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INGLESE TEDESCO SVEDESE ISLANDESE GOTICO *GER.COM. *INDOEU. LATINO

Fish Fisch Fisk Fiskur Fisks Fiskaz Piskis Piscis

Foot Fuss Fot Fotur Fotus Fo:tuz Pods/peds Ped-em

ʰ

Guest Gast Gäst Gestur Gasts Gastiz g ostis Hostis

Eye Auge Öga Auga Augo Awy-an Owk- Ocu-lus

Ear Ohr Öra Eyra Auso Awzo Aws- Aur-is

Mouse Maus Mus Mus Mus Mu:s Mu:s-s Mus

Cold Kalt Kald Kaldur Kalds Kal-daz Gal-t-os Gel-i-dus

ʰ

Mid(dle) Mittel Mid- Mið- Midijs miðjaz med ios Medius

Night Nacht Natt Nott Nahts Naxtz Nokt-s Noct-em

tooth zahn tand tönn Tunþus tunþuz Dnt-s Dent-em

Per quanto riguarda le consonanti:

1. La I rotazione consonantica: primo passaggio

Il sistema consonantico del germanico prevede le consonanti occlusive. Le consonanti occlusive

dell’indoeuropeo, che noi possiamo ricostruire, sono divise per modo e luogo di articolazione.

P > (Ф) f [*pisk- (>*Фisk-) > *fisk- ] (fish)

Ɵ Ɵ

t > [*trej-es > * rīiz] (three)

k > x [*ka’put > *xaßuð] (head)

ʷ ʷ ʷ ʷ

k > x [*k is > x iz] (who)

ʷ

p, t, k, k : si oppongono solo per il loro luogo di articolazione: bilabiale per la p, alveolare (o

ʷ

dentale) per la t, velare per la k, velare seguito da una appendice labiovelare per la k (che quindi

viene chiamata labiovelare). Queste 4 occlusive si trovano in indoeuropeo e in germanico mutano

tutte coerentemente secondo un principio generale facilmente affermabile: si tratta della perdita

della occlusione : le occlusive si trasformano in fricative. Il passaggio non avviene in maniera

ʷ

perfetta. Il passaggio perfetto lo troviamo solo per la velare k e per la labiovelare k . In

corrispondenza dell’occlusiva velare k nella riga delle fricative si trova il fonema x (fricativa velare

sorda, pronuncia russa).

L’occlusiva bilabiale p, una volta eliminata l’occlusione, dovrebbe trasformarsi nella fricativa

bilabiale sorda Ф. La f che ha sostituito Ф è invece una fricativa labiodentale: nella pronuncia di Ф

è stato aggiunto un aiuto da parte dai denti per rendere più chiara l’articolazione. È così che la

parola dell’indoeuropeo *pisk- ha dato il germanico (>*Фisk-) e poi *fisk- (sempre all’interno del

germanico comune) e poi è la f rimasta fino nelle lingue moderne, come l’inglese fish.

Qualcosa di analogo è successo per la occlusiva alveolare sorda t. La sua fricativa corrispondente

Ɵ

dovrebbe essere più che la (interdentale) la s (fricativa alveolare), ma l’indoeuropeo aveva già il

fonema s, esistevano molte parole con la s, per cui si sarebbero confuse ed il parlante

dell’indoeuropeo, che si stava trasformando in germanico, ci teneva a mantenere la distinzione tra la

vecchia s e la nuova fricativa che tendeva a diventare s e quindi l’ha trasformata nella fricativa

interdentale. Il germanico *trej-es (da cui deriva il latino trees, che è diventato l’italiano tre). La

Ɵ

forma germanica * rīiz è quella che ha dato l’inglese moderno three, dove la fricativa interdentale

Ɵ sorda si sente ancora benissimo.

Il passaggio di k in x è perfettamente regolare come abbiamo visto prima.

ʷ ʷ

Il caso di k è parallelo in x . A livello del germanico comune il suo esito rimane inambiguo e in

ʷ

inglese moderno molto spesso questa radice x è stata resa mettendo la h dopo la w.

