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APPARATO CIRCOLATORIO E SANGUE
Alla fine della terza e inizio quarta settimana si cominciano ad osservare i
precursori delle cellule del sangue nel mesoderma extraembrionale che
avvolge il sacco vitellino. Questo mesoderma è formato sia da cellule
epiteliali che da mesenchima. Le cellule mesenchimali della
splancnopleura formano degli aggregati che prendono il nome di isole
sanguigne, che sono destinate a dare origine a due tipi di cellule:
le cellule più esterne daranno vita a cellule endoteliali
• le cellule più interne daranno vita a cellule emopoietiche e ai primi globuli
• rossi nucleati.
Circa un settimana dopo a partire dai derivati del
mesoderma laterale che compongono la parete
esterna della splancnopleura, che si trova fra gonadi
neoformate e mesonefro e l’aorta dorsale, si forma
un nuovo tessuto emopoietico chiamato AGM.
Le cellule dell’AGM entrano all’interno dell’aorta
dorsale e vanno a costituire parte della parete nella
sua parte ventrale. Qui indotte dalla circolazione sanguigna diventano cellule del sangue e ad
entrare in circolazione. Man mano le cellule dell’AGM prolificano e alcune che mantengono le
proprietà staminali raggiungono il fegato. Nel fegato giungono anche cellule ematopoietiche che
arrivano dal sacco vitellino, qui nel fegato tutte le cellule emopoietiche prolificano e comincia la
produzione di sangue. Più recentemente si è visto che alcune cellule emopoietiche si formano
anche nella placenta ma anche queste migreranno nel fegato
che rappresenta il tessuto emopoietico fetale.
A circa 3 mesi l’attività emopoietica del sacco vitellino e
dell’AGM è spenta. Il fegato è quindi il principale organo
emopoietico anche se la milza che si è appena formata
contribuisce a questo processo. Gradualmente a partire da
4-5 mesi alcune cellule emopoietiche migrano dal fegato al
midollo osseo e quindi durante la parte fetale il midollo osseo
diventa sempre più importante tanto che dopo la nascita
diventerà l’unico organo emopoietico. In base all’organo
ematopoietico che forma i globuli rossi vengono a essere
utilizzate catene diverse di emoglobina.
Le cellule del sangue che originano dal processo
emopoietico inizialmente vengono prodotti quasi
esclusivamente eritrociti, successivamente
vengono prodotti linfociti della linea mieloide
(granulociti, monociti). Solo durante la vita fetale
cominciano ad essere prodotti i progenitori linfoidi
e i linfociti. L’apparato circolatorio deriva da cellule
del mesoderma laterale e mesoderma
extraembrionale che si chiamano
angioblasti. Derivano dalla porzione
vicino alla splancnopleura, queste
cellule formano degli aggregati che si
fondono fra loro formando una rete di capillari primitivi che si possono osservare già alla fine della
terza settimana. Anche le isole sanguigne del sacco vitellino contribuiscono alla formazione di
questa rete. Quindi abbiamo dei capillari embrionali (derivanti dal mesoderma laterale) e dei
capillari extraembrionali (derivati dal sacco vitellino) che però si uniscono a formare un’unica
struttura.
Quando comincia la circolazione questa rete primitiva subisce una modificazione dovuta al
differenziamento di alcuni vasi per la proliferazione del loro endotelio. Inoltre a partire dal
mesenchima circostante si formano le tonache che avvolgono questi capillari. Quindi alcuni dei
vasi che erano capillari per effetto della pressione si ha un differenziamento che porta alla
formazione di vasi di calibro maggiore (vene o arterie).
Alcuni dei vasi primordiali in cui la circolazione non è efficiente invece vanno incontro a
degenerazione, si ha quindi una semplificazione della rete vascolare. Dai vasi di calibro
maggiore si originano nuovi capillari, questo processo si definisce angiogenesi e permette la
connessione dei vasi di calibro maggiore.
Durante questo processo si formano due grossi vasi sanguigni appena sotto la notocorda ai due
lati. Sono le due aorte dorsali che si formano prima dell’inizio
della circolazione quindi inizialmente sono composti solo da
cellule endoteliali, successivamente nella parte posteriore
andranno a fondersi posizionandosi sotto la notocorda.
Rimangono quindi unite posteriormente e distaccate
anteriormente. Prima della divisione dalle aorte si staccano delle
cellule che si posizionano ventralmente e che andranno a formare
un grosso vaso a destra e una a sinistra che saranno i precursori
delle vene cardinali che sono vene embrionali.
Il cuore origina da una porzione di
mesoderma laterale che migra molto
anteriormente andando a porsi più
avanti della membrana buccale
formando un struttura a semiluna.
Questo mesoderma cardiogenico
andrà a formare la parete del celoma,
poi da qui si distaccano delle cellule
mesenchimali che migrano verso
l’endoderma dove formano due
aggregati che formano delle cavità e
quindi assumono una struttura tubulare,
il loro nome è tubi endocardici.
Rappresentano i precursori del cuore
ma il tubo di destra non dà origine alla
parte destra del cuore.
Successivamente avviene il
ripiegamento dell’embrione e avviene la
fusione delle due cavità celomatiche e i
due tubi endocardici si trovano avvolti
dalla splancnopleura in una struttura sospesa nella cavità celomatica che sarà
destinata a diventare la cavità pericardica. I due tubi endocardici si trovano a
stretto contatto fino alla fusione in un unico tubo cardiaco e le cellule
endoteliali che li compongono diventeranno l’endocardio.
