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La trattazione e l'istruzione (cp7)

Trattazione possono intendere cose diverse: può indicare una fase del processo o un principio conformativo del processo dove assume il valore di principio giuridico e come tale si accosta ad un altro principio cardine del processo cioè quello dispositivo che deve sussistere pure con riguardo alle domande istruttorie.

Istruzione indicano tutte le attività finalizzate a consentire l'apprendimento di qualcosa da parte di qualcuno come la raccolta di tutti gli elementi necessari alla ricostruzione del fatto in funzione di una decisione la quale nell'ambito dell'amministrazione trova la sua sede nel rito sostanziale o procedimento amministrativo, mentre nell'ambito della giurisdizione trova la sua sede nel processo amministrativo.

Fase preliminare alla trattazione: A seguito del deposito, presso la segreteria del TAR, del fascicolo del ricorrente si ha l'iscrizione al ruolo della causa.

affinché il giudice sia chiamato a decidere (e quindi debba essere fissata l'udienza di trattazione e decisione) è necessario che almeno una delle parti chieda la fissazione di udienza, è un atto necessario affinché la causa sia mandata in trattazione e; in assenza, l'udienza non può essere fissata e quindi non può essere avviata la trattazione. L'istanza di fissazione d'udienza deve essere depositata in segreteria nel termine perentorio di un anno, il quale si computa dalla data di deposito del fascicolo del ricorrente in segreteria e trascorso questo termine si ha pronuncia di estinzione del giudizio. Principi della trattazione: concentrazione; oralità e scrittura; sinteticità. Al momento del deposito dell'istanza di fissazione di udienza, il collegio entra in contatto con le parti e di conseguenza è chiamato a trattare la causa. Se non vi sono domande cautelari, o questioni pregiudiziali od incidentali,la trattazione si svolge nell'udienza pubblica che può coincidere con la decisione. Il principio guida del processo amministrativo è quello della concentrazione fra istruzione e quindi trattazione e decisione. In caso di incombenze istruttorie non c'è concentrazione, e si sviluppa per più udienze fino al momento in cui la causa non diventa "matura" per la decisione. La trattazione è improntata al principio di oralità in conformità al modello del rito ordinario del codice del 1865. Non si esclude che il contraddittorio possa declinarsi, (nei momenti antecedenti all'udienza), secondo un dialogo scritto, di solito, ciò avviene durante uno scambio di parole (atti scritti di parte). La discussione in udienza [seppur necessaria] tende ad essere effettiva solo: - quando la trattazione si sviluppa in più udienze; - quando il collegio chiede chiarimenti alle parti sulle deduzioni in merito; - quando il collegio

Ritiene di porre a fondamento della decisione una questione rilevata in ufficio; -quando il contradditorio (rapporto fra tesi e antitesi) non si possa considerare esaurito con le deduzioni scritte. La prassi ha creato la cosiddetta udienza preliminare, dove il dialogo fra le parti ed il giudice è limitata al richiamo di alcune questioni rilevanti o pregiudiziali. Funziona da "filtro processuale", con lo scopo di consentire la discussione vera e propria quando si rende veramente necessaria. La scelta se discutere o se spedire la causa in decisione è rimessa alla disponibilità delle parti o anche a solo una; il collegio non ha alcun potere sul punto ma spesso, esercita attività di sollecitazione nei confronti delle parti. Questa attività (del giudice) è ammissibile a condizione che non abbia per esito la compressione del contraddittorio; o per evitare che il processo sia impegnato in attività sì strumentali, ma né necessarie.

né utili alla protezione del diritto di difesa delle parti. (L’esigenza di contrastare l’abuso del diritto di difesa trova disciplina tramite il cd. canone di sinteticità)

5. La formazione tendenzialmente progressiva del thema decidendum

Il codice di rito rende possibile la cd. formazione del thema decidendum che può essere considerata come tendenzialmente progressiva; le parti sono tenute, a pena di decadenza, sin dal primo atto ad esercitare tutte le azioni consentite ed a formulare tutte le domande necessarie.

Il divieto del mutatio libelli (divieto di mutare la domanda e di ampliare l'oggetto del giudizio) risulta essere non assoluto ma relativo infatti è possibile la deduzione di motivi aggiunti con i quali introdurre nel giudizio nuove ragioni, domande e di impugnare nuovi provvedimenti.

Le argomentazioni difensive sono strumentali alla spiegazione dei motivi del ricorso; per cui le nuove argomentazioni contenute in atti successivi al ricorso,

purché asostegno dei motivi originali, non comportano mutamento del thema dl giudizio e sonosempre ammesse.

