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INPS
• Sopravvenienze passive. Sono date e corrispondono a componenti reddituali contabilizzati in undeterminato esercizio e che variano la propria consistenza in modo negativo a seguito di fattisopravvenuti. Funzionano come le sopravvenienze attive, ma hanno esito opposto. Nell’esercizio2019 l’imprenditore contabilizza un corrispettivo che deve ancora essergli corrisposto dall’impresabeta, nel 2020 beta, che non ha ancora pagato, fallisce, dunque diventa insolvente. L’unica cosa chetizio potrà fare sarà cercare di recuperare la somma in via giudiziale o stragiudiziale, ma se questinon saranno efficaci, potrà ridurre il proprio reddito d’impresa nell’esercizio 2020 contabilizzando25una sopravvenienza passiva d’importo pari al credito divenuto ineseguibile. Altro es. impresaindividuale alfa contabilizza nel 2019 un contributo statale a fondo perduto di €10.000 che però nel2020 viene revocato perché
Si scopre che l'impresa non aveva diritto a beneficiarne e dunque dovrà restituire: sempre sopravvenienza passiva sarà.
26 Marzo - Componenti reddituali reddito d'impresa
- Minusvalenze patrimoniali: disciplinate dalle medesima normativa delle sopravvenienze passive, ossia l'art. 101, TUIR. Tale scelta del legislatore dà l'idea di come sia le minusvalenze che le sopravvenienze passive siano lo specchio delle plusvalenze e delle sopravvenienze attive. Le minusvalenze patrimoniali sono il differenziale negativo che scaturisce dalla cessione o dal risarcimento di taluni beni dell'impresa. Anch'esse possono scaturire dagli stessi eventi in grado di realizzare plusvalenze imponibili. Si pensi alla cessione di beni strumentali o di un cespite meramente patrimoniale o ancora alla perdita/danneggiamento di beni cui corrisponda il risarcimento o ancora alla cessione dell'intero complesso aziendale. Tutti questi eventi possono generare
plusvalenze o minusvalenze. Si pensi a Tizio che nel 2017 acquista macchinario per €100.000 e che decida di inserirlo nel ciclo produttivo, ovvero proceda ad ammortamento del bene (=diminuisca il costo fiscalmente riconosciuto, costo d'acquisto, di una determinata quota). Il costo diminuisce in virtù dell'usura che il macchinario subisce e dopo un certo numero di anni ha costo fiscalmente riconosciuto di €60.000. Se Tizio decide di vendere ed il corrispettivo ricevuto è €50.000, ovvero €10.000 del costo fiscalmente riconosciuto e non ammortizzato, realizza una minusvalenza. Quando si parla di plusvalenze e minusvalenze si deve sempre considerare il costo non ammortizzato.
Perdite: dal punto di vista fiscale si sostanziano nella sopravvenuta indisponibilità fisica di beni dell'impresa. Ipotesi di scuola è la distruzione per calamità naturale di merce destinata alla vendita, nel cui caso l'imprenditore ha subito
un evento nefasto che ha comportato dei costi non realizzati con componenti positivi di reddito. Le perdite sono deducibili dal reddito dell'impresa e poiché il reddito dell'impresa si basa su procedure analitiche, tali perdite dovranno risultare da elementi certi e precisi che il contribuente dovrà essere in grado di dimostrare in caso di verifica e contestazione da parte dell'Agenzia delle Entrate. Per quanto riguarda l'indicazione della perdita bisogna distinguere: - I beni fisici sui quali l'impresa potrà portare in diminuzione un valore corrispondente a quello fiscalmente riconosciuto dei beni andati distrutti; - Crediti dell'impresa: ad esempio, se c'è inadempienza del debitore. Non si tratta di sopravvenienza passiva? Sicuramente si tratta di un'ipotesi che può verificarsi anche per le sopravvenienze, ma non sempre l'inesigibilità del credito si verifica dopo la contabilizzazione dello stesso. Una volta chiuso l'esercizio,lo abbiamo già detto, esso non è più modificabile, perciò serve lo strumento delle sopravvenienze passive. Ma se il credito non è ancora stato contabilizzato si può utilizzare lo strumento delle perdite. Si pensi alla ditta alfa che, nel gennaio 2019, dopo aver eseguito prestazione e metta fattura e non venga pagata. Dopo infruttuosi tentativi di tipo stragiudiziale, alfa decide di adire le vie legali ed ottiene un decreto ingiuntivo nei confronti di beta. Anche l'azione esecutiva, però, non riesce a soddisfare l'interesse creditorio di alfa, attesa l'indisponibilità di beni da aggredire nel patrimonio di beta (ad es. perché sottoposta a procedura fallimentare o perché società fantasma). In questi casi siamo davanti ad un credito divenuto inesigibile. Immaginiamo che tutta la vicenda si esaurisca nel dicembre 2019, momento in cui alfa prende atto dell'impossibilità definitiva di riscuotere.
Il proprio credito. Non servirà una sopravvenienza passiva, perché l'esercizio non è chiuso, ma al fine di compensare il mancato incasso del credito, alfa, sulla base di elementi certi e precisi (quantum del credito ed impossibilità di ottenere il pagamento di quanto spettantegli) potrà indicare una perdita su crediti di valore esattamente pari al credito non portato ad incasso.
