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COMPARSA DI RISPOSTA
Riconvenzionale, chiamata in causa di terzo, eccezioni rilevabili d'ufficio devono essere rilevate
entro 20 giorni dalla notifica dell'atto di citazione. Questa è la prima valutazione da fare per la
comparsa di risposta.
La riconvenzionale deve avere a pena di nullità i requisiti della citazione.
Quindi se il cliente vuole solo perdere tempo, si può fare una riconvenzionale nulla così poi il
giudice rinvia e si guadagna tempo. Allora è sbagliato, bisognerebbe dire "non l'hai fatto bene?
Peggio per te". Nello scrivere le norme processuali bisogna tenere presente questi meccanismi
perché c'è sempre qualcuno che vuole tirare la norma dalla sua parte.
Citazione, comparsa di risposta. La citazione una volta che è scritta viene notificata.
Le SU stanno ora decidendo quando la citazione si considera notificata.
Quali sono i momenti: si dà l'atto all'ufficiale giudiziario che poi lo porta al convenuto quindi
quando si considera notificata? La notificazione si intende perfezionata quando l'attore dà l'atto
all'ufficiale giudiziario.
Gli effetti della citazione sono sostanziali e processuali: tra i primi impedisce decadenza e
interrompe la prescrizione, decorrono gli interessi anatocistici, si ha diritto ad avere i frutti e cessa il
possesso di buona fede; la citazione può essere trascritta e gli effetti della sentenza di accoglimento
retroagiranno al momento della domanda. Effetti processuali: prevenzione, l'acquisto della qualità
di parte e quindi si applica il 110 e 111. Dopo la notifica della citazione sono rilevanti i fatti relativi
alla parte.
Ai fini della prevenzione vale la consegna dell'atto non il suo perfezionamento. Ma se poi il
destinatario non riceve la notizia per qualunque motivo? La giurisprudenza più volte si è espressa
sulla perpetuatio e la legge applicabile è quella relativa
Dopo la notifica dell'atto bisogna iscriversi a ruolo, costituirsi in giudizio e nel caso di più
convenuti il termine di dieci giorni decorre dalla notifica alla prima persona.
Art 645 decreto ingiuntivo, termini di comparizione dimezzati.
La corte dice che i mutamenti di giurisprudenza alterano l'equilibrio.
«impitonito e non inviperito perché il pitone è più grande della vipera»
Art.168bis c.p.c.: “Designazione del giudice istruttore - Formato un fascicolo d'ufficio a
norma dell'articolo precedente, il cancelliere lo presenta senza indugio al presidente del
tribunale, il quale, con decreto scritto in calce della nota d'iscrizione a ruolo, designa il
giudice istruttore davanti al quale le parti debbono comparire, se non creda di procedere
egli stesso all'istruzione. Nei tribunali divisi in più sezioni il presidente assegna la causa ad
una di esse, e il presidente di questa provvede nelle stesse forme alla designazione del
giudice istruttore. (2) La designazione del giudice istruttore deve in ogni caso avvenire non
oltre il secondo giorno successivo alla costituzione della parte più diligente. (3) Subito dopo
la designazione del giudice istruttore il cancelliere iscrive la causa sul ruolo della sezione,
su quello del giudice istruttore e gli trasmette il fascicolo. (4) Se nel giorno fissato per la
comparizione il giudice istruttore designato non tiene udienza, la comparizione delle parti è
d'ufficio rimandata all'udienza immediatamente successiva tenuta dal giudice designato. (5)
Il giudice istruttore può differire, con decreto da emettere entro cinque giorni dalla
presentazione del fascicolo, la data della prima udienza fino ad un massimo di
quarantacinque giorni. In tal caso il cancelliere comunica alle parti costituite la nuova data
della prima udienza”.
Nel comma 4 il giudice non deve fare niente ma è molto più ragionevole fare un udienza
monotematica anche se comporta un'udienza in più.
In tutti i protocolli è suggerito di fare delle udienze monotematiche, di accorpare la cause simili e
dividere quelle non omogenee.
Sul sito materiale per il dialogos del 26 febbraio
Domande auto e eterodeterminate: Per i diritti assoluti non è necessario indicare il titolo di acquisto
cosa che è fondamentale per i diritti relativi. Quelle eterodeterminate sono le domande in cui i fatti
sono rilevanti in funzione della determinazione dell'oggetto.
In caso di nullità della citazione per vizio inerenti alla vocatio in ius, non succede niente perché il
giudice ordina la rinnovazione dell'atto e gli effetti si verificheranno dall'inizio.
Nel caso di vizi derivati dalla indeterminatezza dell'oggetto si rinnova ma gli effetti decorrono dalla
domanda nuova.