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Il rapporto tra politica e amministrazione è stato rivisto attraverso le norme 267/2000 e 165/2001. Secondo queste norme gli
organi politici devono dirigere e controllare, quelli burocratici devono gestire.
Anche organi sovranazionali regolano l'amministrazione. L'art 6 della convenzione europea, stipulata nel 1950, ad esempio, dice
che "ogni persona ha diritto di essere giudicata equamente, pubblicamente e in tempi adatti da un tribunale imparziale e
indipendente, costituito per legge". Questa norma riguarda i rapporti tra il cittadino e l'amministrazione.
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La definizione di pubblica amministrazione e lo spazio in cui opera sono criteri notevolmente incerti, a causa delle sue dimensioni
(4 milioni e mezzo di persone) e della varietà delle figure che ne fanno parte. Alcuni leggi tuttavia chiariscono cosa si intende per
amministrazione:
• art. 25 legge 468/1978 e 362/1988 = fa riferimento ad un "settore pubblico allargato", per il quale si intendono le
amministrazioni dello Stato, l'Enel e altri enti pubblici nazionali, comuni, province aziende... Lo scopo di questa norma è
stato quello di valutare l'ammontare complessivo delle risorse che il settore pubblico richiede all'economia privata
• decreto legislativo 165/2001 = definisce le amministrazioni pubbliche come " tutte le amministrazioni dello Stato,
compresi istituti, scuole, università e istituzioni educative; le aziende ed amministrazioni dello Stato autonome; regioni,
province, comuni, comunità montane; le Camere di commercio, industria, artigianato, agricoltura e le aziende e gli enti
del Servizio sanitario nazionale
Anche la Corte di Giustizia Europea attraverso delle norme (art. 39 circolazione dei lavoratori, direttiva 2004/18 in materia di
appalti pubblici) precisa gli elementi caratteristici dell'amministrazione, che sono di 2 tipi: l'esercizio di poteri pubblici e la cura di
interessi generali dello Stato
Nel periodo che va dal 1900 alla fine della 2 guerra mondiale, si è assistito via via ad un continuo pluralismo amministrativo,
attraverso 3 fenomeni:
• l'aumento del numero dei ministeri e della loro dimensione
• la creazione di alcuni enti pubblici di erogazione (previdenziali e assistenziali)
• l'introduzione di imprese pubbliche
Rispetto a prima, con il passare degli anni, lo Stato ha perso l'unità originaria e si è passati ad uno Stato con un organizzazione
strutturata su più poli, collocati in aree regionali, statali... Ciò ha portato anche alla creazioni di diversi modelli di organizzazione
amministrativa:
• modello del ministero = stabile ma soggetto a mutamenti a seconda del trasferimento di poteri dal centro alla periferia
dello Stato
• modello dell'ente pubblico = in via di dispersione, a causa delle privatizzazioni
• modello dell'autorità indipendente = in via di rafforzamento
• modello del soggetto privato sottoposto a controlli pubblici = in via di ampliamento a seguito di una affermazione di
strumenti di diritto privato.
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Nel secolo scorso i compiti amministrativi erano più semplici e si limitavano a: difesa, ordine pubblico, rapporti con l'estero.
Successivamente, con l'ampliarsi delle esigenze sociali, i compiti si sono ampliati e i dipendenti pubblici (e di conseguenza la
spesa pubblica) è aumentata.
Le principali funzioni amministrative sono suddivise in 4 categorie:
• funzioni di ordine e finanziarie
rapporti internazionali e difesa = Si tratta dei compiti pubblici in periodo di pace e in periodo pubblico,
o riguardanti i rapporti con altri Stati; va ricordato soprattutto l'art. 52 della Costituzione "la difesa della patria è
sacro dovere del cittadino, il servizio militare è obbligatorio nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge"
ordine pubblico = Si tratta del complesso di attività di prevenzione (polizia) e repressione (carceri) dei reati
o finanza = Si tratta di assicurare le entrate necessarie per queste attività e gestirle
o
• funzioni sociali
protezione del lavoro = Si tratta della tutela del lavoro dei minori e delle donne, della protezione dei lavoratori
o che prestano la propria opera in impianti e processi lavorativi insalubri o pericolosi
servizi sociali e pubblici = Si tratta di assistenza sanitaria, pensioni e trasporti
o cultura = Si tratta dell'istruzione scolastica, delle biblioteche ecc...
o
• funzioni economiche
intervento economico diretto = organizzazione di attività proprie della pubblica amministrazione (impresa
o pubblica)
intervento economico indiretto = controllare, dirigere, guidare l'attività economica privata (controlli sulle
o entrate, sulle attività, sui privati, potere di espropriazione, regolazione e tutela della concorrenza)
• funzioni di governo del territorio
infrastrutture = gestione di strade, ferrovie e principali mezzi di comunicazione
o ambiente = vigilanza e potere di fare sanzioni a chi non rispetta l'ambiente
o urbanistica = tutto ciò che concerne il territorio ai fini della localizzazione e tipizzazione degli insediamenti
o
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I modelli di organizzazione amministrativa si distinguono in 2 grandi gruppi:
1) amministrazione statale = quella pertinente allo Stato; è suddivisa a sua volta in centrale (con sede nella capitale) e decentrata
(con sede in periferia)
2) amministrazione non statale = quella pertinente all'amministrazione di enti pubblici nazionali (Inps) ed enti pubblici autonomi
(regioni). In quest'ultimo caso la sede è nel capoluogo di regione.
