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TONI CARDIACI
fase di diastole ventricolare: la pressione nel ventricolo è minore rispetto a quella nelle arterie.
• Questo comporta un piccolo flusso retrogrado che dilata le cuspidi e chiude le valvole arteriose.
In questa fase le valvole atrio-vntricolari sono ancora chiuse, esiste quindi una breve fase in cui
sono chiuse tutte le valvole cardiache;
apertura delle valvole atrio-ventricolari a cui segue il movimento del sangue che passa dagli
• atri ai ventricoli per una semplice differenza di pressione. A livello ventricolare il riempimento di
sangue (che aumenta la pressione) fa si che l’ultimo riempimento ventricolare sia data da una
contrazione degli atri (sistole atriale che contribuisce per il 20% al riempimento dei ventricoli).
Ciò avviene quando il ventricolo è in diastole;
fase di sistole ventricolare a cui segue la chiusura delle valvole atrio-ventricolari. In un breve
• periodo le valvole sono tutte chiuse ma il sangue essendo un liquido incomprimibile quando il
ventricolo si contrae determina un aumento di pressione
intraventricolare che aumenta fino a superare quella arteriosa e
portando all’apertura delle valvole arteriose.
AUSCULTAZIONE
Con la campana del fonendoscopio se sento, oltre al fisiologico “tum-
ta”, un soffio è possibile che sia un soffio fisiologico (spesso nella
popolazione giovane) o un soffio patologico. Per capire a livello di
quale valvola avvenga questo soffio utilizzo posizioni diverse di
auscultazione:
per ascoltare il flusso della tricuspide si pone il fonendoscopio nel
• quinto spazio intercostale destro;
per ascoltare il flusso della mitrale si pone il fonendoscopio nel quinto
• spazio intercostale sinistro;
per ascoltare il flusso della polmonare si pone il fonendoscopio nel
• secondo spazio intercostale sinistra;
per ascoltare il flusso della aortica si pone il fonendoscopio nel
• secondo spazio intercostale destro; STRUTTURA
EPICARDIO
Corrisponde al foglietto più esterno del cuore e viene anche definito foglietto viscerale della
sierosa pericardica. Esso riveste il cuore e le radici dei grossi vasi ed è formato da:
mesotelio, costituito da cellule con nucleo appiattito e secernenti, che contribuiscono alla
• formazione del liquido pericardico, quest’ultimo ha lo scopo di ridurre gli attriti dovuti ai
movimenti del cuore;
connettivo sub-epicardico che si trova al di sotto di una tonaca propria e al cui interno
• scorrono strutture vascolari e nervose. A questo livello si trovano anche le cellule che formano il
nodo senoatriale (posizione subepicardica);
ENDOCARDIO
Internamente il foglietto prende il nome di endocardio e riveste tutte le cavità cardiache, è più
spesso a livello dell’atrio sx e questo ispessimento è responsabile del colore biancastro. È
costituito da:
internamente dall’endotelio che si continua all’interno delle strutture vascolari.
• Quest’ultimo poggia su una tonaca propria che è costituita da connettivo ricco in fibre elastiche,
• grazie alle quali è possibile la variazione di volume delle camere cardiache.
al di sotto della tonaca propria si trova lo strato sub-endocardico dove scorrono le ramificazioni
• del tessuto di conduzione.
SCHELETRO FIBROSO DEL CUORE
Questa struttura è la zona che fornisce sostegno e
da attacco alle strutture muscolari e valvolari
cardiache. Si localizza fra gli atri e i ventricoli quindi
a livello del piano atrio-ventricolare. Più in
particolare alla zona di confine fra inserzione delle
valvole e tessuto muscolare.
È costituito da connettivo denso in modo che dia
sostegno alle altre strutture (in altri animali
ossifica).
Forma degli anelli che danno, insieme alle loro
ramificazioni, delle specifiche strutture:
anelli degli osti atrio ventricolari che hanno
• forma circolare e su cui si inseriscono le cuspidi
della mitrale e tricuspide. Internamente da
inserzione alle valvole mentre esternamente ai muscoli e presenta delle zone di interruzione;
a livello dei grossi vasi ossia all’inserzione delle cuspidi delle valvole aortiche e polmonari. La
• struttura ha tre punte e viene paragonata a una corona o a un cerchio a tre festoni. La polmonare
ha delle zone a punta verso il tronco della polmonare e tre mezzi cerchi verso il ventricolo di
destra che si incontrano in punte che danno inserzione alle cuspidi della valvola polmonare.
Esistono delle zone di continuità:
il trigono fibroso destro (collega l’anello mitralico e aortico con la zona del setto membranoso)
• e sinistro (collega l’anello mitralico con l’anello aortico);
il tendine del cono che ha forma triangolare con l’apice rivolto verso l’anello della polmonare e
• la base rivolta verso la zona della valvola aortica-ventricolo destro.
il setto membranoso che è la porzione membranosa del setto che separa le camere di dx e sx.
• Si trova al confine fra i due atri, fra atrio dx e ventricolo sx, e fra i due ventricoli. È una lamina di
tessuto fibroso che separa le camere cardiache e ha importanza perché dà passaggio alle fibre
di conduzione.
il corpo fibroso centrale come zona determinata dall’unione del trigono fibroso destro e del
• setto membranoso.
la cortina subaortica ossia la zona di
• continuità fra l’inserzione del lembo
antero-mediale della mitrale e la valvola
aortica.
