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ROTULA
È un osso breve di forma sesamoide (in realtà sembra un sesamoide
perché è inglobata nel tendine del quadricipite). Ha una forma
triangolare con l’apice posto distalmente e la base prossimalmente.
Solo i due terzi prossimali sono articolari e ricoperti quindi di cartilagine
mentre i terzo distale no. La cartilagine che la riveste è fra le più spesse
del nostro corpo per via degli enormi stress meccanici, questa infatti
può arrivare allo spessore di 1 cm. In base alla forma di questa
superficie articolare cambia la forma del ginocchio, questo dipende
anche da quando la forma si incastra fra le ossa. Questo implica che se
la gamba è in estensione la rotula mantiene una certa mobilità mentre
se la gamba viene piegata la rotula si incastra fra i capi ossei e perde la
sua mobilità (tranne nei casi patologici).
ASSI DEL FEMORE
Esiste un asse meccanico (connette la testa del femore con il centro del ginocchio) che
contraddistingue la posizione del femore rispetto all’asse anatomico (segue la diafisi del femore).
Fra questi due assi esiste un angolo fisiologico di circa 6 gradi. Viene definito anche come angolo
Q o di valgismo fisiologico. Nelle persone esistono delle variazioni:
varismo in cui viene caricata maggiormente la componente mediale del ginocchio;
• valgismo dove invece è la componente laterale a subire un maggiore carico.
•
RAPPORTI
Ci sono in particolari due angoli:
l’angolo cervico-diafisario che permette la divisione del peso fra i due arti (peso che deriva
• dalla colonna), normalmente è fra i 120-135 gradi (nelle donne è più piccolo per via della pelvi
ampia, nei bambini arriva a 160 gradi). I casi patologici possono essere:
sotto i 120 si parla di coxa vara;
• sopra i 135 si parla di coxa valga;
•
l’angolo di antiversione del femore ossia indica la rotazione del collo femorale in avanti, questo
• angolo di solito è intorno ai 15-20 gradi. Viene misurato come l’angolo fra l’asse passante per i
condili e la linea che attraversa il femore.
VASCOLARIZZAZIONE DELLA TESTA DEL FEMORE
•
La disposizione dei vasi in questa zona ha molta rilevanza dal punto di vista clinico. La testa del
femore viene irrorata dall’arteria che passa insieme al legamento rotondo (per la fovea capitis) e
da quelle che derivano dal collo anatomico. In realtà la componente che entra per la fovea capitis
non è in gradi di tenere la testa vitale (nelle persone anziane spesso è occluso), quindi è tenuta in
vita soprattutto da quelli che derivano dalla linea intertrocanterica. In caso di rottura del collo del
femore la testa va incontro a necrosi e quindi dal punto di vista clinico si procede con la protesi
d’anca.
ARTICOLAZIONE
DELL’ANCA
È una enartrosi, le due superfici
sono rivestite di cartilagine ialina, è
presente una capsula articolare
rinforzata da importanti legamenti.
I capi articolari sono la testa del
femore e dall’altra parte l’acetabolo
(o cotile) che è formata da ileo 40%,
ischio 40%, e pube 20%. Questa è
un’articolazione molto stabile perché
le due superfici sono congruenti e a
rinforzo è presente un labbro
cartilagineo che aumenta la stabilità.
A livello dell’acetabolo si può
osservare un’incisura ed è chiusa dal
legamento acetabolare trasverso.
Solo la parte esterna a forma di auricola è cartilaginea ed è quindi una superficie articolare mentre
la parte centrale non ha superficie articolare ma si raffronta con la fovea cavitis grazie al
rivestimento di tessuto adiposo.
Il labbro acetabolare è una superficie fibro-cartilaginea a forma di C presente sull’acetabolo che
aumenta la superficie articolare di circa il 25%. Questa si continua con il legamento trasverso a
completare l’anello che circonda l’acetabolo.
CAPSULA ARTICOLARE
La capsula fibrosa forma un manicotto molto robusto che comprende anche il labbro cartilagineo,
Distalmente ha un comportamento diverso, infatti:
anteriormente arriva a prendere dentro tutto il collo anatomico fino alla linea intertrocabterica. Si
• può dire quindi che il collo anatomico anteriormente è tutto compreso nella capsula;
posteriormente si ferma più prossimalmente per via dei vasi, quindi solo i 2/3 prossimali del collo
• anatomico sono intracapsulari.
La capsula sinoviale si comporta come quella fibrosa, tranne per il fatto che quand al legamento
rotondo si forma un membrana sinoviale intorno al legamento rotondo in modo che il legamento sia
intraarticolare ma extrasinoviale.
I legamenti sono adesi alla capsula e servono da rinforzo precisi in certe posizioni,
anatomicamente si osserva una capsula molto spessa per via dei legamenti che si inseriscono a
questo livello.
