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La metafora del burattinaio e della marionetta
La metafora del burattinaio e della marionetta non è vista in modo dispregiativo, ma solo ad indicare che il burattinaio è lo Stato, ossia la struttura organizzativa più importante della società contemporanea, mentre la marionetta è l'individuo che dallo Stato viene modellato e fatto agire come centro d'imputazione di rapporti intersoggettivi.
Secondo alcune visioni, possiamo identificare la posizione dello Stato con l'emanazione e la presenza di precetti vincolanti chiamati nell'insieme diritto oggettivo. Possiamo distinguere il diritto oggettivo in diritto pubblico e diritto privato, a seconda che i precetti guardino alla sfera sovra individuale o a quella individuale. Con riferimento alla sfera individuale, possiamo distinguere più specificatamente i precetti a seconda che determinino il modo di essere dell'individuo come centro di imputazione o disciplinino l'agire.
La gerarchia fra ordinamento e individuo si tecnicizza in...
Rapporto fra diritto oggettivo (privato) e soggetto di diritto. Tali precetti vincolanti possono essere meglio individuati come norme giuridiche e il diritto oggettivo come insieme di norme giuridiche. Possiamo fare una distinzione come espresse direttamente da Kelsen e da Santi Romano tra: TEORIA NORMATIVA E TEORIA ISTITUZIONALE. Nel primo caso si muove dal presupposto che le norme si caratterizzino per essere legate indissolubilmente al principio della sanzione nell'ipotesi di una loro inosservanza. E su tale presupposto, si afferma che le norme giuridiche possano avere un effettivo rilievo solo se rapportabili ad una norma fondamentale o primaria, necessariamente presente in ogni ordinamento. Quindi secondo Kelsen le norme giuridiche possono considerarsi tali ovvero valide e vigenti solo se dipendenti dal volere delle forze dominanti. Ben diverso è nella teoria istituzionale. Santi Romano scrive infatti che la norma giuridica può non avere carattere imperativo, essendo di per
seconnotabile come regola di condotta. Secondo Kelsen le singole norme del sistema giuridico debbono essere prodotte da un particolare atto che lopone, atto non di pensiero ma di volontà da parte di chi comandi. Invece in Santi Romano non vi è una determinazione ed individuazione della giuridicità secondo criteri non necessariamente ricollegabili a questo volere delle forze dominanti.
Le norme sono validamente giuridiche per la rispondenza, nel caso di Kelsen, alla norma fondamentale e, nel caso di Santi Romano, alla realtà sociale. Kelsen scrive che la sua teoria deve essere intesa come una DOTTRINA PURA DEL DIRITTO, cioè una dottrina depurata da ogni ideologia politica. Vi è una sostanziale concordia circa la portata dellarispettiva nozione di norma giuridica, Kelsen la intende in linea di principio come giudizio ipotetico, mentre Santi Romano la indica come regola di condotta. Ambedue però giungono a rintracciare il rilievo non solo a
livellogenerale ma anche particolare. Anche nel pensiero di Santi Romano è l'istituzione statale ad avere sempre il primato e l'identificazione del diritto oggettivo attraverso le norme generali prodotte, autorizzate e controllate dallo Stato per tutti i suoi consociati o gruppi di consociati è senza dubbio privilegiata. Tutto ciò è a fondamento della divisione del diritto oggettivo in diritto PUBBLICO E PRIVATO. Il diritto pubblico riguarda la sfera sovra individuale, mentre il diritto privato coinvolge la sfera individuale.
Secondo una frase del giurista Ulpiano del terzo secolo d.C.: "è diritto pubblico quello che interessa il modo d'essere dell'organizzazione giuridica romana, è diritto privato quello che riguarda l'utilità dei singoli." Possiamo distinguere la frase di Ulpiano con la prospettiva presente negli autori moderni i quali insistono sulla diversa natura degli interessi tutelati dal
diritto oggettivo ed identificano il diritto pubblico con quello indirizzato all'interesse sociale e il diritto privato con quello indirizzato all'interesse particolare ed individuale. Ci sono però altri studiosi che distinguono il diritto pubblico dal privato per la circostanza che nel primo caso le norme sarebbero inderogabili da parte dei privati, perché di diretta e immediata competenza dello Stato, mentre nel secondo caso esse avrebbero carattere dispositivo perché pur essendo emanate dallo Stato, sarebbero sostituibili attraverso l'esercizio dell'autonomia riconosciuta sempre dallo Stato ai singoli. Per altri autori contarebbe più specificatamente la qualità dei soggetti cui la norma si riferisce. Nell'età contemporanea, quale sia il criterio discriminatorio di volta in volta prescelto, la distinzione fra diritto pubblico e privato continua a vivere, ed è sempre lo Stato ad avere un ruolo decisivo. Il pubblico
privato sono viste come due facce d'una stessa medaglia, distinguibili l'una dall'altra per la diversa immagine che raffigurano, ma partecipa pur sempre un qualcosa (il diritto oggettivo) voluto e prodotto da un unico artefice (lo Stato). Kelsen pone l'accento anche sul soggetto di diritto: il concetto di soggetto giuridico di diritto esprime solo l'unità d'una pluralità di obblighi ed autorizzazioni. La persona è l'espressione unitaria delle norme che regolano il comportamento di un uomo. Se ci domandiamo come venga concepito l'agire del soggetto di diritto, la prima constatazione da fare è che esso viene di massima inquadrato nello schema incentrato sulla nozione generale di fatto giuridico e articolato nella suddivisione del fatto giuridico in: atto giuridico e fatto giuridico in senso stretto, a seconda che l'accadimento sia concepito come direttamente causato o meno dal soggetto umano, cioè secondo altri.
