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GIURISTI IMPORTANTI:
• Sesto Elio è un giurista simbolico. Si occupa da un lato delle 12 tavole, dall’altro è il
primo giurista laico.
La sua opera è tripartita: 12 taavole (aggiornate), ius civile (inteso come interpretazione dei giuristi)
e legis actiones (procedura/processo).
Pomponio definisce la sua opera cunabula iuris, fondamenti del diritto.
• Manio Manilo, Publio Mucio Scevola, Bruto (intorno al 120/140 A.c)
Questi 3 giuristi vengono chiamati da pomponio come fondatori dello Ius civile.
• Manio e Publio Mucio sono di famiglia senatoria, arrivato al senato.
• Bruto ricopre solo la carica di pretore.
• Publio oltre che ad essere console diventa anche pontefice massimo, pubblicando
anche gli annales maximi.
Tutti e tre scrivono, non più sulle 12 tavole, ma dei libri di diritti civile .
Manio ha fatto inoltre una raccolta di formulari di negozi. Tutti e 3 discutono insime, confrontando
le varie soluzioni giuridiche argomentando le loro posizioni.
Es. schiava data in usufrutto: appartiene ad un proprietario che decide di darla in usufrutto ad
un’altra persona. L’usufruttario “gode” dei frutti della cosa. La schiava come frutto gli può dare dei
figli. Il nato da schiava è schiavo.
Manio e Publicio si schierano dicendo che è un frutto, quindi appartiene all’usufruttario.
Bruto invece dice che non può essere u frutto, ma è un essere umano e quindi appartiene al
proprietario.
Es. furto d’uso
Viene data una cosa in comodato (un prestito con determinati limiti, anche di luogo). Invece l’uomo
va con tale cosa da tutt’altra parte. Bruto e Publicio pensano quindi che sia stato compiuto un furto
d’uso.
Sono visti come fondatori dello ius civile perché operano il testo delle 12 tavole, non riferendosi più
al loro testo, e definiscono il testo dello ius civile partendo dai loro stessi testi.
• Quinto mucio scevola, figlio di Publio diventato Console. Pomponio lo definisce
come il primo che divide per genere lo ius civile prende la filosofia greca (platone e aristotele),
adottando la dialettica (per dare un resoconto scientifico e rappresentarlo, bisogna procedere alla
classificazione per genere e specie).
Quinto incomincia a individuare i generi: matrimonio, possesso, tutela, furto, all’interno di ogni
genere individua la specie.
Il suo limite è non aver costruito un sistema generale per le materie. Per fare ciò è neccessario
definire gli oggetti: dare una definizione alle materie.
Allievo di Mucio: Servio supicio rufo
Era un uomo nuovo, cioè figlio di una famiglia non aristocratica.
Studi di retorica e filosofia, era molto amico di Cicerone.
Insieme andarono alla scuola di un grande filosofo a Rodi. Praticò la professione di oratore come
Cicerone ma poi incontrò Quinto Mucio Scevola e lo stimolò a imparare il diritto.
Diventò un grande giurista e insegnate. Console nel 51 a.C.
Morto nel 43 a.C, 1 anno dopo l’uccisione di Cesare, mentre andava a fare un’ambasceria.
Dialettica: divisione in genere e specie.
Mucio era un aristocrativo, quindi un po conservatore mentre servio era un innovatore.
Capitoli di Critica a scevola: opera (reprehensae scaevole capita). Prende vari punti dei libri del
diritto civile e ne propone interpretazioni differenti es. quello relativo alla società commerciale.
Societas: Quando 2 o + persone mettono insieme i propri patrimoni a fine di lucro con un’attività
specifica, era un tipo di rapporto tutelato da poco (spesso era una società commerciale per il
trasporto di grano o animali).
Quinto Mucio pensava che i soci dovessero mettere le stesse quote e anche la suddivisione dei
profitti e delle perdite; era abituata al vecchio ius civile, dove non c’era la società commerciale ma
la società dei fratelli coeredi.
Sulpicio non era legato alle tradizion siccome non aveva una famiglia di giuristi alle spalle.
Società leonina: E’ nulla la società dove un socio si prende tutti gli interessi senza sostenere gli altri,
era una società iniqua e non valida.
Socio d’opera: compie un lavoro per la società che deve essere riconsciuto, divide solo i profitti non
le perdine perché li sostiene con il suo lavoro.
Altre innovazioni di Servio: commento all’editto del pretore (titolo= ad brutum), per la prima volta
inoltre riesce a costituire una scuola privata molto ampia, senza nessun intervento da parte dello
Stato. Le sue capacità di insegnamento erano molto ampie, infatti c’era un gruppo di giuristi
formato da lui (auditores servii: uditori).
I 2 più noti “auditores servii” sono Ofilio con il “ad edictum commento” all’editto del pretore, e
Alfeno Varo, molto noto perché di modestie origini, diventa console nel 39 a.C, scrisse un’opera
intitolata “digesta”.
DIGESTA raccolta di argomenti che segue un ordine, raccolta ordinata. Struttura editale.
Segue l’ordine delle materie dell’editto del pretore. Riporti i casi discussi nella scuola del suo
maestro (responsi di Servio). Sono casi concreti avvenuti a Roma.
Struttura del responso triadica: divisa in 3 parti.
1 parte il caso
2 parte il quesito
3 parte la rispota
Prima della risposta c’era una discussione sulle varie ipotesi di soluzione, nella scuola.
Unica opera conosciuta di metodologia di insegnamento.
Periodo di cambiamenti, la crisi nasce con la morte di cesare nel 34 a.C. (crisi Repubblica e
strutturazione del principato 27 a.C-284 d.C.)
