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REQUISITI NEGATIVI ALL’ELETTORATO

La legge inoltre può disciplinare casi in cui i requisisti per votare o essere eletti possono essere

limitati. In capo al cittadino, che è chiamato a eseguire la funzione elettore, sta anche la capacità di

eleggere, chiamato elettorato attivo, ed inoltre la capacità di essere eletto, elettorato passivo.

Queste capacità possono incontrare dei limiti, infatti la legge può prevedere dei casi in cui si può

impedire ad una persona di votare o/e di essere eletta. Non è proprio la Costituzione che individua

queste cause, ma è il Parlamento che può prevedere questi casi.

I requisiti base sono la cittadinanza e la maggiore età, per votare e per essere eletti, requisiti

stabiliti dalla Costituzione nell’art 48. Inoltre la legge nel corso del tempo ha individuato alcune

cause di incapacità civile, sentenza penale o civile e di indegnità morale che sono i casi per cui un

cittadino possa perdere tali diritti:

1) Incapacità civile: era prevista qualche anno fa, in cui dalla legge vi erano dei cittadini che erano

considerati incapaci civili a cui si toglieva il diritto di voto, come soggetti interdetti. Questa

incapacità civile è stata rimossa

2) Indegnità morale: nel passato vi erano delle situazioni in cui si individuano soggetti che

avevano commesso delle azioni che pur non essendo reati, erano state considerate azioni

immorali. Un esempio può essere l’indegnità morale alla famiglia Savoia, oppure il soggetto

dichiarato fallito. Oggi è stata rimossa questa causa di perdita del diritto di voto attivo e

passivo.

3) Causa penale o civile: per alcuni reati oltre la sanzione vera e propria, il giudice potrebbe

prevedere la sospensione temporanea o definitiva il diritto di voto. Un esempio possono essere

tutti i reati legati alla pubblica amministrazione.

Tutte queste tre cause colpiscono sia l’elettorato attivo che passivo.

Vi sono altre situazioni che però colpiscono solo l’elettorato passivo, limitandolo.

- Cause di ineleggibilità: Un soggetto si torva in una situazione di ineleggibilità, se già ricopre un

ruolo pubblico o privato che in qualche modo può condizionare il voto degli elettori. Sono

soggetti ineleggibili persone che si trovano in una posizione di potere nel confronti dei loro

possibili elettori. Un esempio possono essere i magistrati, perchè essendo chiamati a giudicare,

nel momento in cui si candita può condizionare il voto degli elettori. Un altro esempio può essere

un soggetto che ricopre ruoli improntanti in ambito della sicurezza pubblica. Per risolvere la

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causa di ineleggibilità, il soggetto può, prima di candidarsi, dimettersi dalla sua posizione, sennò

la sua elezione sarà nulla.

- Cause di incompatibilità: L’incompatibilità consiste nel fatto che, un soggetto che già occupa una

carica istituzionale (giunta dopo un voto), si candida per un’altra carica pubblica che si presume

che non possa essere svolta in contemporanea con il ruolo già esercitato. Per esempio non si

può essere membri di entrambe le camere; oppure membri del Parlamento e del Parlamento

Europeo. Questo perchè si pensa che la persona non possa svolgere contemporaneamente

entrambe le cariche. La causa di incompatibilità non richiede la rimozioni a priori della prima

carica che si ricopre, ma basta che il soggetto rinunci a posteriori.

- Cause di incandidabilità: Questa causa non è prevista dalla Costituzione, differentemente dalle

prime, essa è sorta negli anni 2000 a livello regionale e comunale, questo perchè tante persone

che erano state condannate per cause penali si candidavano per elezioni comunali o regionali.

Per incandidabilità si fa riferimento, in particolare, ad un soggetto condannato per cause penali,

a cui si vieta di candidarsi. Qualora il soggetto venga eletto e successivamente condannato per

sentenza penale, la camera di appartenenza dovrà fare un voto per espellere il parlamentare o

far finta che la condanna non ci sia (legge Severino).

Le cause di incompatibilità e ineleggibilità possono essere disciplinate dalle Regioni, mentre per

quanto riguarda la incandidabilità è solo disciplinata dallo Stato, perchè le Regioni non possono

occuparsi di cause penali.

SISTEMI ELETTORALI

Ogni singolo membro rappresenta un seggio, quindi è necessario avere un modello che trasformi i

voti, in seggi. (ex 630 deputati in milioni di voti). I sistemi elettorali sono meccanismi con la quale i

voti vengono tradotti in seggi, a seconda del metodo scelto si andranno ad individuare la

maggioranza parlamentare e di conseguenza come si formerà il Governo. Il sistema elettorale non

è scelto dalla Costituzione, quindi è una materia lasciata al Parlamento e alle forze politiche e

quindi può cambiare nel tempo. La Costituzione però da un vincolo, infatti afferma che il Senato

vada eletto su base regionale, questo perchè quando si è pensato la tipologia di Parlamento

adottare alla nostra Repubblica, si è formata una camera che fosse creata per rappresentare le

Regioni, quindi i calcoli per la camera dei Senatori si chiudono su base regionale.