- Ammortamenti. Gli ammortamenti sono disciplinati dagli artt. 102-104, TUIR. Si tratta di un procedimento riguardante fattori produttivi del ciclo dell'impresa che hanno durata pluriennale, perché non esauriscono la propria utilità in un singolo esercizio (ossia quello di entrata in funzione e non d'acquisto), ma risultano utili all'attività dell'impresa per più anni. Ad esempio alfa produce plastiche e acquista macchinario che sarà utile per più anni, fino a quando dovrà essere sostituito con altro.
I fattori produttivi di durata pluriennale, contribuendo per tutta la durata della loro messa in funzione alla produttività dell'impresa, confluiranno a reddito prodotto per ciascuna delle annualità in base al valore d'acquisto originario. Il ragionamento del legislatore è stato il seguente: è vero che l'imprenditore sostiene una spesa in un determinato esercizio per l'acquisto del macchinario, ma il macchinario viene usato per vari anni e dal suo utilizzo si ricavano componenti positivi di reddito in diversi annualità, perciò invece di portare in deduzione tutto il costo d'acquisto in un unico esercizio, il costo viene spalmato in più annualità. Ad es. il macchinario acquistato da alfa è €10.000 ha generalmente durata di vita di 10 anni, scaduti i quali s'intende rinnovare l'impianto di produzione. Alfa porterà in deduzione ogni anno una quota del costo originario, ovvero €1.000.
L'anno a partire dall'esercizio d'acquisto per i successivi 10 anni. Questo è quello che viene definito "processo di ammortamento", che comporta che il costo d'acquisto del cespite venga ammortizzato ovvero ripartito in tutti gli anni di prospettata messa in funzione del macchinario. Tale processo tiene poi conto di una serie di indicazioni ministeriali, perché l'imprenditore non è libero di spalmare tali quote in un numero di annualità indefinite. Con decreto ministeriale viene indicato il numero massimo di annualità in cui può avvenire la deduzione o ancora vengono fornite delle specifiche di natura tecnica (tempi di obsolescenza, ..., ogni altro elemento atto a condizionarne l'utilizzo). L'ammortamento può riguardare anche i beni immateriali (es. costo d'acquisto delle opere d'ingegno o di brevetti industriali) o anche beni che vengono posseduti sulla base di una concessione.
amministrativa (es. aeroporto o impianto sportivo, etc.), che sono beni il cui costo di concessione può essere dedotto in più anni atteso il loro utilizzo pluriennale. L'imprenditore è tenuto ad osservare i principi posti con decreto ministeriale, altrimenti si espone ad accertamento.
- Accantonamenti ex art. 105 e 107, TUIR, che riguardano i costi ed oneri che l'impresa prevede di sostenere in futuro. Si tratta di un elenco tassativo. L'esempio classico è quello dei TFR, con riferimento ai quali l'impresa accantona una quota annua dell'importo complessivo, che verrà corrisposto al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Per ogni esercizio, dunque, l'imprenditore con un tot di dipendenti ai quali dovrà corrispondere stipendio, per ogni periodo accantonerà una quota parte del TFR (come abbiamo visto per la tassazione separata).
Redditi diversi sono disciplinati agli artt. 67 e ss, TUIR.
Sono costituiti da una serie di fattispecie molto variegate che è difficile mettere insieme come quadro generale sistematico. Le relative produzioni reddituali sono manifestazioni di capacità contributiva e dunque meritevoli d'imposizione. Sono fattispecie che si verificano caso per caso e non in maniera sistematica, come le altre categorie. Inoltre, queste fattispecie hanno una peculiarità, ossia quella di poter essere generate in relazione anche a fonti di produzione tipiche. Ipotizziamo un fabbricato acquistato da un soggetto nell'anno 2019 e rivenduto nell'anno 2020. Tale evento di acquisto-rivendita può potenzialmente dar luogo a più categorie reddituali: se l'operazione viene svolta da un imprenditore verrà applicato il principio di onnicomprensività; se l'operazione viene svolta da una persona fisica non titolare di partita IVA si tratta di reddito diverso. Individuiamo le caratteristiche fondamentali dei.redditi diversi:- Residualità.
- Eterogeneità. Si tratta di fattispecie che in comune hanno solo l'estraneità rispetto alle altre categorie di reddito.
- Tassatività. Sono elenco tassativo e dettagliato di fattispecie previste dal legislatore. Perché il legislatore ha previsto un elenco tassativo? La ragione va ricercata nel principio di legalità ovvero di tassatività delle prestazioni impositive per cui il legislatore deve indicare precisamente le fattispecie da cui possa derivare una qualsiasi tipologia d'imposizione. Senza derogare a tale principio vi è però di rinvio a fattispecie. Parlando di proventi illeciti si era detto che detti proventi sono sottoposti ad imposizione secondo la categoria di riferimento e in chiusura si è detto che se il provento non è qualificabile come nessuna delle 5 categorie reddituali, viene tassato secondo le regole dei redditi diversi. Si pensi all'imprenditore che