18.2 – Debiti pubblici in rapporto al Pil
• Tab. 18.2 – Debiti pubblici in rapporto al Pil
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014* 2015* 2016*
Germania 63,5 64,0 72,4 80,3 77,6 79,0 76,9 74,2 71,9 68,9
Irlanda 24,0 42,8 62,2 87,4 111,1 121,7 123,3 110,8 110,3 107,9
Grecia 103,1 109,8 126,8 146,0 171,3 158,9 174,9 176,3 170,2 159,2
Spagna 35,5 39,4 52,7 60,1 60,2 84,4 92,1 98,3 101,5 102,5
Francia 64,2 67,8 78,8 81,5 85,0 89,2 92,2 95,3 97,1 98,2
Italia 99,7 102,3 112,5 115,3 116,4 122,2 127,9 131,9 133,0 131,9
Cipro 54,1 45,9 54,1 56,5 66,0 70,5 102,2 107,5 115,2 111,6
Portogallo 68,4 71,7 83,6 96,7 111,1 124,8 128,0 128,9 124,5 123,5
Eurozona 64,9 68,5 78,3 89,8 86,4 90,8 93,1 94,3 94,4 93,2
Regno Unito 43,6 51,6 65,9 76,4 81,9 85,8 87,2 88,7 90,1 91,0
UE 57,8 60,9 72,9 78,4 81,3 84,9 87,1 88,4 88,3 87,6
Giappone 183,0 191,8 210,2 216,0 229,8 237,3 244,0 246,1 248,0 248,8
Fonte: European Commission (European Economic Forecast, Winter 2015).
Nota: * i dati 2014-2016 sono previsioni.
Si evince che siano peggiorati tutti gli andamenti dei debiti pubblici in
rapporto al Pil almeno fino al 2013-‐2014. Infatti non basta un
miglioramento del disavanzo per ridurre il rapporto debito su Pil,
soprattutto se quest’ultimo si riduce; in tal caso occorrerebbe che il
saldo di bilancio si trasformi in avanzo.
Tabella 19.1 – Tasso di crescita del Pil reale
• Tab. 19.1 – Tassi di crescita del Pil reale
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014* 2015* 2016*
Germania 3,3 1,1 -5,6 4,1 3,6 0,4 0,1 1,5 1,5 2,0
Irlanda 5,2 -3,0 -6,4 -0,3 2,8 -0,3 0,2 4,8 3,5 3,6
Grecia 3,5 -0,4 -4,4 -5,4 -8,9 -6,6 -3,9 1,0 2,5 3,6
Spagna 3,8 1,1 -3,6 0,0 -0,6 -2,1 -1,2 1,4 2,3 2,5
Francia 2,4 0,2 -2,9 2,0 2,1 0,3 0,3 0,4 1,0 1,8
Italia 1,5 -1,0 -5,5 1,7 0,6 -2,3 -1,9 -0,5 0,6 1,3
Cipro 4,9 3,6 -2,0 1,4 0,3 -2,4 -5,4 -2,8 0,4 1,6
Portogallo 2,5 0,2 -3,0 1,9 -1,8 -3,3 -1,4 1,0 1,6 1,7
Eurozona 3,1 0,5 -4,5 2,0 1,6 -0,7 -0,5 0,8 1,3 1,9
Regno Unito 2,6 -0,3 -4,3 1,9 1,6 0,7 1,7 2,6 2,6 2,4
UE 3,1 0,5 -4,4 2,1 1,7 -0,4 0,0 1,3 1,7 2,1
Stati Uniti 1,8 -0,3 -2,8 2,5 1,6 2,3 2,2 2,4 3,5 3,2
Giappone 2,2 -1,0 -5,5 4,7 -0,5 1,8 1,6 0,4 1,3 1,3
Fonte: European Commission (European Economic Forecast, Winter 2015).
Nota: * i dati 2014-2016 sono previsioni.
Si nota che la crisi recente è stata più grave rispetto a quella degli anni
’30 , il Pil reale ha subito dal 2009 una contrazione nei principali paesi
compresa tra il 3% e il 6% : è un entità di contrazione mai riscontrata
nella maggior parte dei paesi in tutto il dopoguerra.
