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Estratto del documento

Dittatura cesariana. Cesare dopo il triunvirato nel 60 a.C. con Pompeo e Crasso, falliti i tentativi di intesa con Pompeo e il

senato, varcò il Rubicone nel 49 a.C. dando inizio alla guerra civile. Cesare era convinto della necessità di operare una

commutatio, cioè una modifica della res publica rendenso il dictator, magistrato unico e annuale. Questo per dare rapidità alla

direzione politica di Roma, liberando il popolo dalle continue lotte tra fazioni opposte e neutralizzando l’opposizione politica

con il rifiuto del titolo e dell’atemporaneità del potere regio. Il conferimento a Cesare nel 44 a.C. della dittatura a vita,

travolse la caratteristica essenziale della dictatoris dictio: l’annualità. Quindi la res publica divenne un termine senza

contenuto e forma politica (appellatio sine corpore ac specie), poiché Cesare non era più un magistrato, ma un monarca. Così

gli oppositori del regnum ordinarono la congiura contro cesare nel 44 a.C. illudendosi di poter far risorgere la res publica.

Triunvirato costituente. Nel 430 a.C. Ottaviano, Antonio e Lepido diedero vita al triunvirato costituente con la lex titia,

dando loro poteri illimitati per 5 anni. Il triunvirato aveva un orientamento cesariano ribadito dall’acanimento contro la

vecchia classe dirigente che venne epurata con le proscrizioni e poi con la battaglia di Filippi; Nel 42 ci fu il suicidio di Bruto

e Cassio, evento che segnò la fine della res publica.

Successivamente scoppiò la guerra tra Antonio e Ottaviano e poiché il primo, innamoratosi di Cleopatra, programmò

l’assegnazione delle province orientali a lei e ai loro figli, gli eserciti e le popolazioni dell’Occidente si schierarono con

Ottaviano. Antonio e Cleopatra vennero sconfitti nella battaglia di Azio nel 31 a.C. e aggiunto l’Egitto all’impero romano ,

Ottaviano divenne padrone dell’occidente e dell’oriente, dando inizio nel 29 a.C. al speculum augustum.

Il principato ­ Capitolo IV

La fondazione del principato è legata agli eventi del 27 e 23 a.C. Come lui stesso narra nel suo testamento politico scritto

prima della morte “RES GESTAE DIVI AUGUSTI” il 13 gennaio del 27 a.C ci fu la seduta del in cui lui rinunciò al

supremo potere e trasferendolo al senato e al popolo romano e per questo fu nominato Augusto. Nel 23 a.C. gli furono

conferiti i pilastri istituzionali del nuovo regime: la tribunicia potestas, corrispondente all’imperium domi per coordinare le

funzioni del senato, delle magistrature e del tribuno della plebe; l’imperium pro consulare maius et infinitum, corrispondente

all’imperium militiae. Il regime di Augusto costituiva quindi un novus status rei publicae che si distingueva dal precedente

esclusivamente per la presenza di un nuovo organo permanente, il principe, inteso come tutore e curatore degli affari pubblici.

Consolidamento del novus status

Dopo la morte di Augusto, il principato si consolidò, poiché il senato legittimò l’esercizio dei poteri imperiali con la lex de

imperio (un senatoconsulto seguito da approvazione popolare). Per quanto riguarda la successione, questa non era stata

regolata, quindi poteva avvenire per adozione, per associazione al potere da parte del principe in carica, per acclamazione

dell’esercito o scelta dei pretoriani.

La lex de imperio implicava un rapporto di fiducia tra princeps e senatus, il cui giudizio era determinante dopo la morte del

princeps, poiché sfociava nella divinizzazione (consecratio) o nelle damnatio memoriae, che comportava il divieto di funerali

solenni, di erezione di statue o onori alla memoria del defunto.

Il secondo principato.

Il principato di Adriano (117 d.C.) può essere considerato un secondo principato che determinò una svolta che incise sul novus

status rei publicae e l’auctoritas principis, che divenne più autonoma, ed inoltre venne data maggiore importanza alla

burocrazia imperiale. Le riforme di Adriano determinarono:

a)istituzionalizzazione di tutti i nova officia imperiali; gli officiales del princeps divennero pubblici funzionari;

b)riorganizzazione della cancelleria imperiale;

c)istituzionalizzazione del consilium principis, che divenne un consiglio di stato;

d)centralizzazione dlla politica giudiziaria e della produzione del diritto.

Età dei Severi

Dopo un breve periodo di anarchia militare, iniziò l’età dei Severi, da Settimio Severo(193 d.C.) ad Alessandro Severo (235

d.C.). in questo periodo ci fu un’evoluzione dell’auctoritas principis in senso assolutistico e il potere imperiale assunse una

base militare. Inoltre ci fu l’unificazione territoriale, demografica e giuridica dell’impero con l’editto di Caracalla, la

constitutio antoniniana del 212 d.C., con cui venne concessa la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero.

L’anarchia militare e la crisi del principato

Dopo la morte di Alessandro seguirono 50 anni di anarchia militare che determinarono la crisi del Principato. Le cause furono

varie:

costituzionali: degenerazione in potere dispotico dell’auctoritas principis e la mancanza di norme per la successione della

carica imperiale;

politiche: formazione di una nuova aristocrazia militare come unica classe dirigente e affermazione della figura

dell’imperatore­soldato;

militari: scarsa difesa dei confini dell’impero, che favorì la costituzione di stati indipendenti lungo i confini:

economiche­sociali: involuzione del sistema schiavistico e crisi dell’agricoltura;

finanziarie­monetarie: aumento della spesa pubblica per l’esplosione della burocrazia e per i bisogni dell’esercito;

spirituali: involuzione del paganesimo e diffusione del cristianesimo, anche presso i ceti dirigenti.

