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FOTOCOPIA ADOPTIO

[D, 1,7,23 (Paulus, lib.35 ad edictum)]

Siamo sul piano degli effetti dell'adozione.

Traduzione: 29"Colui che è dato in adozione, di coloro rispetto ai quali diventa agnato diventa anche cognato, viceversa di coloro rispetto ai quali non diventa agnato non diventa neppure cognato: infatti l'adozione non produce un diritto di sangue (dunque un rapporto di parentela di sangue) ma produce un diritto di agnazione. E perciò se io adotto un figlio mia moglie non sarà per lui madre..."

Le due categorie di parentela sono l'agnazione e la cognazione:

- agnazione: parentela in linea maschile rilevante per i rapporti potestativi, poiché si fonda sicuramente su un soggetto maschile.

- cognazione: parentela non rilevante sul piano dello ius civile, è la generica parentela di sangue e come tale comprende anche la linea femminile.

In che rapporto si trovano queste due categorie di parentela?

La cognatio è il genere al cui

marito, ma non è necessariamente cognata rispetto agli altri agnati del marito. La moglie dell'adottante non ha un legame di parentela diretto con l'adottato, quindi non è sua agnata. Tuttavia, potrebbe diventare cognata degli altri agnati del marito se ha parentela con loro attraverso la sua linea di parentela femminile.

proprio marito? solo nel caso in cui c'è stata la convetio inmanum, che talvolta accompagna il matrimonio soprattutto in età arcaica.

[Nota bene dalle Istituzioni di diritto romano:Conventio in manum = è l'atto per effetto del quale la moglie entrava a far parte della famiglia del marito, cadendo nella "manus", nel potere famigliare del marito oppure del suocero, laddove il marito non fosse sui iuris. La manus, dunque, è un istituto che incide sullo status della donna. se era sui iuris, diventa alieni iuris, o nei confronti del marito o del suocero. se era alieni iuris, perde ogni legame di parentela e patrimoniale. La donna con la manus diventa sorella dei propri figli, e si crea un legame d'agnazione (oltre che di cognazione) con il marito e i figli.]

La moglie è agnata laddove vi sia stata la manus, e sarà agnata e cognata rispetto al figlio adottivo, non in quanto madre, ma in quanto "figlia".

dell'adottante. Quando però scrive Paulo, agli inizi del terzo secolo a.C. l'istituto della manus non trova più applicazione, e quindi l'ipotesi che prende in considerazione è quella di un matrimonio ordinario (senza conventio in manum) dunque la moglie sicuramente non è nella potestà del marito (o è sui iuris, o è nella potestà del suo padre) di conseguenza non è agnata rispetto al marito, con il risultato che se questi fa un'adozione non sarà nemmeno agnata rispetto al figlio adottato, in quanto non ha legami d'agnazione con il marito, se non ha agnazione rispetto il figlio adottato non ha nemmeno il vincolo di sangue ovvero un rapporto di cognazione. Dunque la moglie dell'adottante non ha nessun rapporto di parentela con l'adottato, il quale conserverà il vincolo di filiazione con la sua mamma naturale. L'adoptio crea solo legami potestativi, dunque può creare vincoli

seguente:

solo di agnazione, lacognazione è una conseguenza che può sorgere solo a seguito dell'agnazione.

[FOTOCOPIA ADOPTIO]D, 1,7,30 (Paulus, lib.1 regularum)

Paulo scrive l'opera "Le Regulae", insieme di regole del diritto.

Traduzione "Anche coloro che non hanno moglie possono adottare figli"

In termini moderni potremmo dire che il mondo romano permette l'adozione da parte dei single, apertura a cui vogliono arrivare alcuni ordinamenti occidentali moderni.

Il problema è quella della necessaria o meno corrispondenza tra filiazione naturale e procedimento dell'adozione. L'adozione è sempre stata vista come un suppletivo dellafiliazione naturale, e in quanto tale deve rispettarne il più possibile i parametri di riferimento.

Se l'adozione serve a creare un figlio legittimo, deve riportarsi al modello biologico dell'unione familiare. La possibilità di discostarsi o meno da quel modello è il

grandeinterrogativo dei legislatori moderni. Nell'esperienza romana dove chiunque (maschio suiiuris) può adottare un figlio, consegue, non per una scelta ideologica, ma per il semplicefatto che il ruolo femminile nell'adozione può essere scavalcato, dato che la mogliedell'adottante è addirittura estranea rispetto all'adottato. Siccome è estranea si puòtranquillamente ritenerla superflua all'interno del procedimento di adozione, e quindi ancheun pater familias non sposato possono avere figli legittimi tramite l'adozione.effetti sul piano onomastico
Effetti sul piano del nome. Come si evidenziano i rapporti tra adottante e adottato?La cartina di tornasole è data dal nome, che rende evidente che c'è stato un cambiamentonella collocazione familiare, e il transito da una famiglia all'altra si manifesta nel nome.Una delle finalità dell'adozione riguarda i rapporti tra famiglie.Nella

Visione moderna: l'adozione serve a soddisfare un desiderio di maternità e paternità che per varie ragioni non riesce ad attuarsi naturalmente, serve quindi a sopperire all'amancanza naturale di un figlio. Inoltre l'adozione serve anche a togliere il soggetto adottato da una condizione di bisogno. L'adozione serve quindi per l'interesse dell'adottato e degli adottanti (aspirazione ad una genitorialità).