che venga coinvolta omeno la coscienza e la volontà del soggetto di diritto. L'ATTO GIURIDICO è sottoposto ad ulteriori sezionamenti. A seconda che la coscienza e la volontà del soggetto siano o meno meritevoli di protezione da parte dell'ordinamento, abbiamo l'ATTO LECITO O ILLECITO. Per quanto riguarda l'ATTO GIURIDICO LECITO, considerato il più importante e rilevante, si distingue fra l'atto lecito volto per esempio a far conoscere qualcosa e quindi rappresenta una dichiarazione di scienza ed atto lecito volto a determinare un indirizzo per l'agire e quindi rappresenta una manifestazione di volontà. Se pensiamo alle manifestazioni di volontà, ci imbattiamo in uno dei concetti più travagliati che la dottrina europea continentale abbia utilizzato e continua ad utilizzare. Ci riferiamo al concetto di NEGOZIO GIURIDICO. Anche il negozio giuridico è stato sottoposto ad alcune distinzioni. A seconda cheLa manifestazione di volontà si realizza tramite il linguaggio oppure attraverso comportamenti fluttuali, si parla di negozio dichiarativo o di negozio non dichiarativo. Inoltre, a seconda che la manifestazione di volontà provenga da un solo soggetto oppure da più soggetti, abbiamo il negozio unilaterale o bilaterale.
Per quanto riguarda il soggetto, passiamo ad esaminare le varie situazioni soggettive. Christian Wolff considerava il diritto soggettivo come una facoltà o potere di agire e lo configurava come qualcosa di innato all'individuo senza il necessario intervento del diritto positivo. Secondo la definizione di Windscheid si considera il diritto soggettivo come podestà o signoria della volontà impartita dall'ordine giuridico. Secondo Betti il diritto soggettivo privato si può definire il potere giuridico individualizzato che al privato deriva dal diritto obiettivo in ordine alla protezione di un suo interesse in confronto.
distanza, come la proprietà di un immobile, sono esempi di diritti soggettivi assoluti. In secondo luogo, il diritto soggettivo può consistere nella pretesa di un comportamento attivo da parte degli altri, come ad esempio il diritto di ricevere una prestazione o un servizio. Questo tipo di diritto soggettivo è definito come DIRITTO RELATIVO, in quanto coinvolge specificamente una o più persone determinate. Infine, esistono anche i diritti soggettivi di natura pubblica, che sono quelli riconosciuti ai cittadini nei confronti dello Stato. Questi diritti sono fondamentali per garantire la tutela dei diritti fondamentali dell'individuo e includono ad esempio il diritto alla libertà di espressione, il diritto alla privacy e il diritto alla sicurezza. In conclusione, il diritto soggettivo è un concetto fondamentale nel diritto, che garantisce agli individui la possibilità di pretendere un certo comportamento dagli altri, nel rispetto dei limiti stabiliti dall'ordinamento giuridico.loro volta sono sottoposti ad ulteriori distinzione: da un lato vi è la proprietà come diritto reale per eccellenza; dall'altro lato vi sono diritti che possono essere di godimento o di garanzia. I diritti reali possono essere su cosa propria come l'usufrutto o il pegno, o su cosa altrui chiamati diritti reali parziari e possono essere sia di godimento che di garanzia, mentre quelli su cosa propria riguardano la forma più piena e completa della proprietà. Sul versante dei diritti di garanzia abbiamo il PEGNO caratterizzato dalla facoltà per il creditore insoddisfatto di perseguire la vendita del bene consegnatogli dal debitore proprietario, e L'IPOTECA che si distingue dal pegno per il fatto che il bene non viene consegnato al creditore, ma rimane nella disponibilità del proprietario. Sul versante invece dei diritti reali di godimento troviamo l'USUFRUTTO, la SUPERFICIE caratterizzata dalla facoltà di costruire outilizzare su un suolo altrui unacostruzione, e così via.Possiamo individuare anche i diritti reali parziari per i quali la facoltàcaratterizzante consiste addirittura nell’impedire al proprietario l’esercizio diqualcuna delle sue facoltà come avviene nelle servitù a non elevare più inalto dirette ad impedire al titolare del fondo vicino la costruzione di unimmobile oltre una certa altezza. Il diritto soggettivo viene delineato comediritto relativo, come pretesa alla cooperazione di un terzo onde consentire altitolare del diritto di conseguimento di un vantaggio a rilevanza patrimoniale. Ilterzo è individuato ha un nome ed un cognome, non è una persona qualsiasiil quale è tenuto a collaborare affinchè il proprietario possa ottenere lasoddisfazione del suo interesse economico. Questo è il caso del creditore diuna somma di denaro :egli è portatore di un diritto soggettivo relativo
Perché può pretendere