I sistemi elettorali possono essere ricondotti a due grandi gruppi:

1) Sistemi elettorali maggioritari: Sono sistemi elettorali che funzionano solo in presenza di collegi

uninominali o circoscrizioni, cioè ambiti territoriali nella quale risultano eletti i membri del

organo che si va ad eleggere e quindi saranno competi uno o più seggi. Se da un collegio

viene eletto un solo seggio, verrà definito collegio elettorale uninominale, se invece vengono

eletti più seggi si definiscono collegi plurinominali. Quindi utilizzando il sistema maggioritario,

da ogni collegio viene eletto un solo candidato che coprirà il seggio e sarà il candidato che ha

preso il maggior numero di voti. Il maggior numero di voti potrà essere semplicemente il

numero più alto di voti, si definisce maggioranza semplice(plurality); oppure la metà più uno dei

voti che si sono raccolti nel collegio uninominale, maggioranza assoluta(majority). Il problema

sorge se vi è la presenza di più di due candidati, in cui probabilmente il candidato vincitore

otterrà solo la maggioranza semplice. Per la maggioranza assoluta si introduce il ballottaggio,

nel momento in cui nessuno dei candidati riesce ad arrivare alla metà più uno dei voti, e allora

si andranno a rieleggere i due candidati che hanno preso più voti. Il sistema elettorale influisce

il sistema dei partiti (numero dei partiti) e viceversa, spesso quando si utilizzano i sistemi

maggioritari si andrà verso un sistema con pochi partiti, perchè i partiti piccoli non riusciranno

ad avere seggi. Un sistema elettorale maggioritario ha il difetto che altera la rappresentanza,

infatti non sono fedelmente rappresentativi del consenso, sopratutto nel sistema maggioritario

a maggioranza semplice. Il pregio dei maggioritari è il fatto che le maggioranze siano solide,

infatti i maggioritari garantiscono la governabilità.

2) Sistemi elettorali proporzionali: con tal sistema si assegnano i seggi rispettando la proporzione

dei voti conseguiti dai partiti, quindi si considerano collegi plurinominali. Il principio base è

quello per cui i seggi vengono assegnati tra tutti i partiti che hanno partecipato alla

competizione elettorale in proporzione al numero dei voti che ciascuno di essi ha ottenuto.

Quindi se per esempio, un partito prende il 30%, conseguirà la stessa percentuale in termini di

seggi. Con il proporzionale vi è una normale tendenza alla proliferazione dei partiti, infatti

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anche i partiti più piccoli possono ottenere dei seggi, quindi si forma una camera dove nessun

partito riesce ad ottenere la maggioranza, quindi le camere sono fonte di una bassa

governabilità, anche se più rappresentativa.

3) Sistemi elettorali misti: sono sistemi elettorali che partono dal proporzionale e cercano di

correggerlo, mettendo in risalto i pregi di entrambi i sistemi. Sono sistemi proporzionali in cui si

introducono premi di maggioranza e soglie di sbarramento. Le soglie di sbarramento sono delle

soglie minime di percentuale affinché un partito possa avere dei seggi, nel fissare la soglia si

riesce a capire quali partiti vengono lasciati fuori e quali entrano. Il premio di maggioranza

costituisce nel attribuire voti aggiunti a quella forza che ha raggiunto il maggior numero di voti,

che però non ha raggiunto la maggioranza, quindi le si danno dei seggi non vinti con i voti per

creare la governabilità. Se già una forza politica riesce ad arrivare alla maggioranza assoluta, il

premio di maggioranza non viene utilizzato. Dei correttivi del sistema elettorale possono essere

utilizzati per garantire la rappresentanza a delle minoranze che rischiano di rimanere fuori, tra

cui abbiamo il sistema del voto limitata e del voto cumulativo.

SISTEMI ELETTORALI IN ITALIA

In Italia dal 1861 fino all’inazione del XX secolo si utilizza come sistema elettorale principale quello

maggioritario.

Dal 1919 inizia ad essere introdotto il sistema proporzionale, che è rimasto fino ad oggi, eccetto

nel periodo fascista in cui venne reintrodotto il maggioritario. Per le elezioni sia del corpo

costituzione, sia per le elezioni del 1948 viene utilizzato il sistema proporzionale puro. Dal 1948

fino al 1993, in Italia è stato utilizzato solo il proporzionale puro e questo a portato una bassa

governabilità, con un susseguirsi di molti governi. Verso gli anni 90 scoppia in Italia tutto un clima

legato alla corruzione dei partiti che a portando ad un abbandono del sistema proporzionale, il

quale veniva considerato la causa della mala politica italiano. Data la passività del Parlamento nel

cambiare il sistema elettorale nel 1993 si arrivò al referendum sulla legge elettorale per modificare

la legge elettorale, portando all’introduzione del sistema maggioritario. Dato l’esito del referendum

anche il Parlamento decise di fare due leggi in linea con i risultati del referendum. La prima legge

276 era destinata al Senato ed una legge 277 per la Camera, in cui l’Italia passa ad un sistema

misto, in cui 3/4 dei deputati e dei sentori vengono eletti in collegi uninominali secondo la regola

della maggioranza assoluta, mentre 1/4 dei seggi viene eletto tramite un sistema proporzionale

puro. Queste leggi hanno consentito maggiore governabilità, cercando di ledere il meno possibile

la rappresentata.

Nel 2005 la legge elettorale viene modificata dalla maggioranza politica dell’epoca. Questa legge

elettorale si proclamava come proporzionale, anche se di fatto non ha funzionato come legge

proporzionale, questo perchè prevedeva un pre

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlokauf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico dell'economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Buzzacchi Chiara.