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Simile alla deroga è la sospensione dell'applicazione di una norma, sospensione limitata ad un certo periodo e spesso a singole

categorie o zone. Es.: esclusione dall'obbligo di servizio militare x i giovani calamitati: passato il termine previsto la norma generale

riprende tutta la sua applicabilità.

8. Il criterio gerarchico e l'annullamento

Il criterio gerarchico dice che in caso di contrasto tra 2 norme si deve preferire quella che nella gerarchia delle fonti occupa il posto +

elevato. La prevalenza della norma superiore su quella inferiore si esprime attraverso l'annullamento. L'annullamento è l'effetto di una

dichiarazione di illegittimità che un giudice (non qualsiasi interprete) pronuncia nei confronti di un atto, di una disposizione o di una

norma. A seguito della dichiarazione di illegittimità, l'atto, la disposizione o la norma perdono validità. L'atto invalido è un atto

viziato: mentre l'abrogazione opera nel ricambio fisiologico dell'ordinamento, l'annullamento colpisce situazioni patologiche che si

verificano in esso. I vizi possono essere di 2 tipi: formali o sostanziali. I primi riguardano la forma dell'atto, es. esso è emanato da un

organo non competente o procedimento seguito x la sua formazione non corrisponde a quanto prescritto dalle norme superiori. In

questo caso sarà l'intero atto ad essere viziato. I secondi riguardano i contenuti normativi di una disposizione, cioè le norme: la

disposizione sarà viziata xkè produce un'antinomia con norme tratte da disposizioni di rango superiore.

Effetti dell'annullamento

Quando un giudice dichiara l'illegittimità di un atto normativo, questa dichiarazione ha effetti generali: in seguito ad essa, l'atto

annullato non può essere + applicato a nessun rapporto giuridico, anche se sorto in precedenza all'annullamento. Al contrario

dell'abrogazione, l'annullamento non opera solo x il futuro ma anche x il passato (ex tunc). Ma gli effetti dell'annullamento si

avvertono solo x i rapporti giuridici che l'interessato possa sottoporre a un giudice, cioè che siano ancora azionabili: rapporti pendenti

(contrario di rapporti esauriti). In genere i rapporti si chiudono col decorso del tempo (estinzione del diritto x prescrizione; perdita

della possibilità di esercitare il diritto, cioè decadenza) oppure x volontà dell'interessato (acquiescenza) o xkè il rapporto è stato

definito con una sentenza ormai non + impugnabile (giudicato).

9. Il criterio della specialità

2° il criterio della specialità si deve preferire la norma speciale a quella generale, anche se questa è successiva. Questo criterio non è

ben codificato. C'è una difficoltà di codificazione xkè cosa sia “genere” e cosa sia “specie” è spesso questione di opinioni.

La preferenza x la norma speciale non si esprime né con riferimento all'efficacia della norma (come x l'abrogazione) né con

riferimento alla sua validità (come x l'annullamento). Le norme in conflitto rimangono entrambe efficaci e valide: l'interprete opera

solo una scelta circa quale norma applicare; l'altra norma semplicemente non è applicata.

La prevalenza della norma speciale non è distinguibile dalla deroga. Si può anzi dire che la deroga sia l'effetto tipico della prevalenza

della norma speciale su quella generale.

Il criterio di specialità, appartenendo alle tecniche dell'interpretazione, opera inter partes. Questo non esclude che sia il legislatore a

indicare con un'esplicita disposizione la prevalenza di una norma sull'altra: è il caso delle disposizioni in cui la regola è accompagnata

dalla clausola di esclusione di alcune ipotesi (“salvo il caso..”) cioè dall'eccezione. L'eccezione può essere disciplinata dalla stessa

disposizione che pone la regola. Ma in questi casi nessuno parlerebbe di applicazione del criterio di specialità: si tratta semplicemente

di una tecnica di redazione dei testi normativi, un modo con cui il legislatore delimita l'ambito di applicazione delle sue stesse

disposizioni.

10. Il criterio della competenza

Il criterio della competenza non si presta a una definizione stringente in forma di regola x l'interprete: serve a spiegare come è

organizzato attualmente il sistema delle fonti, piuttosto che a indicare all'interprete come risolvere le antinomie. Il criterio di

competenza spiega che la gerarchia delle fonti non basta + a darci il quadro esatto del sistema, xkè all'interno dello stesso grado

gerarchico ci sono suddivisioni non spiegabili in termini di gerarchia, ma di competenza.

Se dovessimo utilizzare il criterio di competenza, non come schema esplicativo, ma come regola con cui risolvere i conflitti tra le

norme, dovremmo dire che esso prescrive di dare preferenza alla norma competente. Se una legge ordinaria dovesse x es. disciplinare

alcuni aspetti della vita interna di una Camera, potrebbe essere impugnata xkè, violando la competenza della Camera, violerebbe la

norma costituzionale che quella competenza garantisce.

Gli organi della Camera, di fronte alla norma della legge in contrasto con la norma del regolamento interno, potrebbero ragionare così:

la norma della legge vale come disciplina dell'ordinamento generale dello Stato, ma non si applica all'interno delle Camere, dove

prevale il regolamento interno. A decidere della prevalenza si arriva attraverso questo ragionamento: a) la distinzione tra gli ambiti di

applicazione delle 2 norme; b) la scelta della norma competente x ambito; c) la non applicazione della norma incompetente. Siamo

ricaduti nello stesso schema del criterio di specialità!

