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Cessione di titoli di partecipazione
Questa ipotesi di esenzione (per il 95%) configura un'altrettanta ipotesi di variazione in diminuzione (abbiamo detto infatti che le variazioni rispetto all'utile di bilancio sono quasi sempre in aumento, ma ci sono ipotesi di variazioni in diminuzione: esempio vendo un titolo per 100 lo avevo comprato 200 faccio 200 -100=100. In questo caso nel bilancio civile la plusvalenza è 100, ma ai fini fiscali la plusvalenza viene tassata per 5.)
Tutte le volte che parliamo di beni suscettibili di dare luogo a plusvalenze sono anche beni che possono dare luogo a minusvalenze (che si realizzano nelle stesse ipotesi e sulle stesse tipologie di beni: solo che avremo un componente negativo). In relazione ai professionisti la minusvalenza non era prevista quando il bene era destinato ai bisogni personali o familiari del professionista o il bene era regalato. In queste stesse ipotesi, nel reddito di impresa, c'è minusvalenza per gli
imprenditori ed è deducibile. È chiaro che quando il bene strumentale è suscettibile di dare luogo a minusvalenza o a plusvalenza, se viene destinato a uso personale o familiare o viene regalato o assegnato ai soci, avremo non un prezzo di vendita del bene ma utilizzeremo la nozione di VALORE NORMALE del bene. LE SOPRAVVENIENZE ATTIVE Sono altrettanti componenti positivi di reddito: sono disciplinate dall'art 88 del testo unico delle imposte sui redditi. Abbiamo visto che per i redditi di impresa vige la REGOLA DELLA COMPETENZA (cioè all'interno di un anno solare devo prendere in considerazione tutte le entrate per le quali è sorto il diritto alla percezione, anche se non le ho incassate, e dall'altro lato devo prendere in considerazione le spese per le quali è sorto il diritto al pagamento, anche se ancora non ho pagato). Ma abbiamo detto che il principio di competenza vuole che io determini il reddito raffrontando le entrate.dell'anno solare e le spese per l'acquisto di beni e servizi che sono serviti proprio per realizzare quei ricavi, cioè deve esserci un collegamento tra le spese e quei ricavi, un riscontro. Qualche volta può succedere che le spese utilizzate per produrre quelle entrate si evidenziano non nello stesso anno in cui ho incassato le entrate, ma in un momento diverso ad esempio nell'anno successivo. In questo caso scattano le SOPRAVVENIENZE che esprimono dei fatti economici che si verificano sfasati nel tempo, rispetto alla regola generale della competenza che vuole mettere a raffronto i ricavi da un lato e le spese per beni e servizi effettivamente utilizzati per produrre quei ricavi dall'altro lato (eventi straordinari e non prevedibili nel tempo.)
Esempio: un soggetto ha 10 dipendenti nel corso del 2008, i servizi svolti da questi dipendenti sono necessari per consentire al soggetto di realizzare i ricavi del 2008. Succede che nel bilancio 2008 indicherà
Tutti gli stipendi versati. Nel 2009 il dipendente formula la richiesta di pagamento di straordinari effettuati nel corso del 2008 e non pagati, il datore di lavoro si rifiuta, il lavoratore avvia una controversia e nel 2010 la sentenza definitiva stabilisce che il datore di lavoro paghi il lavoro straordinario. Nel 2010 allora il datore di lavoro pagherà una somma non per servizi utilizzati per produrre i ricavi del 2010, ma per servizi resi nel 2008. Allora vi è una sfasatura temporale: le entrate del 2008 sono già figurate nel bilancio 2008, nel bilancio 2010 troveremo anche questa ulteriore spesa per prestazioni rese nel 2008 e tali spese figurano sotto la voce SOPRAVVENIENZA, nella specie è una sopravvenienza passiva. Le sopravvenienze possono essere attive se rientrano tra i componenti attivi e possono essere passive se rientrano tra i componenti negativi. La norma dice: "SI CONSIDERANO SOPRAVVENIENZE ATTIVE I RICAVI E ALTRI PROVENTI CONSEGUITI A FRONTE DI"
SPESE ISCRITTE IN BILANCIO DI PRECEDENTI ESERCIZI (o nuovi ricavi o maggiori ricavi rispetto a quelli già contabilizzati prima) OVVERO LA SOPRAVVENUTA INSUSSISTENZA DI SPESE CONTABILIZZATE PRIMA” 132
Dunque le ipotesi sono 3:
- nuovi ricavi realizzati in un anno ma conseguiti grazie a spese sostenute in anni precedenti;
- maggiori ricavi a fronte di spese realizzate in anni precedenti;
- spese sostenute in anni precedenti che vengono meno in anni successivi.
ART. 101 DEL DECRETO: “SI CONSIDERANO SOPRAVVENIENZE PASSIVE IL MANCATO CONSEGUIMENTO DI RICAVI CHE HO CONTABILIZZATO NEGLI ANNI PRECEDENTI (quindi nell’anno in cui scopro che quei ricavi erano privi di fondamento emerge la sopravvenienza passiva) OVVERO SOSTENIMENTO DI SPESE NUOVE A FRONTE DI RICAVI CHE HANNO CONCORSO A FORMARE IL BILANCIO DI ANNI PRECEDENTI (L’es del lavoratore) OVVERO LA SOPRAVVENUTA INSUSSISTENZA DI ATTIVITÀ ISCRITTE IN BILANCIO. Anche qua le ipotesi sono tre. Il legislatore poi dice:
I DIVIDENDI
Altri componenti positivi sono i dividendi. L’ipotesi è quella di un imprenditore titolare di quote di partecipazione in società (o titoli azionari). A fronte della partecipazione in società riceve dei dividendi che costituiscono componenti positivi di reddito ma secondo LA REGOLA DELLA CASSA (è un’eccezione!), quindi i dividendi verranno presi in considerazione solo nell’anno in cui viene incassata la cifra.
