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CAPITOLO 4: CENNI SULL’ORDINAMENTO COMUNITARIO
L’ordinamento comunitario è il risultato di un processo di integrazione tra gli Stati europei che con i
trattati hanno creato un’organizzazione sovranazionale per perseguire politiche comuni con norme e
decisioni direttamente efficaci negli ordinamenti interni. Le tappe di tale processo sono:
1. 1951 CECA Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio a cui aderirono 6 paesi (Francia,
Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo) per garantire la pace prevedendo possibili
conflitti tra la Francia e la Germania (che erano i maggiori produttori) e creare un mercato comune di
tali materie prime. L’ accordo si basava sul principio di un clima di collaborazione e solidarietà per
garantire relazioni pacifiche ed un comune sviluppo economico.
2. 1957 CEE e EURATOM istituite con i Trattati di Roma. Lo scopo della Comunità economica
europea era formare un’unione doganale ed economica tra gli Stati membri, abolendo i dazi
doganali e le restrizioni alla circolazione delle persone, servizi, merci e capitali, istituendo una tariffa
doganale comune verso gli Stati terzi e concordando una politica economica comune. Lo scopo della
Comunità europea dell’energia atomica era di creare un’industria nucleare europea a scopi
pacifici, sviluppando le ricerche scientifiche e dirigendo gli investimenti in questi campi oltre al
controllo sulle materie fissili. A tali comunità aderirono i 6 paesi della CECA e fu firmata una
convenzione che istituiva una sola Assemblea e una sola Corte di giustizia per le tre comunità.
3. 1965 Atto di fusione il Trattato di Bruxelles ha istituito il Consiglio dei ministri unico ma le
Comunità europee rimasero paralizzate dalla Francia perché grazie ad un accordo non formalizzato
ottenne che le decisioni degli organi comunitari venissero prese all’unanimità
4. Adesioni nel 1976 il Consiglio delle Comunità ha approvato all’unanimità l’elezione dei
rappresentanti dell’assemblea a suffragio universale. La Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda hanno
aderito al Trattato nel 1973, la Grecia nel 1981, la Spagna e Portogallo nel 1986 e nel 1995 Austria,
Svezia e Finlandia. Nel 2004 sono entrati altri 10 Stati (Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta,
Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) e recentemente Romania e Bulgaria.
5. 1986 Atto unico europeo ha individuato le linee di cooperazione politica europea che investe la
politica estera dei singoli stati; ha istituzionalizzato il Consiglio europeo con riunioni periodiche dei
capi di Stato e di Governo dei paesi membri; ha ampliato le procedure di cooperazione tra gli organi
delle Comunità e il Parlamento europeo. Inoltre si è trasformato il mercato comune in mercato
interno assicurando la libera circolazione con le armonizzazioni delle legislazioni nazionali.
6. 1992 Trattati di Maastricht ha istituito l’UE (Unione Europea) in modo che le decisioni siano
prese il più vicino possibile ai cittadini e ha posto tre pilastri: Comunità economica; cooperazione
per la politica estera e la sicurezza (PESC); cooperazione di polizia e giudiziaria (GAI). La CEE è
stata sostituita dalla CE (comunità europea).
7. 1997 Trattato di Amsterdam ha rafforzato i principi di cooperazione tra gli Stati membri e ha
modificato il Trattato della Comunità europea. Ha incorporato gli accordi di Schengen per creare
uno spazio senza frontiere interne.
8. 2001 Trattato di Nizza ha modificato i Trattati per rafforzare le strutture dell’UE e della CE in
vista dell’allargamento ai paesi dell’Europea centrale e orientale, ampliando il ricorso al principio di
maggioranza nelle decisioni delle istituzioni comunitarie. E’ stata inoltre proclamata la Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione europea che è la base della Costituzione europea.
9. 2003 Trattato di Atene si sono ammessi 10 Stati (Europa allargata) con alcune modifiche alle
regole di composizione delle istituzioni comunitarie
10. 2004 Trattato di Roma riguarda la Costituzione europea che potrà entrare in vigore solo dopo la
ratifica di tutti gli Stati membri (Italia ha già ratificato con una legge mentre in Francia e in Olanda il
referendum ha dato esito negativo)
L’Unione europea è fondata sulle Comunità europee, integrate dalle politiche e forme di cooperazione
previste dal Trattato di Maastricht quindi non ha sostituito la CE ma ha aggiunto ai principali obiettivi,
altri due settori di cooperazione (politica estera e della sicurezza; cooperazione di polizia e giudiziaria).
L’unione e la Comunità oggi sono un’unica organizzazione per il tramite del Segretario del Consiglio.
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Le istituzioni dell’Unione sono:
1. istituzioni della CE Parlamento europeo, Consiglio, Commissione, Corte di giustizia e Corte dei
conti che devo dare esecuzione ai Trattati, alle politiche e alle forme di cooperazione
2. Consiglio europeo è il vertice dei capi di Stato e di governo che può adottare le azioni comuni a
maggioranza qualificata ed è affiancato da organi permanenti.
