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Diritti e spese nel processo legale
Il difensore può compiere e ricevere tutti gli atti del processo che non sono espressamente riservati alla parte. È utile eleggere domicilio presso l'avvocato in modo che le notificazioni effettuate dall'ufficiale giudiziario verranno effettuate presso di lui. In ogni caso egli non può compiere atti che comportano la conciliazione della lite, la rinuncia all'azione, la rinuncia a difendere, ecc., se ciò non è espressamente previsto nella procura (perché si tratta di diritti indisponibili).
Le spese processuali: artt. 90 e seguenti
Il processo comporta dei costi. Con la riforma del 2002, che ha abrogato l'art. 90, l'onere di anticipare le spese non grava più nei confronti di entrambe le parti (prima ognuno pagava le spese degli atti che compiva) ma gravasoltanto nei confronti di colui che ha provocato un disagio per l'ordinamento, e quindi...
nei confronti di colui che ha iniziato il processo. L'ordinamento prevede un minimo di spese di 300 € che si devono pagare alla posta prima dell'inizio del processo (il processo del lavoro è esente da spese). Non si pagano più i bolli per gli atti. Le spese che vengono anticipate non è detto che poi gravino sulla parte che le ha effettuate. L'art. 91 è rubricato: condanna alla spese. Ai sensi di questo art., quando si arriverà all'emanazione della sentenza definitiva, il giudice condannerà alle spese la parte soccombente (se la sentenza non è definitiva il giudice non può condannare alle spese nessuno). Per capire chi la parte è soccombente bisogna guardare la domanda dell'attore: - se la domanda dell'attore viene accolta è soccombente il convenuto - se la domanda dell'attore viene rigettata è soccombente l'attore. In caso di soccombenza totale, secondo le regole della soccombenza.chi deve pagare le spese è sempre la parte soccombente. Si può verificare anche il fenomeno della c.d. soccombenza parziale, per cui su una parte della domanda è vittorioso l'attore, sull'altra parte è vittorioso il convenuto.
Questo è importante non solo ai fini dell'applicazione dell'art. 91 ma anche ai fini dell'impugnazione.
Esempio: l'attore chiede che il convenuto venga condannato al pagamento di € 1000 e il giudice invece condanna il convenuto al pagamento di € 700.
In questo caso entrambe le parti sono soccombenti: l'attore è soccombente per i € 300 che non ha ricevuto, il convenuto è soccombente per i € 700 che deve pagare.
Oppure si ha soccombenza parziale quando l'attore propone più domande e solo alcune di esse vengono accolte.
Esempio: l'attore chiede l'adempimento dell'obbligazione e la condanna al risarcimento dei danni e il giudice condanna il
convenuto solo all'adempimento dell'obbligazione. Nel caso di soccombenza parziale o reciproca, l'art. 92 prevede l'eventuale compensazione delle spese, compensazione significa che ognuno paga le spese che ha anticipato. L'art. 92 prevede anche altre ipotesi: 1) se si tratta di spese eccessive o superflue, anche se la parte è vittoriosa, il giudice può escludere che queste spese vengano pagate. Esempio: se una parte si sia fatta assistere da due difensori, il giudice condannerà il soccombente a pagare le spese di un solo difensore; 2) qualora sussistano giusti motivi, espressamente indicati nella motivazione, il giudice può ordinare la compensazione parziale o totale delle spese. La compensazione delle spese per giusti motivi è una compensazione a cui ricorre spesso il giudice del lavoro perché per giusti motivi la giurisprudenza della corte di cassazione ravvisa le condizioni economiche molto limitate del lavoratore. Solitamente,Nell'ambito della giurisdizione ordinaria, si parla di giusti motivi quando tra le parti ci sono rapporti di parentela.
Nel caso in cui ci sia la conciliazione della lite le spese si intendono compensate, a meno che le parti non abbiano pattuito diversamente. Si può impugnare la sentenza soltanto per le spese ma ciò avviene raramente.
L'art. 93 è rubricato: distrazione delle spese. La ratio della distrazione è quella di consentire al difensore la possibilità di ottenere dalla parte soccombente, che non è il proprio difeso, il pagamento degli onorari non riscossi e delle spese che egli dichiara di avere anticipato. La sentenza, avente questo contenuto, costituirà titolo esecutivo per procedere all'esecuzione forzata nei confronti di questo soggetto.
L'art. 96 riguarda la c.d. responsabilità aggravata. Ai sensi di questa norma se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con malafede o colpa grave.
questa verrà condannata oltre che al pagamento delle spese, al risarcimento dei danni.
Mala fede significa dolo, cioè la parte sapeva di aver torto ma nonostante ciò ha agito o resistito in giudizio lo stesso.