Il criterio di competenza deve guidare i giudici in alcune situazioni, come nei rapporti tra atti normativi statali e atti normativi

regionali, o quando si trovino di fronte al contrasto tra una norma dell'ordinamento italiano e una dell'ordinamento della CE.

11. Riserve di legge e principio di legalità

La riserva di legge è lo strumento con cui la cost regola il concorso delle fonti nella disciplina di una determinata materia. L'obiettivo

è di evitare che, in materie particolarmente delicate, manchi una disciplina legislativa capace di vincolare il comportamento degli

organi del potere esecutivo. Essa impone al legislatore di disciplinare una determinata materia, impedendogli di lasciare che essa

venga disciplinata da atti che stanno ad un livello gerarchico + basso della legge.

Il principio di legalità prescrive che l'esercizio di qualsiasi potere pubblico si fondi su una previa norma attributiva della competenza:

la sua ratio è di assicurare un uso regolato, non arbitrario, controllabile, del potere. Si distinguono 2 diversi concetti di legalità. Il

principio di legalità formale richiede solo che l'esercizio di un potere pubblico si basi su una previa norma di attribuzione della

competenza (es. arti. 17.1 legge 400/1988, dice che gov può emanare regolamenti x l'esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi). Il

principio di legalità sostanziale richiede che l'esercizio del potere pubblico sia limitato e diretto da specifiche norme di legge, tali da

restringere la discrezionalità dell'autorità agente (es. art. 17.3 legge 400/1988 dice che regolamento ministeriale può essere emanato

solo quando la legge espressamente conferisca tale potere).

Tipologie

La riserva opera in modi diversi. Ci sono riserve di legge e riserve ad altri atti; all'interno delle riserve di legge, ci sono riserve alla

legge formale ordinaria e le riserve alla legge ordinaria e alle fonti equiparate (legge formale è approvata dal parl, legge ordinaria

include atti aventi forza di legge); tra le riserve alle fonti primarie (alla legge ordinarie e alle fonti equiparate) si possono distinguere

le diverse tipologie di riserve (assolute, relative, rinforzate, ecc.).

A) Le riserve a favore di atti diversi dalla legge sono rare. Si tratta di: riserve a favore della legge costituzionale (art. 138 introduce un

particolare procedimento x la revisione costituzionale, e alle leggi formate con questo procedimento è riservata la disciplina di alcune

materie); riserve a favore dei regolamenti parlamentari; riserve a favore dei decreti di attuazione degli Statuti speciali.

B) La riserva di legge formale ordinaria impone che sulla materia intervenga il solo atto legislativo prodotto attraverso il

procedimento parlamentare con esclusione quindi degli altri atti equiparati alla legge formale. Ratio: sono riservate all'approvazione

parlamentare tutte quelle leggi che rappresentano strumenti attraverso i quali il parl controlla l'operato del gov. È il gov a stipulare

trattati internazionali e a chiedere al parl di autorizzarne la ratifica da parte del pdr; è il gov a predisporre i bilanci e a chiederne

l'approvazione al parl, ecc. Il parl esprime con la legge la sua partecipazione ad un procedimento decisionale che ha il gov come

protagonista: se non ci fosse riserva di legge formale, il gov approverebbe con un suo atto il suo stesso operato.

C) Le semplici riserve di legge prescrivono che la materia da esse considerata sia disciplinata dalla legge ordinaria. Ratio: assicurare

che la disciplina di materie particolarmente delicate venga decisa con la garanzia tipica insita nel procedimento parlamentare. La

riserva a favore della legge ordinaria ammette non solo la legge formale ma anche gli atti con forza di legge, ma cmq l'emanazione

dell'atto con forza di legge da parte de gov è sempre preceduta o seguita da una legge formale. A seconda dei rapporti tra legge e

regolamento si distinguono 2 tipi di riserve di legge:

1) la riserva assoluta esclude qualsiasi intervento di fonti sub-legislative dalla disciplina della materia, che quindi dovrà essere

integralmente regolata dalla legge formale ordinaria o da atti ad essa equiparata. Riserve di questo tipo si ritrovano soprattutto nella

parte della cost dedicata alle libertà fondamentali: esse sono rivendicate contro il potere, che è detenuto dal gov e dalle strutture dei

pubblici poteri che dipendono da esso. Molte disposizioni costituzionali alla riserva assoluta di legge aggiungono la riserva di

giurisdizione: ogni atto non solo dev'essere previsto in astratto dalla legge, ma dev'essere autorizzato in concreto dal giudice.

2) la riserva relativa non esclude che dalla disciplina della materia concorra anche il regolamento amministrativo, ma richiede che la

legge disciplini preventivamente almeno i princìpi a cui il regolamento deve attenersi.

D) Le riserve rinforzate sono un meccanismo con cui la cost non si limita a riservare la disciplina di una materia alla legge, ma pone

ulteriori vincoli al legislatore. Si possono distinguere:

1) riserve rinforzate x contenuto: la cost prevede che una determinata regolazione possa essere fatta dalla legge ordinaria solo con

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Publisher
A.A. 2013-2014
36 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher deboraccah di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Strazzari Davide.