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DOMANDA TRASVERSALE

Finora abbiamo visto domanda riconvenzionale connessa ex art 36 cpc che convenuto propone contro l’attore, vi sono

però dei casi che la prassi e la giurisprudenza continua a chiamare “domanda riconvenzionale” anche se in queste ipotesi

la domanda così denominata “riconvenzionale” è proposta dal convenuto non contro l’attore MA contro un altro

convenuto/i -> processo con pluralità di parti, processo con più parti dal lato passivo del procedimento, più convenuti.

Nel linguaggio giurisprudenziale, queste ipotesi, a fronte in cui un convenuto proponga contro un altro convenuto una

domanda riconvenzionale, tale domanda, per far capire al pratico che non domanda contro l’attore, è detta DOMANDA

TRASVERSALE (trans-gending). Frequente quando si fa valere una domanda risarcitoria, tutti coautori del fatto illecito

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Diritto processuale civile 2017-2018

devono risarcire danno contro danneggiato, danneggiato può richiedere risarcimento nei confronti di qualcuno dei

coautori.

Fatto che sia riconvenzionale pone al giudice il compito di verificare se riconvenzionale trasversale presenti o meno

grado di connessione che art 36 cpc richiede agli effetti della deroga della competenza per territorio. Se trasversale,

bisogna vedere se presenta connessione propria prevista dall’art 36 cpc.

Connessione ex art 36 cpc può darsi o meno nella trasversale, normalmente la trasversale ha sempre come titolo la

domanda principale, in questi casi, il titolo della riconvenzionale trasversale si fonda almento mediatamente sullo stesso

titolo della domanda dell’attore, qui si applicherà art 36 cpc.

ES: casa di cura ha sede a Trento, medico che ha operato è domiciliato a Milano, c’è norma che consnete all’attore di

convenire tutti i convenuti davanti al giudice del luogo del domicilio di uno di essi, attore sceglie Trento, la casa di cura

si costituisce e propone in via di riconvenzionale trasversale l’azione di regresso, è riconvenzionale proposta

tempestivamente, causa di regresso è causa per la quale, isolatamente riguardara, Trento potrebbe non essere

territorialmente competente, perché medico domiciliato a Milano, ma qui riconvenzionale trasversale si fonda sullo

stesso titolo su cui l’attore ha fondato la propria domanda, quindi Trento potrà ammissibilmente decidere anche sulla

trasversale, in deroga alla competenza per territorio.

Talvolta la riconvenzionale trasversale può essere solo latamente connessa con quella principale.

*RECONVENTIO RECONVENTIONIS

Domanda riconvenzionale che attore indirizza contro il convenuto in ragione del fatto che in convenuto ha proposto

contro di lui una riconvenzionale. Necessario pensare a 3 domande, attore vs convenuto / convenuto –riconvenzionale

vs- attore / attore –riconvenzionale vs- convenuto.

ES: A conviene in giudizio B chiedendo la condanna di B all’adempimento del contratto (consegna del bene

compravenduto), A allega nell’atto introduttivo di aver già pagato il prezzo. B si costituisce in giudizio, eccepisce

l’inefficacia o la nullità del contratto di compravendita e chiede in via riconvenzionale al giudice di accertare che

contratto così concluso è inefficace o nullo -> domanda riconvenzionale proposta nella comparsa di risposta

tempestivamente depositata. Alla prima udienza A contesta domanda riconvenzionale di B (che contratto nullo) ma

nell’eventualità in cui giudice ritenga che eccezione di nullità fondata (accoglie riconvenzionale di B), chiede in via di

reconventio reconventionis la condanna di B a restituire ad A la restituzione del prezzo -> domanda che trae la propria

ragion d’essere dalla riconvenzionale del convenuto. L’attore, se convenuto non chiedeva al giudice di accertare

inefficacia/nullità del titolo contrattuale, non avrebbe mai chiesto condanna alla restituzione del prezzo della vendita.

Cpc non parla mai di reconventio reconventionis, ma nell’art 183 cpc viene imposto all’attore l’onere alla prima udienza

di proporre le domande e le eccezioni che sono la conseguenza delle riconvenzionali e delle eccezioni del convenuto.

Reconventio reconventionis, in quanto domanda consequenziale alla riconvenzionale del convenuto, va proposta

dall’attore alla prima udienza ex art 183 cpc, va proposta a verbale.

Prima udienza perché domanda dell’attore consequenziale alla domanda del convenuto.

L’attore può fare altre domande, es. accertamento incidentale, anche qui domanda consequenziale.

Per terminare il tema della riconvenzionale occorre considerare tale figura in esame che è riconvenzionale sulla

riconvenzionale del convenuto, sulla convenzione che propone l’attore potranno innestarsi altre eccezioni e difese del

convenuto. 90

Diritto processuale civile 2017-2018

ELEMENTI DI INDIVIDUAZIONE / IDENTIFICAZIONE DELLA DOMANDA o DELL’AZIONE

Numerose e rilevanti disposizioni del cpc lavorano e prendono in considerazione ai loro effetti la DOMANDA e per far

funzionare tali disposizioni processuali, l’interprete deve sapere come individuare la domanda, come sostanziarla, se

egli non sa come si individua una domanda, non può far operare queste disposizioni.

ESEMPI

-Ne bis in idem (art 2909 cc) -> divieto di giudicare nuovamente sulla stessa azione su cui già calato il giudicato.

