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Riassunto esame Diritto Pubblico, Prof. Logroscino Pierdomenico, libro consigliato R.  Bin, G. Pitruzzella,  Diritto  pubblico,  Torino,  Giappichelli, 2016. , R. Bin e G. Pitruzzella Pag. 1 Riassunto esame Diritto Pubblico, Prof. Logroscino Pierdomenico, libro consigliato R.  Bin, G. Pitruzzella,  Diritto  pubblico,  Torino,  Giappichelli, 2016. , R. Bin e G. Pitruzzella Pag. 2
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Il pluralismo dei centri di potere nella società

Riguardante l'intera società, attraverso il pluralismo dei centri di potere già presenti nella società si raggiungono due obiettivi: in primo luogo, si limita il potere dello Stato che è costretto a confrontarsi con essi; in secondo luogo, attraverso le formazioni sociali ed i partiti politici si creano canali di partecipazione permanente dei cittadini all'attività dello Stato, sicché essi sono in grado di esercitare una pressione sugli organi costituzionali per ottenere provvedimenti che soddisfino le loro esigenze.

L'affermazione del pluralismo conduce all'idea secondo cui non esiste un interesse generale (bene comune) che abbia una sua consistenza oggettiva: piuttosto trovano garanzia di esistenza valori differenti e le stesse Costituzioni riconoscono principi tra loro confliggenti.

Allo tra le conseguenze della mancanza di un interesse generale dotato di consistenza oggettiva, c'è il fatto che,

solamente attraverso il confronto tra le idee e le opinioni diverse, si possa raggiungere una concezione particolare dell'interesse generale. Ciò significa che le democrazie pluraliste assicurano la più ampia garanzia costituzionale alla libertà di manifestazione del pensiero e del pluralismo dei mezzi di comunicazione. Il problema principale che gli Stati di democrazia pluralista hanno dovuto affrontare è stato quello di "tener insieme una società" formata da classi sociali e individui con posizioni economiche molto differenti e tra cui possono nascere conflitti forti e persino violenti; il problema è stato risolto attraverso un compromesso tra le classi, tra mercato e Stato: il compromesso politico è che nello Stato sociale: da una parte, vengono riconosciuti e garantiti l'economia di mercato ed i diritti su cui essa si fonda; dall'altro lato, questi diritti sono limitati e l'economia di mercato è.

Corretta attraverso interventi pubblici finalizzati a ridurre le disuguaglianze materiali. Da ciò è derivato un nuovo ruolo dello Stato, tanto da poterlo denominare come Stato sociale o Stato del benessere o Welfare State. In questo modo lo Stato supera l'individualismo e sviluppa forme di solidarietà tra gli individui e tra i diversi gruppi sociali.

Alternative allo Stato di democrazia pluralista nel XX secolo

In altri Paesi, come la Germania e l'Italia, invece, l'affermazione dei nuovi partiti di massa non si è accompagnata alla comune accettazione di una democrazia pluralista da parte dei principali partiti politici. La Germania, uscita sconfitta dalla prima guerra mondiale, rimosse l'Imperatore e diede vita ad una Repubblica basata sulla Costituzione di Weimar del 1919, con la quale si tentava una profonda democratizzazione delle strutture dello Stato. In Italia la frammentazione del potere politico, la prevalenza di forze che non

accettavano pienamente i valori della democrazia pluralista e la paura degli effetti economici che sarebbero potuti derivare dal suffragio universale, determinarono una forte instabilità, innescando una crisi che culminò nell’avvento dello Statofascista. Nei Paesi, soprattutto Germania ed Italia, in cui l’avvento della democrazia di massa non attecchì, la crisis fociò nell’affermazione di forme di Stato basate sulla negazione del pluralismo e sull’identificazione del partito unico con lo Stato, diffondendo l’unificazione politica della società attraverso le istituzioni dello Stato totalitario. Lo Stato fascista in Italia ha operato dal 1922 al 1943, ed è stato organizzato in contrapposizione al modello liberale ed a quello di democrazia pluralista, accusati di non essere in grado di difendere gli “interessi nazionali” a causa della frammentazione politica. Perciò, lo Stato fascista concentrava il

potere politico in un unico organo, che aveva in capo sia la funzione legislativa che quella esecutiva. Il partito unico si integrava con l'organizzazione costituzionale dello Stato, diventandone l'elemento costitutivo e l'organo. Lo Stato assumeva l'attributo della totalitarità, nel senso che riteneva che la collettività nazionale si integrava in modo totale nello Stato.

L'esperienza fascista combinata con la dottrina elaborata da Hitler portarono alla formazione dello Stato nazionalsocialista, operante in Germania dal 1933 al 1945. Esso si basava sull'idea secondo cui lo Stato doveva essere uno degli strumenti dei quali si avvaleva, per la realizzazione dei suoi fini, l'unico movimento politico ammesso: il movimento nazionalsocialista. Il Capo del movimento era vertice dello Stato, del Governo e delle forze armate, concentrando in sé il potere costituente, quello di revisione costituzionale, quello legislativo, quello

esecutivo e quello giudiziario. Il Capo poteva adottare e modificare qualsiasi precetto giuridico, senza incontrare alcun limite legale, iaperciò, il movimento era considerato sovra ordinario rispetto alla base comunitaria ed allo Stato.