284 avvento di diocleziano.
Nuova classe: cavalieri.
I soldati diventano soldati di carriera.
Primi segni di crisi il potere reagisce con il rafforzamento dei poteri di persone specifiche (es.
condottieri: Mario, Silla, Pompeo), per esempio dando la carica di dittatore, console senza che sia
passato il tempo giusto. O con dei poteri straordinari come quelloa Silla di riordinatore le istituzioni
e proporre leggi vincolanti.
CESARE: + pericoloso perché era molto forte dal punto di vista militare siccome aveva il controllo
dell’esercito; sconfisse Pompeo e si fece dare la carica di dittatore a vita nel 49 a.C.
Fede tante riforme, quella più tenuta era quella sulla concessione della cittadinanza Romana, era
considerato un pericolo per i cittadini.
Nel 44 a.C, in una congiura di Senatori capeggiati da Bruto e Cassio, venne ucciso.
Successione di Cesare costruzione di un nuovo governo, il principato.
Fu una costruzione lnta ma molto abile.
Come primo passo venne costruito un nuovo triumvirato composto da Lepido, Antonio e Ottaviano
(erede -figlio adottivo- di Cesare), aveva 19 anni quando iniziò il triumvirato.
Costituito da 5 anni + 5. Dal 43 al 32 a.C.
Ottaviano giocò molto sul testamento di Cesare per ottenere la sua carica. I 3 personaggi avevano
delle aree di responsabilità:
Ottaviano, italia e province occidentali.
Antonio in egitto, dove iniziò una relazione con Cleopatra dopo aver avuto un figlio con Cesare.
Lepido in Africa.
Lo scopo della suddivisione dei territori era quello di elimanre i nemici
Allo scadere del 32 Lepido era già stato emarginato. Ottaviano riesce a dimostrare che Antonio era
nemico della patria facendo una cosa illegale: prese il tstamento di Antonio e lo fece aprire
pubblicamente in quanto era convinto che ci fossero delle disposizioni pericolose.
Dal testamento si capiva che Antonio concedeva una fetta di potre importanti ai figli avuti con
Cleopatra e il rischio era che a roma potessero subentrare gli egiziani.
Il senato dichiara Antonio nemico della patra dando a ottaviano un potere straordinario (imperium).
Giuramento di tutta l’Italia di tutte le persone della penisola. Il potere di ottaviano era concesso
anche da tutti i cittadini
Antonio sconfittonel 31 nella battaglia di azio e l’egitto diventa provincia d’italia.
L’egitto diventa il granaio d’europa siccome era molto ricco.
Il senato inizia a dare dei poteri importanti a ottaviano, nel 28 lo riconosce come “princeps senatus”.
Nel 30 gli riconosce un potere tipico dei tribuni della plebe: “tribunicia potestas” (inviolabilità).
27 a.C inizio del principato, ottaviano si presenta al senato dicendo di aver riportato la apce e
sconfisso i nemici e Restituisce il potere straordinario di “imperium” (restituisce la republica).
Il senato reagisce dicendo che gli rimaneva la potestà tribunizia, riconoscendogli un titolo speciale:
Augustus, termine che deriva da “augere” che rimanda la sfera religiosa “augurium”, colui che è da
venerare.
Augusto ha una guardia del corpo (corpo dei pretoniani guidati dai prefetti del pretorio) che deve
salvaguardare la sua salute.
Cominciano una serie di innovazioni: una di queste sono il consolidarsi di poteri dati dal senato a
vita ma che non sono cariche.
Dal 23 non assume più carche magistruali per evitare la fine di cesare, ma si attribuisce il potere
scisso della carica e la tribunicia potestà (cariche a vita).
La tribunicia potestà lgi viene attribuita completa con tutte le prerogative dei tribuni della plebe,
hanno il potere di soccorrere i cittadini con la provocatio in appello al popolo, prendono decisioni
valide per tutti -promulgazioni di leggi, plebisciti-.
Con la scusa di proteggere i deboli poteva proporre regole, leggi, riforme, convocare il senato e le
assemblee, opporsi alle decisioni dei magistrati.
Le nuove provincie vengono attribuite ad Augusto, le vecchie invece rimangono di competenza del
Senato. (imperium proconsolare maius et infinitum, comando militare maggiore rispetto agli altri
magistrati e senza limiti territoriali).
Introdurrà riforme attraverso le leggi rogate proposte alle assemblee.
Controllo sulle elezioni dei magistrati raccomandati da lui.
Crea nuovi organi, che affiancano i vecchi facendogli perdere valore, tra cui i “funzionari
imperiali”.
FUNZIONARI IMPERIALI: creati, scelti, stipendiati dal principe. La carica è scelta dal principe.
Netta differenza tra magistrati e funzionari. I magistrati erano annuali, creati tramite elezione da
parte delle assemblee, non pagati ma gratuiti.
I più importanti erano: prefetti, curatori e i procuratori.
Il senato diventa mano a mano un organo controllato dal principe.
Si affianca al principe la carriera equestre, quella dei funzionari. I funzionari creati dal principe
percorrono un tipo di carriera diversa, quella che porta a diventare curatori (legati di augusto) fatta
con le cariche imperiali.
Morto nel 14 d.C a 74 anni.
Res gestae divi augusti: autobiografia di Augusto.
Senato consulto approvato dai comizi tramite lex rogata. All’interno ci sono una serie di clausole
che ricalcano i poteri posseduti dal principe. Si aggiunge anche una clausa con scritto che il principe
può intervenire in tut