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La cessazione del governo
Oggi si parla di governi tecnici, i giornalisti che pur dovrebbero conoscere le basi del diritto costituzionale, continuano a parlarne circa un governo formato da personalità estranee alla politica, che provengono da ambienti differenti. (Ciampi è stato il primo che non faceva parte del parlamento, banca d'Italia). Draghi non è un politico, ma ha lavorato come presidente della banca europea. Se con governo tecnico vogliamo esprimere l'esperienza pregressa del Pdc e delle personalità del governo, Cartavia, ministro della giustizia, non ha mai fatto politica, ma ha un bagaglio di esperienza tecnico dell'università. La faccenda dei governi tecnici non esiste dal punto di vista costituzionale: devono avere la fiducia del parlamento, tutti i governi sono politici perché il parlamento che dà la fiducia è in se e per se politico.
Nasce una seconda domanda: è meglio un "governo tecnico"?
tecnico" o un governo politico, come ministro della sanità meglio un primario con tantissima esperienza o Matteo Salvini? chiunque direbbe che è ovvio che la risposta è la prima. La vera risposta però si lega ad un concetto più ampio: il ministro della salute, con un bagaglio tecnico, manda avanti una determinata politica, in caso di emergenza (non tagliare i fondi). Salvini avrà meno bagaglio tecnico per difendere una determinata scelta, meglio una persona che con un grande potere politico ma poca esperienza che un grande guru senza potere, perché nel primo caso avendo tanto potere potrebbe minacciare il pdc di togliere la fiducia col suo partito. È ovvio che dovrebbe esserci un luminare della medicina ma se non ha il potere di portare avanti degli interventi, sarà quasi impossibile salvarla. Tutti vorremo come ministro degli esteri un diplomatico che ha trascorso tutta la sua vita in ambasciate, consolati, ma se dietro non
ha la batteria dei voti per avere approvazione delle politiche che ritieni adatte? Meglio avere qualcuno senza esperienza ma che in un secondo ottiene quello che vuole perché senza il suo partito il governo non va avanti. Le crisi di governo ▶︎ Crisi parlamentare: le dimissioni sono dovute ad un intervento del parlamento. Che non ha dato la fiducia iniziale, o lo ha tolto nel corso dell'esistenza del governo con una mozione di sfiducia. Se manca la fiducia permanente il governo è destinato a finire, in questo caso con la mozione di sfiducia, votata con appello nominale e con maggioranza relativa, implica le dimissioni del presidente del governo per ordine giuridico. Questo secondo caso è poco ricorrente in Italia, non è mai successo che il parlamento approvasse una mozione di sfiducia, è stata proposta ma mai approvata. Non è un dato solo italiano, anche in altri ordinamenti parlamentari è rarissimo. Crisi extraparlamentari: il governo,Il presidente del consiglio, si è dimesso senza che fosse obbligato costituzionale, ma una sua valutazione in termini di opportunità politica. Il movimento 5 stelle domani dichiara di uscire dalla maggioranza e il presidente del consiglio si dimette, non è obbligato, ma ritiene di non avere più i voti in parlamento per andare avanti. Essendo il suo governo fondato sull'accordo di 4/5 partiti appena ne esce uno sceglie. Renzi decide esco dalla maggioranza, Draghi non è obbligato a dimettersi, anche se ad un certo momento Fratelli d'Italia decidesse di uscire. Primo governo Berlusconi, ottiene un successo elettorale, con maggioranza di forza Italia, lega e alleanza nazionale. Lega si toglie da questa alleanza, Berlusconi si dimette. Governo D'Alema, centro sinistra, delle venti regioni italiane 15 erano di sinistra e dopo le votazioni vince il centro destra, dunque si dimette perché dalle elezioni regionali era emersa una.
