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Un modello alternativo al potere come coercizione, è il potere come entità indipendente: in questo caso, il potere è

concepito come una sorta di entità fisica astratta, qualcosa che esiste al di là degli uomini che lo contengono.

Prospettiva idealistica:

• Il potere va individuato e "catturato ", e per fare ciò le società tradizionali si servono di pratiche offerte dalla tradizione

• Le società che adottano questa visione del potere hanno tutte una visione del mondo come insieme armonico di

forze contrastanti. Il singolo deve entrare nella logica dell'universo per trovare una risposta ai suoi problemi e a quelli

del gruppo

• Le società in questione rifiutano la forza coercitiva come mezzo di controllo del potere in quanto "non armonica",

ovvero potenzialmente in grado di rompere l'equilibrio degli elementi che reggono l'universo

• Quindi, violenza e potere sono entità antitetiche, contrapposte

Non essendo basata sulla coercizione, si tratta di una relazione basata sulla richiesta di collaborazione: essa può

anche risultare infondata, e in questo caso chi è "dominato" può rifiutarsi di sottostare ai desideri altrui, esercitando un

contro-potere, cioè una resistenza, avendo così il diritto di non conformarsi alla volontà dell'altro.

Il potere come persuasione

Un'ulteriore caratteristica che distingue la concezione del potere come entità indipendente nelle società non

statalizzate è la ricerca dell'unanimità nelle decisioni che riguardano il gruppo. Per ottenerla, infatti, la strada scelta non

è quella della forza fisica (coercizione) ma quella della persuasione, cioè il potere in quanto risultato di un lavoro di

persuasione. Sono gli oratori efficaci, i membri del gruppo a cui viene assegnato il massimo potere.

• Potere visto come coercizione: la libertà individuale dei membri dominati è totale rispetto a ciò che il potere consente

di fare, quindi ciascuno esercita l'"agenza spontanea", a parte quando si tratta di opporsi ai rivali per la conquista del

potere

• Potere visto come entità indipendente: invece, il concetto di libertà individuale come "agenza spontanea" viene

negato

Gli antropologi criticano come troppo estrema la distinzione tra i due tipi di società rispetto all'atteggiamento verso il

potere.

Ogni individuo conserva una propria identità personale anche nelle situazioni di dura coercizione, potendo così

resistere ai cambiamenti imposti da forze esterne. Essa viene comunque costruita sulla base del contesto sociostorico

e delle visioni del mondo.

Si parla anche di potere dell'immaginazione umana, con riferimento alla capacità di trasformare le esperienze

attribuendogli un significato.

Nelle società con potere visto come entità indipendente la forza fisica non è per forza assente, ma viene sempre

considerata come un comportamento contrastante, in quanto romperebbe l'ordine armonico del cosmo.

Potere sincretico dell'immaginazione

Alcuni antropologi politici hanno verificato se le condizioni del prototipo dell'individuo sfruttato e oppresso nella

tradizione occidentale sono effettivamente così devastanti da creare fenomeni di profonda "dislocazione" culturale e

sociale, è lo hanno fatto esaminando operai in realtà politico-economiche ancora più devastanti.

Lo studio sull'alienazione dei minatori tswana condotto da alverson mostra un basso livello di alienazione (dipendenza

dell'operaio rispetto al prodotto del suo lavoro, alla sua attività, alla sua stessa essenza e al suo prossimo, capitalista)

e anomia (mancanza di norme sociali per mantenere entro certi limiti il comportamento dell'individuo), un alto livello di

consapevolezza e coerenza esistenziale.

Il potere sincretico (fusione di elementi ideologici inconciliabili, in vista di esigenze pratiche di carattere culturale)

dell'immaginazione (stesso concetto di gramsci) dei minatori tswana ha permesso loro di creare delle visioni del mondo

coerenti, mediante le loro esperienze quotidiane "disumanizzanti" e le loro tradizioni.

Il "contropotere": contrattare la realtà

Il contropotere è un potere che si regge sulla capacità di persuasione occulta e che serve alla dialettica dell'egemonia.

Si tratta di un'idea di potere che può essere sfruttata anche dai rappresentanti del potere istituzionale a fini

"rivoluzionari" -> infatti, il punto sta nella capacità di "far passare" il programma dell'avversario politico per qualcosa di

totalmente diverso dalle proprie aspettative politiche, con mezzi persuasivi che possono essere anche non verbali. Tali

mezzi provengono da tradizioni, storia credenze, valori di un gruppo, che possono cambiare di segno trasformandosi in

punti a favore di chi, ad esempio, sostiene un'ottica riformista piuttosto che conservatrice. Così, l'identità stessa di un

gruppo culturale viene continuamente negoziata dagli antagonisti dei vari sottogruppi, secondo un'idea implicita di

potere come forma di persuasione.

L'economia

Approcci capitalistici: l'etnocentrismo in agguato

Mentre gli antropologi politici si occupano di problemi legati alla gestione del potere nei vari gruppi umani, quelli

economici si occupano proprio di descrivere le differenze presenti sul piano delle "decisioni dell'esistenza quotidiana

per procurarsi da vivere".