Per sapere se c’è bis in idem o meno occorre saper identificare le domande.

Revocazione (art 395, n. 5 cpc) -> impugnazione della sentenza deducendo che quella sentenza confligge con un altro

precedente giudicato perché ha violato il ne bis in idem. Per capire se c’è o meno il conflitto pratico tra giudicati,

necessario sapere come si individua la domanda.

- Art 183 cpc: prima udienza di comparizione e trattazione, prima fase successiva a quella di introduzione. Tale articolo

dice che “salvo le domande consequenziali che l’attore ha l’onere di fare alla prima udienza, non si possono proporre

più nuove domande, ma entro certi limiti, si possono solo precisare o modificare le domande già proposte” -> necessario

sapere quando, iniziato il processo, si propone una nuova domanda, perché ciò non si può fare.

-Art 39, co.1 cpc: pone il divieto di litispendenza -> legislatore non tollera, perché vuole prevenire in radice conflitti

pratici tra giudicati, che sulla stessa causa/parti pendano contemporaneamente più processi davanti a giudice diverso,

in tal caso, il processo fatto partire posteriormente dovrà arrestarsi lì, potrà andare avanti solo processo instaurato per

primo, per far funzionare tale disposizione necessario capire quando una causa è identica, quando cioè la domanda è la

stessa o meno.

-Art 345, co.1 cpc: in appello non si possono proporre domande nuove rispetto a quelle proposte in primo grado, se

viene proposta domanda nuova in appello, giudice deve dichiararla inammissibile.

Questi elementi, che si trovano in molte disposizioni, sono, in Italia:

1. Elemento soggettivo: SOGGETTO, es. art 104 cpc -> più domande nello stesso processo soggettivamente

collegate.

2. Elemento oggettivo:

OGGETTO / PETITUM della domanda/azione, tale elemento oggettivo si distingue:

ü Oggetto immediato -> la specie di tutela (tipologia di sentenza) che con la domanda di richiede al

• giudice di disporre, es. tutela costitutiva -> sentenza costitutiva…

Oggetto mediato -> (Chiovenda) bene della vita con riferimento al quale chi propone la domanda

• richiede al giudice tutela giurisdizionale.

E’ la posizione sostanziale azionata in giudizio, è diritto soggettivo/ status che si cala nel processo.

TITOLO della domanda, es. art 36 cpc -> riconvenzionale che si fonda sullo stesso titolo della domanda

ü dell’attore.

TITOLO

Nel nostro sistema, soprattutto nella giurisprudenza, viene inteso come causa petendi, più precisamente il titolo è la

ragione della domanda, tuttavia nel configurare la ragione della domanda sono pensabili due diversi modi, opzioni:

quella propria degli ordinamenti di matrice latina e quella un po’ più familiare degli ordinamenti europei che è la

seguente:

posto che il titolo è la ragione della domanda, nel considerare la nozione di titolo potrei limitarmi a considerare la

ragione della domanda (quel titolo) come puramente e semplicemente un fatto materiale, un episodio della vita,

prescindendo del tutto dalla qualificazione giuridica di quell’evento, di quell’episodio socio economico o fatto materiale

è quello che i processualisti chiamano “titolo come evento della vita”. ES: illecito commesso da A in danno di B

A agisce nei confronti di B facendo valere il diritto di accertamento del danno causato dall’illecito se diciamo che il titolo

della domanda è l’evento della vita che ha determinato il sorgere del danno e quella e solo quella è la ragione della

domanda, io legislatore non mi devo preoccupare che l’attore qualifichi la ragione della domanda, basta l’allegazione

del fatto materiale -> la qualificazione giuridica della domanda fondamentalmente non rileva, conta solo l’evento

materiale, l’episodio socio economico da cui scaturisce il bene della vita fatto valere in giudizio.

Negli ordinamenti di matrice romana, si chiede che il titolo non sia solo l’evento della vita da cui è scaturita la posizione

sostanziale azionata, ma che sia la ragione giuridica della domanda e cioè la causa petendi, e cioè fattispecie giuridica

costitutiva della posizione sostanziale azionata.

Di regola in un ordinamento processuale come il nostro non ci si può limitare a dire c’è stato questo illecito ti chiedo il

risarcimento ma si ha l’onere di specificare quale è la ragione giuridica del risarcimento del danno, del titolo come

fattispecie giuridica del titolo fatto valere il nostro cpc da una definizione autentica. 91

Diritto processuale civile 2017-2018

Art. 163 n. 4 cpc : nel disciplinare i requisiti dell’atto di citazione dell’atto con cui l’attore propone la domanda in giudizio

annovera le ragioni di fatto e di diritto su cui la domanda dell’attore si fonda -> titolo causa petendi.

Il titolo della domanda sono le ragioni di fatto e di diritto (art. 163 n. 4 cpc).

ES: a conviene in giudizio B chiedendo la condanna di B al pagamento di 200 mila euro come risarcimento del danno da

inadempimento del contratto di appalto intercorso tra A e B.

I soggetti della domanda sono le parti formali del giudizio

quindi A e B

se A sta in giudizio tramite il rappresentante legale o volontario soggetto della domanda è sempre il rappresentato non

il rappresentante, oggetto mediato della domanda è il diritto al risarcimento del danno che A reclama e vanta nei

confronti di B, il petitum immediato &egrav

Dettagli
A.A. 2017-2018
148 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/15 Diritto processuale civile

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.spagnolo.5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto processuale civile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Marinelli Marino.