Cura et tutela rei publicae universa

Augusto fu molto prudente rispetto all’apparato tradizionale poiché lasciò tutto immutato anche se solo formalmente, infatti

si limitò a dirigere e controllare le funzioni delle istituzioni, per poi svuotare dei poteri di decisione il senato, i comitia e le

magistrature. Per quanto riguarda il senato, Ottaviano ridusse il numero dei senatori, da 100 a 600, scegliendoli tra gli ex

magistrati. Inoltre sanzionò con pene più gravi l’obbligatorietà della presenza. Distinse le sedute ordinarie (senatus legitimis)

che dovevano tenersi alle idi e alle calende di ogni mese e le sedute straordinarie (senatus indictus). Augusto per semplificare

la decisione, ma anche per pilotarla, sorteggiava ogni 6 mesi alcuni senatori con cui discuteva precedentemente degli affari.

Augusto ostentò grande rispetto per le funzioni del senato, promuovendo la formazione e la giurisdizione, ma in altri settori

l’auctoritas principis, si sostituì all’antica competenza del senato, come nel caso dell’amministrazione delle province

senatorie.

Comizi

I comizi assunsero molto rilievo istituzionale con Augusto che ripristinò i poteri tolti durante il secondo triunvirato. Vennero

ripristinate però solo le deliberazioni legislative ed elettorali e non giudiziarie.

Magistrature

Con il principato alle magistrature fu ridotto il ruolo politico, lasciando loro solo compiti giurisdizionali e amministrativi. La

censura scomparve del tutto, il consolato perse le funzioni di governo e il numero dei posti per le magistrature fu aumentato;

mentre la durata del consolato fu ridotta prima a 6, poi a 4 e poi a 2 mesi. Si ebbero 12 consoli in un anno, ma solo i primi 2

erano eponimi. Le altre magistrature pur se private di alcuni compiti risentirono molto meno del nuovo regime politico.

I nova officia

I principi sostituirono l’apparato tradizionale con i nova officia, la cui completa istituzionalizzazione si ebbe con Adriano. I

titolari scelti tra i cavalieri erano:

1.Praefecti, costituivano gli alti dirigenti della burocrazia imperiale;

2.Procuratores, prima erano rappresentanti del principe; a partire da Adriano divennero funzionari pubblici o impiegati come

governatori provinciali;

3.Curatores, erano funzionari imperiali di rango senatorio, nominati dal principe e svolgevano le stesse funzioni dei censori.

4.Legati Augusti Pro Pretore, erano luogotenenti del principi a cui veniva affidato il comando delle legioni e il governo delle

province.

I praefecti potevano essere:

a)praefecti praetorio, 2 o 3 guardie del corpo del principe;

b)praefectus urbi, aveva compiti di polizia;

c)praefecrtus annonae, assorbì la cura annonae degli edili;

d)praefectus vigilum, pompieri, vigilavano contro incendi e avevano funzione di polizia notturna.

Cancelleria imperiale

rappresentava l’insieme di funzionari di corte che aiutavano il principe nella preparazione ed emanazione degli atti.

Il consilium principis

Divenne l’organo permanente nell’amministrazione di Adriano. Ne facevano parte i più alti funzionari imperiali e il

consilium era articolato in sezioni divise per materie:affari politici, amministrativi o giudiziari.

Assetto territoriale

La classe dirigente imperiale si fece subito carico dell’amministrazione del vastissimo impero, prima dell’editto di Caracalla,

l’impero era costituito dalle città­stato e dai territori delle province e dalle città federatae. L’imperium proconsularemaius et

infinitum facilitò il passaggio da città­stato a stato­impero, realizzando una saldatura tra Italia, province e città federate.

Roma divenne capitale dell’impero e fu divisa in 14 regioni e 265 vici. L’Italia fu divisa in 11 regioni.

Province

Le province durante la massima espansione territoriale, con Traiano, erano 45 ed erano divise in senatorie o imperiali. Le

province senatorie erano rette da proconsoli seguite da 12 littori o da propretori seguiti da 6 littori. Le province imperiali

erano rette da legati augusti propretore con 5 littori o procuratores augusti.

Nelle province c’erano i municipia e le coloniae, che facevano parte della civica romana; e le foederatae o liberae che erano

civitates peregrinae. Il potere del governatore valeva per le civitates romanae e per quelle liberae, ma non per le civitates

foederatae.

Cambiamento dell’impero

Prima della costitutio antoniniana, la civitas romana era estesa a tutta l’Italia; ad essa erano raccordate le città federate in

base al trattato (foedus) e le province in base alla lex data . dal 212 d.C. l’impero romano costituì un organismo unitario, con

unità di territorio, popolazione e ordinamento.

Finanza pubblica

Il passaggio da città­stato a impero aumentò i compiti pubblici con:

a)la difesa dei territori;

b)la realizzazione di opere pubbliche sia civili che militari;

c)lo sviluppo della pubblica istruzione, con biblioteche e scuole pubbliche.

Tutto questo incise negativamente sulla cassa dello Stato, che tra Augusto e gli Antonini era divisa in 3:

Aerarium populi romani;

1. Aerarium militare;

2. Fiscus cesaris.

3

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
27 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lorenzina0203 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Foggia o del prof D'Amati Laura.