fiducia e se il governo perde è costretto a dimettersi). Inoltre, la costituzione prevede che il governo possa essere sfiduciato dal parlamento. Se un terzo dei membri del parlamento presenta una mozione di sfiducia contro il governo, questa viene discussa e votata. Se la mozione viene approvata dalla maggioranza dei membri del parlamento, il governo è costretto a dimettersi. Infine, la costituzione stabilisce che il governo può essere destituito dal presidente della repubblica. Questo può accadere se il governo non riesce a ottenere la fiducia del parlamento entro un certo periodo di tempo, oppure se il presidente ritiene che il governo non stia agendo nell'interesse del paese. In conclusione, la costituzione italiana prevede diverse modalità attraverso le quali un governo può essere sfiduciato o destituito. Questo garantisce un sistema democratico in cui il governo è responsabile nei confronti del parlamento e del popolo.fiducia perché il governo ritiene imprescindibile per la sua esistenza quella legge. Mette in gioco la proprio esistenza. Si vota come se fosse la fiducia, scrutinio palese e maggioranza relativa. Si utilizza per ricompattare la maggioranza, siccome le opinioni sono differenti e non riusciamo a trovare la quadra, il secondo scopo è quello di accelerare l'approvazione di una legge, in quanto tutto si ferma, la prima cosa che deve essere calendarizzata dalla camera. Tutto ciò che è stato discusso è da mettere da parte. La questione di fiducia è stata abusata, in questo caso per le scadenze europee, ma se blocco tutto evito le discussioni parlamentari e utilizzo uno strumento che non è democratico. Non è concetto di colore politico, ma qualunque sia l'opposizione grida allo scandalo democratico. Due volte in Italia i governi sono caduti per la questione di fiducia: in tutte e due i casi il povero governo Prodi, che la pose sapendo
che i numeri erano un po' traballanti e la prese nel culo. Il caso più importante sul bilancio di previsione economica, sapeva che erano ostili perché non dava fondi sufficienti ad una determinata politica, lui era speranzoso, lui perse per due voti.- Tra le crisi parlamentari, la corte costituzionale e non la costituzione, ha ammesso la possibilità di un'altra sfiducia parlamentare.
- In altre costituzioni si può sfiduciare un ministro, nei nostri testi costituzionali non c'è traccia.
- Nel nostro testo è importantissima la collegialità quindi prendere un ministro singolo era improbabile, ad una certa non si sapeva come sbarazzarsi di un ministro che tutti odiavano.
- La maggioranza non voleva cambiare l'intero governo, ma un solo ministro, il presidente del consiglio non voleva più quel ministro ma non poteva revocare un ministro, quello è un potere che spetta al presidente della repubblica.
- La sfiducia
In avanti sì. E ogni volta si creano tensioni inutili perché la sfiducia individuale mina alla collegialità del governo.
LE REGIONI
La tradizione italiana prima dell'approvazione della costituzione era una tradizione nella direzione dell'unitarietà. L'Italia nasce come stato unitario, una e indivisibile, ed è in questo modo che si evolve la sua storia. Il periodo liberale vede, per quanto riguarda la strutturazione territoriale del potere, uno stato unitario. Il fascismo non fa che aumentare il carattere dell'unitarietà dello stato anche perché ogni dittatura tende a sacrificare le autonomie e a non vedere di buon occhio il pluralismo territoriale. Così come sopprime il pluralismo in materia di diritti, è inconcepibile per una dittatura aprirsi a realtà esterne rispetto allo stato.
Il fascismo dunque sopprime anche quel poco di autonomia che c'era nel periodo liberale grazie all'esistenza dei comuni.
l'Italia non nasce federale a differenza di altre realtà come la Svizzera, gli Stati Uniti e la Germania, inizialmente un insieme di Lander. Sono molte le autonomia riconosciute negli stati federali: in USA ogni stato membro ha una costituzione propria, una corte costituzionale propria, un codice civile e penale. Ogni stato membro di uno stato federale è uno stato vero e proprio, le uniche autonomie territoriali italiane erano i comuni che il fascismo ad un certo punto sopprime. L'Assemblea costituente rappresenta il primo momento nel quale il problema politico delle autonomie territoriali viene sollevato in Italia. L'idea regionalista non era diventata la più importante ma in Italia, il problema regionale, è un problema essenzialmente contingente: durante i lavori dell'assemblea costituente, il 1 maggio del 47, in pieno dibattito, a Portella della Ginestra si delineal'eccidio dei manifestanti che ogni anno si riunivano per ricordare la.