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Due i modelli principali volti alla comprensione psicodinamica del disturbo narcisistico di
personalità sono:
Heinz Kohut (Vienna, 1913 – Chicago, 1981) Psicanalista austriaco, considerato il
Ø caposcuola della “psicologia del Sé’’.
Gli individui narcisisticamente disturbati si sono arrestati, da un punto di vista
• evolutivo, ad uno stadio in cui hanno bisogno di specifiche risposte dal loro
ambiente per mantenere un Sé coeso. Delle ricerche fatte con dei pazienti
ambulatoriali si è visto che hanno un funzionamento relativamente buono e che
possono permettersi di seguire una psicanalisi;
Questo disturbo è diverso dal borderline;
• Tendono ad interiorizzare delle eventuali funzioni mancanti;
• Il sé non è difensivo;
• L’aggressività risulta essere secondaria rispetto alla ferita narcisistica;
• Accetta l’idealizzazione come fase normale dello sviluppo che compensa una
• struttura psichica mancante;
In mancanza di tali risposte provenienti dall’ambiente questi individui tendono ad
• una frammentazione del Sé.
Questo stato di cose veniva spiegato come il risultato di fallimenti empatici dei
• genitori. I genitori non hanno risposto alle manifestazioni di esibizionismo del
bambino con validazione e ammirazione
Teoria del doppio asse Tutti noi abbiamo bisogno, nel corso della vita, di
à
• risposte di tipo oggetto-Sé da parte di coloro che ci circondano. Noi trattiamo gli
altri non come individui separati, ma come fonti di gratificazione per il Sé. 8
p. Massimo Vigna-Taglianti
La funzione difensiva Kohut
à
Kohut pone l’attenzione all’interiorizzazione di funzioni mancanti e si
Ø concentra sul desiderio infantile di certe risposte genitoriali;
Kohut considerava il Sé narcisista sostanzialmente non difensivo: un
Ø Sé semplicemente bloccato nel corso dello sviluppo(ambino nel
corpo di un adulto).
L’aggressività rappresentava un fenomeno secondario, una risposta
Ø comprensibile alle mancanze genitoriali.
Ugualmente l’invidia non sembrava avere alcun ruolo centrale.
Ø L’idealizzazione nel transfert rappresentava la riedizione di una
Ø normale fase evolutiva; non un atteggiamento difensivo, ma un
modo di compensare una struttura psichica deficitaria. 9
p. Massimo Vigna-Taglianti
Tecniche psicoterapeuticheà Kouht
Idealizzazione come normale bisogno evolutivo;
n Empatia è importante come reazione comprensibile alle mancanze dei
n genitori;
Resistenze viste come attività psichiche che salvaguardano il sé;
n Importante è l’esperienza del paziente positiva;
n Sottolinea il progresso del paziente;
n Il fine del trattamento è quello di aiutare il paziente a superare il bisogno
n di oggetti-sé arcaici e ad acquisire la capacità di usare oggetti-sé più
maturi e appropriati. 10
Otto Kernberg (Vienna, 1928) Psichiatra e psicanalista austriaco, con
Ø cittadinanza americana.
Basa la sua teoria sullo studio di pazienti ambulatoriali e ricoverati;
• individui primitivi, aggressivi, arroganti con un’intensa grandiosità che
coesiste con timidezza.
Trova che l’organizzazione difensiva della personalità narcisistica è
• simile al disturbo di personalità borderline, diverso da Kohut.
Distingue il disturbo narcisistico sulla base del Sè grandioso, integrato,
• ma patologico. Questo sé grandioso è formato da un sé ideale, oggetto
ideale, e un sé reale.
I pazienti con disturbo narcisistico si identificano nelle loro idealizzate
• immagini di Sé al fine di negare la loro dipendenza dagli oggetti esterni
e dalle loro immagini interne e contestualmente negando gli aspetti
inaccettabili delle proprie immagini proiettandoli negli altri.
Si ha un livello di funzionamento più regolare rispetto al borderline, la
• debolezza dell’io è quindi molto meno comune che nei borderline.
Si da importanza all’invidia e all’aggressività;
• L’idealizzazione di una difesa contro la rabbia, l’invidia, il disprezzo e la
• svalutazione 11
p. Massimo Vigna-Taglianti
La funzione difensiva Kernberg
à
Kernberg considerava il Sé narcisista, patologicamente
Ø grandioso, come una difesa contro l’investimento negli altri, in
particolare contro la dipendenza dagli altri.
L’aggressività rappresentava un fattore primario; livelli
Ø eccessivamente elevati di questa, portano il paziente narcisista
ad essere distruttivo verso gli altri.
L’invidia occupava un ruolo centrale, gli individui narcisisti
Ø sono portati a confrontarsi perennemente con gli altri, soffrono
di sentimenti di inferiorità che li portano a svalutare gli altri,
nel tentativo di gestire l’impoverimento del mondo interno
delle rappresentazioni oggettuali.
