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Diversità procariotica
La tassonomia batterica è la disciplina che permette di
identificare e classificare i batteri, importante esigenza pratica
di cui necessitano i microbiologi sia clinici sia industriali,
agrari e ambientali. Nel 1923 David H. Bergey e alcuni
collaboratori scrissero per iniziativa della Società Americana dei
Ameri- can Society for Microbiology
Batteriologi (l’attuale ) il
Bergey’s Manual of Determinative Bacteriology , un trattato
tassonomico sui procarioti che è stato in seguito continuamente
aggiornato (9 edizioni) fino a divenire il testo di riferimento in
batteriologia. Nel 1984 è stata prodotta la prima edizione del
Bergey’s Manual of Systematic Bacteriology (Manuale Bergey di
Batteriologia Sistematica) in 4 volumi articolata in classi e
Gracilicutes Firmicutes Tenericutes Mendosicutes
divisioni ( , , e )
Procaryotae
che formavano il Regno dei Procarioti ( ). La seconda
edizione è un’opera articolata in 5 volumi che descrive le
proprietà dei batteri e presenta un ordinamento gerarchico nella
tassonomia generalmente accettato come riferimento standard per
l’identificazione dei batteri.
I procarioti sono raggruppati tassonomicamente sulla base
dell’analisi filogenetica (tassonomia filetica, cioè basata su
affinità evolutive), integrata con la tassonomia convenzionale
(fenetica, ovvero basata sulla reciproca similarità dei caratteri
fenotipici). Tale impostazione sistematica si deve alle
acquisizioni filogenetiche di questi ultimi due decenni, che
hanno fortemente influenzato la tassonomia biologica e
batterica: attraverso studi sull’evoluzione biologica, che
utilizzano metodi molecolari come la comparazione delle
sequenze degli acidi nucleici (RNA ribosomiale, RNA messaggero e
DNA) e l’analisi delle sequenze dell’RNA ribosomiale, sono state
acquisite evidenze che hanno portato all’individuazione di tre
linee cellulari fra loro distinte dal punto di vista evolutivo
(albero filogenetico).