Ha due principali funzioni:
garantire la discontinuità elettro-
• fisiologica fra il miocardio atriale e
ventricolare ad eccezione della zona di
passaggio del tessuto di conduzione.
supporto stabile ma deformabile per
• l’attacco del core fibroso delle valvole
atrio-ventricolari.
MIOCARDIO
La zona intermedia è occupata dal
miocardio ossia il tessuto muscolare
cardiaco, esso garantisce la contrazione di
atri e ventricoli, si può dividere in due
tipologie:
il miocardio comune o di lavoro che è un tessuto muscolari striato che presenta delle strie
• intercalari al confine fra le cellule, è circondato da connettivo interstiziale e si inserisce a livello
dello scheletro fibroso del cuore. Queste inserzione fanno si che la muscolatura atriale e
ventricolare costituiscano due sistemi differenti.
il miocardio specifico del tessuto di conduzione che divide i sistemi muscolari atriale e
• ventricolare.
Muscolatura atriale
È costituita da due tipi di fibre:
fibre trasversali che circondano (andamento simile al
• solco coronario) i due atri;
fibre verticali che rimangono all’interno dello stesso
• atrio, si inseriscono quindi da entrambi i lati sugli osti
atrio-ventricolari.
Muscolatura ventricolare
In questo caso si parla di formula di Winsolw e quindi di:
fibre che circondano entrambi i ventricoli dette fibre
• comuni che vengono classificati in:
- fibre anteriori con forma a spirale;
- fibre superiori sempre con forma a spirale;
- fibre suturali o interventricolari;
fibre che appartengono a solo un ventricolo dette fibre
• proprie o parietali che sono fasci ad ansa con la
convessità in corrispondenza del margine del ventricolo
(dalla zona del setto partono, si portano con un ansa
verso il basso per poi risalire.
SISTEMA DI CONDUZIONE
CARDIACO
Questo sistema è costituito da tessuto
miocardico specializzato che prende il
nome di miocardio specifico del
sistema di conduzione. A questo
tessuto si devono tutti i fenomeni di
nascita e trasmissione dell’impulso che
permette il battito ritmico del cuore e del
suo corretto funzionamento.
È formato sempre da cellule muscolari
striate, ma sono particolari in quanto
possiedono la capacità di generare una
depolarizzazione e che dal punto di vista microscopica sono distinguibili dal miocardio di lavoro, si
può dire quindi che sono sia microscopicamente che funzionalmente distinte dal miocardio di
lavoro. Queste fibre sono fibre organizzate in un sistema che vede:
il nodo senoatriale o di Keith-Flackf;
• il nodo atrio-ventricolare;
• il tronco comune del fascio di Hiss;
• la branca destra e sinistra;
• la rete del Purkinje;
•
Nodo senoatriale
Ha la forma di un disco appiattito del diametro di circa
10 mm che si colloca sul lato destro dello sbocco della
vena cava superiore in corrispondenza della parte alta
del solco terminale. Dal punto di vista microscopico le
cellule hanno un aspetto pallido (più pallide della
muscolatura di lavoro) e una disposizione a polipoide,
con una grossa presenza di connettivo interstiziale. È
vascolarizzato dall’arteria del nodo (ramo della
coronaria di destra che circonda la vena cava superiore
per poi andare a irrorare questa struttura in
localizzazione sub-epicardica) e al suo interno presenta
cellule simpatiche.
A questo livello nasce lo stimolo che indurrà la
contrazione del miocardio di lavoro, questo stimolo a
livello atriale viaggia attraverso delle vie preferenziali di
diffusione:
il tratto internodale anteriore, medio e posteriore che si portano dal nodo seno-atriale al nodo
• atrio-ventricolare con diversa localizzazione a livello dell’atrio destro (i nomi descrivono la
posizione);
il fascio di Bachmann che è invece interatriale, ossia porta lo stimolo della contrazione dall’atrio
• di destra a quello di sinistra.
Sistema atrio-ventricolare
Questo sistema è costituito dal nodo atrioventricolare o di Ashoff-Tawara o seno ventricolare e
dalle stazioni successive ossia le due branche e le fibre del Purkinje.
Il nodo atrio-ventricolare ha una forma ovoidale (con lunghezza di circa 6 mm e altezza di
circa3mm), esso si localizza a livello del setto interatriale nel triangolo di Koch. Le cellule che lo
compongono hanno un aspetto pallido e polipoide simile alle precedenti.
Da qui lo stimolo viaggia attraverso il tronco comune del fascio di Hiss che ha lunghezza di circa
1 cm e larghezza di circa 2 mm. Questo decorre sul lato destro del trigono fibroso destro che
attraversa, trova il setto membranoso e qui si divide ad angolo acuto a cavallo della porzione
muscolare del setto inter-ventricolare dando la branca di destra e la branca di sinistra.
La branca destra ha forma cilindrica, uno spessore di 2mm e si posizione sulla zona destra del
setto inter-ventricolare fino ad incontrare
la trabecola setto-marginale,
passandoci attraverso si divide nelle
sue branche terminali. La branca di
sinistra è più appiattita, si localizza sul
versante sinistro del setto inter-
ventricolare e si suddivide in un ramo
anteriore e in uno posteriore che si
portano verso la base dei muscoli
papillari.
Le ramificazioni terminali di entra