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Il pensiero di Mozi
Mozi rifiuta tutti questi riti, e stabilisce delle regole individuando un'altra strada: la dialettica, grazie alla quale tenta di far capire che il criterio di utilità dovrebbe essere una discriminante, rispetto all'etica. "Ogni discorso deve avere un fondamento, un'origine e un'utilità. In cosa consiste il suo fondamento? Consiste a monte nelle gesta e nelle imprese dei santi re dell'antichità. [...] la sua origine nelle concrete testimonianze [...] del popolo. [...] (la sua utilità) nella pratica politica, di cui si valuta la coincidenza con l'interesse del popolo [...]" Mozi, 35.
Il criterio di utilità si riferisce quindi all'aspetto pratico di ogni teoria o azione - ivi compreso l'esempio degli antichi - che deve essere valutato in relazione ai benefici che apporta al popolo.
Un altro aspetto importante del pensiero di Mozi è il Cielo, visto in maniera differente.
Rispetto a Confucio, considerando anche che quest'ultimo non l'ha mai definito in modo preciso, rifiutando di parlare di argomenti di cui non sapeva nulla. Mozi vede il cielo come un'entità che ci sorveglia dall'alto per far sì che gli uomini rispettino le regole, basandosi anche sulle credenze popolari, secondo cui esistono demoni e spiriti che puniscono gli uomini che si comportano male. Possiamo così dedurre quanto Mozi sia pessimista, convinto che sia necessaria la continua sorveglianza per l'uomo, che in caso contrario non saprebbe scegliere da solo.
Il Cielo, che per Confucio era marginale, in quanto al primo posto c'è la regola morale interna, si trasforma con Mozi in un'entità pensante, che guarda ogni cosa e punisce. Anche demoni e spiriti sono emanazioni del Cielo. Ci troviamo in un sistema di premi e punizioni che rappresenta l'antitesi del pensiero di Confucio.
孟子MENGZI (380-289 a.C.)
(in italiano Mencio), il più grande discepolo di Confucio, ci troviamo in pieno periodo degli Stati Combattenti. Si dice che fosse il discepolo di un nipote di Confucio, che a sua volta era stato un discepolo di Zisi, che lo conosceva. Cerca il modo di rendere attuale e fruibile il pensiero del Maestro, sia in termini dialettici, utilizzando gli stessi sistemi delle scuole concorrenti, sia in termini pratici, in quanto cerca di farsi assumere da un sovrano per dimostrare la validità del pensiero confuciano. Mencio elabora aspetti mai trattati prima, con dialoghi più lunghi, scritti con un linguaggio più filosofico, quindi con uno stile dialogico e dialettico al tempo stesso. Da lui parte una riflessione, che nell'XI secolo porterà al neoconfucianesimo, il cui obiettivo è cercare delle risposte al clima di caos e conflitto tipico degli Stati Combattenti. La risposta alla crisi dell'epoca risiede nella ripresa dei valori morali, che dovrebbero.essere sempre preminenti:以人为本: considerare l'uomo come fondamento以民为本: considerare il popolo come fondamento (adoperato anche da Hu Jintao e altri leader attuali)
Egli è un membro aristocratico, come Confucio, ma a differenza sua recepisce la complessità della società e vuole assegnare ad ognuno il proprio ruolo. Distingue due categorie di persone, cioè chi lavora con le mani, come i contadini, e chi lavora con la testa, come i funzionari. Dunque, nonostante non siano tutti uguali, ognuno ha la sua dignità: sono importanti tanto i contadini quanto i funzionari.
君子 君:Il junzi di fronte al jun L'uomo di valore e il principe
A differenza di Mozi, con Mencio l'etica assume il primato su tutto, diventando superiore anche alla politica (sintesi pensiero di Mencio). Identifica il rapporto tra il consigliere, o funzionario, e il sovrano, sostenendo che il primo debba portare sulla buona strada il secondo, diventando una
schiavi. Questo implica che il sovrano ha un certo potere sul funzionario e che il rapporto di potere è sempre presente, anche se il funzionario può avere un'influenza significativa sul sovrano. In conclusione, il rapporto tra sovrano e funzionario nella Cina antica era complesso e caratterizzato da una dinamica di potere. Mentre il sovrano deteneva il potere politico e sociale, il funzionario aveva un ruolo importante come consigliere e maestro. Tuttavia, il rapporto era sempre basato su una disparità di potere, con il sovrano che aveva l'ultima parola.scribi e i saggi in epoca Zhou. Per Mencio i sovrani del suo tempo hanno perso la coscienza del primato dell'etica, e mettono addirittura in risalto la loro condizione di superiorità rispetto ai funzionari, sminuendoli e ricordandogli che sono da lui stipendiati, mentre dovrebbe ascoltarli. Tenta di ammonire attraverso la sua opera, costruita su dialoghi con diversi sovrani; allo stesso tempo però si rivolge alla sua classe, visto che alcuni funzionari vengono meno ai loro compiti per paura di perdere il posto.仁L'umanità di Confucio (rén) resta al centro del pensiero menciano: è l'unico modo di governare perché si fonda sul consenso di tutti gli strati sociali, specie del popolo.
