Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Domande di tecnica delle costruzioni Pag. 1 Domande di tecnica delle costruzioni Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Domande di tecnica delle costruzioni Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IN QUALE CASO SI UTILIZZANO LE PLATEE? s

Nel caso in cui i pilastri non siano allineabili regolarmente ed il terreno abbia il disomogeneo ed insufficiente; si

realizzerà così un’unica soletta a spessore costante, alta fra i 60 ed i 120 cm. Hanno, inoltre, il vantaggio di

permettere la realizzazione di un piano di calpestio già definito all’estradosso.

COME VENGONO DISPOSTE LE ARMATURE IN UNA PLATEA?

L’armatura si dispone a reticolo, secondo due direzioni ortogonali; il quantitativo di armatura superiore ed inferiore,

necessario sia nelle fasce centrali che in prossimità dei pilastri, è ottenuto dalle massime sollecitazioni procurate dal

calcolo delle singole campate. Il passo delle barre non dovrà essere superiore ai 40 cm. Il passo delle armature

superiori ed inferiori dovrebbe essere uguale a dei multipli per facilitarne l’esecuzione.

QUANDO SI UTILIZZERANNO LE FONDAZIONI INDIRETTE?

Le fondazioni di tipo indiretto sono necessarie quando lo strato di terreno resistente, al quale si vuole trasmettere il

carico dell’edificio, è troppo profondo perchè possa essere raggiunto da un normale scavo. L’uso dei pali, in questo

caso, riesce a raggiungere uno strato di terreno resistente molto più profondo oppure a trasferirne le tensioni al

terreno in modo indiretto sfruttando la forza d’attrito sulla superficie del palo.

QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE COMPONGONO UNA FONDAZIONE INDIRETTA?

Gli elementi che compongono una struttura di fondazione indiretta sono quindi: pali di fondazione; eventuali travi di

collegamento; fondazione vera e propria, che potrà essere a plinti, a platea o a travi.

COME FUNZIONANO LE TRAVI DI COLLEGAMENTO NEI SISTEMI DI FONDAZIONE?

Le travi di collegamento sono quegli elementi che fungono da unione tra le strutture di fondazione. Hanno lo scopo di:

• opporsi agli spostamenti orizzontali degli elementi della fondazione;

• ridurre le sollecitazioni a flessione e ridistribuire quelle a taglio dirette secondo l’asse della trave tra i pali delle

fondazioni connesse;

• servire da base alla realizzazione di eventuali solai al di sopra della struttura di fondazione e trasferire direttamente i

loro carichi ai pali;

• fungere da muri perimetrali al contenimento del vespaio;

• non si oppongono, invece, a cedimenti differenziali nelle fondazioni.

CHE FUNZIONE HANNO I PILASTRI?

I pilastri sono gli elementi strutturali necessari al trasferimento dei carichi dalle strutture in elevato alle fondazioni.

Normalmente hanno forma quadrata o rettangolare ma possono assumere, per necessità progettuali, le sezioni più

diverse. I pilastri possono essere gettati in opera oppure parzialmente o totalmente prefabbricati.

CHE DIFFERENZA C’È TRA UN PILASTRO PREFABBRICATO ED UNO GETTATO IN OPERA?

I pilastri prefabbricati permettono una maggiore rapidità di messa in opera e riducono notevolmente i costi di

manodopera e delle casseforme. Resta, ciò nonostante, problematica nell’uso di pilastri prefabbricati la realizzazione

dei nodi strutturali (pilastro superiore, trave, pilastro inferiore) tanto che spesso si preferisce utilizzare pilastri di tipo

monolitico a più ordini. I pilastri gettati in opera sono quelli più comunemente utilizzati nell’edilizia ordinaria. Hanno

maggiori costi di manodopera e casseforme ma offrono una più semplice risoluzione di problemi legati al

collegamento fra gli elementi strutturali.

A CHE TIPO DI SOLLECITAZIONE SONO SOTTOPOSTI I PILASTRI?