L'occidente ha divulgato l'idea che economia significhi massimizzare il profitto, ovvero ottenere il massimo delle risorse

al minimo costo. Quest'idea si basa sulla teoria della scarsità -> le risorse non saranno mai sufficienti per ottenere tutti i

beni che una persona desidera.

L'antropologia economica indaga sulle priorità che spingono culture diverse ad elaborare modelli di massimizzazione

degli sforzi produttivi e ad imporli ai propri membri.

Gli occidentali ritengono che le risorse economiche a disposizione di chi vive in una società tradizionale sono ridotte al

minimo e condannano alla precarietà; inoltre, in società diverse da quella occidentale massimizzare il profitto può

essere un'alternativa, ma non rappresenta l'unico scopo da perseguire nella gestione delle risorse: visione

etnocentrica.

La nozione antropologica di economia

Antropologi economici definiscono l'economia come il processo secondo cui i sistemi culturali si procurano i mezzi

materiali attraverso le proprie istituzioni.

Stategie si sussistenza -> parti che compongono l'economia: modelli culturali, che però non riguardano più la

massimizzazione degli sforzi produttivi, ma la loro organizzazione. Vi sono due tipologie fondamentali:

• raccoglitori di cibo -> cercano le risorse

• produttori di cibo -> addomesticano delle specie animali e vegetali (allevamento e agricoltura)

Non è detto però, che i produttori siano sempre stanziali e i raccoglitori sempre nomadi, in alcuni casi pu essere anche

il contrario.

Sfruttamento delle risorse e bioetica nel nord del mondo

I coltivatori che cambiano spesso zona da coltivare a causa dell'impoverimento del terreno, praticano un tipo di

agricoltura detta estensiva.

Al contrario, quelli che possiedono tecniche e tecnologie più avanzare per rendere e mantenere il terreno ferite

praticano un tipi di agricoltura intensiva, che permettere di sfruttare meglio uno spazio più ridotto.

L'agricoltura praticata nel nord del mondo è detta agribusiness, in cui tecnologia e livelli produttivi talmente avanzati

che le risorse vengono prodotte per il mercato e non per soddisfare necessità immediate della comunità di produzione.

Queste tecniche hanno aumentato il divario tra nord e sud, e anche la dipendenza del secondo dal primo, senza

considerare i danni che procurano all'ambiente.

Lo stesso è avvenuto con l'industrializzazione dell'allevamento, che ha comportato, oltre ai danno sul piano ambientale

e su quello dei diritti umani (risorse presenti in maggior quantità per il nord a discapito del sud), anche i danni "bioetici"

legati ai maltrattamenti fisici sugli animali allevati.

Così, le pratiche economiche invasive di una parte culturalmente minoritaria del mondo, hanno influenzato l'economia

anche delle rimanenti parti: danni della globalizzazione gestita dalle multinazionali.

Le fasi dell'attività economica e le diverse scuole

Gli antropologi dividono l'attività economica in tre fasi:

1. Produzione

2. Distribuzione

3. Consumo

antropologi liberisti/formalisti scuola

> gli enfatizzano il momento dello scambio -> teoria economica classica/

formalista (adam smith e ricardo): fase di distribuzione basta su rapporti economici liberi tra compratori e venditori, il

mercato. Quest'ultimo stabilisce il prezzo della merce, dunque esso è considerato il punto di vista privilegiato da cui

osservare fenomeni economici.

Dunque, è il mercato a guidare le priorità economiche, anche nelle società extraoccidentali , ma ci avviene non in

modo evidente come nel mondo occidentale.

Questo tipo di analisi risulta etnocentrica, in quanto applica una teoria economica elaborata nell'occidente come se si

trattasse di un modo oggettivo di guardare lo scambio di risorse materiali tra tutti gli esseri umani. Infatti gli antropologi

economisti, al fatto che il mercato libero non fosse diffuso in modo aperto, davano risposte di tipo evolutivo-unilineare >

scuola sostantivista

l'etnocentrismo riduzionista degli antropologi formalisti fu smascherata in primis dalla : lo scambio

del libero mercato è solo un tipo di scambio fra i molti rilevabili nelle diverse realtà culturali umane. Secondo gli

antropologi sostantivisti , infatti, per spiegare le istituzioni economiche bisogna necessariamente tenere conto dei

contesti sociali e culturali reali in cui esse sono inserite.

Uno dei maggiori esponenti della teoria sostantivista è marshall sahlins, che aveva basato le proprie analisi sul lavoro

del fondatore del sostantivismo, karl polanyi, il quale aveva individuato tre modelli secondo cui si svolge la

distribuzione dei beni:

• reciprocità -> scambio di beni e servizi di uguale valore. Sahlins ne aveva a sua volta distinte tre sottocategorie:

1. Reciprocità generalizzata: non vengono specificati né il momento né il valore della merce data in cambio

2. Reciprocità equilibrata: la merce scambiata ha lo stesso valore è lo scambio avviene entro un termine prefissato

3. Reciprocità negativa: ciascuna delle parti coinvolte nello scambio spera di ottenere qualcosa in cambio di niente,

facendo passare la propria richiesta per legittima

• Redistribuzione -> modello in cui c&

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A.A. 2018-2019
32 pagine
24 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinads di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Discipline demoetnoantropologiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Guasparri Andrea.