Ci sono parole dell’indoeuropeo che in realtà sono parole che abbiamo ancora in italiano tramite il

latino: pischera (pesce), trejes (tre), caput (capo), quis (chi). Le parole inglesi e quelle italiane

hanno dunque la stessa origine nonostante oggi la loro forma sia diversa da non permettere una

facile sovrapposizione.

Una cosa importante da ricordare di questa I rotazione consonantica è che ci sono delle eccezioni in

cui non si applica.

pt > ft [*kapt- > *xaft]

kt > xt [ *nokt- > *naxt-]

sp > sp [*speiw- > *spīw-]

ʰ

st > st [*g ostis > *gastiz]

sk > sk [*piskis (>*fiskis) > *fiskaz]

Ɵ Ɵ Ɵ

**f , **x , **sf, **s , **sx (forme non attestate e non corrette)

Ad esempio, la k di pisk- non si è trasformata in x (fricativa velare).

Gli esiti di questa rotazione consonantica, cioè del passaggio delle occlusive sorde dell’indoeuropeo

in fricative sorde del germanico, non può avere come esito due fricative a contatto. Laddove c’erano

due occlusive a contatto, e i due gruppi attestati sono solo pt e kt, si sono trasformati solo nel loro

primo elemento: la rotazione ha cominciato ad agire per il primo elemento, ma non è proseguita nel

secondo perché altrimenti avremmo avuto due fricative consecutive, più difficile da pronunciare.

La radice *kapt- , radice che ha dato l’italiano captare, ma anche accattare o catturare (tutte forme

che derivano dalla radice latina, con significato di impadronirsi o afferrare) ha dato il germanico

*xaft, che oggi in inglese non è conservato, mentre in tedesco si, e ha il significato di prendere in

custodia un prigioniero e tenerlo perché è catturato. Il concetto del catturato rimane sempre nella

radice della parola.

Nel caso *nokt- > *naxt- , in cui si è verificato anche il cambiamento di vocale, come consonante

l’esito del tedesco moderno nacht è identico alla forma del germanico comune. Una cosa diversa è

invece la forma inglese night, che ha subito tanti altri sviluppi.

Abbiamo poi delle radici che contengono le consonanti sp, st, sk. La s è l’unica fricativa attestata in

indoeuropeo, i gruppi con cui si lega a una consonante occlusiva sono soltanto con consonante

occlusiva seguente e l’esito è che questi gruppi rimangono invariati. Ecco perché l’italiano stare

corrisponde all’inglese stay e al tedesco stehen.

Abbiamo la forma *speiw- che ha dato *spīw- , il cui valore originario era sputare, vomitare

ʰ

emettere. La radice st la troviamo in *g ostis. Questa parola la troviamo nel latino hostis, che dato

l’aggettivo ostile in italiano (la parola significava nemico). Questa stessa radice ha dato in

germanico la parola *gastiz, che dà il tedesco moderno gast e l’inglese moderno guest, con il

significato di amico. Questa radice ci permette di stabilire che il significato che può aver unito

nemico e ospite è quello di straniero, in cui i romani, essendo una popolazione stanziale, vedono lo

straniero come nemico, mentre quelle germaniche (nomadi) vedono lo straniero come un ospite, che

può essere non ostile, ma benvenuto.

Con il gruppo sk abbiamo la parola *piskis (>*fiskis) . Nel passaggio al germanico *fiskaz si

verifica un cambiamento di desinenza dalla is alla az. Tale cambiamento è dovuto alla morfologia, è

un cambiamento di flessione.

La I rotazione consonantica: secondo passaggio

ʰ

b > p [*d ewb- > *dewp-]

d > t [*dwoj > *twaj]

g > k [*’g n-om > *kurn-aⁿ]

ʷ ʷ ʷ ʷ

g > k [*g em- > k em-]

L’esito di queste consonanti indoeuropee è in germanico quello delle occlusive sorde che abbiamo

perduto. Si tratta anche in questo caso di una perdita: le consonanti occlusive sonore perdono la

sonorità trasformandosi nelle sorde corrispondenti, che erano scomparse dalla lingua e che quindi si

ricreano: si creano nuove consonanti occlusive sorde che corrispondono alle sonore indoeuropee.

