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Fonti del diritto

1) Costituzione

La Costituzione è la fonte primaria del diritto di uno Stato. Stabilisce i principi fondamentali su cui si basa l'ordinamento giuridico.

2) Leggi

Le leggi sono atti normativi emanati dal Parlamento. Regolamentano vari aspetti della vita sociale e individuale.

3) Regolamenti

I regolamenti sono atti normativi emanati dal Governo o da altri organi amministrativi. Possono essere di diversi tipi:

  • Regolamenti autonomi (emanati dal Governo senza una legge di autorizzazione)
  • Regolamenti di attuazione (emanati per attuare una legge)
  • Regolamenti di delegificazione (consentono al Governo di intervenire in materie disciplinate dalla legge)
  • Regolamenti governativi attuativi di direttive comunitarie

4) Statuti

Gli statuti sono atti normativi con cui vengono determinate le linee fondamentali dell'organizzazione e dell'attività di un soggetto. Possono essere emanati dallo stesso soggetto o da altri soggetti o organi.

La collocazione degli statuti nel sistema delle fonti del diritto dipende dalle norme che stabiliscono la potestà statutaria costituzionale o di legislazione ordinaria.

Possono esservi statuti dotati di forza costituzionale o statuti con forza di legge ordinaria rinforzata o di legge regionale rinforzata.

A volte gli statuti di soggetti privati condizionano...

L'esercizio del potere normativo pubblico, come avviene per gli statuti delle confessioni religiose o per quelli delle associazioni sindacali. Gli statuti si presentano come atti composti, e possono avere efficacia esterna o solo interna.

Ordinanze

Per far fronte a situazioni di necessità o di urgenza, l'ordinamento consente in vari casi l'adozione, da parte dell'Autorità amministrativa, di atti generali o particolari che rientrano in quella ampia categoria di atti comunemente definiti ordinanze di necessità e urgenza. Si tratta di atti il cui contenuto non è predeterminato. Di solito costituiscono atti provvedimentali atipici, riconducibili alla legge che li prevede. Sorge però il problema della compatibilità con la Costituzione.

Testi unici

I testi unici sono raccolte di prescrizioni normative relative a determinate materie, le quali vengono coordinate e a volte anche modificate al fine di facilitarne la ricerca, la conoscenza e l'applicazione.

Essi possono contenere norme legislative o regolamentari. Anche se in senso stretto "fonte del diritto" è l'atto formalmente normativo con cui è approvato il testo unico, nel linguaggio comune e nella stessa terminologia legislativa si riconosce il valore di fonte del diritto ai testi unici, in quanto ad essi si connette il valore legislativo o regolamentare che deriva dall'atto con il quale sono adottati.

Inoltre, sussistono testi unici contenenti disposizioni legislative, ma privi di valore, in quanto adottati dal Governo o da altra Autorità amministrativa in virtù di un'autorizzazione proveniente dal Parlamento o dal Consiglio Regionale.

La Corte Costituzionale ha escluso che essi avessero natura legislativa. In dottrina si è posto il problema se in presenza di siffatte autorizzazioni contenute in leggi approvate dal Parlamento, non si abbia sempre e comunque una vera e propria delega legislativa, la quale però sarebbe illegittima.

ma devono rispettare alcuni requisiti per essere considerati validi. In primo luogo, devono essere generalmente osservati e costantemente ripetuti nel tempo. In secondo luogo, non devono essere contrari alla legge o all'ordine pubblico. Infine, devono essere riconosciuti e accettati dalla comunità interessata come obbligatori. La consuetudine può integrare o integrare le norme di legge, ma non può derogare ad esse. In altre parole, se esiste una norma di legge che disciplina una determinata materia, la consuetudine non può modificarla o sostituirla. Tuttavia, se una determinata materia non è disciplinata da una norma di legge, la consuetudine può fornire una regola di comportamento da seguire. È importante sottolineare che la consuetudine non può essere invocata per derogare ai diritti fondamentali delle persone o per limitare le libertà individuali. Inoltre, la consuetudine non può essere utilizzata per creare nuovi diritti o obblighi, ma solo per interpretare o integrare le norme esistenti. In conclusione, la consuetudine è una fonte del diritto riconosciuta dall'ordinamento giuridico italiano, ma la sua validità e applicabilità dipendono dal rispetto dei requisiti e dei limiti stabiliti dalla legge.avendo adottato un orientamento più favorevole alle fonti scritte. Come dispone l'art. 8, la consuetudine ha efficacia solo se c'è un specifico richiamo da parte della legge o del regolamento. Inoltre, dagli art. 11 e 15, si può evincere il divieto di consuetudini contrarie alle leggi o a regolamenti. La fonte consuetudinaria opera, invece, liberamente nelle materie non regolate da leggi o regolamenti (art. 8). Ma bisogna tener conto anche dell'art. 12, il quale afferma che se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, bisogna considerare le disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe (ovvero il ricorso all'analogia). Il problema sorge nell'espressione "materie regolate dalle leggi o dai regolamenti": questa va intesa nel senso di materie per le quali sussistono discipline di diritto scritto che siano oggettivamente ed effettivamente organiche e compiute. Per quanto riguarda, invece, le

"materie non regolate da leggi o regolamenti", queste sono quelle che rimangono in tutti i casi in cui possa obiettivamente ritenersi che la disciplina di diritto scritto è comunque incompleta, o per estrema genericità dei principi e delle norme in essa contenuti.

