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• FONTI DI DIRITTO DERIVATO

Le fonti di diritto convenzionale sono i trattati, accordi tra diversi Stati che definiscono le competenze

degli stessi e dell’UE. Sono sovraordinati al diritto derivato e sono garantiti dalla Corte di Giustizia Europea.

Le fonti di diritto derivato possono essere suddivise in:

• atti vincolanti: regolamenti, direttive, decisioni

• atti non vincolanti: pareri, raccomandazioni

I regolamenti sono atti normativi che presentano le stesse caratteristiche delle leggi ordinarie in quanto

sono caratterizzati da astrattezza e generalità, sono obbligatori in tutti i loro elementi e sono direttamente

applicabili senza bisogno di essere recepiti da una legge.

Le direttive sono degli atti normativi che hanno come destinazione solo gli stati che le hanno sottoscritte e

solo per il risultato da raggiungere. Poiché la forma non è definita, non si può inserirla nel sistema delle fonti.

Se non si rispettano le direttive, oltre ad una sanzione, i cittadini possono fare appello alla Corte di Giustizia.

Ovviamente, se le leggi sono di competenza regionale, toccherà alle Regioni farle rispettare.

Le decisioni sono simili a quelle che nel nostro ordinamento viene definito procedimento amministrativo.

Poiché si rivolgono a particolari soggetti, anch’esse non possono essere considerate nel sistema delle fonti.

Per ciò che riguarda l’attuazione delle norme europee dobbiamo distinguere tra normative self-executing e

normative non self-executing. Le prime sono da intendere come normative europee, quindi applicabili con

il criterio di specialità.

Per ciò che riguarda le norme non self-executing è necessario che queste siano recepite per evitare

contrasti tra norme europee e norme interne: per questo motivo nel 1989 è stata approvata la legge La

Pergola (sostituita nel 2005 dalla legge Buttiglione) con la quale ogni anno il governo approva la Legge

Comunitaria ovvero una legge che contenga tutte le disposizioni necessarie (abrogative e modificative delle

disposizioni interne in contrasto con quelle europee, quelle necessarie all’esecuzione dei trattati, quelle che

riguardano i principi che devono essere rispettati…).

In questo caso, le Regioni hanno un potere pieno per ciò che riguarda le materie di loro stretta competenza,

tuttavia se non adempiono ai loro obblighi, può intervenire lo Stato che potrà adottare disposizioni

necessarie all’adempimento previa consultazione della conferenza Stato – Regioni.

Nel caso di contrasto tra le leggi, un giudice può sollevare alla Corte Costituzionale la questione di

legittimità rispetto alle deroghe alla Costituzione purchè si tratti di norme di dettaglio (e non dei principi

fondamentali). Infine, nel caso di contrasto tra norma europea e norma sub-legislativa, viene annullata

quest’ultima con effetto ex tunc.

ORGANI DELL’UE

1) Consiglio dell’Unione Europea: organo formato da un rappresentante per ciascun Stato membro,

a livello ministeriale. Ha il compito di fissare la politica generale dell’UE, e in concomitanza con il

Parlamento Europeo, esercita il potere legislativo (con deliberazioni a maggioranza assoluta o

all’unanimità) ed ha sede a Bruxelles;

2) Consiglio Europeo: organo composto dai Capi di Stato/Capi di Governo degli Stati membri. Si

riunisce periodicamente per esaminare i problemi dovuti al processo di integrazione nel’UE stessa e

per indirizzare le politiche degli altri organi;

3) Parlamento Europeo: organo che ha il potere legislativo ed è l’unico eleggibile direttamente dai

cittadini europei. Tra i compiti che svolge, troviamo la funzione di controllo sulla Commissione

Europea nonché le funzioni di mozione di fiducia/sfiducia alla Commissione stessa. Costituisce una

delle due camere insieme al Consiglio dell’UE con poteri però distinti (il cosidetto bicameralismo

imperfetto). Nonostante la sede del Parlamento Europeo sia a Strasburgo, è frequente che i suoi

membri si riuniscano a Bruxelles;

4) Commissione Europea: organo composto da un delegato per ogni Stato membro, detiene il potere

esecutivo. Detiene inoltre il monopolio dell’iniziativa legislativa e promuove l’adozione di atti

normativi comunitari (la cui approvazione però spetta al Parlamento Europeo e al Consiglio

dell’Unione Europea). La Commissione Europea è inoltre responsabile dell’attuazione delle decisioni

da parte degli organi legislativi;

5) Corte di Giustizia: organo che emana sentenze per risolvere le controversie in termini di norme in

contrasto e fa in modo che le norme degli Stati siano coerenti con gli obiettivi dell’UE.

Il processo di integrazione inizia nel 1918 con la divisione dell’Europa in Stati nazionali. Successivamente

nel ’48 entra in vigore la Costituzione Italiana che pone limiti di sovranità e il rispetto di normative

sovranazionali mentre nell’anno successivo viene istituito il Consiglio d’Europa con il compito di predisporre

accordi e convenzioni internazionali (es. Dichiarazione dei diritti e delle libertà fondamentali) e oggi si occupa

di tutelare i diritti dell’uomo e della democrazia degli stati dell’UE ad eccezione della Bielorussia.