LEGAMENTI
Sono:
l’ileo-femorale o del Bigelow o di Bertin, parte
• dalla zona dell’ileo e si apre come un ventaglio
prendendo tutta la linea intertrocanterica. Ha
una resistenza alla trazione molto alta, esso
copre la superficie articolare anterioremente e
evita la lussazione anteriore.
l’ischio-femorale che rinforza la capsula
• posteriormente. Parte dalla superficie
posteriore dell’acetabolo e con andamento
spiraliforme raggiunge il grande trocantere.
il pubo-femorale, è un legamento molto più
• debole. Si trova inferiormente e
posteriormente, prende la parte larga del ramo
superiore del pube e come un triangolo si
attacca alla parte caudale della linea
intertrocanterica. Contribuisce in parte alla
resistenza antero-laterale;
il legamento rotondo che connette da una parte la fossa acetabolare e dall’altra la fovea capitis.
• È un legamento che in realtà non ha una funzione di stabilità e quindi non si riesce a
comprendere a cosa serve.
il legamento acetabolare trasverso è quello che chiude inferiormente l’incisura acetabolare,
• rappresenta quindi il margine inferiore della fossa acetabolare. Non lo chiude tutto il canale ma
lascia un pertugio in modo che i rami che derivano dall’arteria otturatoria entrino nell’articolazione
andando a vascolarizzare la testa del femore.
il legamento orbicolare che non aiuta dal punto di vista della stabilità, è posto più
• profondamente rispetto agli altri legamenti ed è costituito da fibre circolari intorno al collo
anatomico e rinforzano la capsula creando un manicotto fibroso.
VALUTAZIONE DEI ROM
flessione di circa 110-120 gradi, quando aumenta molto si perde in stabilità;
• estensione molto bassa di circa 10-15 gradi;
• abduzione 30-50 gradi;
• adduzione 30 gradi;
• intrarotazione 30-50 gradi;
• extrarotazione 50-60 più grande per via
• dell’angolo di antiversione del femore.
TIBIA
La tibia è un robusto osso lungo che forma,
insieme alla fibula, lo scheletro della gamba.
È situata nella partE anteromediale della gamba
stessa. NelL’insieme la tibia presenta un leggera
convessità mediale, in alto, seguita da una
convessità laterale, in basso. È formata da:
un corpo che è più voluminoso in alto che in
• basso ed è prismatico triangolare, presenta tre
facce: laterale, mediale e posteriore, separate
da tre margini: anteriore, mediale e interosseo.
- La faccia laterale è concava in alto e
convessa in basso, dove volge
anteriormente.
- La faccia mediale è liscia e convessa e
corrisponde alla cute.
- La faccia posteriore è pure liscia e convessa e, nella parte superiore, presenta una linea
obliqua, la linea del muscolo soleo. Sotto alla linea, è visibile il foro nutritizio.
- Il margine anteriore origina in alto da un grosso rilievo, la tuberosità tibiale, che da inserzione
al legamento patellare. Prossimalmente e distalmente, il margine è smussato mentre nella
parte centrale è tagliente e può essere facilmente palpato attraverso i tegumenti.
- Il margine mediale è poco pronunciato, quello
interosseo (o laterale) è tagliente e da inserzione alla
membrana interossea.
una estremità prossimale che è molto voluminosa e
• sviluppata in sesno trasversale per la presenza dei due
condili, laterale e mediale. La faccia prossimale dei due
condili, rivestita da cartilagine ialina, costituisce la faccia
articolare superiore, che entra in contatto con i condili
femorali. Tra le facce superiori dei condili è presente un
rilievo, l’eminenza intercondiloidea, che è formato dai
due tubercoli intercondiloidei, laterale e mediale.
Anteriormente e posteriormente all’eminenza, si trovano
due superfici triangolari, le aree intercondiloidee, anteriore
e posteriore. Sulla faccia laterale del condilo laterale è
presente una piccola superficie rivolta in basso e rivestita
da cartilagine, la faccia articolare fibulare.
una estremità distale della tibia che è più piccola di
• quella prossimale e continua medialmente in una
sporgenza che si dirige in basso che prende il nome di
malleolo mediale. La faccia inferiore dell’estremità
presenta una superficie articolare concava in senso
anteroposteriore e divisa in due versanti da una cresta
sagittale, è la faccia articolare inferiore che corrisponde
alla troclea dell’astragalo. La superficie articolare
continua sulla faccia laterale del malleolo dove forma la
faccia articolare del malleolo mediale che corrisponde alla
faccia mediale dell’astragalo. Sulla faccia mediale del malleolo è
presente il solco malleolare che accoglie i tendini dei muscoli
flessori. Infine nella zona laterale dell’epifisi distale della tibia è
presenta l’incisura fibulare ricoperta di cartilagine articolare per
l’articolazione con la fibula.
FIBULA O PERONE
La fìbula (o perone) è un osso lungo che partecipa alla formazione
dello scheletro della gamba; è molto più esile della tibia e le è posta
lateralmente. Nella fibula si descrivono:
Il corpo della fibula ha una forma prismatica triangolare e presenta
• tre facce: laterale, mediale e posteriore, separate da tre margini:
anteriore, posteriore e interosseo. La faccia laterale è liscia e
arrotondata. La faccia mediale è percorsa da un rilievo
longitudinale, la cresta mediale, che continua con il margine
interosseo. La faccia posteriore è convessa in alto e piana in
basso; presenta il foro nutritizio. I margini della fibula sono molto
acuti, quello mediale è detto interosseo perché da inserzione alla
membrana omoni