Si paragona il sovrano ad una barca: il popolo costituisce l'acqua, che può sostenere o rovesciare la barca, se il sovrano svolge o no il suo compito come si deve. Nel popolo risiede la facoltà di sostenere il sovrano o rovesciarlo nel
caso manchi di virtù (e dunque Mencio afferma il dovere del regicidio, in quanto, avendo perso la virtù e dunque il mandato, il sovrano non è più tale ma è un uomo comune)
Il sovrano Ming farà accantonare Mencio, non sopportando il suo discorso, che colpisce la sua politica.
Secondo il filosofo ognuno di noi può raggiungere una tale comprensione, l’umanità, e ottenere un posto nella società. In questo discorso, la figura del saggio rappresenta colui che è più avanti nel percorso di comprensione, che ha capito quali sono i valori importanti. Si afferma che la natura umana è buona, e come l’acqua scende naturalmente e spontaneamente verso il basso così l’uomo tende al bene. Si sostiene il dovere di sviluppare tale natura attraverso la pratica e lo studio.
Metafora del bambino che cade nel pozzo: chiunque vedendolo sarà spinto da un moto interiore spontaneo a lanciarsi a salvarlo, non
già in base a considerazioni specifiche di amicizia, o interesse,ma proprio perché è umano provare compassione e non sopportare la vista delle sofferenze altruiMencio, inoltre, individua 4 semi, da cui dovrebbe germogliare l'umanità:- Umanità.
- Giustizia (anche sociale).
- Discernimento (saggezza).
- Rituale.
troppo noi stessi agli affetti personali per esempio (ciò che per i neoconfuciani sarà il controllo degli stati emotivi). “Quando piacere e collera, tristezza e gioia non si sono manifestati si ha il Mezzo. Quando essi si manifestano senza oltrepassare la giusta misura, si ha l’armonia. Il Mezzo è il grande fondamento dell’universo, l’armonia ne è il Dao universale.” Le emozioni umane non sono in sé negative ma devono essere mantenute entro certi limiti, come un sistema musicale. 荀子XUNZI (340/305-238 a.C) Xunzi è un importantissimo pensatore, appartenente ad un’epoca leggermente più tarda rispetto a Mencio, vivendo in una fase più avanzata del periodo Zhou. Non arriva a vedere l'Impero (221 a.C., ma vive comunque in punto cruciale che ci fa anche capire perché sia molto più pessimista di Mencio. Xunzi, infatti, è stato definito il razionalista confuciano: si concentra
sugli aspetti più pratici della vita, in particolar modo sulla lotta quotidiana, ovvero quella che ognuno compie per ottenere quanto più possibile da ogni situazione e garantirsi una buona condizione di vita. Nonostante ciò resta legato in parte al pensiero confuciano, dato che sostiene anche lui l'importanza dell'educazione e dell'apprendimento. Vivendo in un periodo di lotta al potere, Xunzi è, come già detto, fortemente pessimista, e parte da un punto totalmente diverso da Mencio; egli non lascia spazio a riflessioni idealiste e positive sulla natura umana, che reputa malvagia, ma che può costruirsi grazie all'apprendimento e i riti. L'opera di Xunzi, che da lui prende il nome, è diversa da quella di Mencio. Ha ancora una forma vagamente dialogica, ma del tutto fittizia, quindi con un interlocutore che pone una domanda e il maestro che risponde, ma in maniera molto complessa, con una risposta che si articola.per diverse pagine (un po' come i Dialoghi di Platone). Dal punto di vista strutturale l'opera è come un trattato, diviso quindi in capitoli che trattano di argomenti diversi. Uno di questi capitoli si intitola "la natura umana è malvagia". Mentre in Mencio non c'è una spiegazione chiarissima del concetto, ma ci sono dei frammenti che ci portano ad una conclusione, Xunzi dedica un intero capitolo alla questione, fornendo una chiara spiegazione. Ciò delinea una sostanziale differenza dal punto di vista formale. Egli sostiene che l'uomo è superiore rispetto agli animali perché ha l'educazione, strumento con il quale riesce ad arginare le pulsioni umane fondamentali, ovvero la brama di guadagno, l'invidia, l'odio e il desiderio di soddisfare bisogni naturali come la fame e la sete, superandoli e migliorandosé stesso. L'apprendimento di Confucio diventa quindi un sistema per forzare la natura.
e incanalarla verso il bene. Il discorso di Xunzi si estende anche nei confronti del cielo. "La natura è