Nel 1950 vi è il primo discorso politico ufficiale in cui appare il concetto di Europa (discorso Schuman) e

l’anno dopo nasce la CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio) che rappresenta il primo

trattato europeo, perché istituita dal Trattato di Parigi e firmato da sei Stati: Italia, Francia, Germania,

Olanda, Lussemburgo e Belgio. Nel 1957 con il Trattato di Roma si istituiscono l’EURATOM (Comunità

Europea dell’energia Atomica) e la CEE (Comunità Economica Europea), con l’intenzione di stabilire un

mercato europeo. Vengono introdotte quattro libertà fondamentali:

• Libertà di circolazione dei lavoratori;

• Libertà di circolazione delle merci;

• Libertà di circolazione dei capitali;

• Libertà di circolazione dei servizi.

Sono state stabilite poi, alcune materie in cui gli Stati Europei avessero dovuto seguire delle politiche

comuni:

CONCORRENZA

 AGRICOLTURA

 POLITICA DEI TRASPORTI

 POLITICHE COMMERCIALI

Nel 1968 vi fu la realizzazione dell’unione doganale, con l’eliminazione di tutte le barriere tariffarie. Nel ’73 si

aggiunsero Danimarca, Regno Unito e Irlanda e nel ’78 il Parlamento Europeo diventa un organo eletto a

suffraggio universale (i cittadini vengono considerati per la prima volta dei cittadini europei) e viene scritto il

libro bianco che prevedeva:

Eliminazione delle barriere reali tra gli Stati;

 Eliminazione delle barriere fiscali;

 Eliminazione delle barriere politiche;

 Riconoscimento delle merci europee con il marchio CEE

A fine anni ’70 entrano nell’UE anche Spagna, Grecia e Portogallo.

Nel 1986 viene stabilito l’atto unico europeo (AUE) che prevedeva un mercato interno con circolazione di

persone, merci e capitali; un ampliamento delle materie di competenza dell’UE e il principio di

riconoscimento reciproco con il quale gli Stati riconoscono di avere principi comunitari in comune. Nel 1988

viene redatto il rapporto di Jacque Delois che prevedeva un incremento della circolazione dei capitali,

istituzione dell’IME (Istituto Monetario Europeo) e la creazione di una nuova moneta.

Nel 1989 vi è la caduta del muro di Berlino e nel 90 si stipula il trattato di Schengen con il quale si sancisce

l’eliminazione definitiva delle dogane al confine degli Stati Europei.Il 7 Febbraio 1992 viene firmato il trattato

di Maastricht anche chiamato Trattato dell’Unione Europea, in quanto è l’atto che dà vita in modo effettivo

all’Unione Europea. Non si crea l’appiattimento dei popoli in quanto ogni Stato ha lingue e usi diversi.

Vengono istituiti il PESC (Politica Estera e Comunitaria) e l’AIG(Affari Interni e Giustizia).

Vi è poi il principio di sussidiarietà secondo il quale la comunità agisce nei limiti delle competenze che gli

sono state assegnate e nei settori di sua esclusiva competenza la Comunità può intervenire solo nel caso in

cui la forza dello Stato non sia sufficiente a raggiungere l’obiettivo. Nascono i cittadini europei e l’Europa dei

diritti.

Nel 1995 entrano nella UE anche Austria, Finlandia e Svezia e si intraprende il dialogo euromediterraneo.

Nel 1997 viene firmato il trattato di Amsterdam che integra quello di Maastricht e nel 200 viene redatta la

carta dei diritti fondamentali dell’ UE contenente i diritti del cittadino europeo, con una formattazione

basata su sei valori fondamentali quali dignità,libertà,uguaglianza,solidarietà,cittadinanza e giustizia.

Non ha valore giuridico (che raggiungerà con il Trattato di Lisbona).

Nel 2002 l’Euro diventa la moneta ufficiale dell’UE ed è l’unica ad avere valore legale, nel Maggio 2004 l’UE

si allarga con i paesi dell’area mediterranea e nell’Ottobre dello stesso anno a Roma avviene la firma della

Costituzione Europea, che può essere definita come un progetto di revisione dei trattati fondativi

dell’Unione. Il 31 Dicembre 2007 si procede alla firma del Trattato di Lisbona che ha portato alla riforma dei

vecchi trattati in due testi:

Trattato sull’Unione (TUE): individua i principi su cui si basano UE e le istituzioni comunitarie;

 Trattato sul funzionamento dell’Unione (TFUE): detta la disciplina nel dettaglio

A questi si aggiunge la carta dei diritti fondamentali dell’UE, cui il Regno Unito ha ottenuto l’esclusione.

Vengono aboliti tutti i pilastri sorti fino a quel momento. Inoltre con questo trattato si prevede:

Istituzione dell’alto rappresentante dell’Unione degli Affari Esteri, la Politica e la Sicurezza;

 Presidente del Consiglio Europeo, con durata massima pari a 2 anni e rieleggibile solo una volta;

 Ufficializzazione del principio di solidarietà;

 Riconoscimento del diritto dell’Unione su quello interno;

 Approvazione del metodo della “doppia maggioranza”;

 I Parlamenti Nazionali dispongono di più tempo per esaminare regolamenti/direttive

 Viene introdotta la possibilità di recedere dall’UE

La ratifica in Italia avviene nel 2008 ed entra in vigore il 1 Novembre 2009.

REFERENDUM

Il termine referendum nasce dall’uso del termine in alcuni cantoni svizzeri in cui vigeva il mandato

imperativo (pratica con cui alcuni rappresentanti dovevano riferire le decisioni e le votazioni prese dai loro

rappresentanti). È uno degli strumenti di democrazia diretta insieme all’iniziativa popolare e alla petizione,

nonché di partecipazione e consultazione popolare. Sulla base dello scopo, possono essere distinti in :

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
22 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stig_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Zuppetta Maria Luisa.