Tabella 19.2 – Tassi di disoccupazione
• Tab. 19.2 – Tassi di disoccupazione
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014* 2015* 2016*
Germania 8,5 8,5 7,8 7,1 5,8 5,4 5,2 5,0 4,9 4,8
Irlanda 4,7 6,4 12,0 13,9 14,7 14,7 13,1 11,1 9,6 8,8
Grecia 8,4 7,8 9,6 12,7 17,9 24,5 27,5 26,6 25,0 22,0
Spagna 8,2 11,3 17,9 19,9 21,4 24,8 26,1 24,3 22,5 20,7
Francia 8,0 7,4 9,1 9,3 9,2 9,8 10,3 10,3 10,4 10,2
Italia 6,1 6,7 7,8 8,4 8,4 10,7 12,2 12,8 12,8 12,6
Cipro 3,9 3,7 5,4 6,3 7,9 11,9 15,9 16,2 15,8 14,8
Portogallo 8,9 8,5 10,6 12,0 12,9 15,8 16,4 14,2 13,4 12,6
Eurozona 7,5 7,5 9,6 10,2 10,1 11,3 12,0 11,6 11,2 10,6
Regno Unito 5,3 5,6 7,6 7,8 8,0 7,9 7,6 6,3 5,6 5,4
UE 7,2 7,0 8,9 9,6 9,6 10,4 10,8 10,2 9,8 9,3
Stati Uniti 4,6 5,8 9,3 9,6 8,9 8,1 7,4 6,2 5,4 4,9
Giappone 3,9 4,0 5,1 5,1 4,6 4,3 4,0 3,7 3,7 3,6
Fonte: European Commission (European Economic Forecast, Winter 2015).
Nota: * i dati 2014-2016 sono previsioni.
Oltre al Pil , Grande Recessione ha interessato diverse altre
macrovariabili quali la produzione industriale, le componenti della spesa
aggregata, l’ occupazione ed il livello dei prezzi. Riguardo ai prezzi , una
deflazione vera e propria si è presentata in alcuni paesi europei nei mesi
centrali del 2009. Per quanto riguarda gli effetti sul mercato del lavoro ,
la disoccupazione è aumentata quasi ovunque , ma gli effetti sono stati
più o meno intensi e rapidi in funzione delle diverse istituzioni del
mercato del lavoro : nei paesi più flessibili ci sono stati forti aumenti
immediati ; nei paesi più rigidi l’aumento è stato inizialmente meno
forte, grazie anche a meccanismi di flessibilità “interna” alle imprese e la
presenza di sistemi di ammortizzatori sociali; in questo tipo di paesi
erano però maggiori i rischi di persistenza e di crescente disoccupazione
strutturale.
Tabella 20.1 – Graduatoria dei paesi secondo il Global Competitiveness
• Index
Tab. 20.1 – Graduatoria dei paesi secondo il Global Competitiveness Index
Fonte: World Economic Forum (2014).
Tale graduatoria è stilata dal Global Competitiveness Index ed è basata
sui seguenti 12 pilastri di competitività: 1)istituzioni 2)infrastrutture
3)contesto macroeconomico 4)salute ed istruzione primaria
5)istruzione superiore e formazione 6)efficienza nel mercato dei beni
7)efficienza nel mercato del lavoro 8)sviluppo dei mercati finanziari
9)uso di tecnologie avanzate 10)apertura ed ampiezza dei mercati
11)network e strategie avanzate di business 12)innovazioni tecniche ; La
tabella contiene la graduatoria dei primi 49 paesi al mondo su 144 sotto
osservazione dell’indice 2013-‐14. L’Italia figura al 49° posto, preceduta
non solo dalla maggior parte dei paesi Ocse, ma anche da oltre 10 paesi
non Ocse tra cui Singapore, Cina e diversi paesi arabi.
Tabella 20.2 – Pil per abitante nel Mezzogiorno dal 2000
• Tab. 20.2 – Pil per abitante nel Mezzogiorno dal 2000
Fonte: Rapporto Svimez 2014
La tabella evidenzia che il Pil per abitante del Mezzogiorno, in rapporto a
quello del centro-‐nord, era leggermente salito fino al 2009, poi nel 2013,
con la crisi, era ridisceso al livello di 10 anni prima. Possiamo quindi
affermare che il livello medio di sviluppo nel Mezzogiorno (nonostante
significative