Un’altra alternativa alla democrazia pluralista, che ha conosciuto il ‘900, è stata rappresentata dallo Stato socialista. Il riferimento storico di questa forma di stato è dato dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), ed affonda le sue radici teoriche nella dottrina marxista-leninista. Il modello è stato esteso ad altri Paesi, ed in particolare a quelli del blocco socialista dell’Europa dell’Est. Questa forma di Stato trovava origine nella cosiddetta dittatura del proletariato, con la quale si sarebbe dovuto eliminare la classe antagonista, e cioè la borghesia, in vista del futuro superamento del potere statale e dell’avvento di una società senza classi.

senza conflitti sociali. Perciò, tale modello costituzionale si reggeva sull'abolizione della proprietà privata e sull'attribuzione allo Stato del dominio di tutti i mezzi di produzione. Lo Stato socialista ha realizzato l'abolizione del mercato a favore di un'economia collettivistica, e si basava sulla Costituzione sovietica del 1977, che aveva come motto "Stato di tutto il popolo". Gli Stati socialisti entrarono in crisi alla fine degli anni '80 del novecento e tale crisi culminò con l'evento simbolico del crollo del muro di Berlino (9/09/1989). Definizioni Nella nozione di rappresentanza politica confluiscono due significati: 1) da una parte "rappresentanza" significa "agire per conto di" e perciò esprime un rapporto tra rappresentante e rappresentato, per cui il secondo, sulla base di un atto di volontà chiamato mandato, dà al primo il potere di agire nel suo interesse, con

L'osservanza dei limiti e delle istituzioni stabilite col mandato. Tale significato di rappresentanza politica, risale alla particolare struttura dei parlamenti medievali, sopravvissuti all'assolutismo.

Dall'altra parte, "rappresentanza" significa che qualcuno fa vivere in un determinato ambito qualcosa che effettivamente non c'è, così come gli attori "mettono in scena" un determinato personaggio; per indicare questa situazione, la dottrina tedesca preferisce usare il vocabolo rappresentazione. La rappresentazione qui, non presuppone l'esistenza di un rapporto tra il rappresentato ed il rappresentante, il quale invece dispone di una situazione di potere autonoma rispetto al primo. Questo secondo significato di rappresentanza politica, che è anche il significato moderno, è nato nel 1789 con la rivoluzione francese. Infatti nei Parlamenti erano presenti direttamente alcuni "pari" del Re, nobili ed

alti ecclesiastici, e poivi erano "rappresentati" delle classi che componevano la società. Vi erano, nella rappresentanza politica tre soggetti: il rappresentante ed il rappresentato, tra cui si instaurava uno specifico rapporto, e poi un soggetto terzo, che era il Re, davanti al quale i rappresentanti prospettavano gli interessi e la volontà delle comunità che li avevano designati. La scelta del rappresentante doveva essere il mezzo tecnico attraverso cui si formava un'istituzione che doveva agire nell'interesse generale, infatti ciò ha trovato riconoscimento nella Costituzione francese del 1791: in essa veniva tolta la sovranità al Re, che non l'attribuiva al popolo, bensì ad un'entità astratta chiamata Nazione, che, essendo un'entità astratta e impersonale, non poteva agire direttamente, ma doveva esercitare i suoi poteri per delegazione, dando vita ad un sistema rappresentativo. iDemocrazia

Diretta e democrazia rappresentativa

Per fronteggiare la crisi dei sistemi rappresentativi, assume importanza il ricorso agli istituti di democrazia diretta. Attraverso questi istituti si affida direttamente al popolo (o al corpo elettorale) l'esercizio di alcune funzioni, consentendogli di assumere delle decisioni immediatamente efficaci nell'ordinamento statale. Gli istituti di democrazia diretta affiancano i meccanismi rappresentativi, con l'obiettivo di assicurare la partecipazione popolare alle decisioni che riguardano l'intera collettività e di colmare la distanza tra il popolo e l'apparato statuale.

Gli istituti di democrazia diretta, con i quali il popolo può incidere direttamente sull'ordinamento statale, sono:

  1. L'iniziativa legislativa popolare: la Costituzione attribuisce il potere di esercitare l'iniziativa legislativa ad un certo numero di cittadini (secondo l'art. 71 della Costituzione italiana è
riservata a 50.000 iaelettori); la petizione: consiste in una determinata richiesta che i cittadini possono rivolgere agli organi parlamentari o di Governo per sollecitare determinate attività. L'esercizio del diritto di petizione non determina alcun effetto giuridico particolare e ha limitatissimi effetti pratici. Secondo l'art. 50 della Costituzione italiana tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. il referendum: che è il più importante strumento di democrazia diretta, che consiste in una consultazione dell'intero corpo elettorale produttiva di effetti giuridici. Del referendum si fanno numerose classificazioni. In relazione all'oggetto, si distinguono i: 3.1) referendum costituzionali: hanno come oggetto un atto costituzionale e si avvale di diverse ipotesi, infatti si parla di due tipi: 3.1.1) referendum precostituente quando il voto popolare hacome oggetto l'atto facoltativo del nuovo Stato, 3.1.2) referendum costituente quando il vot
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessiamazzilli02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Logroscino Pierdomenico.