Nell'età romana molto spesso l'adozione riguarda soggetti adulti che non si trovano in una situazione d'abbandono e molto spesso l'adozione porta lo spostamento di un soggetto da una famiglia ad un'altra, dunque il soggetto già avrebbe una collocazione familiare, non c'è una condizione di bisogno e di abbandono. Dunque, ciò comporta che l'adozione ha una finalità indiretta, diversa da quella moderna, ovvero quella di creare un legame tra le due famiglie coinvolte.

essere quello della famiglia che lo adotta, in modo da sottolineare la sua appartenenza e il suo legame con essa. Questo è evidente soprattutto nelle famiglie aristocratiche, dove il nome di famiglia era di grande importanza e rappresentava un simbolo di prestigio e potere. Inoltre, l'adozione era spesso utilizzata come strumento per consolidare alleanze politiche. Le famiglie aristocratiche cercavano di creare legami tra di loro attraverso l'adozione, in modo da formare delle vere e proprie lobby che potessero influenzare le decisioni politiche. Questo era particolarmente importante durante l'ultima età repubblicana, quando le lotte politiche erano intense e gli interessi in gioco erano alti. L'adozione creava quindi un forte legame tra le famiglie coinvolte, che diventavano un unico nucleo familiare unito da questo vincolo. Questo legame era sottolineato anche dal sistema onomastico, che prevedeva che l'adottato assumesse il nome della famiglia che lo adottava. In conclusione, l'adozione era un meccanismo utilizzato per creare alleanze politiche e consolidare legami tra famiglie. Questo era reso evidente dal fatto che l'adottato assumeva il nome della famiglia adottante, sottolineando così la sua appartenenza e il suo legame con essa.

essere in grado di identificare i gruppi famigliari coinvolti, poiché in questo modo si formalizza anche all'esterno l'alleanza e il vincolo che si viene a creare tra le due famiglie.

Alla luce di questo interesse si capisce meglio l'evoluzione che della regola onomastica e cioè: 31

In origine la regola era che l'adottato assumeva i nomi dell'adottante, mentre perdeva il nome gentilizio e il cognome familiare di origine.

[Nota bene: Il sistema onomastico vede un sistema basato di tre nomi: il nome proprio, il nome della gens e il cognome della famiglia, se elimino gli ultimi due, cancello definitivamente l'origine di quel soggetto e lo proietto in modo esclusivo nella famiglia dell'adottante.]

Successivamente si avverte la necessità di lasciare almeno una traccia della collocazione familiare d'origine. L'adottato perde il nome gentilizio e il cognome familiare d'origine e assume quelli dell'adottante, tuttavia

aggiunge a questi ultimi un nome particolare che è dato dal gentilizio suo d'origine trasformato mediante l'aggiunta di un suffisso (-anus). Es. Publio Cornelio Scipione Emilianus ovvero deriva dalla gens Emilia e indica che il soggetto è stato adottato dalla famiglia Scipione e ora appartiene alla gens Cornelia. Dall'epoca di Silla (periodo di lotte politiche in cui si fa più prorompente questo meccanismo d'alleanza politico) il sistema onomastico cambia e il soggetto adottato assumeva sia i tre nomi dell'adottante, ma conservava anche il cognome familiare originario. Dunque ha oltre i nomi dell'adottante il gentilizio originario con il suffisso in-anus e il cognome familiare d'origine. Dall'età imperiale il soggetto adottato riporta tutti i nomi: i tre d'origine e i tre dell'adottante. Si ha la voglia di manifestare nel modo più chiaro possibile tutte le alleanze e le adozioni che ci sono state, ci

Sono casi in cui soggetti avevano anche 13 nomi... Questo sistema è perfettamente funzionale alla volontà di manifestare l'alleanza politica tra le famiglie. Un soggetto quando si presentava manifestava tutto l'assetto familiare che gli stava dietro e dunque quella persona poteva essere preso in considerazione, sul piano sociale, anche soltanto per il fatto che dietro a lui si trovava un'unione forte tra due gruppi familiari importanti. Logica incomparabile con la logica moderna dell'adozione.

LEZIONE 5 - 3 - 2010

Ci rimangono da considerare gli ultimi aspetti in materia di adoptio ai quali evidentemente fanno riferimento quegli ultimi quattro passi che non abbiamo tradotto, il fatto che ci siano quattro passi ancora da tradurre rende manifesto il fatto che ci sia ancora qualcosa da dire in materia di adozione e rimangono le cose a mio avviso più significative. Ieri cominciai ad impostarvi dopo la descrizione del procedimento della adoptio gli

Effetti dell'adozione stessa, abbiamo visto gli effetti sul piano delle relazioni di parentela che hanno creato problemi.

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
112 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/18 Diritto romano e diritti dell'antichità

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze giuridiche Prof.