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11. SALARIO DI RISERVA E COME INFLUISCE SULLA PRODUTTIVITÀ

Salario di riserva e come influenza la produttività

I salari possono essere fissati in molti modi. A volte sono stabiliti tramite le contrattazioni collettive, ossia le contrattazioni tra imprese e sindacati. Ciò avviene in particolar modo in Francia, Germania, in Belgio, Austria e anche in Italia, anche se in misura minore. Invece il Regno Unito si distingue per il fatto che qui i salari vengono fissati direttamente dai datori di lavoro o mediante contrattazioni bilaterali tra datori e lavoratori.

I lavoratori spesso percepiscono un salario superiore al loro salario di riserva, cioè il salario che li rende del tutto indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati. Pagare un salario superiore a quello di riserva rende più conveniente per il lavoratore rimanere nell'impresa, quindi tende ad aumentare la produttività: esso è detto salario di efficienza.

Al contrario, un salario di riserva non rende i lavoratori così produttivi.

Possiamo

Distinguere il salario in due categorie: il salario nominale che indica la quantità di moneta che il lavoratore riceve come corrispettivo del suo lavoro, e il salario reale che indica la quantità di beni e servizi che si possono acquistare con il salario nominale.

Il salario dipende da tre fattori: il tasso di disoccupazione, il livello dei prezzi attesi e la tutela dei lavoratori. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, quando esso cresce, la forza contrattuale dei lavoratori si indebolisce e il salario si riduce. Se invece il tasso diminuisce, sia la forza contrattuale dei lavoratori che il salario percepito aumentano. Quindi salario e tasso di disoccupazione sono negativamente correlati.

Per quanto riguarda gli altri due fattori, al diminuire della tutela dei lavoratori e dei prezzi attesi, il salario si riduce. Diversamente, al crescere della tutela dei lavoratori e dei prezzi attesi, il salario aumenta.

12. MODELLO LAYARD NICKELL O MODELLO DEL NAIRU

È un modello

che considera l'esistenza di imperfezioni o rigidità dei mercati, sia del prodotto che dei fattori produttivi, e che delimita la disoccupazione strutturale di lungo periodo associata a un tasso di inflazione costante. In pratica questo modello è diretto a spiegare la relazione tra salario e inflazione. Quando il tasso di occupazione cresce, i sindacati possono negoziare salari reali più elevati; ma visto che il datore di lavoro non sarà disposto a accettare una riduzione dei profitti, verrà mantenuto il mark-up, il che aumenterà i prezzi. Pertanto una maggiore occupazione, che porterà il tasso di occupazione al di sopra del NAIRU, finirà per aumentare il livello dei prezzi, e ciò causerà una maggior inflazione, ma una discesa dei salari reali. In modo simile, anche un aumento dei sussidi di disoccupazione genera un aumento dei salari, con effetti simili. NAIRU: livello di occupazione per cui i salari, quindi i prezzi,non subiscono spinte verso l'alto overso il basso, ma rimangono costanti. 13. QUALE VALUTA ESTERA DETIENE LA BCE? Il portafoglio che la BCE detiene a fronte delle riserve ufficiali è costituito dai dollari statunitensi, da yen giapponesi e da renminbi cinesi. Queste riserve sono gestite attivamente dalla BCE e da alcune BCN cioè banche centrali dei paesi membri. 14. CHI OFFRE LA STERLINA? Colui che si rivolge ai mercati valutari offrendo sterlina in cambio di euro. 15. CHI DOMANDA LA STERLINA? Colui che si rivolge ai mercati valutari domandando sterlina in cambio di euro. 16. COSTO OPPORTUNITÀ È il costo che deriva dal mancato sfruttamento di una opportunità concessa al soggetto economico: in altre parole è il sacrificio che un soggetto economico deve compiere per effettuare una scelta economica. 17. TASSO DI PIENA OCCUPAZIONE Quando si parla di piena occupazione si fa riferimento alla piena occupazione della forza lavoro cioè dei lavoratori in

Cerca di un impiego. Tuttavia, piena occupazione non significa che il tasso di disoccupazione è nullo, ma che il suo livello è pari a quello naturale.

Nella tradizione neoclassica, l'obiettivo della piena occupazione è raggiunto tramite la flessibilità dei prezzi dei fattori produttivi (capitale e lavoro) e l'uguaglianza tra domanda e offerta di produzione, la cd. Legge di Say o Legge degli sbocchi. Essa praticamente afferma che l'offerta di moneta crea la propria domanda per far sì che nel lungo periodo non vi sia più sovrapproduzione.

Se si assiste a uno shock che aumenta l'offerta di lavoro, la disoccupazione che si genera nel breve periodo viene assorbita con l'abbassamento dei salari: a salari più bassi le imprese saranno disposte a occupare più forza lavoro, riducendo il tasso di disoccupazione fino al livello naturale. Ad esempio negli anni Settanta e Ottanta in Italia, la presa di coscienza dei propri diritti.

spinsemoltissime donne a ricercare la propria indipendenza economica tramite il lavoro, generando un boom nell'offerta di lavoro.

Keynes però criticava la visione neoclassica e impostava la sua analisi sulla rigidità dei salari e dei prezzi. Infatti, prima della Seconda Guerra Mondiale, i salari e i prezzi erano fissi.

