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I SINGOLI TRIBUTI
Quasi tutti i Paesi sviluppati devono finanziare le proprie spese attraverso un sistema impositivo; tutti i sistemi non si basano su un' unica imposta, ma su una pluralità di tributi. Ovviamente, questo dipende dal tipo di direzione politica che ha quel Paese.
Tendenzialmente, noi abbiamo nel nostro sistema imposte dirette ed indirette: quelle dirette colpiscono manifestazioni dirette di capacità contributiva, mentre quelle indirette colpiscono le manifestazioni indirette. Per quanto riguarda l'imposta di successione, dal punto di vista economico è imposta diretta, mentre dal punto di vista giuridico è indiretto.
Le imposte possono essere generali, sulla generalità del reddito, o speciale, su singoli redditi; le imposte possono essere personali, ossia imposte in cui assumono rilevanza situazioni personali del percettore di quel determinato presupposto, oppure imposte reali, che gravano su un presupposto a prescindere dal soggetto.
che percepisce quel presupposto. Ci sono imposte fisse, imposta di bollo, proporzionale, quasi tutte, progressive. Le imposte sono sul reddito o sul patrimonio: il reddito è un incremento del patrimonio; quindi, la disponibilità a dividerlo con lo Stato è maggiore: quindi, le imposte sul reddito possono avere aliquote alte, in Italia l'aliquota massima è del 43 / 45%. Il problema delle aliquote è importante per le imposte sul patrimonio: se si impone una imposta molto gravosa sul patrimonio, abbiamo una misura vagamente espropriativa; se non ho un reddito per pagare l'imposta sul patrimonio, posso solo disfarmene. Per questo, solitamente sono imposte modeste. Il patrimonio è composto da vari beni e non è sempre facile colpire il patrimonio mobiliare, come opere d'arte e preziosi, perché questo tipo di patrimonio facilmente sfugge a ogni tipo di controllo; ecco perché quando parliamo di imposte patrimoniali,Tendenzialmente si parla di imposte sugli immobili, come l'IMU. In passato c'era l'imposta sui cani: il patrimonio su cui basare il presupposto era il possesso del cane.
Le imposte indirette sono quelle sui consumi di beni e servizi: queste colpiscono la ricchezza nel momento non in cui questa viene prodotta, ma nel momento in cui c'è un consumo che presume indirettamente la possibilità di sostenere quel consumo.
Ci sono imposte sui trasferimenti, come le imposte di successione.
I tributi indiretti sono più numerosi, ma producono un gettito molto più limitato: nel nostro ordinamento, il 75% dei tributi deriva da IRPEF, IRES ed IVA; il gettito è quindi complessivamente inferiore, anche perché il problema delle imposte indirette è quello per cui non si può tenere conto di situazioni peculiari del soggetto passivo. Possono quindi colpire anche chi non ha reddito. Non si può differenziare troppo fra i vari beni o servizi.
Servizi ceduti: non si può distinguere fra acquisto di calzature di lusso e per tutti i giorni. Sono imposte indirette anche quelle sugli atti giuridici: sfugge quale sia la capacità giuridica sottesa, ad esempio, alla dichiarazione di nascita. Queste sono però imposte facili da applicare e accertare: se devo presentare un documento in bollo, possono subito verificare se è stato adempiuto l'obbligo; e poi, si distribuiscono a pioggia: non ci sono lobby che possono aggregarsi contro questo tipo di imposte. Se si decidesse di aumentare l'Iva sulle calzature, probabilmente tutti i produttori farebbero del pressing; se aumenta il bollo sui certificati di nascita, sarebbe difficile creare un movimento di opinione sul tema, anche perché in materia di leggi tributarie non è ammesso il referendum. Con la riforma degli anni '70 c'è stata un mutamento radicale: prima c'erano delle imposte reali ed una imposta complementare.
personale; con la riforma, avvenuta a seguito della 825/71, è statoriformato completamente il nostro sistema tributario e anche oggi noi studiamo l'IRPEF che deriva ancora dal decreto legislativo 597/73, poi accorpato nel TUIR. All'epoca c'era quindi l'imposta sul reddito delle persone fisiche, simile a quello di oggi, l'IRPEG, questa riformata in qualche parte fondamentale nel 2003, quando venne emanata una ulteriore legge delega che doveva razionalizzare il sistema che ha portato alla nascita dell'IRES, che ha apportato alcune modifiche soprattutto per i gruppi societari. C'era poi un'imposta locale sui redditi, che doveva discriminare qualitativamente i redditi: alla base c'era una considerazione, quella per cui i redditi possono derivare da lavoro, impresa, capitale, terreni, ... ma è
altresì vero che se viene svolta un'attività e poi ci si ammala, ecco che la capacità si contrae. A parità di reddito, di un autonomo e di un possessore di immobili, il percettore di lavoro ha il rischio di ammalarsi: pertanto, nasce questa imposta e quindi i redditi fondiari, ad esempio, erano assoggettati ad un'ulteriore imposta. Venne totalmente abrogata nel '96. Oggi, quindi, abbiamo due grandi imposte sul reddito: IRPEF, per le persone fisiche, e IRES, per le società. Ci si sarebbe attesi che il legislatore disciplinasse subito cosa intendeva per reddito, ma così non è stato; ecco che quindi, quando non si ha uno strumento interno per individuare un istituto, dobbiamo rivolgerci ad altre strade: gli economisti dicono che è un incremento positivo del patrimonio, ossia quell'insieme di situazioni statiche attive che fanno capo ad un solo soggetto. Si deve trattare di incremento e non di mera integrazione. Questaè la lettura dell’articolo 1 del TUIR, che tratta del presupposto dell’imposta, ossia ilpossesso di redditi; l’articolo 6 distingue sei categorie di reddito: fondiario, di capitale, di lavorodipendente, di lavoro autonomo, da partecipazione di società di persone, redditi diversi.
