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Infine, la pre-etichettatura è una tecnica finalizzata a proteggere e a contenere eventuali
frammenti. Viene realizzata applicando su un’ampia superficie del contenitore un’etichetta di PVC,
PP, PET o PS espanso che vengono fatti termoretrarre e aderire al vetro. In questo modo, il vetro
migliora la propria resistenza agli urti; si ha una migliore capacità di contenere eventuali rotture e si
riduce notevolmente il rumore nelle linee di riempimento.
Processi di estrazione e produzione dell'alluminio
In natura, l’alluminio viene estratto dalle cave di bauxite (Al O *nH O), un minerale tipico delle aree
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tropicali e sub-tropicali, costituito per il 50-60% da ossido di alluminio o allumina (Al O ) e che si
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trova sotto forma di argilla granulosa o rocciosa.
L’isolamento dell’alluminio richiede una fase chimica di preparazione dell’allumina, seguita da una
fase elettrochimica di produzione dell’alluminio vero e proprio.
La preparazione dell’allumina avviene mediante il processo chimico Bayer che consiste nella
digestione della bauxite, attraverso il lavaggio con una soluzione di NaOH a 175°C. In tal modo,
l’allumina contenuta nella bauxite si converte in tetraidrossialluminato di sodio Na(Al(OH) ), mentre
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gli altri componenti vengono allontani per filtrazione nel cosiddetto fango rosso. Il bagno idrossilico
Elena Dossi © 3
viene poi raffreddato, per far precipitare l’idrossido di alluminio sotto forma di un solido bianco e
vaporoso, e infine calcinato oltre il 1000°C, al fine di eliminare l’umidità e ottenere l’allumina (Al O ).
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A questo punto, l’allumina viene sottoposta al processo elettrolitico di Hall-Heroult che consiste
essenzialmente nella conversione di energia elettrica in energia chimica. In questa fase, l’allumina
viene sottoposta a elettrolisi (riduzione) in un bagno di criolite fusa (Na AlF ) e additivi, che
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abbassano la temperatura di processo a 960-980°C, in presenza di una corrente elettrica con
un’intensità di 50.000-150.000kA per indurre la dissoluzione dell’allumina ad alluminio e
ossigeno. L’intero processo avviene in apposite celle, costituite da vasche rettangolari di acciaio e
mattoni refrattari e sul cui fondo si trova una suola di grafite (carbone) che, essendo collegata al
polo negativo di un generatore di corrente continua, funge da catodo. Al polo positivo del
generatore sono invece collegate tre barre rettangolari di grafite, immerse nel bagno elettrolitico di
criolite fusa e allumina, dove fungono da anodo. In questo modo, la corrente elettrica che attraversa
il fuso mantiene la temperatura di processo per effetto Joule e l’allumina si riduce: l’alluminio si
deposita al catodo sul fondo della vasca, mentre l’ossigeno consuma progressivamente il carbonio
delle barre di grafite, producendo CO e CO per combustione.
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Così facendo, si ottiene l’alluminio primario, diverso dal secondario, quanto quest’ultimo è ottenuto
dal riciclo dei rottami di alluminio.
Caratteristiche funzionali dell'alluminio utili per il packaging alimentare
Dal punto di vista delle caratteristiche funzionali, l’alluminio è un materiale leggero ma resistente
agli urti e alla corrosione (atossico e non altera il gusto e/o l’odore dell’alimento a contatto); è
durevole; è accoppiabile; non è attratto dalle calamite; è igienicamente sicuro, in quanto protegge
dai MO, dalla luce, dall’aria, dall’umidità e dagli odori; è un ottimo conduttore di calore
(conducibilità termica a 25°C pari a 237W/(m*C)) ed è riciclabile al 100%.
Inoltre, tende ad autopassivarsi, ovvero a depositare sulla propria superficie uno strato di ossido di
alluminio (Al2O3) di 1-5nm di spessore che lo protegge dalla corrosione. Tuttavia, questo strato è
troppo sottile, è poroso e disomogeneo: quindi l’alluminio viene sottoposto a un processo
industriale di anodizzazione chimica o elettrochimica, mediante il quale si ottiene uno strato di
ossido spesso 50-200nm, e di fissaggio che riduce quasi del tutto la porosità. Mantenuto a pH=3.5-
8, l’alluminio anodizzato è immune (gli strati di ossidi sono stabili) ed è inerte nel contatto con gli
alimenti. Al contrario, fuori da questo range di pH, gli ossidi si sciolgono esponendo l’alluminio al
rischio di corrosione.
Processo di produzione di film sottili in alluminio
I fogli sottili di alluminio sono impiegati a livello domestico e nei reparti di gastronomia oppure come
materiale accoppiato al cartone, al cartoncino o ai film plastici. Nonostante il loro spessore si molto
ridotto, sono caratterizzati da una permeabilità ai gas, ai vapori e alle radiazioni elettromagnetiche
praticamente nulla.