Colpa grave significa che se la parte avesse adoperato la normale diligenza o la diligenza del buon padre di famiglia avrebbe potuto sapere di avere torto.
Di solito si parla di colpa grave quando tra le parti si dovevano svolgere delle trattative per evitare la causa e queste trattative non sono state svolte.
In questi casi, mala fede o colpa grave, si applicano gli artt. 2043 e seguenti c.c.
Mentre nelle ipotesi contemplate dal 1° comma si parla di colpa grave, nelle ipotesi contemplate dal 2° comma (trascrizione della domanda giudiziale, iscrizione dell'ipoteca giudiziale, esecuzione forzata) si parla di normale prudenza.
La normale prudenza è qualcosa di meno della colpa grave, è la c.d. colpa lieve: quindi basta una semplice disattenzione.
Per integrare la fattispecie prevista dalla norma. Questo perché le ipotesi previste dal 2° comma creano un danno economico maggiore rispetto a quelle previste dal 1° comma.
Capitolo 7
Il giudizio con pluralità di parti
Distinguiamo 3 ipotesi:
- litisconsorzio necessario (art. 102 c.p.c);
- litisconsorzio facoltativo (art. 103 c.p.c);
- intervento volontario (art. 105 c.p.c) e intervento coatto (artt. 106 e 107).
Etimologia del termine litisconsorzio: "consorzio" significa presenza di più soggetti; "litis": nella lite. È possibile, infatti, che in un processo vi siano più attori (litisconsorzio attivo), o più convenuti (litisconsorzio passivo) o anche più attori e più convenuti (litisconsorzio misto).
- Litisconsorzio necessario: art. 102
Ai sensi dell'art. 102 si ha litisconsorzio necessario quando la decisione del giudice deve essere adottata nei confronti di più parti e allora queste devono
essere presenti nel giudizio (tutti devono essere citati o tutti devono agire nel processo). giudizio di divisione: abbiamo un bene (un fondo casa) che è di proprietà di 3 soggetti A, B e C. A vuole che questo bene venga venduto non può citare solo B o solo C perché la decisione produrrà i suoi effetti nei confronti di tutti i titolari del rapporto: A, B e C. Qui la legge lo dice espressamente, sia il c.c. che il c.p.c., stabilisce che se si deve dividere un bene devono essere presenti nel giudizio tutti proprietari del bene. Un altro esempio è rappresentato dall'azione surrogatoria. Lo scopo della decisione dell'azione surrogatoria è quello di fare in modo che venga tutelato il diritto del creditore indipendentemente dal soggetto che adempirà l'obbligazione. L'ipotesi è questa: A vanta un credito nei confronti di B. B, a sua volta, vanta un
necessario siano solo quelle esplicitamente previste dalla legge. Infatti, l'art. 102 fornisce solo un criterio generale, ma non specifica quando si verifica questa situazione. Pertanto, è necessario analizzare caso per caso per determinare se è richiesto il litisconsorzio necessario. Nel caso specifico, A dovrà citare in giudizio non solo C, ma anche B, perché la decisione del giudice riguarderà anche B. Questo perché B è obbligato nei confronti di A, non di C. In conclusione, il litisconsorzio necessario dipende dalle circostanze specifiche di ogni caso e non può essere determinato solo in base alla lettera della norma.Necessario fossero soltanto quelle contemplate dalla legge. Allora, a questo punto, bisognava creare un criterio generale attraverso il quale poter stabilire quando si è di fronte ad un ipotesi di litisconsorzio necessario oppure no.
Il primo criterio su cui si fonda la teoria del litisconsorzio necessario è questo: deve trattarsi di un tratto di rapporto plurisoggettivo unico, cioè i titolari del rapporto, o dal lato attivo (in caso di più attori) uno dal lato passivo (in caso di più convenuti) o da entrambi i lati (litisconsorzio misto), devono essere più di uno (negli esempi fatti i titolari del rapporto sono più di uno).
Il secondo criterio è quello dell'unicità della causa. Se la causa è una e i titolari del rapporto sono più di uno il litisconsorzio è sempre necessario. Invece, secondo le regole processuali, in particolare l'art. 103 (più parti possono agire o essere convenute nello stesso
tratta. Se si tratta di un'azione di tipo dichiarativo, il litisconsorzio è sempre necessario, in quanto la sentenza avrà effetti erga omnes, cioè nei confronti di tutti i titolari del rapporto. Se invece si tratta di un'azione di tipo costitutivo o di condanna, bisogna valutare se la sentenza produrrà effetti solo nei confronti di alcuni soggetti o di tutti. In caso di effetti limitati, il litisconsorzio non è necessario, mentre se la sentenza avrà effetti erga omnes, il litisconsorzio sarà sempre necessario.tratta.Se l'azione con cui è