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APPUNTI
avviene perché questi tassi potrebbero riflettere unicamente e solamente tassi di inflazione
attesi crescenti a cui corrisponderebbe un medesimo tasso di interesse crescente.
1) Domanda di moneta a scopo transazionale (precauzionale)
Come si può argomentare?
Partendo dalla constatazione che se riceviamo una somma di denaro e abbiamo determinati
schemi di pagamento, possiamo, invece di mantenere questa somma di denaro presso di noi,
investirla e nel momento in cui si debbano effettuare dei pagamenti possiamo disinvestirla per
utilizzarla come mezzo di pagamento. Naturalmente queste operazioni hanno dei costi che
possono essere costi di disinvestimento. Avremo anche un costo, detto che ci
costo opportunità,
deriva dal fatto che deteniamo la moneta presso di noi invece che investirla.
Bisognerà determinare la quantità di moneta che minimizza questi costi. Come?
Considerazione:
Considerando tutte le tipologie di costi che potrebbero essere sostenuti, conviene effettuare il
meno possibile di operazioni di disinvestimento. Però tanto meno saranno le operazioni di
3
disinvestimento, tanto più alto sarà l’interesse perso dato che tengo moneta presso di me .
Dunque tanto più aumenta il tasso di interesse, tanto più alta sarà la perdita che abbiamo se
non teniamo investita quella liquidità e tanto più bassa sarà la nostra tendenza a tenere la
moneta come mezzo di pagamento.
Intuitivamente è come se non avessimo un’unica domanda di moneta, ma tante funzioni di
domanda, ognuna corrispondente a un determinato tasso dell’interesse.
Per e per desidero tenere questa quantità di moneta liquida (Grafico a sinistra
- r Y
1 1
intersezione con linea retta rossa). Avremo una certa curva di domanda in funzione del
reddito.
per desidero mantenere invece una minore quantità di moneta. E’ aumentato il costo
r > r
- 2 1
opportunità. (Vi sarà una traslazione verso il basso della curva).
3 Dato che per effettuare operazioni devo pagare, tenderò a mantenere presso di me la moneta necessaria per i
pagamenti invece che investirla tutta, per questo avrò delle perdite in conto interessi. ! 2
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 7
APPUNTI
Avremo poi che la domanda di moneta a scopo transazionale è decrescete rispetto alla
relazione tra L e r.
1
Per lo stesso livello di reddito, se il tasso di interesse è r avremo una certa domanda di moneta, se
2
il tasso diminuisce avremo una domanda maggiore.
Dunque la domanda di moneta a scopo transazionale L non è funzione solo del reddito, ma sarà
1
funzione anche del tasso di interesse. Inoltre possiamo specificare come funzione del tasso di
k 4
interesse. Avremo che quando il tasso aumenta, il periodo di giacenza media della moneta tende a
k
diminuire e quindi tende a diminuire la domanda di moneta a scopo transazionale.
Modello di Baumol
Formalizza quanto è stato detto fino ad ora.
Con riferimento a questo modello supponiamo di sapere di dover effettuare in un certo
periodo di tempo un ammontare di pagamenti pari a e che all’inizio del periodo abbiamo
T
questa somma a nostra disposizione.
Potremmo o mantenere la somma presso di noi, conoscendo lo schema di pagamento, oppure
investire e disinvestire all’occorrenza.
Indichiamo ora con l’ammontare che si disinveste, pari a una quota di nell’ipotesi di uno
C T,
schema di pagamento lineare. La domanda sarà: quanto è esattamente E di conseguenza il
C?
rapporto di e che ci da il numero di volte da disinvestire.
T C,
Per fare questa scelta dobbiamo tener conto di due costi:
i costi di transazione: sono quei costi che ci derivano da un’operazione di disinvestimento.
- Indicati con b;
costi-opportunità: perdita (costo) che si sostiene se non si investe in titoli, si tratta
- praticamente di interessi persi. Indicati con r.
Avremo i costi fissi complessivi:
In cui rappresenta il costo di ogni operazione di disinvestimento, mentre il rapporto
b T/C
rappresenta il numero di operazioni possibili.
Avremo inoltre una perdita di interesse derivante dal non investire una somma liquida pari a
secondo uno schema di pagamento lineare (per questo
C C/2):
4 Avevamo definito L come k x Y.
1 ! 3
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 7
APPUNTI
Vi è anche un terzo costo, che però non prenderemo in considerazione perché non entra nella
minimizzazione dei costi, definito come “Oneri proporzionale al valore di ogni operazione”
definito come:
Questo onere non dipende da quindi nella minimizzazione dei costi la sua derivata è pari a
C
zero quindi non entra nella determinazione della quantità di moneta a scopo transazionale.
Avremo una funzione di costo:
Vogliamo minimizzare calcolando la derivata prima rispetto a ponendola poi pari a zero:
C C
0
sarà la domanda di moneta a scopo transazionale.
C
Da notare alcuni aspetti importati secondo Baumol:
1. Vi è la tendenza a economizzare moneta via via che aumenta il volume delle
transazioni complessive. Ovvero all’aumentare di aumenta anche ma meno che
T C
proporzionalmente dato che si trova sotto radice.
Funzione diretta dei costi di disinvestimento.
2. A parità di (cioè di se aumenta diminuisce (relazione inversa tra costo
3. T Y) r C
opportunità della moneta e domanda di saldi liquidi per scopi transazionali).