Per comprenderlo è necessario assumere un modello adeguato e conseguentemente eseguire il calcolo delle

sollecitazioni del pilastro, valutando se esso possa essere considerato sottoposto essenzialmente a sforzo normale,

come nella maggior parte dei casi, o si debbano tenere in considerazione azioni flettenti di entità importante. Dette

azioni flettenti possono essere causate da condizioni permanenti nel tempo, come carichi verticali oppure a fenomeni

occasionali come vento o azioni sismiche. Le azioni flettenti, dovute a carichi verticali, per esempio, sono molto

comuni nei pilastri perimetrali e fra questi quegli angolari, quest’ultimi infatti sono sottoposti ad azioni flettenti deviate.

Tra i pilastri interni, invece, possono svilupparsi forti azioni flettenti in presenza di luci molto asimmetriche. Per quanto

riguarda, invece, le forze orizzontali, dovute ad esempio al vento, queste assumono valori tali da dover essere prese

in seria considerazione in maniera proporzionale all’altezza dell’edificio. Solitamente non si ritengono gli effetti del

vento molto rilevanti su edifici inferiori a 7/8 piani. Il sistema più usato per eseguire il calcolo delle sollecitazioni agenti

su un pilastro è quello di calcolarne le “zone di influenza”.

COSA SONO LE “ZONE DI INFLUENZA” E COME GRAVANO SU UN SOLAIO?

La zona di influenza è quella superficie di solaio che grava su ogni singolo pilastro per ogni piano dell’edificio.

Ovviamente questa superficie, facilmente individuabile geometricamente, va caricata oltre che del peso proprio di

solaio, trave e pilastro, anche di tutti gli altri eventuali carichi permanenti (tramezzi, scale, tamponature) ed accidentali

corrispondenti. Una volta determinata l’area di solaio ed i relativi carichi corrispondenti, gravanti su ogni pilastro, si

raggrupperanno i pilastri che hanno aree di influenza simili e per ogni gruppo si calcolerà il più caricato. Il calcolo

va effettuato piano per piano. Il carico agente sui pilastri va considerato come somma dei prodotti dei carichi unitari

per la dimensione delle rispettive zone d’influenza. Va preso in considerazione anche il carico totale al piano, gravato

dei sovraccarichi relativi ad ogni piano superiore a quello considerato.

COME FUNZIONA UN PILASTRO RASTREMATO?

Riducendo la sezione dei pilastri dai piani inferiori a quelli superiori tramite la disposizione di opportune riseghe.

Questo serve ovviamente ad alleggerire il peso proprio dei pilastri il cui carico decresce proporzionalmente all’altezza.

Le riseghe andranno disposte avendo cura che la risultante dei carichi, relativi ad ogni sezione, passi per il baricentro

della sezione stessa. Più semplicemente è buona norma far si che la dimensione della sezione sia contenuta in quella

del piano sottostante.

COME SI EFFETTUA LA DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE IN UN PILASTRO?

Nei pilastri vengono predisposte armature longitudinali e verticali seguendo questi accorgimenti:

• solitamente per le armature longitudinali si costituiscono delle barre disposte in prossimità dei vertici, nella mezzeria

dei lati o utilizzando interassi non superiori a 30 cm;

• in pilastri di lato inferiore a 40 cm.

COSA SI INTENDE PER SOLAI?

Si intendono come solai le strutture bidimensionali piane caricate ortogonalmente al proprio piano con prevalente

comportamento monodirezionale.

QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE COMPONGONO UN SOLAIO MISTO?

Nei solai misti in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e blocchi forati in laterizio, i laterizi in

blocchi hanno funzione di alleggerimento e di aumento della rigidezza flessionale del solaio. La resistenza allo SLU

(stato limite ultimo) è affidata al conglomerato cementizio ed alle armature ordinarie o precompresse.

QUALE PUÒ ESSERE LO SPESSORE MINIMO DEI SOLAI?