Il caso più raro è quello della b che si trasforma in p, per la quale abbiamo difficoltà a trovare

esempi che siano propriamente indoeuropei. L’aggettivo *dewp- è quello da cui deriva l’inglese

deep.

Il passaggio di d in t è evidente nella radice *dwoj , che ha dato il latino duo da cui l’italiano due, e

che ha dato la radice germanica *twaj, da cui deriva l’inglese moderno two. Questo spiega perché la

t dell’inglese two corrisponde alla d dell’italiano due. ṛ

Il terzo passaggio è quello della consonante velare sonora g in k , per cui la radice *’g n-om >ha

dato la forma *kurn-aⁿ in germanico comune, che ha dato l’inglese moderno corn, che corrisponde

alla parola italiana grano.

ʷ ʷ ʷ

Infine la radice g ha dato k del germanico. La radice *g em- in latino ha preso un suffisso

gwem-jo diventando uenio che ha dato in italiano vegno (forma dialettale) / vengo (forma standard)

ʷ

e che corrisponde alla radice k em- che ha dato l’inglese moderno (to) come. Il verbo come

dell’inglese moderno è lo stesso verbo del venire dell’italiano, avendo lo stesso identico significato.

La I rotazione consonantica: terzo passaggio

ʰ ʰ Ɵ

b > b/ β [*’b ra:te:r > *bro: e:r] brother

ʰ

d > d/ð [*drew- >*trew-] true

ʰ ʰ

g > g/ γ [*’g ostis > *’gastiz] guest

ʰʷ ʷ ʷ ʰʷ ʷ

g > g /γ [*g nt- > *g unð-] Gunt-her

Il terzo passaggio presenta una serie di consonanti occlusive che non abbiamo più nelle lingue

indoeuropee della parte europea. Nel gruppo delle lingue indiane troviamo ancora queste forme di

consonanti occlusive con appendice aspirata. Bharati è il nome dell’India nella stessa lingua.

Le consonanti occlusive sonore aspirate perdono l’aspirazione andandosi a trasformare nelle

occlusive sonore semplici che si sono trasformate nelle occlusive sorde. Per questo si parla di

rotazione consonantica: dopo il primo passaggio, la seconda serie si sostituisce alla prima che è

scomparsa e la terza si sostituisce alla seconda che è scomparsa. Nella terza serie il passaggio si

verifica come occlusiva in una posizione di articolazione più forte e di fricativa in una posizione più

debole. La posizione forte è normalmente ad inizio di parola o in posizione post-nasale, la posizione

sempre debole è intervocalica o la finale post-vocalica.

ʰ ʰ ʰ ʰʷ ʷ ʷ

Questa alternanza b > b/β , d > d/ð , g > g/ γ , g > g / γ è un’alternanza, non

propriamente di fonemi, che da origine a unico fonema che si può trovare come b/β a seconda della

posizione. Quindi b/β sono varianti posizionali e sono definite allofoni (suoni nettamente distinti

ma che nella det. lingua sono varianti posizionali di un unico fonema) .

ʰ Ɵ

[*’b ra:te:r > *bro: e:r] ha dato in inglese moderno brother

[*drew- >*trew-] true

ʰ

[*’g ostis > *’gastiz] guest

ʰʷ ʷ

[*g nt- > *g unð-] : questa parola non si trova nelle lingue germaniche moderne ed in tedesco

rimane nelle parole tipo Gunt-er, che vuole dire l’esercito della battaglia.

Esempi in posizione debole:

ʰ ʰ

b > b/β [*lewb -> *lew β-] da cui deriva la radice dell’inglese love

ʰ ʰ

d > d/ð [*rowd - >*rawð-] red

ʰ ʰ

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher glr06 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Lozzi Gallo Lorenzo.