Al vertice dell'amministrazione statale centrale c'è il Presidente del Consiglio dei ministri. Una delle caratteristiche
dell'amministrazione statale sta nella compresenza di funzioni politiche ed amministrative. Infatti, a capo delle amministrazioni,
vi sono membri del Governo che godono della fiducia del Parlamento. L'assetto interno, comunque, può variare perché il
Presidente del Consiglio ha il potere di cambiare o istituire, con dei decreti, altre unità organizzative.
Le funzioni amministrative più importanti vengono svolte dai ministeri, i principali organi dello Stato. Essi hanno la seguente
struttura:
• ministro - è il capo del ministero e membro del corpo politico; dirige l'azione amministrativa e prende le decisioni di
maggiore importanza (alcuni ministri vengono detti "senza portafoglio" perché non sono a capo di un ministero)
• sottosegretario - a lui spettano solo i compiti che gli delega il ministro
• gabinetto del ministro - composto da diverse persone che hanno funzione di ausilio del ministro e di coordinamento
• consiglio di amministrazione - composto da persone che organizzano il lavoro del ministero
• segretario generale - presente solo in alcuni ministeri, coordina le attività
• dipartimento e divisioni - sono le strutture di base e coordinano, per il loro livello, le funzioni del ministero
Con 2 decreti legislativi i numeri dei ministeri sono cambiati. Dapprima erano 18, poi con il decreto n.300/1999 sono diventati 12
e con quello n.217/2001 sono diventati 14. Essi sono:
• ministero degli affari esteri (rapporti internazionali)
• ministero dell'interno (pubblica sicurezza)
• ministero della giustizia (organi giudiziari)
• ministero della difesa (forze armate)
• ministero dell'economia (gestione della spesa e del bilancio dello Stato)
• ministero delle attività produttive (industria, commercio e artigianato)
• ministero delle comunicazioni (poste e telecomunicazioni)
• ministero delle politiche agricole e forestali (linee agricole, forestali e agroalimentari nazionali e comunitarie)
• ministero del lavoro (lavoro e previdenza sociale)
• ministero dell'istruzione (scuola e università)
• ministero dei beni e delle attività culturali (tutela e promozione del patrimonio culturale nazionale)
• ministero della salute (sanità)
• ministero delle infrastrutture e dei trasporti (opere pubbliche e trasporti)
• ministero dell'ambiente (tutela dell'ambiente e del territorio)
In ognuno di questi ministeri, ricorrono 3 caratteri fondamentali:
1) il vertice è mutuato dal governo (art. 95 Costituzione)
2) i poteri del ministo e del ministero sono identici, perché il primo opera nei limiti delle attribuzioni del secondo
3) l'organizzazione interna è di tipo divisionale, ogni ufficio svolge un compito preciso
L'amministrazione statale decentrata ha una articolazione periferica su tutto il territorio nazionale. Il decreto 300/1999 stabilisce
che vengano istituite strutture attraverso la trasformazione delle prefetture in uffici territoriali del Governo. Tali uffici dipendono
dal Ministero dell'interno.
L'amministrazione pubblica non statale (ricordando che l'amministrazione pubblica comprende anche quella statale) riguarda
soprattutto gli enti pubblici. La ragione della creazione degli enti pubblici fu quella di sottrarsi ai vincoli vigenti per
l'amministrazione statale, si diceva infatti che lo Stato avesse troppe regole e troppi controlli per un amministrazione veloce ed
efficace. Si definisce come ente pubblico una persona giuridica pubblica che persegue fini rilevanti per l'ordinamento giuridico
statale. Gli enti pubblici hanno 3 caratteristiche:
1) possono essere con capacità generali (comuni) o limitate (Inps - previdenza)
2) possono essere autonomi e darsi un indirizzo politico-amministativo proprio
3) possono emanare atti amministrativi dotati di imperatività (enti autarchici)
Gli enti pubblici si suddividono in:
• enti pubblici indipendenti = sono enti dotati di un'autonomia politica propria: hanno un corpo politico eletto dal popolo e
possono darsi un indirizzo politico-amministrativo diverso rispetto a quello del Governo centrale; inoltre possono
interessarsi di tutti i problemi della collettività
• enti pubblici associativi = sono enti pubblici alla cui base vi sono associazioni private
• enti pubblici strumentali = sono enti pubblici che agiscono sotto il controllo di un organo dello Stato; si suddividono a
sua volta in 3 tipi:
enti pubblici di disciplina del settore - sono quegli enti che hanno il compito di controllo di operatori privati, con
o poteri autoritativi simili a quelli dello Stato (Banca d'Italia)
enti pubblici di erogazione - sono quegli enti che erogano servizi alla collettività (l'Inps)
o enti pubblici economici - sono quegli enti che svolgono attività imprenditoriale, tra il 1990 e il 1992 sono stati
o privatizzati e trasformati in spa con partecipazione pubblica
A partire dal 1970, nell'ordinamento italiano si è assistito alla nascita di particolari associazioni, tra esse vanno ricordate le
amministrazioni indipendenti, che hanno poteri soprattutto di controllo e funzioni normative; le strutture di