I motivi aggiunti possono trovare ingresso nel processo solo attraverso un ulteriorericorso, che deve essere notificato alle controparti, a pena di decadenza, negli stessitermini perentori che valgono per il ricorso principale.

L’oggetto del giudizio ossia il thema decidendum può essere modificato durante latrattazione, non solo per iniziativa del ricorrente, ma pure per quella delle altre parti;ciò può avvenire per effetto del controricorso della parte controinteressata oppure diquella resistente (cioè dell’amministrazione chiamata in giudizio).

In linea generale il processo amministrativo è retto dal principio dispositivo cioè ilgiudice è tenuto a formare la decisione nel perimetro dei motivi dedotti dalle parti.

Quindi il giudice senza superare i limiti può intervenire sulla formazione del tema

delgiudizio.Il giudice è legato alla domanda per tutto ciò che le parti espressamente deducono,ma pure per ciò che è deducibile dai motivi che la sorreggono + il divieto di “nonliquet” cioè il giudice deve sempre decidere, accogliendo o rigettando le domande e leeccezioni poste dalle parti. 6. L’istruzione probatoria e la formazione del thema probandum Con il termine istruzione probatoria, si indicano tutte quelle attività disciplinate dal codice per permettere l’assunzione delle prove. L’istruzione è un momento dellatrattazione; che origina il thema probandum. L’istruzione non si risolve “del tutto” nelle regole formali di assunzione delle prove, perché dipende dalla posizione che l’ordinamento assegna al giudice ed alle parti. Dal punto di vista statico la prova attiene al diritto sostanziale, che ne determina le regole di esercizio, dal punto di vista dinamico essa è.del thema probandum spetta al giudice amministrativo.del thema stesso è oneredelle parti. Tutti i poteri di collaborazione del giudice alla formazione del thema probandum vengono indicati con l'espressione "metodo acquisitivo" e consistono nella possibilità di: - chiedere alle parti chiarimenti e documenti; - ordinare alle parti o a terzi l'esibizione in giudizio di documenti o di cose rilevanti per il giudizio e l'ispezione di persone e cose; - ordinare la consulenza tecnica d'ufficio. 7. Il principio di libero convincimento del giudice fra tipicità ed atipicità dei mezzi probatori Il c.p.c. dispone che il giudice deve valutare le prove secondo il suo prudente apprezzamento che è fondamento del principio del libero convincimento del giudice. È oggi espresso nel c.p.a. che, a differenza del processo civile, non trova limitazioni. Infatti, l'esperimento delle prove legali per eccellenza, cioè il giuramento e l'interrogatorio formale, è espressamentevietato dallo stesso c.p.a. Nei modelli di processo accusatorio, (ai quali è conformato il processo amministrativo), la fonte di prova è per il giudice vincolata dagli allegati di parte, secondo il principio dispositivo. La libera valutazione del giudice, nell'istruzione, è limitata all'attendibilità delle singole prove prodotte dalle parti. (esistono casi in cui questa prerogativa del giudice può essere limitata) Mezzi di prova tipici, cioè espressamente contemplati dal codice, quelli atipici, ossia ne disciplinati ne menzionati dal c.p.a. e si considerano ammissibili a titolo di vera e propria fonte di prova, altre volte a titolo di mero indizio. La prova anomala (fonte in generale ammissibile) o quella illecita (non è mai ammissibile). La fonte di prova deve essere distinta dagli argomenti di prova che non sono idonei (da soli) a determinare il convincimento del giudice sull'esistenza di un determinato fatto, ma possonoconcorrere ad integrare altre fonti di prova sul fatto.
Ammissibilità dei mezzi di prova o degli strumenti istruttori disciplinati dal codice diritto, ma non contemplati dal c.p.a.
Documento
Il documento nel processo amministrativo storicamente assume il ruolo di mezzo di prova privilegiata. Esso è un enunciato scritto e può essere presentato tanto su supporto cartaceo quanto su supporto informatico.
Dal punto di vista dell'autore del documento, esso può essere sia pubblico che privato; i documenti pubblici si distinguono in atti pubblici ed in atti di certezza pubblica che possono essere anche documenti non costituenti atti pubblici in senso stretto.
Talvolta il documento pubblico può fare pubblica fede sino a querela di falso; in questo caso la pubblica fede è limitata agli enunciati contenuti nel documento.
La parte ha la possibilità di depositare il documento originario, ma anche copie autenticate (che hanno lo stesso valore probatorio).dell’originale) e copie nonautentiche. Che han
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
54 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilPostino44 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto processuale amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Clini Alberto.