Ci si è chiesti, quindi, se sia sufficiente questo: il reddito può essere visto sia come entrata maanche come reddito prodotto; reddito entrata implica che se viene trovato un portafoglio con 500 euro,ecco che quelli andrebbero intesi come reddito percepito nel periodo di imposta. In realtà, questaaccezione di reddito inteso solo come entrata c’è in qualche punto del TUIR: se si analizzano a fondotutte le norme del TUIR, quello che viene assoggettato è tendenzialmente il reddito prodotto, ossia unanuova ricchezza che ha un collegamento con una fonte produttiva, quindi non ogni entrata.
Il presupposto di imposta è l’incremento
positivo del patrimonio attraverso un reddito prodotto. Ritorna il discorso dei proventi delle attività illecite: i proventi da attività illecita devono essere assoggetti ad imposta, sempre che realizzino il presupposto, ossia che abbiano i caratteri delle 6 tipologie.
Oggi, parlando di presupposto dell'IRPEF si capisce il discorso riguardante la capacità contributiva, relativamente ai redditi derivanti da attività illecite, penalmente o dal punto di vista amministrativo; questo perché, lasciando da parte il discorso etico, l'attività illecita non c'è dubbio debba essere assoggettata a tassazione, sempre che siamo in presenza di una materia coperta dalla legge e sempre che il reddito ricada sotto la disciplina dei 6 casi.
La refurtiva del ladro non è tassabile, perché in capo al ladro sorge l'obbligo di restituzione; se il provento di un reato è soggetto a confisca o sequestro, non si pone il problema.
non si manifesta il presupposto. Se ad un funzionario pubblico è offerta una tangente, non c'è nessuna fattispecie che può essere paragonata a questa entrata; se un soggetto è un usuraio, quei redditi vanno tassati? L'usuraio non ha l'obbligo di restituzione: quindi, per lui sono redditi.
Il nostro legislatore, un po' timido, ha considerato di disinteressarsi dell'etica delle attività illecite quando si tratta di incamerare, ma quando si tratta di riconoscere costi è molto attento: il nostro ordinamento dice che i costi da reato non sono deducibili, mentre quelli da attività amministrativamente illecita sì.
Se abbiamo detto che il reddito è un incremento positivo del patrimonio, grande attenzione va ai risarcimenti: i risarcimenti per danno emergente sono sicuramente al di fuori del campo di applicazione dell'imposta, coprono le spese sostenute, mentre quelle da lucro cessante, se coprono
Una delle sei categorie di reddito possono essere assoggettate.32Pagina |Marco Interdonato © 2019 – Non è ammessa la divulgazione se non col consenso dell’autore
Un lavoratore autonomo ha un’assicurazione contro gli infortuni che copre sia le spese sostenute ma anche una diaria giornaliera; si scindono il risarcimento delle spese pagate dalla diaria, collegata allucro cessante, che va sottoposta a tassazione come se fosse lavoro autonomo; egli non ha prodotto reddito perché era fermo, ma ha avuto risarcimento qualificato in diaria.
I soggetti passivi dell’IRPEF sono individuati dall’articolo 2 ed è uno di quegli elementi coperti dalla riserva relativa di legge: occupandoci dei residenti, viene detto che è soggetto a tassazione quel soggetto residente e non residente nel territorio dello Stato, in quanto il collegamento fra potere impositivo e territorio non è dato dalla cittadinanza ma dalla produzione del reddito.residenti) giorni o più. La residenza fiscale è determinante per stabilire l'applicazione delle norme fiscali e le obbligazioni tributarie di un individuo. I residenti sono soggetti a tassazione per tutti i redditi prodotti ovunque nel mondo, mentre i non residenti sono tassati solo per i redditi prodotti in Italia. È importante notare che non c'è una completa corrispondenza tra residenza ai fini fiscali e residenza civilistica. La residenza ai fini civilistici si riferisce al luogo della dimora abituale, mentre il domicilio è il centro degli affari e degli interessi. Nel diritto tributario, invece, la residenza di un soggetto in Italia è determinata se è iscritto nell'anagrafe della popolazione residente. Un soggetto è fiscalmente residente in Italia se è iscritto nell'anagrafe della popolazione residente o se, all'interno dell'Italia, ha il centro degli affari e degli interessi. Per essere considerati residenti, è necessario che uno di questi elementi perduri per la maggior parte del periodo di imposta, ovvero per almeno 183 (o 184 per gli anni bisestili) giorni. La determinazione della residenza fiscale è fondamentale per stabilire l'applicazione delle norme fiscali e le obbligazioni tributarie di un individuo.annibisestili) giorni. L'amministrazione tributaria tende a dare un valore maggiore al requisito formale, quello dell'iscrizione all'anagrafe della popolazione residente: possono esserci delle situazioni in cui