Gli obiettivi dell’Unione sono perseguiti nel rispetto di alcuni principi:
1. identità nazionale degli Stati membri
2. principi dello Stato di diritto, libertà e democrazia
3. rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali alcuni garantiti dalla Convenzione
europea altri risultano dalle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri
4. coesione sociale e solidarietà nella relazione tra gli Stati membri e i loro popoli
5. applicazione dei principi di attribuzione e sussidiarietà la Comunità agisce nei limiti delle
competenze e degli obiettivi stabiliti dal Trattato (p. attribuzione); nei settori che non sono di sua
esclusiva competenza, la Comunità interviene solo e nella misura in cui gli obiettivi non possono
essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque essere realizzati meglio a
livello comunitario (p. sussidiarietà).
La Comunità europea sottolinea il ruolo politico oltre che economico dell’ organizzazione infatti il
progresso economico e sociale viene promosso nella realizzazione del mercato interno e nel
rafforzamento della coesione e della protezione dall’ambiente, con politiche per garantire che i progressi
verso l’integrazione si accompagnano a paralleli progressi in altri settori rafforzando l’identità
dell’Europa e la sua indipendenza per promuovere la pace, sicurezza e progresso in Europa e nel mondo
(preambolo trattato UE). I diritti e i doveri dei cittadini europei sono definiti con la cittadinanza
dell’Unione che è riconosciuta a chi ha la cittadinanza di uno Stato membro: libertà di circolare e
soggiornare liberamente negli Stati membri; diritto di voto e elettorato passivo nelle elezioni comunali
degli Stati membri in cui risiedono; diritto, negli altri paesi, alla tutela da parte delle autorità
diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro; diritto di petizione al Parlamento europeo e ricorso
al mediatore; diritto alla partecipazione con l’organizzazione in partiti politici. L’elenco di tali diritti e
doveri può essere ampliato, da una decisione unanime del Consiglio su proposta della Commissione della
CE, previa consultazione del Parlamento europeo, raccomandando l’introduzione di tali diritti da parte
degli Stati membri, in conformità delle rispettive norme costituzionali. Nella Carta dei diritti
fondamentali, i diritti vengono elencati per settori riferiti all’oggetto della protezione (dignità, libertà,
uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia). Il Consiglio può decidere a maggioranza, sanzioni per
gli Stati che violano, in modo grave e persistente, i diritti dei cittadini dell’Unione, i diritti dell’uomo, le
libertà fondamentali e i principi dello Stato di diritto. Nel Trattato di Nizza si sono dettate norme di
procedura per l’applicazione delle sanzioni.
L’Unione economica e monetaria consiste nell’obbligo degli Stati membri di considerare le proprie
politiche economiche come una questione di interesse comune e di coordinarsi nell’applicazione di
principi in materia di politica economica e di bilancio che tali Stati devono rispettare (patto di stabilità),
nella creazione della moneta unica europea governata dalla Banca centrale europea. Gli Stati e la CE
agiscono nel rispetto dei principi dell’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo
un’efficace allocazione delle risorse. Gli Stati membri quindi considerano le loro politiche economiche
come questione di interesse comune ed attribuiscono agli organi comunitari poteri di coordinamento e
indirizzo assumendo impegni in materia di disavanzo pubblico e gestione dei bilanci. Tra le competenze
della Comunità europea ci sono: unione doganale e mercato interno (libera circolazione delle persone,
beni, servizi e capitali; libertà di concorrenza; politica agricola e pesca; politica dei trasporti; aiuti alle
imprese); politica commerciale comune e politica sociale; istruzione, formazione professionale e
gioventù; cultura; sanità pubblica; protezione consumatori; reti transeuropee; industria; coesione
economica e sociale; ricerca e sviluppo tecnologico; ambiente, cooperazione e sviluppo; politica
dell’immigrazione; energia, protezione civile e turismo; lotta alle frodi; trasparente; protezione dei dati;
occupazione. 49
Le istituzioni della Comunità europea con competenze generali sono:
1. Consiglio dei ministri composto dai presidenti dei governi degli Stati e dai ministri di volta in
volta competenti sugli argomenti trattati. Viene presieduto a turno di 6 mesi da ciascuno Stato e ha
funzioni legislative e di indirizzo politico dell’UE infatti approva i regolamenti, le direttive e le
raccomandazioni. Si ha un deficit democratico perché le scelte vengono prese da un organismo
rappresentativo dei governi e non dei cittadini. Esercita i poteri normativi e di cooperazione della
Comunità e delibera a maggioranza qualificata sulle nomine della Commissione (la ponderazione dei
voti tiene conto della maggioranza degli Stati che della popolazione che rappresentano). In alcuni casi
le deliberazioni sono adottate all’unanimità mentre in altri casi basta la sola maggioranza. Il
Consiglio può delegare alcuni suoi poteri alla Commissione. L’attività del Consiglio è preparata dal
Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati. Le deliberazioni legislative devono essere
sempre più spesso adottate con la partecipazione attiva del Parlamento europeo.
2. Consiglio europeo composto dai capi di Stato o di governo degli Stati, Presidente della
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