L’idealizzazione era vista come una difesa contro una serie di
Ø sentimenti negativi come rabbia, invidia, disprezzo e
svalutazione. 12
p. Massimo Vigna-Taglianti
Tecniche psicoterapeuticheà
Kernberg
L’idealizzazione come una difesa;
n Aiuta il paziente a comprendere il proprio contributo nelle problematiche
n relazionali;
Resistenze come manovre difensive;
n Esamina sia gli oggetti positivi che quelli negativi dell’esperienza del
n paziente;
Sottolinea l’invidia e come essa ostacola il paziente nel riconoscere e
n richiedere aiuto;
Il fine del trattamento è quello di aiutare il paziente a sviluppare la colpa e
n la preoccupazione. 13
I due approcci: Kohut vs.
Kernberg
Ancora oggi la controversia si mantiene attuale, con pazienti
Ø che sembrano rientrare meglio in un contesto o nell’altro.
disturbo
L’ampio spettro di pazienti abbracciato dal termine
Ø narcisistico di personalità può richiedere più di una prospettiva
teorica a fini esplicativi.
La spiegazione più equilibrata consiste probabilmente nel
Ø considerare il modello di Kohut come un aspetto particolare
all’interno della più generale teoria di Kernberg, fondata
sull’integrazione della psicologia dell’Io e della teoria delle
relazioni oggettuali. (Glassman, 1988). 14
p. Massimo Vigna-Taglianti
Altri contributi teorici
Rinsley (1980, 1984, 1985, 1989)
Ø
Collega l’origine del disturbo al quadro evolutivo della Mahler. Il paziente
borderline soffre per un arresto di entrambi i sottoprocessi di separazione e
individuazione; il paziente narcisista (diverso dal borderline) è caratterizzato
da una dissociazione evolutiva di tali sottoprocessi: l’individuazione si è potuta
sviluppare mentre la separazione è stata bloccata, separata psicologicamente
dalla madre ma in ogni evoluzione ha bisogno di lei.
Rothstein (1980)
Ø un vissuto di perfezione
Definisce il narcisismo come , aspetto universale della
psiche umana. Questa condizione può essere integrata con un Io sano o
patologico; è la natura dell’Io che determina se il narcisismo è patologico o
sano.
Modell (1976)
Ø
Un bozzolo che è rappresentato da un’illusione di autosufficienza onnipotente,
rafforzata da fantasie grandiose avviate da una madre che aveva un’immagine
esagerata delle capacità del proprio bambino. La facciata non comunicante e
non relazionata riflette la paura della fusione da cui il paziente deve difendersi.
15
p. Massimo Vigna-Taglianti
La teoria dell’attaccamento fornisce un quadro teorico di
Ø riferimento che considera il narcisista inconsapevole come un
individuo dotato di insufficienti capacità mentalizzanti (non
*
riesce a capire gli altri), che non è in grado di entrare in
sintonia con le menti di altre persone e di comprendere
l’impatto che ha sugli altri. Anche il narcisista ipervigile
(interpreta in modo sbagliato le esperienze degli altri)
manifesta problemi di mentalizzazione, tendendo ad
interpretare in maniera non corretta le esperienze degli altri.
mentalizzare = comprendere il pensiero proprio e altrui è
(
rappresentazionale, astratto, e che il comportamento proprio e
altrui è motivato da emozioni e sentimenti
) 16
p. Massimo Vigna-Taglianti
Approcci terapeutici
Psicoterapia individuale e psicoanalisib:
Il trattamento
Sia Kohut sia Kernberg credevano che la psicoanalisi fosse il trattamento
Ø di scelta per la maggior parte dei pazienti.
I suggerimenti tecnici specifici dei due autori differiscono, riflettendo le loro
Ø differenti concettualizzazioni teoriche.
Se per Kohut l’empatia era il punto chiave delle tecnica, al fine di riattivare
Ø una fallita relazione genitoriale; Kernberg privilegiava, in generale, un
approccio molto più dialettico dove tratti quali l’avidità e la mancanza di
impegno tipici del disturbo dovevano essere analizzati partendo dal loro
impatto sugli altri; in particolare il terapeuta doveva focalizzarsi sull’invidia e
su come essa impedisca al paziente di ricevere aiuto o di riconoscere l’aiuto
ricevuto. 17
p. Massimo Vigna-Taglianti
La tecnica secondo Kohut
L’accento posto sulla necessità di empatizzare con il paziente non
Ø prevede una tecnica prevalentemente supportiva.
L’analista dovrebbe interpretare, e non gratificare, il bisogno del paziente di
Ø essere confortato.
Considerava fondamentale l’osservazione dei segni di frammentazione del
Ø Sé che potevano emergere nel corso della seduta, focalizzandosi sull’evento
precipitante piuttosto che sul contenuto della frammentazione.
Pensava che il paziente avesse sempre ragione, non dava interpretazioni
Ø alle parapressi mostrando sempre attenzione alla vulnerabilità del paziente
verso il senso di vergogna.
Kohut ha sottolineato l’importanza di rilevare l’aspetto positivo
Ø dell’esperienza del paziente evitando commenti che potessero essere
vissuti come duramente critici. 18
p. Massimo Vigna-Taglianti
Critica alla teoria di Kohut
La riduzione di tutta la psicopatologia a deficienze empatiche da parte
1. dei genitori, come semplicemente colpevolizzante verso i genitori e
perchè ignora la centralità del principio psicoanalitico della
sovradeterminazione. vicino all’esperienza
L’enfasi posta sulla necessità di stare nella tecnica
2. terapeutica.