Le pareti della splancnopleura che riveste il tubo cardiaco cominciano a
differenziarsi in cellule muscolari striate cardiache cominciando a formare il
miocardio. Il tubo cardiaco rimarrà sospeso nella cavità e sarà collegato dal
mesocardio dorsale.
Il ripiegamento corporeo comporta che il cuore passi dalla parte più anteriore
dell’embrione a una regione ventrale più mediale. Inoltre
questo produce una rotazione del tubo cardiaco che
quindi inverte la sua polarità.
La parte anteriore del cuore forma una connessione,
una a destra e una a sinistra, con le aorte. si forma un
ansa dall’aorta verso il tubo cardiaco che prende il
nome di primo arco aortico. Se ne formano uno per
aorta e quindi ce ne sono due.
Posteriormente invece il tubo cardiaco si connette alle vene cardinali e a
una serie di vasi che derivano dal sacco vitellino e dal mesoderma
extraembrionale che unendosi formeranno le vene vitelline e le vene
ombelicali.
Il tubo cardiaco successivamente comincia a restringersi in
alcuni punti, queste strozzature definiscono delle camere
cardiache primitive.
Nella parte posteriore è presente un cono venoso diviso in
due corni venosi una a destra e uno a sinistra che si
connettono alle vene.
Anteriormente al cono venoso è presente l’atrio primitivo
(prenderà parte nell’origine di entrambi gli atri) e ancora più
anteriormente è presente il ventricolo primitivo (formerà
ventricolo sinistro). Infine la struttura più anteriore da cui
spuntano i due archi aortici si chiama bulbo cardiaco (ne
deriveranno ventricolo destro ma anche parte dell’arteria
polmonare e la parte iniziale dell’aorta).
Nel cuore primitivo le cellule più interne sono cellule
endoteliali, nello strato successivo si trovano le cellule della
splancnopleura che stanno differenziando in miocardio.
Attorno a queste cominciano a migrare le cellule del mesotelio
che derivano dalla cavità perocardica.
Si forma quindi uno strato più esterno che si chiama
epicardio. Si viene a formare inoltre fra l’endocardio e il
miocardio uno strato di matrice extracellulare ricca in acido
jaluronico chiamata gelatina cardiaca ed è priva di cellule.
La cavità pericardica viene divisa dal resto del celoma dalla
formazione di una serie di divisioni di cui una forma il setto
trasverso che divide il celoma anteriore da quello posteriore.
Questo parteciperà alla formazione del muscolo diaframma.
Il mesocardio dorsale che tiene sospeso il cuore nella sia cavità si
fora per cui si ha la circolazione del fluido contenuto nella cavità
pericardica tutta intorno al tubo cardiaco.
A circa 24 giorni le cellule del miocardio finisco di differenziarsi e si
forma il vero e proprio miocardio che comincia a battere facendo
cominciare la circolazione del sangue.
Il sangue circola in tre zone diverse: nell’embrione propriamente
detto, nel sacco vitellino e nella placenta o chorion. Queste parti
sono tutte connesse fra loro ma ognuna ha una circolazione
propria:
la circolazione vitellina. I capillari che sono presenti nel sacco vitellino derivano dalle isole
• sanguigne, alcuni di questi poi si allungheranno e contatteranno l’embrione nel cono venoso del
cuore diventando vene vitelline. Il sangue che arriva al sacco vitellino deriva dall’embrione ed è
portato dalle arterie vitelline che derivano da una diramazione delle aorte dorsali. Questa
circolazione è un residuo evolutivo in quanto nel sacco vitellino in alcuni animali si forma il tuorlo
che andrà a comporre parte dell’uovo. Nell’uomo è una struttura
poco sviluppata che è destinata a sparire.
la circolazione placentale. I capillari della placenta derivano dal
• mesoderma extraembrionale, con un processo simile a quello
delle isole sanguigne, che circonda completamente la cavità
coriale. Parte di questi capillari penetra nell’embrione attraverso il
peduncolo embrionale e forma le vene ombelicali che si
congiungono al cono venoso del cuore, nonostante siano vene
portano il sangue ossigenato e ricco di nutrienti. Questo perché a
livello della placenta l’anidride carbonica e gli scarti passano nel
sangue materno mentre i nutrienti e l’ossigeno nel sangue del
feto. Il sangue poi dall’embrione tornerà alla placenta grazie alle
arterie ombelicali sempre attraverso il peduncolo embrionale.
Questa circolazione permette il nutrimento del feto.
la circolazione embrionale. Nell’embrione sono presente le due
• aorte dorsali inizialmente da due archi aortici primitivi ma successivamente se ne formano altre
di queste strutture grazie a dei bypass. Il sangue dal cuore fluisce negli archi aortici e in parte
nelle arterie che dagli archi aortici vanno nella parte anteriore del corpo dove
contattano il SNC grazie a dei capillari che poi confluiscono in due vene
cardinali anteriori. Nella parte posteriore le due aorte danno origine (oltre
alle arterie vitelline e ombelicali) danno origine a una serie di strutture capillari
intorno ai vari organi. Questi capillari poi vanno a confluire nelle vene
cardinali posteriori. La v