Tuttavia secondo Marx la piena occupazione non è così facile da raggiungere poiché le imprese hanno bisogno di un alto tasso di disoccupazione per mantenere alta la competizione tra lavoratori e disoccupati (che definisce esercito industriale di riserva) e tenere i salari a un livello minimo per sopravvivere.

18. TASSO NATURALE DI DISOCCUPAZIONE è il tasso che misura la disoccupazione naturale che si verifica nel lungo periodo. In altre parole, indica la percentuale di persone che, pur volendo trovare un impiego, non lo trovano a causa del tempo necessario da dedicare alla ricerca o per l'impossibilità di far incontrare

Istantaneamente ladomanda e l'offerta di lavoro. Praticamente è il tasso in corrispondenza del quale il livello effettivo dei prezzi è uguale al livelloatteso dei prezzi o il tasso di inflazione effettivo è uguale al tasso di inflazione atteso.

Possiamo dire che i disoccupati sono coloro che non hanno un lavoro, ma lo stanno cercando. Gli occupati sono coloro che hanno un impiego, mentre i lavoratori scoraggiati sono coloro che non cercano un lavoro.

La somma tra il numero di occupati e il numero di disoccupati costituisce la forza lavoro.

Il tasso di disoccupazione indica la percentuale di forza lavoro non impiegata e è dato dal rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro.

Possiamo distinguere:

  • Disoccupazione strutturale: è una forma di disoccupazione di lungo periodo e si verifica quando la domanda di lavoro da parte delle imprese è inferiore all'offerta di lavoro. Essa potrebbe essere causata dalla rigidità dei salari.
Se i salari sono molto bassi i lavoratori potrebbero non essere disposti ad accettare l'impiego. Se i salari sono molto alti, invece, le imprese potrebbero essere poco propense ad assumere lavoratori. Disoccupazione frizionale: si tratta di una forma di disoccupazione temporanea, generata dalle imperfezioni del mercato del lavoro. È detta frizionale in quanto ha origine dal turnover dei lavoratori e dalla difficoltà della domanda di lavoro di incontrare in poco tempo l'offerta, a causa della scarsa mobilità dei lavoratori e delle scarse informazioni fornite. Turnover dei lavoratori: flusso di persone assunte e dimesse, o licenziate, in una azienda. 19. OFFERTA DI MONETA ENDOGENA E ESOGENA L'offerta di moneta esogena è determinata dalle decisioni dell'autorità monetaria del Paese, cioè la banca centrale. Invece, l'offerta di moneta endogena è determinata dall'andamento delle variabili nel sistema economico.genere si pensa all'offerta di moneta come una variabile esogena e costante. Costante perché è insensibile alle variazioni del tasso di interesse. Possiamo distinguere anche tra offerta di moneta nominale e reale. Quella nominale indica la quantità di moneta che è stata emessa dalla banca centrale, mentre quella reale indica il rapporto tra l'offerta di moneta nominale e il livello dei prezzi. 20. CURVA DI PHILLIPS La curva di Phillips mostra la relazione inversa che esiste tra il tasso d'inflazione ed il tasso di disoccupazione. Graficamente, il tasso di disoccupazione viene misurato sull'asse delle ascisse, mentre il tasso di inflazione viene misurato sull'asse delle ordinate. Quando il tasso di disoccupazione è basso (u), il tasso di inflazione è elevato. Viceversa, quando il tasso di disoccupazione è elevato il tasso di inflazione è basso. La curva è inclinata negativamente. Comunque, i nuovi modelli di

Phillips includono sia una curva di Phillips di breve periodo sia una curva di Phillips di lungo periodo. Ciò perché nel breve periodo generalmente esiste una relazione inversa tra inflazione e tasso di disoccupazione. Nel lungo periodo questa relazione si rompe e l'economia alla fine ritorna al tasso naturale di disoccupazione (o NAIRU) indipendentemente dal tasso di inflazione. Infatti, nel 1968 l'economista Milton Friedman dimostrò che non vi è alcuna relazione tra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo in quanto la curva di Phillips è perfettamente verticale in corrispondenza del NAIRU. Per distinguerla dalla curva di Phillips originale, questa relazione viene definita curva di Phillips modificata o corretta per le aspettative. Invece la curva di Phillips a breve termine viene anche chiamata curva di Phillips basata sulle aspettative, in quanto esse cresce al crescere delle aspettative inflazionistiche.

21. MODELLO DI MUNDELL FLEAMING

modello costituisce una estensione del modello IS-LM e serve a descrivere il funzionamento di un'economia aperta alle transazioni commerciali e finanziarie con l'estero. Esattamente come in economia chiusa, anche in questo caso la curva IS è inclinata negativamente, solo che in economia aperta essa è più inclinata visto che il moltiplicatore risulta essere più piccolo. Ciò è dovuto al fatto che un aumento della domanda interna in parte è rivolta alle importazioni che generano, a loro volta, un aumento del reddito estero. La curva LM invece non presenta alcuna modifica, è sempre uguale. In economia aperta la curva IS tiene conto anche delle esportazioni e delle importazioni di beni. Le esportazioni, dipendono dalle decisioni di acquisto del resto del mondo. Anche le importazioni condizionano la produzione e il reddito nazionale. In generale, le importazioni di un paese crescono al crescere del reddito: il che significa che se il

reddito delle famiglie aumenta, una parte di questo reddito viene destinata all'

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
18 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisa.saija di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e finanziaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Limosani Michele.