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CEDU: Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali
La CEDU è un trattato che elenca una serie di garanzie fondamentali della persona e prevede un meccanismo contenzioso che impone agli stati che lo ratificano di rispettare tali garanzie. La Corte europea dei diritti dell'uomo, con sede a Strasburgo, è accessibile anche agli individui e ha come unico obiettivo, funzione e mandato quello di garantire che gli stati aderenti rispettino le garanzie sancite dalla convenzione.
Quando opera, la Corte valuta bilanciando le garanzie con gli altri obiettivi propri dell'UE. Non deve garantire in modo unilaterale la tutela di questi diritti, ma quella di garantire un buon funzionamento dell'UE. Ad esempio, può emettere sentenze per stabilire se è legittimo o meno uno sciopero posto in essere dagli autotrasportatori che ha causato blocchi.
L'autostrada del Brennero rispetto alla libera circolazione delle merci. Quindi abbiamo diritto di sciopero e libera circolazione delle merci. Fino a quando il diritto di sciopero può limitare una delle libertà fondamentale dell'UE?
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha invece una funzione diversa e dice: quello stato è riuscito a garantire il diritto di sciopero? Lo ha limitato?
Problema dell'articolo 6 paragrafo 2: chi assicura che la Corte di Giustizia garantisce la tutela dei diritti fondamentali? Non c'è una corte sovranazionale che controlla il suo operato. La CEDU verifica se i giudici nazionali hanno operato bene o meno.
Il Trattato di Lisbona ha introdotto l'articolo 6 TUE per far aprire i negoziati per stabilire le modalità con le quali l'UE entrasse a far parte della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo al pari degli altri stati membri. Dopo due anni e mezzo di negoziati si chiede un parere alla
Corte di Giustizia sulla compatibilità dell'accordo di adesione al sistema dell'Unione e la Corte dice che non è compatibile. Dopo il parere negativo, l'articolo 6 paragrafo 2 è lettera morta nel senso che c'è la possibilità che l'UE aderisca alla CEDU quindi si può riaprire il negoziato, ma al momento l'accordo pronto non ha prodotto effetto perché bocciato dalla Corte di Giustizia (l'unica funzione consultiva è di verificare la compatibilità dell'accordo con le norme dei Trattati per tutelare le sue competenze).
Articolo 7 TUE: sistema sanzionatorio;
- introdotto (successivamente all'articolo 6) con il Trattato di Amsterdam (1997) a seguito del caso Haider (politico austriaco di estrema destra che era stato eletto).
Alcune istituzioni dell'UE avevano espresso un timore che il partito al governo operasse violando i valori riconosciuti dall'UE, mancava un articolo che
sanzionasse la violazione. All'inizio era composto solo da una fase che è l'attuale paragrafo 2.può sospendere alcuni diritti (ex. diritti di voto così lo stato non può più votare insieme al Consiglio) derivanti per lo stato membro dall'applicazione dei Trattati; procedura che si applica solo nei confronti degli stati membri, infatti non c'è meccanismo sanzionatorio nei confronti degli stati terzi che chiedono di aderire. Da non confondere con la Clausola di condizionalità.
Clausola di condizionalità: c'è una norma che dice che l'Unione promuove i diritti e i valori fondamentali; può essere inserita negli accordi con stati terzi o organizzazioni internazionali; afferma che nel momento in cui ci sia una violazione dei diritti umani e di tutela della persona l'UE può sospendere l'accordo.
Ancora sulla procedura sanzionatoria: può essere sottoposta a un controllo da parte della Corte di Giustizia che ha una competenza a controllare l'applicazione.
dell'articolo 7 con riguardo solo al rispetto delle norme procedurali. La corte di giustizia non può sindacare il contenuto di quello che è stato ritenuto un evidente rischio di violazione grave. È un controllo meramente procedurale, non nel merito. La decisione di cui all'articolo 7 è quindi di carattere politico e che potrebbe mutare nel corso del tempo perché la sensibilità politica può mutare. Competenze dell'UE: l'UE agisce solo nell'ambito delle competenze che gli Stati le hanno attribuito; • si parla quindi di "competenze derivate" perché sono derivate dalla volontà degli stati; • fino al trattato di Lisbona non c'era una codificazione di queste competenze, ma dovevano essere ricavate in modo implicito nel testo dei Trattati. La Corte di Giustizia verificava che l'UE nell'adottare quell'atto avesse una competenza a farlo, la Corte dava lettura delleLa base giuridica è la norma della cosiddetta "base giuridica" per verificarne il contenuto. La base giuridica è la norma del trattato che ci dice che l'UE ha quella competenza. Se non c'è base giuridica o se non è corretta l'atto è annullabile da parte della Corte di Giustizia. Questo si collega al principio di attribuzione che è soggetto al giudizio di sindacabilità della Corte di Giustizia nel caso in cui l'Unione non rispetti il principio di attribuzione (da dire quando parli del principio di attribuzione); il trattato di Lisbona ci dà una classificazione di queste competenze: - Articoli 2 e seguenti; - Le competenze possono essere: 1. Esclusive: gli stati decidono che in quel settore non operano più, non adottano disposizioni e agisce esclusivamente l'UE (ex. unione doganale/politica commerciale comune). Sono competenze codificate tassative; 2. Concorrenti: sono le più numerose (ex. mercato interno/ambiente); 3.di sostegno: l'Unione interviene per sostenere l'azione degli stati (ex. istruzione). Competenze concorrenti: Quando agisce l'unione e quando gli stati membri? Intervengono 2 principi fondamentali: 1. principio di sussidiarietà: l'Unione adotta atti solo dimostrando, nel considerando di ogni atto (lo fa prima alla Commissione quando propone un atto), che l'azione dell'Unione è più efficace rispetto ad un'azione nazionale lasciata ad una libera discrezione legislativa dei singoli stati membri. Trova riferimento anche nel protocollo 2 allegato al testo dei Trattati: a) protocollo sull'applicazione del principio di sussidiarietà e proporzionalità: ci dà informazioni in più sul contenuto di questi due principi; b) il protocollo sull'applicazione del principio di sussidiarietà da parte dei Parlamenti nazionali. Il "protocollo 2" prevede un meccanismo in base al quale i singoli Parlamentinazionali hanno due voti e tutti gli atti legislativi una volta proposti devono essere notificati ai Parlamenti nazionali che possono votare ed esprimersi sul rispetto dell'applicazione di questo principio. Se un certo numero di Parlamenti nazionali dice che c'è una violazione di questo principio la Commissione è costretta a rivedere la propria posizione, può procedere solo se motiva.
2. principio di proporzionalità: significa che l'atto che deve essere adottato (direttiva/regolamento/decisione) deve essere l'atto meno incisivo rispetto all'attività legislativa dei singoli stati membri. Si preferisce la direttiva (che dà solo linee generali che poi spetta allo stato dare attuazione) al regolamento (che è l'atto che ha efficacia immediata).
Sono entrambi principi codificati all'articolo 5 TUE e anche la loro violazione può essere motivo per impugnare un atto adottato dall'Unione nella procedura.
di annullamento.
13/3/2019
Principio di leale cooperazione:
Domanda d'esame.