GLI INTERESSI
Possono essere di varia natura, possono dipendere da titoli obbligazionari, come possono dipendere dai conti correnti e dai depositi del soggetto. Vanno formattati utilizzando i seguenti tag HTML:
Contabilizzati secondo la regola della competenza, quindi è irrilevante che siano effettivamente incassati, rileva che siano maturati, che sia sorto il diritto alla percezione.
PROVENTI IMMOBILIARI
L'ipotesi è quella in cui una società ha dei fabbricati che dà in locazione e percepisce proventi da questi beni. I proventi immobiliari si determinano secondo le regole di tassazione dei redditi fondiari, quindi il criterio di determinazione è quello dei redditi fondiari, però questo provento concorre a formare il reddito di impresa. Allora poiché nel fondo economico trovo l'intero canone di locazione, farò una variazione in diminuzione per il 15% perché mi spetta questo abbattimento fiscale forfettario e se per caso in quell'anno ho sostenuto spese di riparazione farò una variazione in aumento: ai fini fiscali devo riprendere in aumento le spese sostenute, ma devo prevedere variazioni in diminuzione del 15%.
133 INCREMENTO DELLE RIMANENZE FINALI RISPETTO A QUELLE INIZIALI
Esempio: un soggetto comincia un'attività il 1° luglio 2008, compra 100 abiti a 1000 euro l'uno spendendo 100.000. Dall'1 luglio al 31 dicembre (quando finisce il periodo di imposta, perché sappiamo che c'è un'obbligazione tributaria per ogni periodo di imposta) vende 30 vestiti a 1.500 euro e incassa 45.000 euro. Dovrei dedurre che ha perso 55.000 euro, ma in realtà non è così, perché lui si ritrova ancora 70 vestiti, se noi non li consideriamo arriviamo alla conclusione che ha perso questi soldi, se noi invece diamo rilevanza a tali abiti che ancora ci sono, questi costituiscono le rimanenze finali cioè le merci giacenti in magazzino al 31 dicembre (le rimanenze iniziali sono quelle giacenti in magazzino al 1° gennaio ovvero quando aveva iniziato l'attività: le rimanenze finali di un anno coincidono con le rimanenze iniziali).
dell'anno successivo). Il soggetto non solo non ci ha perso ma ci ha anche guadagnato (se tali vestiti (30) li ha comprati a 1000 e li ha venduti a 1500 ha guadagnato 15.000). La regola dice di inserire tra i componenti positivi di reddito l'incremento delle rimanenze finali rispetto alle rimanenze iniziali e cioè 70.000 perché 70 sono gli abiti rimasti e se aggiungo 70.000 ai ricavi, cioè 45.000, arrivo a 115.000 - 100.000 (spesa) = reddito 15.000. Il problema delle rimanenze è un problema di stima del valore delle merci stesse, il legislatore ha introdotto una regola per ricondurre ciascuna merce presente nel magazzino a un prezzo preciso (le rimanenze sono beni della stessa specie ma 40 comprati ieri, 40 comprati mesi prima etc: come stabilisco il prezzo di acquisto di ognuno di essi? il prezzo varia). La regola generale è che LE RIMANENZE SI VALUTANO AL COSTO STORICO, cioè secondo il costo di acquisto sostenuto per quel pezzo, ma quando questaregola non può essere applicata, per la molteplicità degli acquisti, per la varietà dei prodotti, il legislatore ha accolto la REGOLA DEL LIFO (last in, first out): si presume, anche se non è vero, che i beni venduti per primi (first out) sono gli ultimi che ho acquistato (last in), se è così allora i beni rimasti in magazzino sono i primi acquistati. È una presunzione!!! Allora darò a questi il costo di acquisto dei primi acquisti. Esempio: ho acquistato 300 vestiti in un anno (100 per mese), se mi sono rimasti 120 vestiti, 100 li valuterò rimanenze del primo stock quindi ognuno di essi avrà un prezzo di acquisto di 1000 euro, mentre gli altri 20 li considererò appartenenti al secondo stock e avranno un prezzo di acquisto di 1100 euro. Questa regola viene chiamata regola del lifo a scatti, perché prendo in considerazione il primo stock, poi il secondo come se facessi degli scatti fino a coprire il valore dei
beni rimasti in magazzino. Questo metodo di stimascelto dal legislatore si contrappone a quello del FIFO (first in first out) secondo cui ibeni venduti per primi sono quelli comprati per primi. Il legislatore accoglie il lifoperò dà la possibilità di scegliere comunque un altro metodo rispetto a quello previstodalla normativa, l’importante è che abbia un’autorizzazione dal fisco e che il metodonon si modifichi sempre ogni anno perché finirebbe per dichiarare un reddito minoredi quello reale. Il metodo LIFO (LAST IN FIRST OUT) deprime le rimanenze finali,perché valuta le rimanenze finali secondo i primi costi di acquisto e siccomenormalmente c’è il processo inflazionistico per cui i prezzi tendono a salire, con talemetodo arriverò a un valore delle rimanenze più basso, perché sto stimando le 134rimanenze sulla base dei costi dei primi acquisti che si assumono più bassi. Se iofaccio una
o dalla presenza di una cattiva gestione del magazzino o da una ridotta domanda dei prodotti. In entrambi i casi, è importante prendere provvedimenti per ridurre le rimanenze e ottimizzare la gestione del magazzino.