Lo spessore minimo dei solai non deve essere minore di 150 mm. Le deformazioni devono risultare compatibili con le

condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.

QUAL È LO SPESSORE MINIMO DELLA SOLETTA?

Nei solai lo spessore minimo della soletta di conglomerato cementizio non deve essere minore di 40 mm. Può

comunque essere superiore per vari motivi di ordine strutturale ed in funzione del piano.

ESISTONO DELLE DISTANZE MASSIME TRA DUE EDIFICI CONSENTITE IN BASE ALLA NUOVA

ORDINANZA DELLA SISMICA?

Si, la distanza tra due edifici contigui non può essere inferiore alla somma degli spostamenti massimi determinati per

lo SLU (stato limite ultimo) calcolati per ciascuno degli edifici. In ogni caso la distanza tra due punti degli edifici, posti

alla medesima altezza, non potrà essere inferiore ad 1/100 della quota dei punti considerati misurata dallo spiccato

delle strutture in elevazione.

NELLA PROGETTAZIONE DEGLI EDIFICI È MEGLIO UTILIZZARE DELLE FORME REGOLARI?

Si, gli edifici dovranno avere, quanto più possibile, caratteristiche di semplicità, simmetria e iperstaticità. In funzione

della regolarità di un edificio saranno richieste scelte diverse in relazione al metodo di analisi e ad altri parametri di

progetto. Si definisce regolare un edificio che rispetti sia i criteri di regolarità in pianta sia in altezza.

QUANDO UN EDIFICIO SI PUÒ DEFINIRE REGOLARE IN PIANTA?

Quando la configurazione in pianta è compatta ed approssimativamente simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali,

in relazione alla distribuzione di masse e rigidezze, oppure quando il rapporto tra i lati di un rettangolo, in cui l’edificio

risulta iscritto, risulta inferiore a 4, almeno una dimensione di eventuali rientri o sporgenze non superi il 25% della

dimensione totale dell’edificio nella corrispondente direzione.

QUANDO UN EDIFICIO SI PUÒ CONSIDERARE REGOLARE IN ALTEZZA?

Quando tutti i sistemi resistenti verticali dell’edificio (quali telai e pareti) si estendono per tutta l’altezza dell’edificio.

Quando massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente senza bruschi cambiamenti dalla base alla

cima dell’edificio.

COSA PREVEDE IL T.U. 380/2001 IN MATERIA DI EDILIZIA PER QUANTO RIGUARDA LA DISCIPLINA

DEI SISTEMI COSTRUTTIVI E STRUTTURE?

Prevede criteri generali tecnico-costruttivi per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura ed il

loro consolidamento, carichi e sovraccarichi e loro combinazioni in funzione del tipo e delle modalità costruttive, le

indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali, la protezione delle costruzioni dagli incendi.

QUALI SONO I SISTEMI COSTRUTTIVI PREVISTI DAL T.U.?

Gli edifici possono essere costruiti in:

• struttura intelaiata, in c.a. normale o precompresso, acciaio o sistemi combinati dei predetti materiali;

• struttura a pannelli portanti;

• struttura in muratura;

• struttura in legname.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI EDIFICI IN MURATURA?

Le costruzioni in muratura devono presentare adeguate caratteristiche di solidarietà fra gli elementi strutturali che le

compongono, e di rigidezza complessiva secondo le indicazioni dichiarate dalle norme tecniche.

COME SONO REALIZZATI GLI EDIFICI CON STRUTTURA A PANNELLI PORTANTI?

Le strutture a pannelli portanti devono essere realizzate in calcestruzzo pieno o alleggerito, presentare giunzioni

eseguite in opera, in calcestruzzo o malta cementizia ed essere irrigidite da controventamenti opportuni

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/09 Tecnica delle costruzioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gtulli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Esame di stato per l'abilitazione alla professione di architetto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ingegneria e Architettura Prof.