L’idea di Baumol è: la domanda di moneta a scopo transazionale è essa stessa sensibile al
tasso dell’interesse e cresce al crescere del volume delle transazioni complessive, ma meno che
5
proporzionalmente, ovvero c’è una tendenza a economizzare la moneta.
L’altro elemento importante da considerare è il fatto che la domanda di moneta a scopo
transazionale è essa stessa sensibile a aumenta la sensibilità della domanda di moneta
r
complessiva al tasso dell’interesse, il che ha dei riflessi anche sulla politica monetaria, ovvero
rende meno efficace o più complesso operazioni tendenti a modificare il tasso di interesse.
5 Un’analisi simile è stata effettuata con riferimento alla domanda di moneta a scopo precauzionale, anch’essa
sensibile a , presentata in un articolo di Miller e Orr nel 1967.
r ! 4
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 7
APPUNTI 2) Teoria delle scelte di portafoglio di Tobin
Nella realtà nessun individuo ha una scelta secca tra moneta e titoli, esisteranno infatti
numerose composizioni di portafogli, come invece teorizzava Keynes. Tobin in questo
frangente ha apportato forti innovazioni alla teoria della domanda di moneta a scopo
speculativo di Keynes, nell’ambito di una teoria in cui un agente economico che sceglie la
composizione del proprio portafoglio tra attività più o meno liquide.
Da questo punto di vista Tobin riesce anche a superare alcune delle obiezioni che erano state
mosse nei confronti di Keynes, in particolare il problema di come veniva a formarsi il tasso di
interesse atteso e come questo potesse cambiare in risposta a cambiamenti del tasso di
interesse corrente. Riesce a superare queste obiezioni con l’ipotesi per cui gli agenti sanno,
come fatto oggettivo, che vi è una variabilità del prezzo dei titoli, dunque sono coscienti del
rischio che corrono nel possedere tali titoli. Tuttavia, poiché non sanno come effettivamente
cambierà tale prezzo, attribuiscono uguale probabilità alla possibilità che il prezzo sia più alto
o più basso di quello corrente e attribuiscono massima probabilità che il prezzo futuro sia
invece esattamente uguale a quello corrente.
Vediamo ora come Tobin ripropone una curva di domanda di moneta come fondo di valore
in relazione inversa al tasso dell’interesse, nell’ambito di una teoria di scelte di portafoglio.
Per semplicità si ipotizza inizialmente che questo portafoglio si componga di moneta, ovvero
non genera alcun tipo di rendimento ma che non genera nemmeno alcun tipo di rischio, e di
un titolo a cui corrisponde un rendimento e un rischio .
6
Bisogna scegliere la proporzione in cui tenere moneta e titoli con riferimento alla domanda di
7
moneta come fondo di valore .
Quali sono invece gli elementi che per Tobin entrano in questa scelta?
1. La psicologia dell’investitore e la sua valutazione soggettiva di rischio e rendimento. Gli
investitori hanno curva di indifferenza diversa a seconda che siano neutrali, propensi o
avversi al rischio.
Rendimento del titolo. Tanto più è maggiore il rendimento dei titoli tanto più sarò
2. invogliato a tenere ricchezza sotto forma di titoli.
3. Rischio di guadagni o perdite in conto capitale associato al titolo.
6 Possibili perdite in conto capitale date da variazioni del prezzo.
7 In Keynes si deve ipotizzare una certa dispersione dei tassi di interesse attesi per poter ricavare una domanda di
moneta sensibile al tasso dell’interesse, perché via via che il tasso dell’interesse diminuisce, aumenta il numero di
coloro che preferiranno tenere la ricchezza sotto forma di moneta invece che di titoli. Per ogni operatore, il
Keynes la scelta è definita: se il tasso di interesse è maggiore del tasso critico allora gli operatori tenderanno a
mantenere la propria ricchezza sotto forma di titoli, il contrario succede nel momento in cui il tasso di interesse è
minore del tasso critico, allora vorranno mantenere la ricchezza sotto forma di moneta. Si tratta tuttavia di un
modello molto lontano dalla realtà. ! 5
ECONOMIA MONETARIA LEZIONE 7
APPUNTI
Se considero dunque il portafoglio, il rendimento complessivo, già introdotto analizzando la
domanda di moneta a scopo speculativo di Keynes, sarà espresso come:
dove è il rendimento, espresso da in relazione con il tasso di interesse e il rischio di
R A r
2
guadagni o perdite in conto capitale Ovviamente a parità di e di se aumenta
g. r g, A
2
aumenta anche il rendimento R.
Come si può calcolare g?
Si può ipotizzare di avere un titolo a vita infinita a rata costante pari a 1.
Sappiamo inoltre dalla precedente analisi su Keynes che:
Il guadagno o la perdita in conto capitale atteso sarà determinato, ovviamente, in base alle
aspettative rispetto al futuro tasso di interesse. Qui si introduce un’ipotesi diversa da quella di
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Keynes : Tobin non ritiene che gli agenti abbiano un’idea definita, ed è proprio per questo
che si attribuisce massima probabilità al fatto che il tasso di interesse futuro sia pari a quello
corrente e uguale probabilità alla possibilità di un aumento o una diminuzione del tasso di
interesse.
Se questa è l&