Un foglio di alluminio può essere ottenuto per calandrature successive a caldo a partire da blocchi
di metallo puro o più comunemente per deposizione continua del metallo fuso su cilindri
raffreddati. Con quest’ultima tecnica, il metallo fuso viene fatto passare attraverso una serie di
cilindri rotanti e raffreddati, la cui distanza viene progressivamente ridotta per ottenere lo
spessore desiderato. Durante queste operazioni, l’alluminio deve essere lubrificato per favorirne
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lo scorrimento sui rulli e frequentemente, per ottenere gli spessori più sottili (<50micron), due fogli
sono uniti insieme tra gli ultimi cilindri e sottoposti insieme alla riduzione di spessore, mediante dei
fluidi lubrificanti e refrigeranti che ne facilitano il distacco. Così si ottengono dei fogli di alluminio
con un lato lucido (a contatto con il cilindro) e un lato opaco.
Descrivere i parametri che possono essere ottenuti da un test meccanico di trazione facendo
riferimento al grafico strain-stress (deformazione-sforzo)
Ottenuto dalla misurazione della sollecitazione e dell’allungamento subiti da un provino durante il
test di trazione, il grafico stress-strain (sforzo-deformazione) riporta in ascissa la deformazione
(strain) e in ordinata lo sforzo (stress).
Da questo grafico, si possono ottenere diversi parametri, quali:
• 2
modulo di elasticità o modulo di Young (N*cm ) è una misura dell’elasticità del provino, data dal
rapporto costante tra lo sforzo e la corrispondente deformazione nel tratto lineare della curva →
più è elevato, maggiore è la rigidità del materiale;
• 2
limite di elasticità o limite di proporzionalità (N*cm ) è la massima sollecitazione che il materiale
può sopportare mantenendo la proporzionalità diretta tra sforzo e deformazione;
• 2
modulo di snervamento (N*cm ) è la pendenza del segmento lineare che unisce l’origine degli assi
con il limite di snervamento;
• 2
limite di snervamento (N*cm ) è la sollecitazione in corrispondenza della quale si ha la prima
significativa inflessione della curva, in cui cioè ad un aumento della deformazione non corrisponde
alcun aumento della sollecitazione e la pendenza si annulla;
• 2
modulo di rottura (N*cm ) è la pendenza del segmento lineare che unisce l’origine degli assi con
il limite di rottura;
• limite di rottura o sollecitazione di rottura è lo sforzo registrato al momento della rottura del
provino;
• allungamento alla rottura o allungamento allo snervamento è l’aumento percentuale di lunghezza
della dimensione originale (deformazione) al momento della rottura del provino;
• 2
resistenza alla trazione o sollecitazione massima (N*cm ) è la massima sollecitazione registrata che
non necessariamente corrisponde alla rottura;
• resilienza o tenacità è l’energia che il provino assorbe prima della rottura ed è data dall’aerea
sottesa dal grafico.
Elencare le tipologie di adesivi usati per la laminazione di materiali multistrato,
delineandone le principali proprietà
La produzione di materiali multistrato meditante laminazione richiede l’uso di adesivi che
consentono di tenere insieme i vari strati di materiali tra loro differenti. In generale, gli adesivi
devono essere polari, per poter formare un legame con il supporto, e fluidi. per poter penetrare nel
supporto. Gli adesivi più impiegati sono gli adesivi a base acquosa, a base solvente o in forma solida
(hot-melt), a cui corrispondono tecniche di laminazione diverse: rispettivamente infatti si hanno
laminazione ad umido, a secco e hot-melt.
Gli adesivi a base acquosa, impiegati solitamente su un supporto cartaceo, sono adesivi all’amido,
alla destrina o alla caseina che, essendo termoindurenti, resistono al calore.
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Gli adesivi a base solvente, come l’etilacetato, sono delle resine solide disciolte in varie
combinazioni di solvente, usate per rivestire e laminare supporti di materiale plastico: vengono
applicati al supporto e subito dopo allontanati con una fase di essiccamento in forno, per lasciare
una superficie su cui applicare il successivo strato per semplice pressione e per evitare difetti
sensoriali, una volta che il materiale laminato sarà contatto con l’alimento. Tuttavia, essendo dei
composti organici volatili, l’uso di questi adesivi è scoraggiato per motivazioni di sicurezza
ambientale e tutela della salute.
Infine, gli adesivi hot-melt sono adesivi in forma solida al 100% che vengono applicati in forma
liquida e bollente: il polimero principale, come può essere l’etilenvinilacetato, viene diluito con una
cera per migliorarne la fluidità (non con un solvente) e una volta depositato indurisce rapidamente,
quando viene sottratto calore. Nonostante siano adatti a molte applicazioni di imballaggio ad alta
velocità, gli adesivi in forma solida richiedono materiali in grado di sopportare le elevate
temperature di fusione della colla stessa e non sono idonei a quei prodotti che dovranno essere
sottoposti ad un trattamento termico.
Descrivere il fenomeno della permeazione
La permeazione è un fenomeno diffusionale ineliminabile che interessa le lacune inter e intra-
molecolari di un polimero plastico integro. Consiste nel passaggio degli aeriformi, quali gas e
vapori, attraverso gli spazi vuoti dei materiali polimerici, solo in presenza di una forza motrice che
può essere rappresenta dal gradiente di concentrazione o di pressione parziale o di temperatura
tra le due facce del materiale. Si tratta quindi di un fenomeno di diffusione attiva che richiede il
superamento dell’energia di attivazione ed che è influenzata in maniera importante dall’interazione
tra la specie permeante e la matrice permeata e dalla forza motrice.
La permeazione avviene in tre fasi successive:
1- adsorbimento: le molecole della specie permeante vengono adsorbite dalla superficie del
materiale, con cui formano dei leg