Sono evidenti le difficoltà per l'interprete di stabilire caso per caso, ma tali difficoltà non costituiscono tuttavia motivo sufficiente per respingere tale soluzione, che è l'unica che consente di assicurare una funzione normativa utile alla consuetudine (peraltro molto utilizzata con l'aumento dei rapporti economici transnazionali).

Consuetudini interpretative-Gli usi negoziali

Alle consuetudini è attribuito anche un valore diverso da quello in senso proprio normativo. Tale è il caso dei c.d. usi negoziali, con i quali può interpretarsi o integrarsi la volontà delle parti, per esempio nel caso di clausole ambigue.

Discipline settoriali della

Nell'ordinamento italiano sussistono anche discipline particolari della consuetudine in alcuni settori. La consuetudine può essere presa in considerazione per aspetti particolari che non concernono direttamente la fattispecie criminosa nella sua essenza, ma soltanto il tipo di condotta per dare esecuzione al dettato della legge conformemente ad usi o comportamenti sociali. In materia di navigazione marittima, interna ed aerea, essa prevale rispetto alle altre fonti che non abbiano ad oggetto specifico la materia della navigazione. Inoltre, secondo l'art. 10 Cost. che afferma che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle leggi di diritto internazionale riconosciute, le consuetudini internazionali vengono immesse immediatamente nell'ordinamento italiano. Di conseguenza, normative statali che si pongono contro le consuetudini internazionali sono illegittime. Logicamente, bisogna tener conto degli altri principi della Costituzione nell'immissione di.

Norme consuetudinarie

Consuetudine e diritto costituzionale - Consuetudini "integrative" della Costituzione

Nell'ordinamento costituzionale italiano, va esclusa in linea di principio l'ammissibilità della consuetudine come fonte modificatrice o integratrice della Costituzione o delle leggi costituzionali.

Ciò tuttavia non esclude di per sé l'ammissibilità di integrazioni della Costituzione e delle leggi costituzionali mediante consuetudini, che non si pongono al loro stesso livello; può invero manifestarsi nella materia costituzionale, vale a dire nei settori che trovano nella Costituzione o in leggi costituzionali discipline di principio e che non siano riservati alla legge o ad altre fonti scritte.

Modificazioni tacite della Costituzione

Malgrado la rigidità della Costituzione, il divieto di consuetudini costituzionali non può assumere valore assoluto; non può infatti escludersi che possano verificarsi comportamenti che

Col perdurare del tempo diano luogo a vere e proprie consuetudini costituzionali. E' questo il fenomeno che si indica con modificazione tacita della Costituzione. Nella realtà costituzionale, quando si ammette che si è avuta una modificazione tacita della Costituzione, deve necessariamente convenirsi che si è formato su di essa il consenso delle istituzioni costituzionali che sono interessate alla specifica disciplina costituzionale.

L'esempio di una modificazione tacita dell'assetto costituzionale fondamentale dell'ordinamento, vigente lo Statuto Albertino, è quello della trasformazione del sistema di governo da regime costituzionale puro a regime parlamentare.

Rottura e Sospensione della Costituzione

Non possono invece affatto rientrare per loro essenza nel fenomeno consuetudinario quelle deroghe all'ordine costituzionale che vengono assunte in alcune circostanze particolari e che sono indicate con i termini rotture e sospensioni.

Della costituzione. Col termine rotture si indicano i casi di modifiche puntuali dell'ordinamento costituzionale. In altri casi, può verificarsi una sospensione temporanea di norme costituzionali, le quali rientrano immediatamente in vigore una volta superata l'eccezionalità della singola evenienza.

Consuetudine e giudizio di legittimità costituzionale. Dalle considerazioni che precedono risulta non proponibile nell'attuale ordinamento costituzionale italiano il tema di un sindacato di legittimità costituzionale delle leggi, per contrasto con consuetudini costituzionali. Analogalmente, deve escludersi l'ipotesi di conflitti costituzionali di attribuzione tra poteri dello Stato, per violazione di norme consuetudinarie che fissino specifiche competenze costituzionali, non essendo contemplato che un conflitto del genere possa essere risolto dalla Corte Costituzionale.

Accordi, convenzioni e Galateo costituzionale. Anche nel diritto costituzionale sussistono

fenomeni simili a quellodella consuetudine normativa, che non vengono inclusi nelle fonti giuridiche riconosciute.

Le forze politiche, di solito, evitano che rapporti che si instaurano tra di loro e tra le istituzioni in cui sono inserite vengano sottoposti a normative direttamente derivate dalle fonti giuridiche, perché preferiscono regolamentarli in modo autonomo.

Siffatto modo di procedere non è illegale, purché nei limiti stabiliti dall'ordinamento giuridico.

I fenomeni che si presentano in concreto danno luogo a varie figure, definite ora come accordi, ora come convenzioni, ora come galateo.

Prendendo in analisi gli accordi adottati dalle forze politiche...

Dettagli
A.A. 2012-2013
17 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michelecarraturo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Rossano Claudio.